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Autore: Fourever Alone    22/05/2013    7 recensioni
“Ora siamo solo io e te. Allora mi vuoi dare queste cazzo di barrette!? Non ho tempo.” Continuai a imprecare. Una mano si appoggiò alla macchinetta e gli diede una botta, e le mie barrette caddero sane e salve dal distributore. Le afferrai, felice, come una bambina con il suo primo cioccolatino.
Mi girai per vedere di chi era quella mano. Era un ragazzo. Alto, capelli scurissimi neri, occhi azzurri , fisico scolpito. Cazzo. Era uno di quelli che usava la nostra palestra.
Mi guardava, quasi studiandomi, con un sopracciglio inarcato ed un sorrisetto sghembo e provocatorio. Era senza maglietta con tanto di bei pettorali e tartaruga.
“Ti piace quel che vedi?” Chiese a bruciapelo.
Mi schiarì la voce e me ne uscì: “Dipende cosa pensi che io veda”
Sorrise divertito. “Uu. Psicologia inversa. Mi piace.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
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Dopo aver salutato Kevin con un bacio sulla guancia, mi diressi in classe.
Feci un paio di passi, prima di fermarmi sorpresa: Evelina e Caroline, due mie compagne di squadra, erano davanti a me, e mi stavano guardando in un modo molto strano, tra il curioso e l’imbestialito. Ok, credo che ora tutta la scuola sappia della mia “relazione amorosa con Kevin”. Oh santo cielo.
“Ci siamo forse perse qualcosa?” chiese Evelina incrociando le braccia. 
Accidenti al prof di religione che non arrivava sempre dopo lo strillo della campanella.
Spalancai gli occhi a dir poco spaventata: dovevo rispondere e subito anche. Le esitazioni potevano solo confermare la mia colpevolezza.
“Ciao ragazze, oggi abbiamo gli allenamenti, vero?” chiedo cambiando argomento.
“Prima all’intervallo, abbiamo sentito un nomignolo amoroso da parte di quel figo di quinta, ed era diretto a te, signorina hoiniziatoadaveresegreticonleamiche eh? Dai spiegaci”
“Ah, beh ci siamo conosciuti in palestra, ma siamo solo amici, contente?” confessai non tutta la verità.
 “Amici, si! E lui ti ha dato un bacio a stampo perché ..? ”  mi incoraggiò a continuare Caroline 
“Ragazze non sono ancora capire come funzionano gli unici neuroni che hanno i ragazzi. Non ho idea del perché l’abbia fatto” dissi mettendo. Quando odio mentire cavolo! Ma se vengono a sapere quello che sto facendo, mi ammazzerebbero.
“Lilian” tuonò Evelina, io la fissai truce. “O ci racconti tutto come si deve, o non rispondo più delle mie azioni” mi minacciò lei.
“Siamo amici ho detto” ripeto cercando di convincerle.
Fecero un sospiro per poi: “Mia cara” disse con il tono di una madre affettuosa.
Il mio sopracciglio sarcastico, si alzò di scatto.
“Se c’è una cosa tremendamente palese in tutta questa storia è che tu e Kevin vi state frequentando” 
 “Prego?” la mia sorpresa doveva essere abbastanza evidente, perché Eve e Caroline mi guardarono ancora più esasperate. 
 “Non ci vuole di certo cupido in persona per capirlo! Abbiamo visto tutti che sguardi ti ha dato un bacio a stampo, il fatto che ti ha cinta i fianchi, poi, ne è la conferma definitiva, per non parlare che ti ha portata a fare colazione”
 “Voi non state bene” dissi scuotendo la testa. “Per il bacio si è scusato appena siamo andati a fare colazione, e l’offerto di offrirmi la colazione e un gesto da amici, come io faccio colazione la mattina con alcune di voi”
“Stai mentendo” disse Eve con semplicità. 
 Ma perché dovevano sempre capitare tutte a me? Adesso persino la mia migliore amica cercava di mettermi in difficoltà. 
