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Autore: Lachelle Winchester    23/05/2013    5 recensioni
Da una parte la vita normale, dall'altra la caccia: come si possono conciliare due tipi di vite così diverse? Quale vita prevarrà sull'altra? Può un cacciatore abbandonare definitivamente la caccia?
Seguito di La caccia continua
Revisione completa
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
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I´ve forgotten what I started fighting for

Columbia, Missouri. Green Place Motel

Erano le sette del mattino e Dean dormiva beatamente con la guancia destra appoggiata sul cuscino e il braccio sinistro che avvolgeva la vita di Lachelle, segno che anche la notte prima aveva pianto in preda all'ansia. Lei fu la prima a svegliarsi e ad approfittare del sonno profondo dell’altro; non lo sveglierebbe mai perché quando dormiva era l'unico momento in cui si concedeva gesti più dolci senza essere presa in giro per ore. Con il pollice gli sistemò le sopracciglia, percorse i contorni del viso, gli accarezzò la guancia e baciò ogni angolo della sua bocca, poi tornò a dormire e si risvegliò solo quando verso le nove sentì viso e maglia bagnati. Si alzò di scatto, il tempo di focalizzare Dean ancora in pigiama che sorrideva giocando con la pistola di plastica di Kevin.
<< Cretino! Stavo dormendo. >> sbottò lei furiosa, non per lo scherzo ma per il modo totalmente opposto che aveva avuto lui al suo risveglio.
<< Ah, buongiorno anche a te, sei un raggio di sole oggi. >> la salutò lui posando la pistola sul comodino ma lei mise il broncio. << E’ una vendetta per le carezze di questa mattina?>> gli chiese sbuffando, sfilandosi la maglia bagnata del pigiama. L'uomo sorrise sorpreso ma nonostante lo stupore ebbe la capacità di risponderle <>. Lei non lo guardava, camminava con atteggiamento serio prima di inciampare sulle scarpe ai piedi del letto per andare in bagno. Dean la seguì prima con lo sguardo, poi la raggiunse e le diede un bacio; lei accennò ad un sorriso ma si assicurò di ripetergli che rimaneva un cretino.
<< Era l'ultimo pigiama e adesso sono tutta bagnata. >> brontolò lei mentre infilava gli indumenti nello zaino dei vestiti sporchi che avrebbero dovuto portare in lavanderia e Dean la guardava malizioso. << Ho sempre fatto un certo effetto alle donne. >> le rispose mentre usciva dal bagno e ritornava in camera per mettersi le scarpe. La donna moriva dalla voglia di ridere ma questa volta non gli diede soddisfazione e cercò di trattenersi.
<< Da oggi scrivo tutte le cose depravate che dici e tu scrivi le mie, così vediamo chi ne dice di più. >> suggerì, visto che al momento opportuno lei non ricordava mai tutte quelle che diceva il Winchester ma l'uomo rise fragorosamente, alzando la testa al cielo. << Non producono tanta nel mondo. >> la canzonò.
Fatto un po' d'ordine in quella stanza, tornarono al lavoro su cui erano fermi da una settimana: un caso di bambini che continuavano a sparire. Era' per questo motivo che Lachelle era sempre nervosa di recente e che aveva ricominciato a piangere di notte.
<< Stiamo parlando di 15 bambini, Dean. La cosa è ripugnante. >> ribatté lei massaggiandosi le tempie, seduta a gambe incrociate sul letto. << Solo perché non riusciamo a trovare un collegamento logico non è detto che non sia di nostra competenza. >>
<< Non ho mai cacciato una cosa del genere, è sicuramente qualcosa che non conosciamo. >> rispose lui, rimuginando sul discorso della sera prima; Lachelle aveva suggerito di chiamare Sam ma lui non voleva. La cacciatrice si alzò stizzita e lo guardò adirata, con le gambe tremanti per il nervosismo.
<< Tra poco in questa città spariranno tutti i bambini e un uomo che poteva mettere fine a tutto questo non ha fatto niente perché non vuole mettere da parte l'orgoglio e chiamare suo fratello. >> disse quasi urlando.Si alzò dal letto, si avviò alla porta ed uscì, sbattendola con tanta forza da farla quasi uscire fuori dai cardini.

