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Autore: Gatta97    22/05/2013    1 recensioni
In questa storia si analizzerà più da vicino il suicidio di A e la fuga di Beyond Birthday dalla Wammy's house. Ad interagire con loro ci sarà un'altra lettera dell'alfabeto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alternate (A della Wammy's House), Beyond Birthday, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I mesi successivi alla Wammy's house trascorsero senza particolari incidenti: dopo l'episodio di A Beyond birthday sembrava essere tornato lo stesso di sempre e le attività avevano ripreso il suo corso.
Il detective L affidava ai suoi potenziali eredi casi su casi al fine di trovare quello più idoneo a prendere il suo posto.
In piena notte, esattamente quattro mesi dopo la morte di A, Beyond Birthday sgattaiolò fuori dall'orfanotrofio quatto quatto: teneva in mano un barattolo di marmellata di fragole e la stava praticamente bevendo come se fosse una lattina, mentre sulle spalle portava uno zaino pieno dello stesso alimento.
Era dalla morte di A che aveva pianificato questa fuga e tutto quello che ne sarebbe conseguito.
Stava per andarsene, ma il rumore di uno yo yo lo fermò: "Buonasera Beyond" disse una voce atona
Beyond vide J appoggiato al muro dell'orfanotrofio: era appena tornato da Londra per svolgere un caso affidatogli da L
"Oh buonasera Jay, hai già trovato il responsabile della rapina alla banca di Londra?" chiese Beyond.
"Si un caso decisamente semplice" rispose J che, dopo una rapida occhiata al suo compagno disse: "A quanto pare hai deciso di andartene".
"Si, non ho più alcuna di essere considerato un rimpiazzo di L" disse Beyond con una voce relativamente tranquilla, ma J percepì in lui dell'odio, specie quando disse quella lettera.
"Come mai questo astio verso la nostra matrice originale" chiese J.
"Quella matrice è solo un vigliacco che si nasconde dietro una lettera che si riempie la bocca parlando di giustizia" sbottò Beyond.
"L non parla di giustizia, egli è la giustizia" lo corresse J.
"Vedo che ha saputo indottrinare per bene un guscio vuoto come te, ma tu la chiami giustizia usare degli orfani come cavie da laboratorio facendoli diventare ciò che non sono?" chiese Beyond.
"Si tratta di ripagare chi ci ha accolto quando abbiamo perso tutto e di sicuro nulla di quello che sta architettando sarà giustizia" disse J.
"Io non voglio giustizia, voglio vendetta: L ha sfruttato la morte di A per il suo personale tornaconto e poi lo ha fatto passare per un perdente" disse Beyond il cui tono stava diventando maniacale e il suo volto si stava deformando sempre più ad ogni frase che diceva.
"Alternate ha voluto così" spiegò J.
"Sapevo che A sarebbe morto e sapevo che stava progettando la sua morte: la sera in cui è morto ha fatto sparire tutti i medicinali dalla camera per non far capire a nessuno che era malato, poi ha chiesto a te di aiutarlo nel suo piano visto che non vedi la differenza tra risolvere un caso e cavare gli occhi a qualcuno" spiegò Beyond.
"Non lo nego, ma il tuo atteggiamento è contraddittorio: non stai seguendo la volontà di Alternate" osservò J.
"La volontà di A è stata plagiata da quel bastardo, io supererò L e farò di lui un perdente, pagherà per quello che ha fatto ad A e nemmeno tu potrai fermarmi" promise Beyond.
"Puoi agire come meglio credi, ma il tuo gesto avrà delle conseguenze e di sicuro A non approverebbe il tuo progetto" osservò J.
"Un automa come te non capirà mai il legame che avevo con A, ma visto che sei così intelligente rimani pure qui a farti trattare come una cavia, sei solo una pedina sacrificabile nella scacchiera di L, egli ti usa per il lavoro sporco come quando ti ha mandato a catturare quel criminale che si spacciava per lui" disse Beyond.
"Io sono una lettera e come tale mi comporto: seguo le direttive che mi vengono impartite senza farsi prendere dai sentimenti; tu dovresti fare lo stesso o le emozioni ti renderanno vulnerabile portandoti alla disfatta" disse J.
"Anche tu presto ci rimetterai la pelle nelle missioni che L ti affida e quando succederà nessuno piangerà uno che di umano ha solo la forma e meno che mai L, ma ora sono più che propenso a condurlo alla disfatta fosse l'ultima cosa che faccio" disse Beyond Birthday con un ghigno che avrebbe terrorizzato chiunque ed esplodendo in una risata che non sembrava appartenere a questo mondo.
"Bwa, ha, ha...Ehm come ti è sembrata?" chiese Beyond che sembrava essere tornato normale.
"Non male, ma puoi sempre migliorarla" disse J che era rimasto impassibile tutto il tempo.
"Mi è sempre utile la tua opinione, comunque saluta tutti da parte mia" disse Beyond e si allontanò dalla Wammy's house.
"Ad A non importa la strada che sceglierai, egli ti vorrà bene per sempre" concluse J.
Beyond Birthday sorrise mestamente: "Alternate era davvero un genio, il suo unico problema era quello di essere troppo buono" disse con un tono di voce non più maniacale, ma triste e profondamente umano.
Beyond dette una leccata al suo barattolo di marmellata e J fece girare il suo yo yo più velocemente del solito.
J osservò Beyond andare via poi si toccò con il dito indice destro la guancia: era il suo gesto caratteristico in quanto con il dito si toccava il punto esatto in cui si era stata conficcata una scheggia il giorno in cui fu vittima di un incidente stradale.
A quell'epoca egli aveva tre anni e i suoi genitori morirono, mentre lui riuscì a salvarsi grazio ad un delicato intervento chirurgico, ma da allora perse le onde cerebrali dell'emozione, ogni sentimento gli era precluso.
J, istintivamente, fece una breve visita al cimitero di Winchester.
Davanti alla tomba di A prese uno dei suoi yo yo e lo avvolse intorno alla lapide del suo compagno e tornò all'orfanotrofio, dopo aver fissato intensamente una fragola posta ai piedi della tomba di Alternate.
Quando J fu nella sua stanza, prese una valigia da sotto il letto: l'aveva messa in quel posto il giorno stesso in cui arrivò alla Wammy's house e da allora non l'aveva mai toccata.
J aprì la valigia ed estrasse un quadretto con dentro una foto raffigurante una famiglia: erano un padre e una madre che sembravano molto innamorati e felici, mentre al centro si trovava il loro bambino.
Quel bambino era J: all'epoca aveva appena tre anni, aveva due occhi grandi e pieni di vita con cui fissava l'obiettivo, un sorriso dolce e dei  lunghi capelli neri molto belli pettinati all'indietro. Questi ultimi gli erano rimasti.
J ripose con cura la foto dentro la valigia e andò a dormire.
  
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