 Ok, basta, non mi va di andare avanti con questa storia, sono le mie amiche noi? Allora devono sapere. Le fissai per qualche secondo, dopo tutto non era successo niente di particolare. Quando ebbi finito la cronaca del mio patto con Kevin sentii molto meglio. Però gli sguardi che mi riservarono le mie amiche, mi lasciarono il dubbio che i loro cervelli stessero cominciando a ricamarci sopra qualche enorme panzana. 
“Sei sicura di quello che fai?” mi chiese premurosa Caroline.
“No, per nulla. Ma mia nonna è una tale agonia, è lui ha bisogno di allontanare Caterina”
“Ok. Ma perché non c’è l’hai detto prima?” chiese Evelina
“Oh, avevo paura che vi sareste arrabbiate, non è una cosa che fanno in molti” dissi fissando il pavimento.
“Ma che cazz.. ti droghi?” sbottò Caroline, facendo ridere me ed Eve.
“Se per te è la cosa giusta, noi ti avremmo sostenuta” disse Eve, sorridendomi. “Siamo o non siamo le tue amiche!?” chiese per poi stritolarmi in un abbracciaccio, seguita da Caroline.
Ah siamo o non siamo amiche, quella frase mi fa pensare a Kevin, siamo o non siamo fidanzati?
“Posso aggiungermi anch’io ragazze?” appena sentimmo quella voce, ci staccammo di scatto, le ragazze andarono a sedersi io mi composi e mi sedetti avvicinando la sedia al banco, consapevole che dovere assorbire due ore di matematica. Si poteva anche essere la mia materia preferita, ma il nostro professore, te la faceva schifare.
Dopo due ore, di sonnellini sul mio banco nelle ore di matematica, uscii dalla classe con Eve e Caroline salutandole con “Oggi ho troppo da studiare, credo che non verrò agli allenamenti”
Nel cortile, tutte le ragazze mi fissavano cavolo, tutti ora pensano che io stia con Kevin, cioè si è così, oddio non è così deve pensarlo solo Caterina. Accidenti a quella vipera di mia nonna, se non fosse per lei, io avrei avuto tutti questi problemi.
Ero davanti al mio scooter stavo mettendo lo zaino nel bauletto, odiavo tenerlo tra i piedi mentre guidavo, quando qualcuno parlò. 
 “Lilian”  
Mi irrigidii sul posto, sia per lo spavento sia per il come vi aveva chiamata.
Mi voltai molto lentamente e c’era lui, con il sorriso, con lo zaino in spalla che camminava verso di me. Ma che cavolo, sa che odio essere chiamata con il mio intero, giuro che lo strangolo appena si avvicina, deve stare molto attento.
 “Che?”dissi in un modo anche troppo freddo.
Il suo sorriso, scompari e mi guardò sospettoso.
“Che hai?” continuando a fissarmi. Odio essere fissata
 “Fatti miei” dissi in un modo freddo, anche troppo.
 Mi guardò sorpreso, aggrottando le sopraciglia.
“Non ci credo. Sei arrabbiata, dai siamo o non siamo amici?” chiese facendomi un mezzo sorriso.
“Ma che avete oggi tutti con la solita, frase. Siete monotoni!” sbottai, per poi salire sul motorino e mettendomi il casco.
“Vedo che oggi sei proprio di buon umore” cominciò lui sarcastico, per poi mettersi davanti al mio motorino. “Dimmi che succede” disse serio fissandomi.
“Ho preso un insufficienza a matematica” gli mentii.
“E’ la fai così tragica, io cosa dovrei dire scusa? Ho avuto cinque insufficienza oggi, ma sono splendido e simpatico come sempre” disse facendomi spuntare un sorriso, che lui notò. “Hai sorriso” mi puntò un dito contro.
“Sempre il solito modesto tu eh?” chiesi ironica.
 “Ovvio” rispose lui senza scomporsi di una virgola. “Allora a che ora devo venirti a prendere oggi che non ricordo?”
