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Autore: Emily_24    22/05/2013    1 recensioni
Louis era ormai abituato alla continua presenza di Harry e così era anche per l'altro.
Ma sfortunatamente per lui, Louis era il tipo di ragazzo dall'affetto facile. Proiettava amore su chiunque si dimostrasse un minimo carino con lui, non ce la faceva proprio.
E così finì tra lui ed Harry. Lui, il povero sfigato gay senza speranze e il riccio, il dolce, amabile e sensibile etero che attraeva e sterminava i cuori delle ragazze con un semplice occhiolino.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei la cosa più importante

Quando Louis si svegliò, era ormai mezzogiorno. Tutti gli altri studenti erano partiti per la noiosissima gita a Oxford e lui era l'unico rimasto, con la scusa di una malattia rara a bloccargli le vie respiratorie.
Sì insomma, più o meno.
Si alzò dal letto ondeggiando da un piede all'altro, mentre una mano era impegnata a scostare il ciuffo castano da davanti gli occhi.
Erano mesi che non dormiva così a lungo e ora si sentiva come risorto.
Entrò nella doccia e si lasciò andare sotto il suo getto freddo, rilassando le spalle e socchiudendo gli occhi. Tutte le sue preoccupazioni fluirono via, raggiungendo lo scarico, tutte le cose più belle invasero la sua mente mentre canticchiava a voce più o meno alta.
Era così preso che non sentì la serratura della sua camera schioccare ripetutamente.


Stanza 406.
Girovagava ormai da ore tra quei corridoi desolati, non un'anima disposta ad aiutarlo.
"Sono finito in una scuola abbandonata, finirò per essere catturato dei fantasmi di notte" piagnucolò Harry, voltando la testa a destra e a sinistra, per controllare ogni singola porta.
Stanza 406.
Da quando i suoi genitori avevano deciso di spedirlo lì a studiare, non era più riuscito a sorridere in maniera decente. Non era nei suoi piani finire rinchiuso per un anno intero là dentro, senza più vedere la luce del sole.
"Tanto la luce non la vedi lo stesso, stando chiuso nella tua camera" lo aveva rimbeccato sua madre.
Stava per buttarsi a terra disperato, quando finalmente la vide, la tanto anelata porta, proprio alla fine del corridoio. Corse come un dannato da una parte all'altra di esso, le chiavi impugnate nella mano sinistra, le valigie nella destra. Con Bon Jovi nelle orecchie, quando entrò, non si accorse nemmeno dello scrosciare dell'acqua proveniente dal bagno.


