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Autore: SoloSabbiaAlVento    22/05/2013    1 recensioni
Klaus non si fida più di nessuno,crede che l'intero mondo stia complottando contro di lui. Sta per fare qualcosa che lo allontanerà per sempre dalla sua unica debolezza : Caroline . Quando arriva l'unica persona che riesce a vedere il suo lato buono,riesce ad apprezzarlo e forse,persino ad amarlo, ma se qualcuno minacciasse di prendere il suo posto nel cuore di colei che lo rende migliore? Cosa sarebbe disposto a fare Klaus pur di riprendersi quello che è suo ?
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Klaus, Nuovo personaggio, Originari, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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E se vale la pena rischiare, io mi gioco anche l’ultimo frammento di cuore.
 

Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti;
amare profondamente ci rende coraggiosi.

 
Pov Klaus
Lei era lì,gli occhi velati dalle lacrime e le labbra serrate. Ora anche lei conosceva il mostro che ero. Stringeva i pugni e fissava il corpo,senza vita,ai miei piedi. Non riuscivo a capire se fosse arrabbiata o delusa. O entrambe. Ormai avevo messo fine al mio lato buono,alla minima possibilità che poteva avere di essere vicino a Caroline. Come avrei fatto ad affrontarla? Come sarei riuscito a guardarla negli occhi,dopo aver visto quelli di sua madre chiudersi per l’ultima volta,per mano mia?
Pov Flame
Che diamine aveva fatto? Perché? Non riuscivo ad alzare gli occhi,sapevo che avrei incontrato i suoi. Gli occhi di un assassino. Sentivo il suo sguardo su di me,pesante come un macigno. Volevo scappare,avevo paura. E se mi avesse uccisa perché ero una testimone? Sarebbe stato in grado di farlo,dopo avermi ospitato in casa sua e trattato come una sorella? Possibile. Il silenzio si imponeva nella stanza. Perché non arrivava nessuno? Eravamo in una centrale di polizia,dove era stato appena compiuto un omicidio,possibile che nessuno si fosse accorto di niente? Presi un respiro profondo,e dopo aver raccolto tutto il coraggio che avevo in corpo,voltai le spalle a Klaus e mi diressi verso l’uscita,con le gambe che tremavano e le lacrime trattenute a stento.
La piazza era colma di gente,ognuno per i fatti propri. Chissà se qualcuno di loro conosceva lo sceriffo. Chissà se uno di loro avrebbe pianto per lei. Era tutta opera del mio benefattore. L’uomo che mi aveva strappato dal freddo e dalla pioggia aveva tolto la vita ad una persona. Per quale motivo? Mi premeva scoprirlo,ora più che mai. Mi guardai intorno,c’era un pub,dall’altra parte della strada. Sembrava il luogo adatto dove affogare i propri segreti e le proprie paure,nell’alcool.
Mi accomodai su uno sgabello del bancone,portai le mani alla testa,in un gesto di disperazione. –Cosa posso servirle?- una voce maschile richiedeva la mia attenzione. Alzai gli occhi verso l’uomo che aveva parlato. Era di fronte a me,dietro il bancone. Capelli biondo-cenere e gli occhi simili al colore del mare. Scoppiai a ridere. –Sai,ero venuta qui per bere,ma mi sono appena ricordata che sono astemia. – mi derisi per la mia ignoranza. Mi passai una mano tra i capelli rossastri,mi veniva da piangere. –Stai bene?- domandò il ragazzo,che secondo il cartellino sul suo petto,si chiamava Matt. Lo guardai negli occhi,ero brava a capire la gente da quello che vedevo nei loro occhi. Nei suoi ci vedevo : rabbia,paura,rancore e solitudine. Non avevo certo bisogno di altri problemi. –Si.- risposi apatica. Saltai giù dallo sgabello e mi diressi verso l’uscita. Come rovinarsi una bella giornata. Appena fuori dal pub notai che del cielo chiaro e senza nuvole,che c’era pochi minuti prima,non era rimasto niente. Solo un grigiore offuscato e un vento troppo impavido. Tutti correvano per rifugiarsi,sembrava che stesse per arrivare una tempesta. Ma conoscevo troppo bene l’odore della pioggia,e poteva sopraggiungere di tutto quel giorno ma non sarebbe caduta una goccia. La piazza,ora,era desolata e spenta. Stava succedendo qualcosa di strano e non riguardava di certo il meteo.
Camminai per circa 10 miglia,poi finalmente intravidi il vialetto della villa di Klaus. Il cielo si faceva sempre più scuro e terso. La porta era aperta,come l’avevo lasciata,Klaus non era in casa,ne era mai tornato. Salii in camera mia e dopo aver recuperato la borsa mi affrettai a scendere le scale. Gli occhi di Klaus si posarono su di me non appena i suoi piedi toccarono il tappeto persiano sistemato,con cura,sul pavimento della sala d’ingresso. –Andavi da qualche parte?- parlò lui con aria seria e distaccata. Di certo non era il Klaus della sera prima,quello che mi aveva ospitata in casa sua,senza fare troppe domande. Era il mostro che aveva ucciso lo sceriffo,senza alcuna pietà. Gli occhi vuoti e privi di qualsiasi emozione umana. Rimasi in silenzio. Non meritava le mie parole. Si avvicinò e puntò i suoi occhi nei miei. –Hai paura?- sentenziò,la voce dura,con una leggera sfumatura di speranza. –Dovrei averne?- mormorai spingendo le unghie contro il palmo della mano. Dovevo concentrarmi su quel dolore per non sputargli in faccia o prenderlo a sberle. –Non ti farei mai del male.- sussurrò lui sembrando,per un attimo,tornare quello della sera prima. –Come non hai fatto del male a quella donna?!- la voce colma di rabbia e delusione. –Perché?- mormorai implorandolo. Scosse il capo interrompendo il collegamento dei nostri sguardi.  –Klaus!. – abbassò la testa come se pensasse che non fosse degno dei miei occhi. Gli afferrai il volto e lo costrinsi a guardarmi. –Dammi una sola ragione per non correre via e pensare per il resto della mia vita che tu sia solo un mostro.- silenzio. –Ti prego.- lo implorai. Passarono pochi istanti e poi mollai la presa sul suo volto e dopo esserli passata accanto mi diressi verso la porta.
-Caroline è l’unica donna che è riuscita a vedere un lato buono in me,anche quando io stesso credevo che non ci fosse. Purtroppo per lei,sono schiavo dei miei sentimenti,che mi hanno portato ad innamorarmi di lei. Sarei disposto a qualsiasi cosa per lei. Per questo l’ho fatto. Questi miei sentimenti sono solo un punto debole! Potrebbero usarli contro di me! E solo il pensiero che qualcuno possa fare del male a Caroline per arrivare a me,mi distrugge. Per questo dovevo far in modo che lei mi odiasse! Così non sarebbe più stato un problema,nessuno le avrebbe più potuto fare del male,perché tutti dovevano pensare che dopo aver ucciso sua madre non me ne importava più niente di lei. Ma la verità e che io sono un mostro ed è meglio che tu vada,prima che possa fare del male anche a te.- sussurrò in preda ai rimorsi. Forse non era un mostro,forse era solo un buon uomo sulla strada sbagliata. Io non ero lì per lui. Ma qualcosa mi diceva che dovevo riportarlo sulla strada giusta. Forse era pietà,compassione. O qualcosa di più.

 
  
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