 Appena pronunciò quella frase tutti gli individui nel raggio di alcuni metri avevano sentito quelle parole. Nel nostro liceo i ragazzi della nostra età diventano particolarmente fantasiosi quando si tratta di storie d’amore.
“Ti dispiace abbassare la voce” mormorai preoccupata.
Ebbi l’impressione che chi ci stava intorno si fosse bloccato all’improvviso con l’intenzione di non perdere neanche una sillaba della nostra conversazione. 
 “Che c’è hai l’udito fragile oggi?” scherzò lui. “Non ti vai di uscire oggi? Rimaniamo a casa?”
 “Tu hai il volume della voce a mille oggi” pensai disperata.
 “Secondo te scopano da molto?” chiese un ragazzo a uno era con me nel corso di letteratura.
Spalancai gli occhi incredula.
 “E’ che ne so, però devo ricredermi: quello se lè scelta bona, hai visto che tette ha quella?”  
 “No, ero impegnato a guardare altro” disse l’altro puntando lo sguardo sul mio fondoschiena.
Il mio sguardo da infuriato divento diabolico, sarei riuscita con un solo sguardo a sterminare decide di persone.
“Che cavolo guardate, eh stronzi”  tuonò Kevin, avvicinandosi ai  due. Oh cavolo!  “E’ la mia ragazza, non osate mai più fare degli apprezzamenti quando ci sono io nei paraggi, anzi non fateli  proprio” disse guardandoli infuriati e facendoli indietreggiare fino a farli combaciare a un finestrino di una macchina. 
Ok, ora è ufficiale tutto il liceo crede che abbiamo una relazione.
“Adesso basta” esclamai. “Andiamo Kevin”
 Scesi dal motorino è lo afferrai per un braccio e lo trascinai il più lontano possibile.
 “Ma che stai facendo?” mi chiese lui mentre lo tiravo verso di me. 
 “Sta zitto” il miotono era stato molto convincente visto che non fiatò 
 Dovevo far capire a Kevin come stava la situazione prima che per l’intera scuola diventassila sua ragazza.
Lo trascinai fino al mio motorino, poi, lo lasciai andare e mi parai davanti a lui con le braccia incrociate e un’espressione che di amichevole aveva ben poco. 
“Che ho fatto adesso? Mi spieghi che hai oggi” chiese infuriato.
“Che hai fatto? Lo vuoi proprio sapere?” alzai il tono di voce, lui annui. “Tutta la scuola domani penserà che stiamo insieme, ora hai capito?” urlai.
“Ma noi stiamo insieme” urlò lui esasperato. Lo fissai, lui sospirò e continuò. “Non stiamo davvero insieme, ma tanto prima o poi lo venivano a sapere lo stesso, Caterina la conosci e una pettegola molto conosciuta nella nostra scuola, e poi già stamattina mentre venivo da te già circolavano voci che noi sabato siamo ci siamo chiusi in macchina e abbiamo scopato come conigli”
“Cosa?” quell’urlo soffocato fu la mia unica reazione. Lui annui.
 Non avevo assolutamente parole; immaginavo che sarebbero arrivati a delle conclusioni completamente sbagliate ed esagerate ma non avrei mai pensato che la mente dei miei compagni di scuola fosse deviata a tal punto da inventare una storia così assurda. 
“Oh mio dio. Basta io non voglio, non voglio essere fissata da chiunque solo perché credono che stiamo insieme, non voglio che tutti pensano che io sia una facile, non voglio e basta” dissi sbuffando.
Mi fissò incredulo: “Vuoi scogliere il patto?”
“No” dissi secca. “Ma non voglio tutte queste attenzioni”
“E cosa vorresti fare, sentiamo?” chiese Kevin.
“Io qualcosa in mente ce l’avrei” cominciai sorridendo. “Che ne dici di si continuare il patto ma a una condizione”
“Aspetta aspetta, le tue condizioni le ha già dettare l’altra mattina ricordi”
Cavolo!