Louis si destò solo quando sentì qualcosa sbattere sul pavimento, proprio fuori dalla porta del bagno. Voltò il viso di scatto e spense subito l'acqua. Si portò un asciugamano alla vita e lo legò stretto, per poi strofinare i capelli con una manata.
"E' sicuramente un maniaco assetato di sesso" sussurrò Louis tra sé "sono fregato ma sicuramente se esco dalla finestra non si accorgerà neanche della mia pres.."
Non riuscì a finire la frase. Un mucchio di ricci attraversò l'uscio e si fece verso il box doccia, quando vide dei piedi nudi sul pavimento, le dita a muoversi una dietro l'altra.
Louis cacciò un urlo disumano mentre si armava di phon per capelli. Harry invece si schiacciò contro la parete, spaventato a morte, senza riuscire a proferire parola.
"Se provi a violentarmi..." cominciò Louis "te lo brucio"
Il riccio fissò prima lo strumento che emanava aria bollente, poi il cavallo dei suoi pantaloni.
"N-No, ti prego, esco in un battibaleno, mi sa pure che ho sbagliato stanza, non era mia intenzione importunarti, g-giuro" esclamò, prima di dileguarsi nella camera da letto e rifugiarsi dentro l'armadio.
Pregò tutti i santi del paradiso che quel malato di mente avesse riposto il phon altrove quando un'anta dell'armadio si spalancò.
"Ma tu chi diavolo sei?" chiese Louis con gli occhi fuori dalle orbite.
Quando il riccio non si mosse, l'altro alzò le mani in segno di resa, andandosi a sedere sul letto. Ora indossava un paio di boxer neri, e una canottiera estiva bianca.
"Mi chiamo Harry e ti posso assicurare che questo eran l'ultimo dei miei intenti. Solo stavo cercando la mia stanza e un modo per rilassarmi, e tutto questo mi ha condotto in bagno"
"Non hai sentito che c'era già qualcuno?" chiede Louis a bocca spalancata.
"Cuffiette" rispose indicando queste, che ora stavano a terra.
"Brutta storia... Beh dai, ti perdono, ma solo perché sono troppo buono, intesi?"
Harry annuì, poi abbassò lo sguardo.
"Questa è la stanza 406, la tua come la mia, quello è il bagno se ne hai bisogno non fare complimenti, tranne quando ci sono io" concluse sottolineando l'ultima frase.
Il ricciò simulò una risata sarcastica, mentre Louis sorrideva di gusto.
Harry eh, ottimo direi, ancora meglio di quel Zayn dell'altro corridoio, pensò tra sé, osservando le movenze impacciate ma attraenti dell'altro, che si stava dirigendo verso il bagno con ancora le guance arrossate.
Louis si lasciò andare sul letto, le braccia lunghe stese il alto, come ad afferrare qualcosa su nell'aria. Venti minuti passarono come niente mentre lui rivangava episodi del suo passato e canticchiava canzoni piuttosto vecchie.
Harry si fece largo trai vestiti sparsi ovunque e i libri ammucchiati sul pavimento, i piedi ancora umidicci ad asciugarsi sulla moquette.
"Se non sono inopportuno, posso sapere come ti chiami tu, ora?" disse timido in un soffio, cogliendo Louis di sorpresa.
"Sono Louis" cominciò "e sono qui da tre mesi. Ho venti anni, sono finito qui perché dopo avere studiato voglio andare lontano, viaggiare. Mi piacciono le canzoni di vecchia data e gli animali in generale. Il mio soprannome segreto è..."
"Boo Bear" concluse per lui Harry.
"Come fai a saperlo?!"
"Sull'angolo dello specchio, con il rossetto, c'è scritto 'boo bear', sono andato ad intuito"
"Quello è il risultato che si ottiene sommando la mia camera con un gruppo di ragazze sbronze senza la mia custodia" disse il castano scoppiando a ridere.E finalmente anche il riccio sorrise, per la prima volta dopo un'ora. Per Louis fu un tuffo al cuore.
"Ora tocca a te, avanti" lo incitò.
"Se non lo ricordassi il mio nome è Harry. Ho diciannove anni e sono qui perché i miei genitori pensavano che fosse giusto per me avere un futuro che vada oltre i videogame. Sì insomma, non volevo diventare un fallito, ma nemmeno finire in un college triste e desolato come questo.."
"Triste e desolato?! Ringrazia che sono partiti, altrimenti avresti già una mandria di ragazzi addosso a riempirti di domande"
"Meglio così, di domande ne fai già abbastanza tu" soggiunse Harry facendo una linguaccia giocosa. Risero ancora.
"Beh Harry, ora mi sa che devi andare a compilare un paio di moduli al piano terra. Non ti ci posso portare perché sono proprio pieno di compiti. Vedi di non perderti" esclamò amiccando Louis.
Il riccio gli fece un gesto di non-curanza con la mano, poi scese due piani di scale a velocità supersonica. Aveva bisogno di dormire, prima sarebbe finito quello strazio, meglio sarebbe stato.

