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Autore: _diana87    22/05/2013    6 recensioni
[ATTENZIONE SPOILER FINALE DI STAGIONE]
Sette sospettati, sette delitti, sette peccati.
Un unico serial killer.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grace Van Pelt, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti, Wayne Rigsby | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il ricordo felice (parte 2)

 

 

Teresa non si mise in ghingheri. Indossava semplicemente una camicetta verde smeraldo e jeans neri, lasciando sciolti i folti capelli scuri. Non si aspettava nulla da quella sera; il suo unico desiderio era quello di stare accanto a quell'uomo che amava silenziosamente.

Patrick arrivò in perfetto orario di cena, indossando il suo completo blu e in mano aveva una busta di cibo cinese, sapendo quanto ne andava pazza la sua partner. Si era dato una sistemata, ripulendosi la barba, giusto per non avere l'aspetto di un senzatetto.

Quando lei aprì la porta si sentì invadere da frenesia, quanto una ragazzina al suo primo appuntamento. Notò subito la busta curiosa.

"Sento un buon odore. Promette bene." gli fece l'occhiolino mentre lui sorrise facendosi strada verso la cucina.

"Hai ordinato te, dovresti sapere che è buono il cinese. E poi tu," si prese del tempo per osservare la sua bella siluette dall'alto al basso, e mai come in quel momento si sentiva così attratto da lei, "devi mangiare di più. Non voglio avere uno stecchino per... partner."

Stava per dire 'ragazza' ma pronunciò l'altra parola più appropriata nel momento giusto perché Teresa lo stava guardando con occhi da gattina innamorata che aveva solo voglia di fusa. Ma lui doveva contenersi e non era facile. Trovarsi da soli nell'appartamento a cenare, con la camera da letto che distava pochi metri... sicuramente era una situazione che richiedeva una certa temperanza.

Probabilmente stare lontani per una settimana non aveva giovato a nessuno dei due perché per tutta la serata tentavano di reprimere quell'attrazione reciproca ogni volta che le loro mani si sfioravano.

Patrick si era comportato da vero gentiluomo. Aveva preparato i piatti con il cibo cinese, e lo aveva servito, costringendo Teresa a restare seduta in attesa della sua portata. Troppo abituata vederlo mangiare un panino al volo, per lei vederlo in casa sua a cenare qualcosa di caldo era quasi un sogno. Non avrebbe mai pensato neanche di vederlo indaffarato a cercare di farsi piacere quegli involtini primavera. Si vedeva lontano un miglio che non era il suo cibo preferito a si stava sforzando di farglielo piacere per lei.

Il buffo venne quando toccò mangiare gli spaghetti alla piastra con gamberi usando le bacchette. Teresa se la rideva sotto i baffi, poiché lui non sapeva assolutamente come maneggiarle. Alla fine si arrese, prese la forchetta e poi fece finta di suonare la batteria colpendo con le bacchette tutto ciò che gli capitava sotto mano: bicchieri, pentole, bottiglie...

Dopo cena, si rilassarono seduti comodamente sul divano, uno accanto all'altra. Il mentalista era quasi disteso a pancia all'aria, gambe allungate e mani sulla pancia, segno che era sazio del gran cenone, e si era tolto la giacca del completo per stare più comodo. Vicino a lui, Teresa aveva accovacciato le gambe e teneva un braccio sullo schienale della poltrona per reggersi la testa, e intanto guardava compiaciuta la vista che aveva davanti a sé. Decise che era da tempo che non punzecchiava il suo partner.

"Soddisfatto? Grazie alla tua lista di sospettati, ho dovuto fare di tutto per evitare Bertram questa settimana!" gli diede un colpetto sulla spalla per richiamare la sua attenzione, cosa che funzionò.

Trovarsela così vicino, a circa 20 cm di distanza, fu una sfida. Sfoderò il più bel sorriso che aveva.

"Lo credo bene. Sei una pessima bugiarda!" le disse a bassa voce, sapendo che quel tono sensuale le dava i brividi. 

E in effetti, Teresa sentì una scossa percorrerle la schiena. Sapeva proprio come accendere quell'interruttore per farla eccitare.

"Perché tu invece sapresti come affrontare la verità."

"Io sì. Non per niente è grazie a me e alla mia lettura del viso se scoprite i colpevoli e risolvete i casi."

"Al contrario, tu sei un maestro nel nascondere la verità."

Il consulente sapeva dove la sua partner voleva andare a parare. Si rivolse a lei con sguardo torvo.