“Ma questa e per una giusta causa. Facciamo credere agli altri che stiamo insieme, ma devi smetterla di baciarmi sulle labbra, puoi usufruire della mia guancia, nei ho due do a te la scelta e ..”
“Avevi detto che avevi solo una condizione” mi ricordò lui.
“Ne un'altra, io sforno condizioni” ridacchiò. “ La secondo condizione e che devi eliminare  immediatamente le voci che noi scopiamo come conigli, intesi?” lo minaccia.
“Va bene allora” disse lui con calma. “Ora però torniamo a noi, a che ora devo venirti a prendere?”
“Ehm, volevo avvisarti, ma credo di non avere il tuo numero” dissi
“Cosa dovevi dirmi” chiese.
“Ho troppo da studiare, e poi devo rimettere a posto casa mio padre e mio fratello sono fuori per due giorni, e non vorrei lasciarmi lavoretti all’ultimo momento, prima li finisco meglio è” lo informai.
“Va bene. Dammi il tuo cellulare” mi tese la mano.
Ci scambiammo i numeri di cellulare, salì sul motorino misi casa quando mi senti nuovamente chiamare da lui.
“Sei brava a biologia?” domandò all’improvviso.
“Ho 8. Ti basta?” risposi.
“Te lo dicevo io che eri una secchiona” stavo per ribattere ma lui continuò. “Potresti darmi delle ripetizioni?”
Cosa?! Ma lui non era in quinta? Ha un programma diverso dal mio essendo in quarta.
“Come faccio? Tu sei molto avanti con gli argomenti” risposi.
“La prossima settimana avrei compito su tutti gli argomenti che abbiamo svolto dalla prima alla quinta, dei miei argomenti non ho problemi, ma degli altri ne ho anche troppi. Avevo un prof che non si e mai accorto che avevo il quaderno nascosto sotto lo zaino, ma questo e tosto un movimento involontario e rischio la maturità” si avvicinò “Per favore” mi supplicò.
“Ehhh va bene. Vieni a casa mia, almeno rimetto a posto. A che ora sei libero?”
“Che dici se vengo fra due ore?”
“Ok. Io abito Regent Street n ° 14”
“Afferrato! Compro da mangiare?”
“Mi faresti un favore, mi risparmi di cucinare”
Mi fissò: “Perché tu saresti capace di cucinare? Non prendermi in giro” scherzò.
“Prendimi una con crema di fughi e prosciutto cotto” dissi prima dare gas al motorino e partire verso casa.
 
Entrai in casa, buttai lo zaino vicino al divano e io mi buttai a peso morto su di esso.
La testa mi stava letteralmente scoppiando, avrei dormito per tutto il pomeriggio, se solo non sarebbe venuto Kevin. Mi alzai di poco e mi tolsi la felpa, per poi stendermi sul divano con accanto Pulce, che già dormiva, chiusi gli occhi e sprofondai nelle braccia di Morfeo.
Sentire un tintinnio, collegai il cervello senza tuttavia aprire gli occhi per capire se quel tintinnio che mi disturbava fosse reale o frutto della mia immaginazione. Ci misi alcuni istanti per rendermi veramente conto che qualcuno stava suonando il campanello. Scostai con molto dispiacere Pulce prima di dirigermi, trascinando i piedi, all’entrata. Aprii la porta senza pensare allo stato obbrobrioso in cui mi trovavo fino a quando non notai la faccia spaventata che assunse Kevin quando mi vide.
“Ti hanno mangiato la lingua?” domandò sorridendo divertito mentre si accomodava in casa mia, sedendosi dove io prima riposavo, poggiando le pizze sul tavolino.  
“Non mi sento bene, mi scoppia la testa” bofonchiai quando riuscii a mettere insieme alcune parole. “Tu che ci fai qua? Non dovevamo incontrarci tra due ore?”