 


Trascorsero così due settimane, tra impegni e conoscenze, lezioni e divertimenti.
Louis era ormai abituato alla continua presenza di Harry e così era anche per l'altro.
Ma sfortunatamente per lui, Louis era il tipo di ragazzo dall'affetto facile. Proiettava amore su chiunque si dimostrasse un minimo carino con lui, non ce la faceva proprio.
E così finì tra lui ed Harry. Lui, il povero sfigato gay senza speranze e il riccio, il dolce, amabile e sensibile etero che attraeva e sterminava i cuori delle ragazze con un semplice occhiolino.
"Louis" lo destò Harry dai suoi pensieri.
"Sì?"
"Che ne dici se stasera fuggiamo, insieme?"
Per Louis fu inevitabile arrossire a quella proposta, ma cercò di nascondere il tutto muovendo il viso di qua e di là.
"E dove vorresti andare, piccolo bulletto trasgressivo?" lo schernì il castano, nonostante l'imbarazzo.
"Lontano da qui, solo per una notte. Se hai paura Boo, puoi anche non venire"
A Louis capitarono in mente mille immagini, Harry con una ragazza, Harry che correva, al suo sorriso, alle sue fossette agli angoli della bocca, al suo deretano sexy...No calma, niente deretano sexy.
Pensò ad Harry e questo gli bastò per accettare senza esitazione.
"Ci vediamo alle 22 in cortile, ti aspetto, okay?" soffiò Harry vicino, troppo vicino al suo orecchio.
A Louis parve che le parti, da quando era arrivato il riccio fino ad adesso si fossero drasticamente invertite. Ora il timido era lui, nessun altro. Si sentì perso.
Quindi, arrossì nuovamente, ma prima di farsi vedere si buttò sul letto, simulando un malore. Si calmò soltanto quando sentì la porta della stanza chiudersi.

 



La verità era che Louis avrebbe preferito trovarsi da tutt'altra parte. Assieme a loro due c'erano due ragazze, piuttosto brutte a suo giudizio, che corteggiavano continuamente Harry, un tipo piuttosto alto e un altro che pareva essere fuggito dalla riunione dei sette nani.
Louis, cosa ti aspettavi, la fuga di Lilly e il Vagabondo? Aspé che t'ordino gli spaghetti Harreh, pensò con rabbia nella sua mente.
Harry si era ubriacato con al sua compagnia, mentre il castano era rimasto in disparte per la maggior parte del tempo. La musica pulsava ovunque, ma lui non ne era preso. Era più che altro perso nei suoi pensieri, gli occhi a pizzicare.
"Maledetta allergia" cercò di giustificarsi.
Li strofinò con forza e respirò profondamente.
"Lou" lo chiamò Harry, con la voce sbalzante.
Dopo tre drink, era già tanto se riusciva a stare in piedi, figuriamoci se fosse riuscito a dire il suo nome, Louis pensò fosse un miracolo offerto da chissà quale amabile divinità.
"Lou, sei bell... hic! Bellissimo stasera" gli disse, andandogli addosso.
"Io sono sempre bellissimo, caro Harry"
"Sì ma stasera, sei.." ma non finì la frase, che le sue labbra puzzolenti di alcool si appoggiarono su quelle sottili e fresche di Louis.
Rimasero entrambi interdetti per un po', quando Louis fece qualche passo indietro.
"Oh no..." biascicò Harry.
Lui è etero, Louis, ti sta prendendo in giro, si ammonì Louis tra sé.
Corse via con gli occhi sgocciolanti di lacrime e il respiro corto.
Scavalcò con agilità il cancello del college e si diresse furtivo verso la sua stanza. Fortunatamente nessun insegnante aveva pensato di stare di guardia a quell'ora e lui, senza problemi, si fiondò tra i corridoi e su per le scale. In pochi minuti si trovò sul suo letto a piangere come un bimbetto.
Sarebbe voluto scomparire.
Le braccia di Morfeo lo colsero per sua somma gioia e le sue palpebre si socchiusero quasi subito. Non dormì tranquillamente.