"Teresa, non discuteremo della lista. E neanche del video di Lorelei."

"Ma allora perché hai accettato il mio invito a cena?" si alterò.

"Mi mancavi, okay?"

Decisamente questo non se l'aspettava. Fu quello l'immediato pensiero di Teresa, che cambiò posizione, mettendosi seduta e più distante da lui. Si stringeva a se stessa, sfregandosi nervosamente le mani, mentre abbassava la testa per non 'farsi leggere' da lui. Patrick l'aveva osservata ed era inutile continuare così.

"Non posso lavorare così."

Avrebbe dovuto aggiungere anche: Teresa, non discuteremo dei nostri sentimenti. Non è il momento adatto per me e per te, a causa di Red John, che potrebbe prenderti come prossimo obbiettivo. Ti amo, ma non posso stare con te adesso. Invece si alzò, raccolse le sue cose e come un codardo si diresse alla porta d'ingresso.

"Forse è meglio che vada."

L'agente del CBI si morse il labbro sconsolata. E pensare che voleva passare una serata tranquilla. Replicò con un "Okay" mozzato e lo accompagnò alla porta. Quando raggiunse lo stipite, gli pose l'inaspettata domanda.

"Qual è quel ricordo felice che non hai detto a nessuno?"

Con la mano ferma sul pomello della porta, la guardò serissimo.

"Non posso dirtelo, io---"

"Jane..."

"Teresa, sei tu."

Un barlume di sorpresa misto a gioia le cosparse il volto. Probabilmente doveva immagazzinare il tutto, così il mentalista la guardò accennando un sorriso, per farle capire che non stava affatto scherzando.

"Sei tu il mio ricordo felice. Ecco perché non posso dirti tutto, e ti sto evitando, e sono sfuggente, fuori controllo, e..."

La voce si bloccò al contatto delle labbra della donna sulle sue. Gli aveva afferrato il viso tra le mani. Giusto il tempo per assaporare ciò che si era persa in tutti quegli anni da quando lo conosceva, che lui la respinse, togliendole le mani dal volto con forza. Questo gesto la spaventò e fu tentata ad arretrare, impaurita a causa di quegli occhi blu che la fissavano come due lampi nella notte. Le strinse i polsi, ma successivamente mani e braccia passarono a cingerle la vita e a portare il corpo a contatto col suo, baciando avidamente quelle labbra. Lei ricambiò con piacere, chiusero entrambi gli occhi quando le bocche diedero il consenso alle lingue di entrare per incontrarsi e contorcersi tra di loro. La spinse contro il muro dietro di lei, dove sapeva di poterla controllare meglio.

Non era esattamente quello il momento giusto per lasciarsi andare e lo sapevano. Ma ormai quel confine era stato superato.

Le mani passarono velocemente a sbottonarle la camicia per esplorare meglio cosa c'era sotto. Passò a baciarle il collo per poi arrivare all'incavo del seno, tenuto saldo dal reggiseno nero.

"Jane.. aspetta." Teresa gli prese il viso tra le mani guardandolo con determinazione.

"Sei sicura? chiese lui con voce apprensiva, posando le mani sulle sue.

Lei annuì, poi lo prese per mano e lo condusse in camera da letto.

 

Il mattino seguente, si svegliò tra le lenzuola felpate che coprivano il suo corpo nudo, ma quando allungò il braccio dall'altro lato del letto, non trovò la sua compagna. Evidentemente si era alzata presto per andare al lavoro. Si alzò ricercando per la stanza gli indumenti lasciati sparsi per la stanza la sera precedente, e si diresse in cucina preparandosi la solita colazione: una tazza di tè. Sorrise ripensando agli avvenimenti della notte, a quella passione che finalmente era esplosa e avevano condiviso dopo tanto tempo. Ma la scintilla di gioia gradualmente scomparve, sostituendosi con un'espressione di preoccupazione... poi di consapevolezza... e infine di paura.

Teneva in mano la tazza di tè, ma era tremolante. Si mise la giacca, lasciò tutto com'era, salì in macchina e si diresse al CBI.

Per tutto il tragitto non fece che pensare a Teresa. Il ricordo dei suoi baci, il calore del suo corpo contro il suo... ma le immagini si fondevano con le parole di Red John e al suo voler uccidere 'quel ricordo felice'. A malincuore, con gli occhi lucidi che tentava di coprire con una passata di mano, giunse alla conclusione che nonostante la notte precedente fosse stata perfetta, doveva restare solo un ricordo. Teresa era troppo importante per lui, ma la sua ossessione per Red John aveva come al solito la precedenza, e non poteva rischiare che lei venisse presa sotto il suo mirino.

