«Hai di nuovo sognato Lily.»

Le parole di Albus suonavano più come un'affernazione, che come una domanda. Severus lo capiva, ma perché fingere? La sua vita intera, tanto, era già una menzogna.  

«Alcuni guardano le cose e dicono: "perché?". Io invece sogno le cose che non sono mai esistite e dico: "Perché no?"»

 Silente emise un sospiro.

«Non si può cambiare il passato, nemmeno con la magia.»

Il pozionista dal naso adunco simulò una smorfia. Quella frase non era stata pronunciata a caso. 

«Però» continuò il vecchio, tirando fuori un voluminoso oggetto dall'armadio di legno «un fardello pesa sempre di meno, se condiviso.»

Severus teneva una bottiglia di vino fra le mani.

La gola  gli bruciava, come trafitta a sangue da un coltello.

Un altro singhiozzo. L'ennesimo.

Non poteva dimenticare .

Un senso d'inquietudine l'aveva pervaso appena superato il cancello di Casa Potter.

Sapeva a cosa andava incontro e aveva il sospetto che non gli sarebbe piaciuto.

Infatti.

Il vento e la pioggia battevano invano sui vetri rotti e, vicino ad un ramo spezzato, vi era il corpo senza vita della donna amata.

Severus strinse ancora di più il cuscino, fradicio di lacrime, che teneva tra le mani.

Poi un suono. Una porta che sbatte.

Si voltò di scatto.

«Lily.»

«Sono tornata, Severus. Per restare.»

E gli chiuse la bocca con un bacio.