Salve! Sono più che nuova in questo fandom, ma questo file word non ci pensava nemmeno di stare solo in una cartella, e mi ha obbligato a postarlo. E, se poi, ci mettiamo le amiche che ti costringono... be', abbiamo capito. Spero vi piaccia :)
ps: sì, sono una di quelle che crede che Jess sia l'unico vero amore di Rory, pardon lol.
buona lettura (?), Afu :)
Si può ancora amare la stessa persona?
È
possibile sentire la mancanza di una persona che ormai
nella tua vita dovrebbe essere nient’altro che un ricordo?
È
normale baciare la tua ragazza, e sentire una fitta al
cuore, perché chissà
lei dove sta, e chissà
se sa che stai baciando un’altra.
Chissà
se le importa, poi.
Chissà
perché, a te, invece, importa eccome. Chissà
perché
pensi ancora a lei, dopo tutto il male che ti ha fatto.
Chissà perché
riesci a ricordare solo i momenti più belli,
quando, per quieto vivere, sarebbe opportuno ricordare solo quelli
brutti. E
allontanarla da te, dai tuoi pensieri, da ogni personaggio che scrivi,
perché
ognuna di loro ha sempre qualcosa di suo.
Che siano i
capelli lunghi e lisci, e quelle mollette ai
lati per tenere le ciocche ribelli. Che siano quei grandi occhi
azzurri, i più
grandi che tu abbia mai visto. Che sia quel suo sorriso timido, e il
modo in
cui le sue guance si riempivano d’aria quando rideva a
crepapelle.
E
chissà perché ogni volta che pensi a lei, il
sorriso ti
scappa.
Chissà
perché vorresti prendere a mazzate quel ragazzo, con
quella faccia da stronzo… e no, okay, quello
è proprio coglione, in ogni caso.
E
chissà come sia potuto succedere che lei si sia innamorato
di quello.
Chissà
come sia possibile che la sua anima si senta affina a
quella, e chissà se si ci sente come si sentiva con la tua.
E
chissà perché, alla fine, un amore
adolescenziale, durato
pure poco, riesca a farti ancora questo effetto.
E
chissà perché, quando ti hanno detto che venivi
intervistato
da una certa Rory Gilmore, per un certo New York Times, hai cacciato un
urlo da
far svegliare il bambino dei vicini.
Scusate.
Sei seduto sul
divano della hall dell’hotel che hanno scelto
per l’incontro.
Una camicia nera.
Il giubbotto di
pelle abbandonato nella poltrona accanto.
Il
lupo
perde il pelo ma non il vizio, dopotutto.
Le mani sudate e
perennemente tra i tuoi capelli ribelli. Un
po’ per natura, un po’ perché sai che le
sono sempre piaciuti.
Nella borsa il
tuo libro, e quello che stai leggendo in
questo periodo.
Nella testa
tanti di quei ricordi da dover chiudere gli
occhi per paura di perderne qualcuno.
E nel cuore
tanta di quella speranza che dovrebbe non
esserci, che dovrebbe morire per una buona volta.
Perché
siamo tutti d’accordo che la speranza è
l’ultima a
morire, ma se ti fa soffrire fino a morire, meglio lasciar perdere.
Non fa nemmeno
bene sperare così tanto.
Hai sperato nei
libri, nel tuo mondo della scrittura, e ci
sei riuscito.
L’amore
è una cosa troppo grande, per ogni essere umano.
Puoi anche
scriverla, puoi anche far innamorare i tuoi
personaggi nell’ultima pagina del tuo libro, ma la
realtà non è questa.
La
realtà non ti fa stare per sempre con una ragazzina
conosciuta a Stars Hollow.
Ti fa dire che
la ami, ti fa scappare via, ti fa ritornare
da lei per sentire solamente un no urlato in faccia. La
realtà ti riporta da
lei, quando ormai i suoi occhi sono cambiati, e in
quell’oceano vedi più
tristezza che altro, e te la fa venire incontro solo per darti la
batosta
finale.
Perché
lei è innamorata di lui, non di te.
E tu dovresti
chiudere con questa storia.
Dovevi rifiutare
l’intervista, declinare l’offerta, scappare
in Africa e abbracciare il volere di Dio.
Ma eccoti qua.
Una mano tra i
capelli, l’altra a giocherellare con un buco
sui jeans, allargandolo ancora di più, e le orecchie
talmente piene di sue
parole, di suoi no e ti
prego resta, che quando arriva
davanti a te, si siede, e ti fa cenno, tu nemmeno ci credi.
E la guardi.
Ed è
inutile far finta che non lo pensi, perché lo fai. E
sì, è bellissima. E sì, ha di nuovo
quella luce in quei grandi occhi.
E no, ti prego,
non aprirle il tuo cuore, no. Ti farai male,
anche questa volta, e poi per sempre. Non potrai più andare
avanti.
Jess? Jess, mi
senti?
Hai capito?
Smettila di parlarle, di sorriderle, di fare
quel sopracciglio alzato.
Alzati,
stringile la mano e vattene.
L’intervista
è stata fatta.
Falle i
complimenti, e allontanati da lei.
Non sfidare il
destino; hai visto come si è comportato con
te?
Non vorresti
solamente un po’ di pace?
«Ti va se ci prendiamo qualcosa? Un caffè, oh be… no, niente, voglio solo un caffè.»
Ride. Lei ride.
E… va
bene, va bene Jess Mariano.
Va da lei.
Sii
più forte del destino, e combatti come alla fine, in
realtà, non hai mai davvero fatto. E se ti chiude la porta
in faccia, tu
riaprila. E se scappa tu inseguila. E se ti dice di no, tu ridile in
faccia.
Perché
quel caffè si trasformerà in una cena. E quella
cena finirà
in un letto, di quell’hotel
in cui avete fatto l’intervista.
E quel letto
sarà poi come quello di casa vostra.
E allora
sì, sì che si può amare ancora la
stessa persona.
Senza sapere
come, perché, e maledicendo magari quella cazzo
di speranza che non si spegne, e chiedendoti come tu sia potuto andare
avanti
tutto quel tempo senza di lei.
Vivendo i giorni
a venire come, e meglio di quelli che avete
già passato.
E,
semplicemente, amando.
Anche se ancora
non si è potuto capire bene, cosa davvero
sia questo amore.
Tu la ami.
E lei ti ama.
Nonostante tutto.
E va bene, va bene
Jess Mariano, hai vinto tu.