Kevin iniziò a giocare con Pulce - che gradiva la sua presenza - ancora un po’,  prima di voltarsi verso di me.
“In realtà ho suonato per ben dieci minuti, credevo fossi morta” mi fece notare lui.
Sospirai constatando che aveva ragione.
“Cos’hai? Sembri tornata dagli inferi” continuò lui, alludendo allo stato in cui ero.
Osservai la maglia verde tutta stropicciata prima di guardarlo in cagnesco, “che c’è? Hai paura delle pieghe?” gli domandai.
Lui scosse la testa divertito “Più che altro ho paura dei panda, in particolare te, hai i capelli talmente spettinati che sembra che hai toccato la spina della corrente con le mani bagnate”
Gli tirai un pugno sul braccio con tutta l’energia che avevo in quel momento, senza tuttavia notare segni di cedimento sul suo viso, stando ad indicare quindi che ero allo stremo delle forze.
“Mi sono addormentata, ero stanca” cercai di giustificarmi stringendomi nelle spalle e accendendo la tv.
Kevin probabilmente si accorse  della nota di malessere che c’era nella mia voce perché si voltò a guardarmi con un’espressione intenerita che non gli avevo mai visto assumere.
“Se non c’è la fai con le ripetizioni non fa niente.” Disse premuroso lui.
Scoppiai a ridergli in faccia avvicinandomi al tavolino e iniziò a mangiare tranquilla la pizza.
“Fai con comodo eh” scherzò
“Mi reggo a malapena in piedi, ma aspetta che mi nutra e poi vedi come chiederai pietà di smettere”  
Kevin alzò le spalle, divertito “Ti nutri anche troppo”
“Che palle, c’è l’avete tutti con il mio corpo, è il mio? Bene mangio ciò che voglio, non mi rompete la minchia” sbottai incazzata.
“Calma, non intendevo quello è che ..” lo interruppi.
“Non hai mai visto una ragazza mangiare come me, lo so lo so, io valgo per due persone lo ammetto”
“Che modesta che sei cavolo” disse lui sorridendomi.
“Allora iniziamo subito con biologia?” cambiai argomento.
Presi il suo zaino, mentre lui continuava a mangiare la pizza, apri il libro e inizia a leggere gli argomenti che doveva studiare, cose che fra poco nemmeno io ricordavo.
Mi girai di scattò verso di lui, sentendomi fissare, ma lui a sua volta spostò lo sguardo sul libro, sospirai e chiusi il libro, poggiandolo sul divano.
“Vado a cambiarmi, non provare ad alzarti da questi divano e salire al piano di sopra che ti ammazzo” lo minacciai.
Alzò le mani colpevole farfugliando: “Mi hai scoperto”.
Sali le scale due a due, ed entrai in camera mia, mi tolsi i jeans e la maglia verde, e indossai dei pantaloncini bianchi e una maglietta a canottiera grigia, mi avvolsi i capelli in una crocchia, e scesi scalza saltando per le scale, trovandomi una scesa esilarante di Kevin che cercava invano di liberarsi da Pulce, che cercava in tutti i modi di leccargli la faccia.
“Lily, aiutami mi vuole violentare” cercando con le braccia di allontanarla.
“Non ci penso nemmeno” dissi per poi scoppiare a ridere.
Ridevo così tanto che stavo per perdere l’equilibrio, poi andai in suo soccorso accarezzai Pulce e lei si allontanò dirigendosi al piano di sopra, sicuramente nel letto di Leon.
“Non credevo che il mio fascino colpisse anche gli animali” scherzò lui. “Devo essere proprio bello” 
Scoppiai a ridere, tenendomi la pancia e buttandomi a peso morto sul divano, accanto a lui.
“Ho bisogno di acqua” dissi, ricomponendomi e alzandomi dal divano per dirigermi in cucina.
Sentii dei passi dietro di me, Kevin mi stava seguendo dedussi.
Mi avvicinai alla credenza, e afferrai un bicchiere.
“Hai sete?” gli chiesi, senza nemmeno girarmi.
