- Chi
sei Potter, te lo sei mai chiesto?
- Un
eroe, un bambino, un fallito, un sacrificio, il resto di un’opera compiuta
solo a metà, il passato, il futuro oppure solo un ragazzino?
- Non
vorresti essere solo un ragazzino?
- Oppure
sei solo un’inutile essere che recita come primo attore in uno spettacolo
che non avrà mai luogo?
- Chi
credi di essere, Harry Potter?
- I
tuoi genitori, quelle stesse persone che hanno dato la vita per te, ti hanno
dato la vita ma sono io ad averti dato questa fama, questa notorietà e
questa gloria, non credi di dovermi un minimo di riconoscenza?
- E
invece no, il bambino fa l’eroe, proprio come quelle povere due creature
che hanno tentato ogni via per salvarti, peccato che ci siano anche
riusciti.
- Si
perché piccolo Potter, guarda la sfortuna, hanno sconfitto il mago più
temuto
e ora sono ancora qui… ironico vero?
- E
tu ora mi combatti, con l’odio, con la rabbia, ma per cosa Potter, per
chi? Per te stesso? Non ci credo, a che serve, cosa devi dimostrare,non hai
già dimostrato abbastanza?
- Sai
Potter, quando ti vedo davanti alla mia strada, quando vedo che percorri con
insistenza la mia strada e che la cerchi così avidamente provo un piacevole
senso di felicità che mi inebria… mi sembra di aver già vissuto tutto
questo, lo ricordo sai, mi sembra di aver già vissuto questo odio e ne
assaporo piano piano il gusto, il gusto di tutta questa voglia di
sconfiggermi.
- Ma
vedi, Potter, si arriva per tutti ad un momento in cui bisogna rinunciare,
in cui bisogna fermarsi e prendere atto del proprio destino.
- Non
sei forse stanco di tutte queste lotte inutili? Non sei forse stanco di
portare tutte queste sofferenze? Ti credi un salvatore ma non sei altro che
la pedina di un gioco già deciso; credi di potermi battere eppure per ora,
non hai vinto granché i tuoi sono tutti piccoli trionfi ma da questi cosa
hai trovato, cosa hai guadagnato se non solo disperazione e solitudine.
- E
allora perché insistere, perché continuare, ti piace vedere gli altri
soffrire per colpa tua? Allora non vali tanto più di me, direi che sei
anche piuttosto un’ipocrita se ti difendi con l’aria del bravo ragazzo
quando in realtà sei proprio tu a creare tutto ciò che ti sta intorno.
- Pensaci,
se avessi ceduto tanto tempo fa quanto bene avresti fare, pensa alla
sofferenza che avresti risparmiato a chi volevi bene, a quelle… povere
persone innocenti che, in fondo, non hanno colpe se non quella di
conoscerti… cielo, che destino crudele aspetta a tutti coloro che ti
stanno vicino… sicuro di non volerci ripensare?
- Ma
no Harry Potter, tu non puoi arrenderti, tu non puoi rinunciare, non lo
tolleresti mai, non è vero? I tuoi poveri genitori non saprebbero che
pensare di un figlio che pur di non soffrire si è arreso e ha scelto la via
più facile; ti darebbero del codardo, non è vero Potter?
- E
tu non vuoi essere un codardo, mi sbaglio?
- Certo
che no, tu vuoi essere fiero e forte come tuo padre… generoso e buono come
tua madre; certamente Potter, non puoi deludere le loro aspettative, non
puoi arrenderti, non puoi perdere… è il tuo destino… povero bambino.
- Mi
fai quasi pena perché a te non spetta scelta, eh no Potter, tu non hai la
fortuna che ho avuto io, la fortuna di scegliere di essere ciò che volevo.
- A
te il destino è venuto incontro, ti è piombato addosso come un peso,
poverino… e tutta quella sofferenza… no, tu non l’avevi cercata, come
mi dispiace… doverti torturare in questo modo, ma capirai, Potter, che io
ho dato troppo a
questa causa per lasciarti vinta la partita, ho passato la mia vita a
concretizzare la mia forza, la mia potenza… mi spiace proprio ma sarò
costretto a farti ancora del male Potter… eh si…
- Sei
pronto a soffrire ancora?