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Autore: TwistedRocketPower    22/05/2013    1 recensioni
Traduzione ad opera di Leana
Quando Kurt aveva nove anni, sua madre, una donatrice di organi, morì. Ora, a diciassette anni, Kurt è alla ricerca di chi ha ricevuto il suo cuore... ma, finirà per trovare molto di più.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- IN A HEARTBEAT - 


CAPITOLO 29 - HONESTY

(link originale)





“Le cose non andranno mai bene. Ma le cose brutte te le faranno apprezzare ancora di più”

 

Quando Kurt si svegliò ebbe l’impressione di essersi rotto il collo. Sapeva che in realtà il suo collo era perfettamente integro, ma credette di esserci vicino.
 
Sentiva caldo. Soprattutto su una guancia. Quando riuscì finalmente ad alzare la testa, abbassò lo sguardo per capire su cosa era sdraiato.
 
Quando vide la testa di ricci, e il corpo di Blaine, si rese conto di essersi addormentato su di lui… e lo stesso aveva fatto Blaine.
 
Sbadigliò cercando di muoversi il meno possibile, poi allungò lentamente le gambe.
 
Notò solo in quel momento la coperta.
 
Si chiese da quanto tempo stessero dormendo, e quando gli avevano messo la coperta. I suoi muscoli desideravano solo potersi allungare, ma il resto di lui era contento di rimanere lì.
 
Non appena sparì l’annebbiamento dato dal sonno, Kurt toccò con una mano la fronte di Blaine per controllare se avesse la febbre. Era umida, ma non calda. Sicuramente si sarebbe sentito meglio dopo un bagno.
 
Kurt però non aveva nessuna intenzione di svegliarlo. Sarebbe rimasto lì finché Blaine non si sarebbe svegliato da solo, sapendo bene quanto avesse bisogno di riposare.
 
Non si sarebbe definita una persona da coccole, ma gli piaceva tenere Blaine vicino a sé. Voleva tenerlo al sicuro. Non sopportava vederlo malato. Era come una tortura. Sperò che il peggio fosse passato, e che non vomitasse più, perché non credeva di poter essere in grado di guardalo ancora per molto. E non tornare il giorno dopo non era un’opzione. Blaine aveva bisogno di lui. Kurt avrebbe passato lì la notte se avesse potuto, ma suo padre non gli avrebbe permesso di saltare la scuola. Ma sarebbe tornato subito dopo.
Avrebbe scritto a Diane per tutto il girono per sapere come stava Blaine, poi avrebbe saltato le lezione del Glee e sarebbe arrivato lì il prima possibile… senza infrangere la legge.
 
Kurt avvolse le braccia introno a Blaine abbastanza forte per portarlo ancora un po’ più vicino al suo petto. Okay, forse non era Blaine che aveva bisogno di lui.
Era Kurt che aveva bisogno di Blaine
 
Prima che Kurt si lasciasse andare in pensieri troppo profondi, Blaine cominciò a muoversi. Kurt allentò la stretta intorno a lui.
 
Blaine gemette iniziando a stiracchiarsi. Si strofinò gli occhi, e sbadigliò.
 
Poi non si mosse. Kurt fece per dire qualcosa, quando le mani di Blaine scesero fino a toccargli le gambe. Girò la testa fino a ritrovarsi a pochi centimetri da Kurt.
 
“Kurt?” chiese ancora con la mente intontita. “Cosa stai facendo?”
 
“Ti faccio da cuscino” rispose Kurt senza riuscire a trattenere un sorriso allo sguardo assonnato di Blaine.
 
Blaine voltò di nuovo la testa. “Mi dispiace” disse spostandosi in modo da non schiacciare Kurt.
 
“Per cosa?”
 
“Sei dovuto rimanere lì”
 
“Mi sono addormentato anch’io. Ho usato la tua testa come cuscino a quanto pare”
 
“Oh…”. Blaine si guardò attorno, sbattendo le palpebre. Era chiaro che fosse ancora confuso dal sonno. “Che ore sono?”
 
“Non lo so”. Kurt tirò fuori il suo cellulare dalla tasca, e controllò l’ora. “Oh… sono le otto passate”. Non riusciva a credere di aver dormito per così tanto tempo. Non si meravigliò che la schiena gli facesse così male. Aveva anche cinque chiamate perse, e altrettanti messaggi di suo padre.
 
Rimise il cellulare in tasca, e cercò di alzarsi in piedi appoggiandosi al bordo della vasca. “Sarà meglio che chiami mio padre per fargli sapere che sto bene”
 
Blaine cercò di alzarsi, ma si fermò prima. “Non credo sia una buona idea”
 
“Che cosa c’è?” chiese Kurt, dimenticandosi immediatamente di suo padre. “Stai bene?”
 