Quel caso la stava logorando e non era la prima volta che si ritrovava a parlare da sola ad alta voce, immaginando quanto potesse essere brutto vedere un figlio scomparire. “Insomma, io soffro per nove mesi, con la paura di perderlo, che gli possa succedere qualcosa, nasce e un maledetto figlio di puttana me lo porta via?" sbottò guardando un tavolo sotto l'insegna del bar, dove una famiglia la guardava inquietata. << Scusa Cass, so che te l'ho promesso, non dirò più parolacce ma sono nervosa. >> si scusò ricordandosi della promessa fatta all'angelo. Ormai erano lì da una settimana, fermi senza capire cosa stesse succedendo, vedendo che sempre più genitori non portavano i figli a scuola per paura di perderli, ma tutto ciò che avevano scoperto era che nel giro di alcune settimane erano scomparsi tanti bambini da scuola, dai 4 ai 6 anni ma la polizia non era ancora in grado di individuare il rapitore.
Dopo aver preso la colazione, a passo lento tornò in camera. Già da fuori si sentiva Knockin on heavens door dei Guns N'roses ad alto volume e quando entrò trovò Dean steso sul letto con le braccia piegate sotto la testa. Appoggiò le buste sul letto, abbassò il volume dello stereo sul comodino e si sedette accanto a lui porgendogli il caffè.
Il cacciatore si mise a sedere, lo bevve in un sorso e tornò a sdraiarsi, stavolta col capo sulle sue gambe. La Winchester gli accarezzò la guancia e lo vide pensieroso così decise di chiedergli che cosa non andasse con Sam, dato che non li aveva neanche visti litigare.
<< E' tutto a posto con Sammy, davvero, va tutto bene. >> le rispose dopo un sospiro.
<< Certo, si vede. >> ironizzò lei, <> incalzò sbrigativa, sapendo che ci doveva per forza essere qualcosa ma non ricevette risposta.
<< Ti manca cacciare con lui. >> sostenne la donna, cercando di capire cosa frullasse nella testa di Dean. << Hai paura andare a caccia con lui perché sai che poi dopo ti mancherà. >> concluse quasi sicura di aver avuto la giusta intuizione, cosa che il silenzio aveva confermato. Lachelle cercò di assicurargli che Sam gli voleva bene, che probabilmente prima o poi avrebbe ripreso a cacciare con lui, aveva solo bisogno di un periodo per stabilizzarsi.
<< Sei un grande guaio ma come farei senza di te? >> sussurrò l’uomo. Lei gli diede un bacio sulla guancia, rispondendogli << Ho decisamente esagerato con lo zucchero nel caffè. >> per sdrammatizzare un po'.