“No” sussurrò.
“Mh”
Andai verso il frigorifero, è presi una bottiglia d’acqua naturale fresca e né versai un po’ nel mio bicchiere, per poi girarmi verso Kevin, bevendo la mia acqua, e notai che mi sta fissando.
Silenzio. Troppo. Finì la mia acqua e andai a posare il bicchiere nel lavello, quando mi girai era vicino, troppo, tanto che per la prima volta mi sentii in imbarazzo e abbassai lo sguardo.
Sento una sua mano agguantarmi per un fianco e meno di due secondi dopo sono con la schiena attaccata al lavabo. Con l'altra mano mi alza la testa che continuo a tenere bassa ed infine si decide a parlare.
“Guardami” mi ordina.
Sollevo lo sguardo e faccio incontrare i miei occhi coi suoi.
Non so chi fra noi due abbia lo sguardo più serio in questo momento, potremmo fare una gara.
“Che c'è?” chiedo, con la poca voce che mi rimane.
“Ho voglia di baciarti”
COSA?! Sono decisamente spiazzata, non solo io, ma anche il mio cuore che credo si sia fermato per un tempo fuori dal normale.
“Cosa? Non ci provare che ti ..” mi interruppe.
“Non lo farò”
Mi rilassai. “ Allora perché non iniziamo a studiare biologia?” chiesi, senza staccare i suoi occhi dai miei.
“Non lo farò” ripeté. “Se tu non vorrai” disse per poi poggiare le sue mani sul marmo della cucina, così per incastrarmi.
Ma a che gioco stava giocando? Mi sono persa qualcosa?
“Certo che non voglio, e ovvio noi non stiamo realmente insieme e ..” inizia a sparare parole a raffica.
 “Smettila di fare la bambina” mi riprende serio.
“Non faccio la bambina, e ora spostati” dissi dura.
Porta entrambe le mani sui miei fianchi e mi spinge completamente contro il lavabo. Fa un piccolo passo avanti e lo sento sospirare agitato sul mio viso. Istintivamente cerco di scappare dalla sua presa, ma mi attira ancor di più a sè. Si avvicina alle mie labbra, non un semplice bacio, dischiude le labbra, in cerca delle mie. Non appena sento le sue mani stringermi con più forza, ci spostammo dal lavabo per sbattermi delicatamente contro il muro. Allaccio le braccia intorno al suo collo, per sorreggermi, nonostante sia attaccata al muro e non corra il rischio di cadere, si allontana dalla mia bocca per riprendere fiato.
Punta i suoi occhi nei miei per poi, avvicinare nuovamente il suo viso al mio e mi bacia. Inizia con un bacio dolce, nel quale le nostre labbra s'incastrano come a volersi conoscere meglio, poi riesco a riprendere conosciernza di ciò che sta succedendo.
“Non dovevamo fare biologia?” farfugliai, staccandomi dalle sue labbra.
Kevin, si allontanò e alzò le spalle regalandomi uno dei suoi sorrisi perfetti.
“Ho qualcos’altro per la testa” mi prese in giro.
Feci per ribattere ma lui si avventò sulle mie labbra per lasciarci tanti piccoli baci su di esse che mi fecero morire le parole in gola.
“Kevin smettila” riuscii a dire soltanto, e lui, a mia sorpresa, obbedì.
“Scusa” si allontanò, per poi abbassare lo sguardo. “Credo sia meglio, rimandare le ripetizioni. Ciao Lily”
L’osservai dalla cucina, prese il suo zaino, aprì la porta mi guardò l’ultima volta e andò via. 

SCUSATE IL RITARDOOO. (non uccideteci per favore ahahahah)
Purtroppo la scuola ci ha tenuto abbastanza occupate e quando avevamo tempo libero non riuscivamo a mettere qualcosa che ci piacesse :/ ... 
 Comunque speriamo di esserci fatte perdonare col il nuovo capitolo *__________* 
  
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