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Autore: Bale    23/05/2013    1 recensioni
Il famoso scrittore Noah Gallagher (già protagonista della mia FF "Amori Sbagliati") si trova in un grave momento di crisi.
Non sa più chi è, non scrive più. Si sente solo e smarrito nel mondo.
L'unica persona che potrebbe risolvere tutti i suoi problemi si trova a Roma, ma lui non ha il coraggio di tornare da lei.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Distanze







“ Se il suo cuore non avesse fatto quel balzo, quel piccolo balzo, se non avesse saltato quel battito, lui non si sarebbe mai accorto della sua bellezza.


Sarebbe passato oltre, distrattamente, come fa la gente ogni giorno sui mezzi pubblici, in treno o in aereo.


Eppure il suo cuore non avrebbe mai potuto passare oltre, non avrebbe mai potuto non notarla.


Lei era bellissima, semplicemente bellissima.


Forse era un termine banale, una definizione abbastanza scontata, ma era esattamente quella adatta.


Ashley era elegante, lo sguardo gentile, ma sul suo viso non c’era l’ombra di un sorriso.


Era chiusa in una corazza, anch’essa bellissima, ma pur sempre una corazza.


Aveva il vizio di starsene in silenzio in un angolo, lontano da tutti. Lontano dal mondo.


I suoi occhi scrutavano il vuoto, penetravano l’oscurità come quelli di un felino.


Anche lui si sentì penetrato da quegli occhi tanto grandi quanto tristi e nulla fu più come prima.”


 
Olga trascorse tutta la notte davanti al suo computer.

Lesse il blog di Noah tutto d’un fiato, fino all’ultimo post.

Molti parlavano di lei, ne era certa. Altri si ispiravano in maniera abbastanza vaga al suo modo di essere.

Lei sapeva di essere la musa ispiratrice di quegli scritti, lo sapeva nel profondo.

Non sapeva, però, come doveva sentirsi, quali erano le conseguenze di quelle letture e di quelle deduzioni.

Noah l’amava?

La risposta alla domanda non era poi così difficile. Lui l’aveva guardata con uno sguardo innamorato, le aveva dedicato un libro che parlava di loro, del loro incontro e del loro amore non convenzionale.

Aveva chiaramente scritto, nero su bianco, quello che provava per lei. Lo aveva definito in tanti modi, ma Olga aveva sempre letto la parola amore.

Si erano trovati, si appartenevano.

Un’altra domanda sorse spontanea nelle mante di Olga, mentre lei si toglieva gli occhiali e spegneva il pc.

Cosa provava lei per Noah Gallagher, lo scrittore squattrinato? Lo amava?

Lo aveva detestato per molto tempo, lo aveva giudicato.

Quando però si erano seduti in quel bar e lui aveva aperto il suo cuore le era sembrato di conoscerlo e soprattutto di amarlo da sempre.

Forse era proprio così. Forse lo conosceva perché aveva letto i suoi libri e lo aveva fatto a cuore aperto, senza quella sua corazza d’odio che nascondeva un cuore carico di furia omicida.

Sorrise. Era il modo in cui Noah l’aveva descritta nei primi capitoli del suo libri: carica di furia omicida.

Lo adorava, questo era certo. Riusciva a farla sorridere, a farla commuovere. Scatenava in lei emozioni e sensazioni che non credeva possibili, che non si riteneva in grado di provare.

Non sapeva se lo amava, ma voleva vederlo.

Scosse la testa.

Non poteva partire per Londra. Era troppo incasinata con il lavoro.

Stavano per pubblicare un nuovo libro, un nuovo autore.

Sospirò e per un attimo pensò a lui. Stefano Fosso.

Era indubbiamente un uomo molto affascinante.

Ricordava vagamente Noah e non solo per il suo modo di scrivere.

Era timido, restio. Faceva sempre un passo indietro quando qualcuno gli si avvicinava. In alcuni momenti balbettava. Era fragile, introverso.

Era un essere perfettamente umano, non uno di quegli uomini tutti pompati che fingono di non avere sentimenti solo per cercare di piacere a qualche squallida oca giuliva.

All’improvviso Olga non seppe più a chi stava pensando.

Noah o Stefano? Erano molto simili, entrambi molto affascinanti. Due scrittori nati, in grado di farle versare lacrime sulle pagine di un libro, capaci di farla entrare nel mondo dei loro personaggi per non uscirne più.

Aveva letto il blog di Noah e le era sembrato diverso, cambiato.

Aveva scritto dei pezzi che le erano sembrati assolutamente autobiografici.

Parlava della vita, dell’amore, di donne e macchine da scrivere.

Parlava molto dell’America e in particolare della California.

Forse Noah aveva intenzione di trasferirsi lì per avere maggiori possibilità, per ritrovare l’ispirazione, per allontanarsi il più possibile da Katherine e forse anche per dimenticarsi di lei e dal loro amore stravagante.

Doveva vederlo, non riusciva a pensare ad altro.

Scese dal suo sgabello e andò verso il telefono.

Non poteva andare da lui, ma poteva chiamarlo. Poteva sentire la sua voce in lontananza, distante come il loro amore.

Guardò l’orologio e lasciò stare. Erano le tre di mattina.

In Inghilterra c’era soltanto un’ora di differenza.

Probabilmente Noah stava dormendo sogni tranquilli.


   
 
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