Ancora una
volta Yoruko si chiedeva in che razza di guai si fosse cacciato, alla
fine dei
conti lui stava bene, nonostante
il
fratello maggiore spesso e volentieri se la prendesse con lui anche per
il più
futile dei motivi il ragazzo ormai ci aveva fatto
l’abitudine, ma fatto sta
che, nonostante la sua testa dalla chioma spinata fosse sempre ben alta
e
pronta ad osservare dall’alto in basso ogni essere vivente
che fosse a portata
della sua vista fine e tagliente, si era lasciato piegare dalla
volontà d’acciaio
della donna ed era stato costretto ad indossare quella divisa da
damerino che
gli stava tutta stretta e aderente impedendogli anche i movimenti
più basilari.
Una delle
cose più imbarazzanti che avesse mai fatto in tutta la sua
vita, prima una
gamba, poi l’altra, il ginocchio era impossibilitato dallo
svolgere il suo
compito ed ecco che il moro doveva camminare in modo non tanto
dissimile da
quello di un soldato in marcia. Oddio, sperava solo che non lo vedesse
qualcuno
di sua conoscenza conciato in quel modo! Il diciottenne ci sperava
davvero
tanto e nel mentre imprecava come un disperato verso la bella
cyborg…
Momento,
momento, momento! Come l’aveva definita?
Frigida,
ecco come si poteva definire C-18,
non di certo bella, dah, ma che pensieri gli saltavano mai in mente?
Agile e
scattante come una
volpe, si precipitò
in classe direttamente dalla finestra e si appallottolò in
un angolino oscuro
in fondo all’aula, lì nessuno lo avrebbe
disturbato né tantomeno notato e
avrebbe potuto seguire le lezioni delle quali, nonostante non avesse
studiato
un bene e amato nulla nei mesi precedenti, grazie
alla pazienza della bionda, negli
ultimi trenta giorni, era quasi riuscito a raggiungere.
Alle otto
meno cinque, il professore entrò in aula.
Occhi
cerulei, capelli neri, viso delicato. A Yoruko mancò un
colpo.
“A…
anche tu
qui? Basta! Non ti sopporto più! Sono entrato! Non ti basta
questo? Ah? Mi devi
controllare anche in un'altra ora? Come hai fatto a nascondere il seno?
Ah? E’
una cosa del tutto superflua perché in faccia sei
perfettamente identica!
Togliti quella parrucca che tanto non inganni nemmeno un
bambino!” Povero
tesoro, il piccolo non poteva certo sapere che si trovava davanti al
niente di
meno che fratello gemello della preside che
di certo non fu buono nemmeno un po’
quando l’incosciente gli saltò addosso nel
tentativo vano di staccargli ogni
ciocca corvina dalla folta chioma, di
fatto C-17 prese il ragazzo per la collottola della
camicia, lo alzò di
un bel paio di centimetri fin a farsi sovrastare da lui, per poi farlo
sedere
di forza sulla scrivania, facendo vibrare il mobile.
“Credo
che
tu mi abbia scambiato per un'altra persona…” il
maggiore tirò per la maglietta
il minore e gli fece piantare i piedi sul pavimento quando
sentì un’aura in
avvicinamento; la porta si aprì e una
ragazzina dagli occhi azzurri fece capolino, iniziando poi a studiare i
due che
sul volto avevano un espressione alquanto combattuta.
C-17 invero
aveva una voglia matta di lanciare dall’altro lato della
classe quell’inetto,
ma non poteva farlo di certo davanti ad una studentessa! Inoltre quella
non era
di certo una normale alunna, ma la migliore della scuola, Namiko Brief
e spesso
la ragazza era in contatto con sua sorella per svariate ragioni
-concorsi
scolastici a livelli nazionali erano stati vinti dalla giovane
scienziata, che
s’inerpicava in chimica e fisica con la stessa maestria
d’una professoressa- ed
era sicuro che se avesse fatto qualcosa a quel ragazzo, Namiko avrebbe
detto
tutto alla preside e così facendo C-17 avrebbe perso il
posto che con
tanta “fatica”
era riuscito ad ottenere.
Yoruko
invece, resosi conto del suo sbaglio, ora stava cercando mille e uno
modi per
giustificare il suo comportamento in modo tale da non doversi scusare,
ma ecco
che sulla punta della lingua al giovane non giungeva alcuna parola.
“Torna
a
posto peste”. Disse infine il professore e Yoruko non se lo
fece ripetere due
volte, già non poteva vedere C-18 e se la doveva sorbire
tutti i giorni,
figuriamoci se avesse dovuto vederla di mattina anche a scuola per una
banale
strigliata, sarebbe esploso!
L’ora
passò
nella più totale tranquillità, tralasciando
l’imprevisto mattutino e Yoruko sorprese
persino sé stesso nel costatare che gli appunti che aveva
preso durante la lezione
avevano un senso compiuto e se non fosse stata per la testolina rossa
di Ayame
che l’aveva attratto più e più volte in
quei sessanta minuti, Yoruko avrebbe
potuto dire di non essersi distratto nemmeno una volta.
Angolo
dell’autrice
Ok,
lentamente sto prendendo mano con questa fic, è un
po’ complicato per me
riprendere una trama un po’ vecchiotta anche
perché ho in mente alcuni
stravolgimenti da quella originale.
Ringrazio
chi ancora ha la pazienza di seguirmi, a presto!