Dieci minuti dopo Dean si fece coraggio e telefonò Sam per chiedergli aiuto; aveva tanta paura che potesse negarglielo, non per il caso, prima o poi sarebbero riusciti a trovare la cosa che rapisce i bambini ma perché aveva voglia di vederlo. Quando lui si dimostrò disponibile e promise di raggiungerli entro il pomeriggio sospirò sollevato e si preparò qualche altra battuta sui suoi capelli lunghi. Intanto che aspettavano l'arrivo di Sam, continuarono con altre ricerche, interrogarono altre persone per cercare di capirne qualcosa in più.
<< Agente Scott, stiamo indagando sulla scomparsa di 15 bambini. Lei ne ha sentito parlare? >> chiese ad una donna seduta sulla panchina accanto ad un bambino di circa dieci anni. Lo guardò e annuì con aria stanca, gli occhi arrossati come quelli di qualcuno che piangeva da giorni.
<< Anche tu sai qualcosa? >> chiese Dean al bambino, mentre aspettava una risposta dalla donna. Rimase a fissarlo per alcuni minuti, pensando a come si sarebbe sentito lui se suo figlio fosse scomparso, poi si convinse che purtroppo e per fortuna sarebbe stata una cosa che non avrebbe mai capito. Il bambino guardò la madre arrabbiato e lei decise finalmente di rispondere.
<< Andrea doveva festeggiare il suo compleanno quando è scomparso una settimana fa. Non so dirle niente, io ero a casa e lui a scuola. Sono andata a prenderlo e non c'era. >> disse con una voce sottile. Dean cercò di non sembrare invadente, ma sperò che la donna sarebbe potuta essergli di aiuto.
<< Non si ricorda se suo figlio le aveva detto qualcosa nei giorni precedenti? >> le chiese e questa volta il bambino incrociò le braccia arrabbiato e fissò il cacciatore.
<< Andrea sapeva che il pulmino blu avesse preso anche lui, l'aveva detto ma mamma non gli ha dato ascolto. >> sbottò dando sfogo a tutto quello che aveva dentro, ma la madre lo fulminò con gli occhi, imponendogli di smetterla di raccontare storie inventate.
<< L'orso del pulmino blu esiste davvero. >> il bambino supplicò Dean di trovare il fratello. La tenacia gli ricordò sé stesso da piccolo, così ancora una volta pensò a BobbyJohn, si chiese se fosse stato come lui.
<< Andrà tutto bene, piccolo. Troveremo Andrea e tutti gli altri. >> cercò di rassicurarlo. 

Intanto Lachelle aveva avuto una folle idea ed era intenta a coinvolgere Castiel per realizzarla. 
<< Dean ha fatto tanto per me in questi mesi, voglio vederlo felice. Voglio che quei due testoni si ricordino quanto si vogliono bene. >> si giustificò lei prima ancora di svelare nulla a quello col trench, che l’aveva raggiunta in pochi secondi.
<< Ti aiuterò, come tu hai aiutato me senza esitare. >> la rassicurò Castiel prima di lanciarsi in un racconto autobiografico. << Stavo perdendo il controllo di me stesso e avevo cominciato a bere, seguendo dei pessimi esempi: ma io sono un angelo del signore, dovrei avere fiducia in me stesso. >> ma Lachelle lo interruppe.
<< Cass, ero con te se ti ricordi. >> cercò di rendere la frase più piacevole con un sorriso. << Puoi portarmi indietro nel tempo per fotografare i bei momenti tra Dean e Sam? Sai, non abbiamo tante foto e l'unico modo, ecco... Spero che quando si ritroveranno tutte queste foto avanti capiranno che il bene che si vogliono non cambierà se Sam non caccia più con noi, la loro vita è cambiata così tante volte ma il loro bene non è mai cambiato. >> aggiunse titubante, consapevole dell’irragionevolezza della cosa. Castiel si limitò a dire che avrebbero impiegato qualche giorno perché i viaggi nel tempo lo stancavano, ma non rise nè trovò assurda la cosa.
Nella camera del Green Place si mise in scena la peggiore bugia della storia: tra lui e Lachelle era impossibile capire chi fosse il peggiore a mentire.
<< Un angelo neonato ha bisogno di lei perché l'angelo che se ne occupa ha una crisi di astinenza da quando è morta la madre del poppante? >> chiese incredulo Dean mentre si grattava vicino alle labbra e guardava Cass sconvolto. Lachelle si sentiva in colpa, la testa era pesante, così come il cuore e anche lo stomaco che aveva cominciato a torcersi: niente, le bugie proprio non le sapeva dire. L'uomo aveva la fronte tesa e gli occhi leggermente socchiusi perché accigliati, l'angelo non aveva l'espressione accigliata di Dean, né quella preoccupata di Lachelle e aspettava con aria innocente.
<< Dei bambini ce ne occupiamo io e Sam. >> concluse alzandosi dal letto e abbracciandola. <> aggiunse prima di baciarla.