Quando la mattina si svegliò, non trovò Harry nel suo letto.
"Sarà rimasto a ballare la cucaracha con la sua compagnia, fanculo" mugugnò il castano, massaggiandosi le tempie.
Lo aveva baciato, senza sentimento o trasporto. A baciarlo era stata solo una buona dose di alcool.
Passo dopo passo si diresse verso le aule. Harry non si fece vedere per tutto il giorno, il ragazzo non poteva chiedere di meglio.
Studiò solo, pranzò solo, parlò anche da solo.
Senza l'altro ragazzo non aveva voglia nemmeno di provare a salutare i suoi amici.
La giornata passò lenta ma veloce, Louis non seppe spiegarselo, ma ne fu contento.
Stranamente, gli andava bene così.
I suoi passi striscianti sul pavimento, le occhiaie e gli occhi gonfi non dicevano proprio lo stesso, ma in fondo poteva ammettere di essere contento.
Forse.
Quando trovò la camera nuovamente vuota tirò un sospiro di sollievo e si sdraiò sul letto.
Da dentro l'armadio, spuntò la testa ricciuta di Harry e il suo viso cupo.
Rimasero entrambi in silenzio, l'unico rumore esistente era quello dei passi dell'ultimo che scalpitavano sulla moquette.
"Lou"
"No, Lou un cazzo"
"Louis, ho bisogno che tu mi ascolti. Io ero ubriaco. Ma se vuoi, se ti basta per parlarmi, puoi dire all'intero college che sono gay, me lo merito"
Louis non poté nascondere la sorpresa e si alzò in piedi "Tu gay?! Non fare il carino, sappiamo benissimo chi è il gay tra i due..."
"IO" urlarono in coro.
Harry spalancò gli occhi e Louis la bocca.
"Non avevo intenzione di offenderti Lou, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. L'unica cosa che ho pensato, quando ti ho visto, a parte la paura" si interruppe per lasciare spazio a una risatina "è stata stima. E poi tra me e me ho pensato quanto fossi perfetto"
"Smettila, non sei divertente" Louis si strofinò gli occhi di nuovo pieni di lacrime.
"Non... Piangere..." sussurrò Harry con la voce incrinata dal pianto "ti prego..."
"Harry, tu non capisci. Sei così bello, e hai così tante ragazze attorno. Vorrei solo dirti quanto sei importante ogni istante, vorrei solo dirti quanto sono pazzo di te, quanto amo vederti ridere, quante cazzate farei per te. Vorrei dirti che mi sono innamorato di te, ma suonerebbe stupido. Infinitamente stupido, Harreh"
"L'unica cosa stupida in questa stanza, mi sa che sono io" sussurrò Harry.
"Su questo non ci piove"
"Louis, per favore, ti va di affacciarti?"
"Seee, così magari ne approfitti per farmi capitombolare giù?" ma nel dirlo si spinse verso la finestra. Fece scattare la maniglia e l'aprì, facendola cigolare.
Il parco del college era mezzo verde, per l'erba, e mezzo bianco, per la vernice.
In caratteri cubitali era scritto -Boo, sono perso di te-
"Sono stato sospeso dalle lezioni per questo, ma non m'importa" disse Harry con la lignua di fuori "Louis, sei speciale e non ti lascerò andare per una cazzata che ho fatto da ubriaco. Non mi sono tirato indietro per quello che pensi, ma solo perché pensavo di renderti... Infelice"
"Come puoi rendermi infelice?! Sei l'unica cosa di cui mi importi davvero"
"Sul serio?" chiese Harry speranzoso.
"Sul serio" asserì Louis.
Si fissarono a lungo negli occhi e non smisero di farlo nemmeno quando le loro labbra si incontrarono e scontrarono. E fecero l'amore, goderono dei loro sentimenti.
"Boo, non te ne andare, anche se sono così stupido" disse il riccio, stringendo la schiena di Louis contro il proprio bacino nudo.
"Mai" sussurrò, prima di girarsi veloce e baciarlo con passione.

 



OS SUI LARRY, BITCHEEES <3
Com'è stata? E' la prima che scrivo, poi tra l'altro l'ho scritta insieme a un'altra ragazza quindi eheh :D
La vostra Em vi abbraccia, ciaaaaao bellezze :3

 

  
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