“Si, ho solo un po’ di vertigini”
 
In quel momento, Diane entrò in bagno.”Mi era sembrato di aver sentito delle voci” disse sorridendo. “Sono contenta che abbiate deciso di riunirvi di nuovo a noi. Come ti senti, tesoro?”
 
“Un po’ stordito, ma bene”
 
Diane annuì. “Pensi di riuscire a tornare a letto?”
 
“Si, penso di si”
 
“Va bene, ti aiuto”. Alzò lo sguardo su Kurt. “Tesoro, tuo padre mi ha chiamato, perché non riusciva a mettersi in contatto con te. Ha detto solo di chiamarlo quando ti fossi svegliato, così avresti potuto dirgli per che ora saresti tornato a casa”
 
“Lo chiamo ora. Hai bisogno di aiuto con Blaine prima?”
 
Diane scosse la testa. “No, ci penso io. Deve solo appoggiarsi a me”
 
Kurt annuì, poi li aggirò per andare a chiamare suo padre.
 




 
Mentre stava telefonando, Diane riportò Blaine a letto. Nonostante avesse dormito parecchio, sembrava ancora esausto. Aveva già gli occhi chiusi quando Kurt rientrò nella stanza.
 
“Blaine?” lo chiamò parlando a bassa voce.
 
“Hm?”
 
“Devo andare a casa. Non voglio guidare con il buio”
 
Blaine fece n respiro profondo. “Okay. Grazie”
 
Kurt sorrise alla voce assonnata di Blaine. “Per cosa?”
 
“Per oggi”
 
“Non sono nemmeno sicuro di aver fatto qualcosa, ma prego”. Lo raggiunse, e gli scostò i capelli dalla fronte, ignaro che Diane era ancora nella stanza e li stava guardando. “Torno domani dopo la scuola, d’accordo? Ti mando un messaggio durante l’intervallo per sapere come stai”
 
“Grazie” disse di nuovo Blaine prima di chiudere completamente gli occhi.
 
Guardò Diane che gli sorrise, e gli fece un cenno verso la porta.
 
Una volta fuori dalla stanza, Diane prese la parola.
 
“Si sveglierà a intervalli per tutta la notte. Gli preparerò un bagno, così la prossima volta che si sveglierà sarà pulito”
 
“Buona idea. Ora devo andare”
 
“D’accordo. Fammi sapere quando arrivi a casa, e chiamami o mandami un messaggio quando vuoi domani. So che sarai preoccupato”
 
“Grazie” rispose Kurt sorridendo di sollievo. “Va bene se vengo a trovarlo dopo la scuola?”
 
“Certo che va bene, tesoro”
 
“Grazie” disse di nuovo. Dopo aver salutato Diane, e Nathan al piano di sotto, Kurt tornò a casa.
 



 
La scuola sembrava non finire mai. Kurt non era sicuro come, ma gli sembrava di essere uscito per primo quel giorno.
 
Aveva già parlato con Finn la sera prima, dicendogli che non sarebbe rimasto al Glee. Kurt gli aveva detto che sarebbe rimasto se non aveva modo per tornare  a casa dopo, ma Finn gli aveva risposto di non preoccuparsi. Si sarebbe fatto dare un passaggio da Puck o Rachel. Gli disse anche che avrebbe coperto Kurt al Glee. E nonostante Kurt non sapesse come avrebbe funzionato, sapeva che Finn si sarebbe preso cura di lui.
 
Quando arrivò a casa di Blaine, Nathan venne ad aprirgli. Dopo una pacca sulla spalle, e un ‘oggi è in fiamme’, Kurt andò al piano di sopra.
 
Entrò nella camera di Blaine lentamente e in silenzio, non volendo svegliarlo nel caso dormisse. E infatti, stava dormendo.
 
Diane che stava pulendo la stanza, gli sorrise.
 
“Si è appena addormentato” sussurrò avvicinandosi a lui. “Ha parlato tanto oggi. Ha un bel mal di testa, ma non gli ha impedito di stare zitto. Poco fa ha detto a Nathan che lavora troppo, e che dovevano farsi una lunga chiacchierata. A me ha detto un sacco di cose, tra cui che dovrei farmi un nuovo taglio di capelli, e che avrei bisogno di andare a vedere il The Today Show dal vivo…”. Allo sguardo confuso di Kurt, si spiegò. “Lo guardo ogni mattina. Scherziamo spesso su questa mia ossessione”
 
Kurt annuì. “Quindi, quando è così, va un po’ fuori di testa…”
 
“Beh, dice tutto quello che pensa. Hai presente quella sensazione di annebbiamento dopo aver dormito?”. Kurt annuì. “Beh, è così, ma non va via. Abbiamo sempre dato la colpa all’emicrania, ma in realtà è delle medicine che gliela fa venire”
 
“Ha vomitato ancora?”
 