 

La donna tentava di concentrarsi nello scrivere seduta davanti al computer, ma sentiva i muscoli indolenziti e le guance andarle a fuoco. Stava arrossendo pensando alla notte tra lei e Patrick. Il modo in cui l'aveva presa e portata in braccio fino al letto... a come sorridevano beati mentre si liberavano dei vestiti, che finivano in posti indecifrati della stanza... e come gentilmente le era entrato dentro, stringendole poi la mano per rassicurarla e chiederle se andava tutto bene...

"Capo? Lisbon?" Grace fece capolino nel suo ufficio, facendola sussultare. "Dopo le analisi del DNA, abbiamo scoperto chi è la vittima di Red John." 

Stordita, Teresa le indicò la sedia davanti a sé. La rossa si sedette con calma e porse all'agente un fascicolo. L'espressione sul volto di Teresa fu una delle più inaspettate.

"S-sei sicura sia lui?" chiese terrorizzata come se avesse visto un mostro.

"Sì... i risultati sono arrivati questa mattina... tutto ok, Lisbon?"

"Grazie Van Pelt. Puoi andare." abbozzò un sorriso.

 

Grace aveva appena lasciato l'ufficio di Lisbon, quando si scontrò con Patrick, che era appena arrivato.

"Ehi, Grace, tutto bene?" la scrutò per capire cosa c'era che non andava, e dallo sguardo preoccupato della giovane capì che si trattava di Red John.

"Avete identificato la vittima?"

"Sì, è nel fascicolo che ho appena lasciato a Lisbon. Mi sembra abbia una faccia familiare, ma non ricordo... In ogni caso, Lisbon sembrava terrorizzata."

Le diede un colpetto sulla spalla per ringraziarla, e poi si diresse nell'ufficio.

Fu strano per loro rivedersi dopo gli eventi accaduti meno di otto ore prima. Patrick si rese conto che Teresa era cambiata. Appena lo salutò con quel 'Ciao', si illuminò. Lui si sentiva uno straccio al pensiero di doverla scaricare per ovvie ragioni. Farle il cuore a pezzi era l'ultima cosa che voleva.

Decise di prendersi del tempo. Si guardò in giro, poi le sorrise con quell'aria furba e si sedette sulla scrivania, accanto a lei. Incrociò le braccia.

"Come stai?"

Lei fissò per un attimo il fascicolo sottomano, come a volersi riprendere dalla presenza celestiale che aveva accanto, poi tornò a posare lo sguardo su di lui.

"Visto che sono una pessima bugiarda, non mentirò." si inumidì le labbra, arrossendo leggermente. "Credo di avere i muscoli indolenziti... Sopratutto, sai, quelli delle gambe..."

A lui scappò una fragorosa risata, alla quale seguì un tono di voce malizioso.

"Povera piccola Lisbon. Sei fuori allenamento!" gli diede un colpetto al braccio, come era solita fare quando si stuzzicavano, cosa che lui ignorò. "Come farai a correre adesso?" le osservò le gambe accavallate, perfette in ogni dettaglio, immaginando di ripercorrerle di nuovo come aveva fatto la notte precedente.

Lei però non si stava divertendo più.

"Jane, dobbiamo parlare..." disse abbassando lo sguardo.

Quel tono così soave e preoccupato presagiva una sola cosa: introdurre l'argomento 'noi'.

"Prima io, Lisbon." con un colpo di mano afferrò il fascicolo e con un balzo scese dalla scrivania. Quando lesse il nome della vittima di Red John, ebbe lo stesso sguardo terrorizzato di Teresa.

"Lo sceriffo Stephen McAllister?!"

La donna annuì.

"Perché Red John ha ucciso uno dei tuoi sette sospettati? Sta facendo qualche specie di gioco macabro?"

"Non ne ho idea." mentì. Un'idea ce l'aveva, ma non c'era tempo per condividerla con lei poiché Kimball e Wayne irruppero nella stanza: c'era stato un altro omicidio. Di nuovo Red John.


Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
E così Red John è tornato a colpire... e quei due tontoloni hanno deciso di darsi da fare nel momento sbagliato!...
Intanto il primo dei sette sospettati è stato fatto fuori...
Chissà quale sarà il piano del nostro serial killer?
In compenso mi è venuta voglia di cibo cinese :D
Aspetto come sempre le vostre recensioni :)
Alla prossima!
D.
:)

 

   
 
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