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Autore: Wrecking_Ball    22/05/2013    7 recensioni
Questa è la mia storia; prometto di non tralasciare nulla.
Prima vi verrà da sorridere e poi verserete qualche lacrima: non venitemi a dire che non siete stati avvertiti.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16

 Sharley stava ancora abbastanza bene, ma l'inverno era molto rigido. Lei non desiderava uscire di casa con quel tempo, anche se a volte, dopo che il padre se n'era andato, restavamo sotto il portico un paio di minuti a respirare l'aria. Ogni volta che succedeva, stavo in ansia per lei.
Mentre chiacchieravamo, c'era sempre qualcuno che bussava alla porta, almeno tre volte al giorno.
C'era chi lasciava qualcosa da mangiare e chi passava a fare solo un saluto. Una volta arrivarono persino Eric e Margaret e anche se non aveva il permesso, Sharley li fece entrare e ci sedemmo tutti in salotto a chiacchierare. I miei amici non riuscivano a guardarla negli occhi.
Erano nervosi e impiegarono qualche minuto ad arrivare al dunque.
Eric era venuto a scusarsi per come si era comportato e disse che non riusciva a farsi una ragione che la malattia avesse colpito proprio Sharley.
 Aveva la voce strozzata e le sue parole erano cariche di un'emozione che non gli avevo mai sentito esprimere.
«Anche se non sempre sono stato carino con te, desidero farti sapere quello che provo. Non sono mai stato tanto triste in vita mia.» Fece una pausa e si asciugò l'angolo dell'occhio.
«Sei davvero la ragazza migliore che abbia conosciuto.»
Mentre lui tratteneva le lacrime e tirava su con il naso, Margaret si era già abbandonata al pianto seduta sul divano, senza parole, fino a che non arrivò anche per loro il momento di andarsene.
«Resta seduta», disse Eric avviandosi alla porta. « e continua a combattere. »
Poi mi guardò con affetto, dandomi una pacca sulla spalla. «Anche tu», mi disse con gli occhi rossi.
CONTINUARE A COMBATTERE. Per cosa? Per niente.
Mentre riflettevo tra me e me mi venne un’idea.
Vidi Sharley sbadigliare e coprirsi con la coperta fino al collo, facendomi capire che desiderava che la raggiungessi per addormentarci insieme.
Mi alzai e rimasi a guardarla: « Alzati. » Le ordinai.
« Cosa? » Disse lei aprendo gli occhi e guardandomi stranita.
« Ti ho detto che devi alzarti, cazzo! Sono solo le 9:00, non hai neanche mangiato»
« Non ho fame, sono solo stanca, che ti prende? »
«  Mi prende che ti devi alzare, e se non lo fai da sola ti alzo io. »
Dissi duro.
I suoi occhi erano un misto di paura e stanchezza, mi faceva davvero molto male parlarle così, ma se quello era l’unico modo per smuoverla, dovevo usarlo.
« Justin io..no. Non ce la faccio, non voglio. »
« Come pensavo. »
Prendendola dai fianchi il più delicatamente possibile me la caricai sulla spalla, si divincolava con scarsi risultati. Io la stringevo troppo forte e lei era troppo debole per opporsi.
Salimmo in macchina, mi lanciò un’occhiata di rimprovero.
« Non sarai arrabbiata a lungo, piccola. »
« Io invece credo di si. Ho sonno, sono stanca, non ho voglia di muovermi, di camminare, di parlare, di ridere, di sorridere, di respirare, di vivere. »
Rispose tristemente.
« Smettila di dire così! » Sbottai.
« Perché? È così. » Iniziò a piangere, sapevo che farla salire in macchina l’avrebbe aiutata a parlare. Era sempre stato così tra noi.  « Sono brutta, sono malata, sono disprezzante!»
« Smettila! »
Non pensavo che le sarebbe mai importato del suo aspetto fisico, stava impazzendo.
E stava conducendo alla pazzia anche me.
Continuai tutto il viaggio sentendo i suoi singhiozzi, e quando  smise iniziò a disegnare sul vetro del finestrino dei.. dei.. solo dio sa cos’erano.
Mi accostai con la macchina e la guardai.
« Scusa. » Tirò sul con il naso.
Le sorrisi.
« Andiamo! » Scesi di corsa dalla macchina aprendo anche il suo sportello
« Dove? » Le presi la mano trascinandola dietro a me mentre iniziai a correre.
« Cosa vuoi fare? » Disse lei sorridendo.
« Corri! » Dissi solo.
Iniziammo a correre, in piena notte.
Da una parte avevo paura di farla affaticare troppo, ma dall’altra sapevo che ne aveva bisogno,doveva sentirsi libera e viva. Libera di correre,di ridere.
In quel momento era come se niente, neanche la morte, era in grado di distruggerci;

 io e lei, facevamo invidia al mondo.

Ad un certo punto mi fermai in mezzo alla strada. Aveva il fiatone, mi girai verso lei prendendole entrambi le mani.
« Ok, ok.. emm. Ferma qui. » Dissi sorridendo.
 « ..va bene. »
« Metti un piede là. »
Le dissi facendole spostare il piede di qualche centimetro più a sinistra.
«Brava, adesso metti l’altro piede là. » Stavolta indicai qualche centimetro a destra, facendole divaricare le gambe.
 « Ferma ora. » Dissi sorridendo.
« Non riesco a seguirti, che cosa stiamo facendo? » Chiese Sharley confusa.
« Perfetto, in mezzo ai piedi hai la linea di confine, adesso tu sei tra due stati. » Le risposi con un sorrisone enorme.
Alzò le spalle. « e allora? »
« Stai in due posti contemporaneamente.. »
Dissi come se fosse una cosa ovvia.
Guardò avanti a se il cartello che segnava il confine e finalmente si rese conto.

Desiderio realizzato, ancora una volta.
Le si illuminarono gli occhi e ridendo, mi abbracciò forte, facendomi assaporare tutta la sua allegria e il suo profumo che, per me, erano meglio della droga.

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Penso che pubblicherò un altro paio di capitoli e basta, così che la storia non diventi troppo lunga e noiosa.
 V oi cosa ne pensate? :')

Ps: grazie per le 8 recensioni al capitolo precedente, siete stupende.
  
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