“Solo una volta questa mattina, circa quarantacinque minuti dopo aver preso le medicine. E, prima che tu lo chieda, non te l’ho detto nel messaggio perché sapevo che ti saresti preoccupato per il resto della giornata, nonostante ti avessi detto di stare tranquillo”
 
Kurt si strinse nelle spalle con un sorriso triste. “Non riesco a farne a meno”
 
“Lo so” rispose Diane stringendogli n braccio. “E’ una cosa bella. Preferirei vedere mio figlio con qualcuno che si preoccupa troppo piuttosto che con uno che non si preoccupa affatto”
 
“Ma Blaine-“
 
“Vado a prendere qualcosa da mangiare” lo interruppe lei. “Blaine si sveglierà presto”. Uscì dalla stanza prima che Kurt potesse dire qualcosa.
 
Cercando di dimenticarsi di quello che Diane le aveva appena detto, Kurt si avvicinò al letto di Blaine.
Si sedette delicatamente dalla sua parte del letto, appoggiando la schiena alla testiera. Era rigida, e non gli consentiva di stare comodo per paura che qualche movimento svegliasse Blaine.
 
Blaine nonostante tutto continuò a dormire, così dopo un paio di minuto, Kurt si rilassò.
 
Cinque minuti dopo Blaine iniziò a svegliarsi. Kurt lo guardò mentre si strofinava gli occhi. Era come un deja-vù con la differenza che non stava facendo da cuscino a Blaine…e nonostante non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, avrebbe voluto che Blaine lo facesse.
 
Blaine sbatté le palpebre un paio di volte, poi guardò in direzione di Kurt, accorgendosi subito della sua presenza. “Kurt, sei qui” disse più come un’affermazione che una domanda.
 
“Già. Sono arrivato da poco”
 
“Bene. Sono contento”
 
Kurt sorrise. “Sono contento anch’io”
 
“Davvero?”
 
Kurt annuì.
 
“E’ fantastico. Tu sei fantastico, Kurt. E alla moda. Adoro il tuo senso della moda”
 
“Grazie”
 
“Prego” rispose Blaine guardandolo con timore reverenziale.
 
“Sai, penso di poterti paragonare ad un ubriaco” disse Kurt ridendo.
 
“Oh, no. Non posso bere. Non mi fa bene al cuore. Affatto.”
 
“Hai ancora mal di testa?”
 
Blaine distolse lo sguardo da Kurt, fissando il soffitto. “Si. Ho preso delle pastiglie apposta, quindi non è così male. Medicine, medicine. Tutto quello che faccio è solo prendere medicine. Le prendo quando sono sveglio, durante il giorno, e la notte. Vado dal medico, e ottengo sempre più medicine. E’.Tutto. Quello. Che. Faccio.”
 
Il sorriso scomparve dal volto di Kurt. “Blaine, io-”
 
“Ma ti ho fatto una promessa. E a tuo padre. Ho promesso di prendermi cura di me stesso. Ho promesso che mi sarei preso cura del cuore di tua madre, e lo farò. Lo farò sempre. Fino a quando potrò. Anche se non voglio. So che suona male, ma è vero. A volte diventa pensante”
 
Kurt cercò di trattenere le lacrime che si stavano formando nei suoi occhi. “Blaine-”
 
“E tu mi piaci, Kurt. Mi piaci un sacco. Tantissimo. Ma so che se non fosse stato per la morte di tua madre, e per il fatto che io ho il suo cuore, non ci saremmo mai conosciuti. Anche se avessi ricevuto il cuore da un’altra persona, non ti avrei mai conosciuto. E tu non avresti conosciuto me. Avresti guardando qualcun altro. Chiunque avesse ricevuto il suo cuore invece di me. Ti saresti preso cura di lui, avresti parlato e passato del tempo con lui, e non con me. Ma non importa”
 
“Blaine, per favore, smettila” lo pregò Kurt con voce tremante, mentre le lacrime rotolavano sul suo viso. “Smettila”
 
Blaine si calmò. Dopo un momento, Kurt si accorse che si era addormentato.
 
Scese rapidamente dal letto, e uscì dalla stanza. Si asciugò gli occhi mentre scendeva le scale. Rifilò una scusa, che non riuscì a ricordarsi in seguito, per spiegare ai genitori di Blaine perché dovesse tornare a casa, e uscì.
 
Non si lasciò andare finché non fu ben lontano da casa Anderson.  Si fermò, e appoggiò la testa al volante mentre singhiozzava.
 
Non stava piangendo perché odiava che Blaine si sentisse in quel modo. Piangeva perché non poteva negare quello che Blaine gli aveva detto.
  
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