Quando l'ombra della capigliatura di Sam riflesse sulla porta, Dean si ricordò delle parole di Lachelle e lo accolse con un abbraccio ma il momento di tenerezza passò velocemente quando capì che Sam, incaricato di portare la cena, si era dimenticato di nuovo la torta.
<< Per una volta potresti ricordartela? Una. >> sbuffò offeso. Dopo mangiato parlarono del caso, presunsero si trattasse di un Wendigo ma non erano per niente sicuri.
<< Da quando i Wendigo fanno Vita da camper? Cos'è, escono per andare a fare rifornimenti nelle scuole? >> suggerì Dean mentre Sam iniziava a fare le sue ricerche al pc ma dopo le ore di viaggio in macchina crollò presto sfinito.

Nel frattempo Lachelle e Castiel iniziarono la loro Mission Impossible, viaggiando di anno in anno; rivivere quei momenti per Lachelle fu una strana sensazione perché guardava tutto da un'altra visuale e si accorse di alcune cose che le erano sfuggite nel momento in cui le aveva vissute. Castiel all'inizio aveva alcuni problemi con la macchina fotografica e spesso faceva degli autoscatti invece che fotografare la scena, con conseguenti giramenti di testa e sosta di un quarto d'ora per riprendersi dal flash. La quantità di abbracci tra Dean e Sam era impressionante, anche se scherzavano, in ogni momento si vedeva la fratellanza che c’era tra loro, un'unione da far invidia a chiunque.
Fecero sosta ogni tanto solo per mangiare qualcosa. Lachelle non dormì per due giorni ma Castiel non sembrava risentire della stessa stanchezza, così pensò a Dean e questo le diede la forza di continuare.

Dean e Sam se la stavano cavando alla grande, in perfetta sintonia, come se il tempo non fosse affatto passato. Dean sentiva tanto la mancanza della fidanzata; il fatto era che era totalmente autonomo fino a che non si affezionava a qualcuno, poi cominciava a diventarne dipendente, a sentire il bisogno di vivere a stretto contatto con le poche persone che restavano nella sua vita, e in questo caso gli mancava quella più importante.
Insieme andarono a parlare con uno studioso di folklore nella zona e scoprirono di un essere, nominato Babau, che aveva un aspetto per metà umano e per metà animalesco. Secondo le leggende si nutriva di bambini, viaggiava in camper o comunque medi mezzi di trasporto e viveva in luoghi chiusi e bui: questa era una delle poche leggende diffuse dagli adulti che spaventano i propri figli per tenerli lontani dalle cantine e dalle riserve.
<< Tu sei proprio sicuro di non voler tagliare i capelli? >> gli chiese il fratello maggiore sedendosi sul divano nella camera del Green Place Motel e il minore di tutta risposta si limitò a buttarli dietro per sistemarli.
<< La vuoi piantare? Piuttosto, hai notato qualcosa? >> gli chiese lui sedendosi accanto e porgendogli una birra. Da alcune noiosissime ore erano chini su quel divano trasandato a guardare i filmati di auto che passavano, presi dalle telecamere di sicurezza nei territori delle scuole dove erano scomparsi i bambini, ma in questo modo notarono il passaggio di un pulmino blu che si dirigeva sempre nello stesso tratto di strada, tra le terre al limitare del bosco, sempre allo stesso orario pomeridiano.
I due decisero di seguirlo il pomeriggio seguente, aspettando l’orario in cui l’avevano visto tutte le volte, poi Dean si alzò per andare a fare due passi. Prese il cellulare e si avviò verso il parcheggio.
<< Sei diventato sentimentale. >> lo pungolò il Winchester minore ma Dean lo guardò con sguardo indifferente.
<< Ho solo bisogno di bere qualcosa. >> si giustificò prima di uscire di fretta dalla stanza. Raggiunse l'Impala, guardando il cielo stellato e domandandosi dove Lachelle fosse; ogni parte di lui sentiva il bisogno di stare con lei. Il cellulare non prendeva da quando era partita ma non poteva fare a meno di provare a chiamarla di tanto in tanto: erano più di tre giorni che non la sentiva e, per quanto provasse a non ammetterlo, gli manca da morire.

 
   
 
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