Lacrime

Entrai in bagno di corsa, non ce la facevo più mi sentivo scoppiare, perché tutti mi prendevano in giro, non riuscivo a capirlo, io non facevo mai niente di male me ne stavo sempre per conto mio, volevo solo essere lasciata in pace perché nessuno sembrava capirlo?!? Mi risuonavano ancora in mente le loro parole, un insulto un lacrima:

Mirtilla grassona...PLIC...Mirtilla pustolosa...PLIC...Mirtilla maganò...PLIC...

Poi all'improvviso sentii una voce maschile, era bassa e sibilante, sembrava parlare in un'altra lingua, aprii di scatto la porta del bagno, per sorprenderlo e dirgli di andarsene e di lasciarmi in pace a piangere sull'ingiustizia della vita, ma rimasi paralizzata fu questine di pochi secondi, feci appena in tempo a vedere due enormi occhi gialli ed eccomi lì fantasma, sempre orrendamente uguale a me stessa, seduta sul gabinetto di un bagno ad osservare il mio cadavere. Persino da fantasma generazione dopo generazione gli studenti di Hogwarts continuano a prendermi in giro sempre con lo stesso ritornello e io ad ogni lacrima rimpiango di essere rimasta fantasma di non essere andata “avanti”. E ora eccomi qui a meditare dell'ingiustizia della morte perché dopotutto essere fantasmi vuol dire vivere in eterno e rimanere in eterno con le sembianze del proprio schifoso corpo versando lacrime amare giorno dopo giorno per quello che avresti potuto fare e non hai fatto.

Note 
per favore siate clementi ho scritto questa storia in un momenti di follia assoluta, non ero in me e probabilmente non è nemmeno eccezionale, non lo so, sta a voi giudicate e se volete recensite.