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Autore: Satine    09/09/2004    4 recensioni
Breve monologo del Signore Oscuro al suo nemico giurato, pensieri e domande... in attesa di una risposta dall'infelice "Dottor Jekyll".
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi sei Potter, te lo sei mai chiesto?
Un eroe, un bambino, un fallito, un sacrificio, il resto di un’opera compiuta solo a metà, il passato, il futuro oppure solo un ragazzino?
Non vorresti essere solo un ragazzino?
Oppure sei solo un’inutile essere che recita come primo attore in uno spettacolo che non avrà mai luogo?
Chi credi di essere, Harry Potter?
I tuoi genitori, quelle stesse persone che hanno dato la vita per te, ti hanno dato la vita ma sono io ad averti dato questa fama, questa notorietà e questa gloria, non credi di dovermi un minimo di riconoscenza?
E invece no, il bambino fa l’eroe, proprio come quelle povere due creature che hanno tentato ogni via per salvarti, peccato che ci siano anche riusciti.
Si perché piccolo Potter, guarda la sfortuna, hanno sconfitto il mago più temuto e ora sono ancora qui… ironico vero?
E tu ora mi combatti, con l’odio, con la rabbia, ma per cosa Potter, per chi? Per te stesso? Non ci credo, a che serve, cosa devi dimostrare,non hai già dimostrato abbastanza?
Sai Potter, quando ti vedo davanti alla mia strada, quando vedo che percorri con insistenza la mia strada e che la cerchi così avidamente provo un piacevole senso di felicità che mi inebria… mi sembra di aver già vissuto tutto questo, lo ricordo sai, mi sembra di aver già vissuto questo odio e ne assaporo piano piano il gusto, il gusto di tutta questa voglia di sconfiggermi.
Ma vedi, Potter, si arriva per tutti ad un momento in cui bisogna rinunciare, in cui bisogna fermarsi e prendere atto del proprio destino.
Non sei forse stanco di tutte queste lotte inutili? Non sei forse stanco di portare tutte queste sofferenze? Ti credi un salvatore ma non sei altro che la pedina di un gioco già deciso; credi di potermi battere eppure per ora, non hai vinto granché i tuoi sono tutti piccoli trionfi ma da questi cosa hai trovato, cosa hai guadagnato se non solo disperazione e solitudine.
E allora perché insistere, perché continuare, ti piace vedere gli altri soffrire per colpa tua? Allora non vali tanto più di me, direi che sei anche piuttosto un’ipocrita se ti difendi con l’aria del bravo ragazzo quando in realtà sei proprio tu a creare tutto ciò che ti sta intorno.
Pensaci, se avessi ceduto tanto tempo fa quanto bene avresti fare, pensa alla sofferenza che avresti risparmiato a chi volevi bene, a quelle… povere persone innocenti che, in fondo, non hanno colpe se non quella di conoscerti… cielo, che destino crudele aspetta a tutti coloro che ti stanno vicino… sicuro di non volerci ripensare?
Ma no Harry Potter, tu non puoi arrenderti, tu non puoi rinunciare, non lo tolleresti mai, non è vero? I tuoi poveri genitori non saprebbero che pensare di un figlio che pur di non soffrire si è arreso e ha scelto la via più facile; ti darebbero del codardo, non è vero Potter?
E tu non vuoi essere un codardo, mi sbaglio?
Certo che no, tu vuoi essere fiero e forte come tuo padre… generoso e buono come tua madre; certamente Potter, non puoi deludere le loro aspettative, non puoi arrenderti, non puoi perdere… è il tuo destino… povero bambino.
Mi fai quasi pena perché a te non spetta scelta, eh no Potter, tu non hai la fortuna che ho avuto io, la fortuna di scegliere di essere ciò che volevo.
A te il destino è venuto incontro, ti è piombato addosso come un peso, poverino… e tutta quella sofferenza… no, tu non l’avevi cercata, come mi dispiace… doverti torturare in questo modo, ma capirai, Potter, che io ho dato troppo a questa causa per lasciarti vinta la partita, ho passato la mia vita a concretizzare la mia forza, la mia potenza… mi spiace proprio ma sarò costretto a farti ancora del male Potter… eh si…
Sei pronto a soffrire ancora?
  
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