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Autore: PinkyCCh    23/05/2013    3 recensioni
Sono passati cinque anni dalla fine della storia d’amore virtuale. Ora, Alessia si è rifatta una vita ed è pronta a sposarsi, però un rimorso le attanaglia il cuore. Vederlo prima di pronunciare il fatidico “SI’”. Rivela il suo segreto alle sue migliori amiche, che per l’addio al nubilato le regalano un mese, il suo ultimo mese da single, a Roma. Città dove Angelo, risiede. E se il destino beffardo li facesse incontrare? E se l’amore ci mettesse il suo zampino?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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- Epilogo -

 

Sono tornata a casa.
Alla fine, la mia, anzi la nostra, fuga d’amore è durata esattamente tre giorni.
Le mie amiche sono finalmente tornate da me.
Ho raccontato tutto quanto. Ho raccontato di lui, di me, di noi, del nostro bacio, del nostro unirci.
Ho raccontato persino del modo in cui ci siamo lasciati.
Mi sento davvero uno schifo. Pensare che ho tradito Rocco, per quel bastardo di Angelo.
Dire che mi sento una puttana, è dire poco.
I pensieri, volano a quel dannato giorno.
 


“Alessia, non fare la bambina. Sai meglio di me quanto tutto questo sia sbagliato. La colpa è mia. Ho fatto un colpo di testa. Non ho badato alle conseguenze. Tu sei una donna sposata. Cazzo.”
“Quasi.” Sibilo a denti stretti, stringendo i pugni lungo i fianchi.
“Fra una settimana ti sposerai comunque. Come credi di giustificare la nostra fuga, eh? So bene quanto tu sia legata alla tua famiglia.”
“Sì. Ma amo te.”
“L’amore a volte non basta Alessia. L’amore, da solo, è futile. È inutile. È una fregatura. Lo capisci? Capisci che non possiamo tornare indietro? Capisci che non era scritto nel destino, che dovessimo stare assieme? Siamo destinati a stare con altre persone.”
“Bugiardo. Sparisci dalla mia vita. ORA.”
Non se l’è fatto ripetere due volte, il bastardo.
È uscito da quella stanza d’albergo, senza farvi più ritorno.
 


“Ale, ci stai ascoltando?”
“Uhm? Sìsì, Rose. Dimmi.”
“Dicevo…non si è fatto più vivo?”

Scuoto la testa.
No. Da quel giorno, è sparito. So che è ritornato a Roma, grazie a Serena e Maria, che, a quanto pare, hanno intrapreso una storia d’amore con Andrea e Domenico.
Sbuffo, pensando a quanto loro siano felici.

“Dovresti annullare il matrimonio.”

Esordisce Maria, incatenando i nostri sguardi.
La guardo, scettica.

“Ale, lo sai. Stai per sposare un uomo che non ami. Lui non è quello giusto. Anche se non rivedrai mai più Angelo, devi comunque fare la scelta più giusta. E in cuor tuo, sai qual è.”
“Sì. Sposarmi.” mi alzo dal divano. Stiamo a casa di Serena. Punto abituale di ritrovo. “Ora vado.” Continuo, dirigendomi verso l’uscita.
“Ale?”
“Sì?”
“Va dove ti porta il cuore.”

Sorrido dolcemente.

“Grazie Serena.”
 




 
Vago per le strade del paese, salutando di tanto in tanto qualche conoscente, senza avere una meta precisa.
So solo che ho bisogno di respirare.
Mi sento così stupida.
Non avrei dovuto.
Ma cosa credevo di fare?
Cosa credevo di trovare andando a Roma?
Mi gratto nervosamente la cute della testa, con entrambe le mani.
Bene ora mi sento come se avessi i pidocchi.
Sto sclerando. Davvero.
Ma davvero pensavo che lui mi avrebbe accolta con se?
Davvero pensavo che io e lui potessimo amarci?
Davvero pensavo di poter mandare all’aria un intero matrimonio per un ragazzetto di 25 anni che a malapena, sa scrivere il suo nome?
No. Non devo abbattermi.
Se il destino mi ha riservato tale cosa, un motivo ci sarà.
Spetta solo a me coglierne il significato.
Ma infondo va bene così.
A me a bene così.

Avrò un marito bravissimo. Una casa sulle spalle. Avrò una vita da mogliettina perfetta.
Ma non è la tua vita, Alessia.
Sì che lo è. Io sono contenta.
La tua è solo apparenza. Dentro stai sanguinando peggio di un militare ferito in guerra.
E cosa dovrei fare, eh?
Nulla. Tu sai cosa fare, ma attenta. Quello che hai scelto, non fa per te. Non è la tua vita dolce Alessia.

Dannata coscienza. Che si fotta anche lei.
Io DEVO stare bene così. Punto. Fine.
 
 



 
Bene, mancano solo due giorni al fatidico SI’.
Ed io?
Io ho la tremarella, per non dire altro.
In questi giorni ho continuato a guardare quel dannato cellulare, sperando di vedere un suo messaggio o una sua chiamata.
Le mie amiche, continuano a dire che andrà tutto bene, che sto facendo la scelta più sbagliata, ma che andrà tutto bene.
Andrea e Domenico , per l’occasione sono venuti.
Infondo sono i rispettivi fidanzati di Serena e Maria, ed è giusto così.
Rosemary, non fa che sbaciucchiare Kikko, pensando sia un peluche.
Povero ragazzo.

“Ale, ci sei?”

Mi giro e vedo sulla soglia della porta Andrea e Domenico.

“Avanti.”
“Scusa per il disturbo ma noi…”

Non faccio concludere Andrea, intervengo io.

“Tranquilli. Non era destino. Va bene così. Davvero.”
“E’ un coglione. L’ho sempre detto.”
“Domenico, non è coglione, non ha solo coraggio. Ma va bene così, dico sul serio.”
“Ale, stai sbagliando.”

Inarco un sopracciglio.

“Come scusa?”
“A sposarti, intendo. Tu ami Angelo.”
“Ma lui non ama me. Non posso mandare all’aria un intero matrimonio per uno stronzo. Scusate eh.”
 
 



Inutile dire com’è finita quella conversazione.
Appena hanno visto che il discorso stava prendendo una brutta piega, mi hanno lasciata sola, dicendo di dover sbrigare delle faccende.
Stronzi, ho pensato.
Identici a lui, ho pensato.
Amici suoi, ho urlato.
 
 



 
È arrivato il fatidico giorno. Bene.
Casa mia è in trepidazione.
Gente che va su e giù, senza tregua.
Il fotografo è già arrivato, e sta iniziando a fare fotografie ed interviste da mettere nel filmino.
La parrucchiera e l’estetista, sono già all’opera.
Ed io?
Io mi sono rintanata nella mia cameretta, con una scusa banale.
Fare pipì.
Ma questa pipì dura da circa mezz’ora.
Sento gli occhi pizzicare, le gambe molli e le mani sudano.
Continuo a fissare il mio abito da sposa.
È proprio come l’ho sempre sognato.
Il punto è che lo sposo non è più quello che sognavo.
Sento qualcuno bussare.

“Avanti.” Mugugno infastidita.
“Ale? Ecco, dovresti venire di là…”
“Non mi va Rose, davvero.”
“Ale, piccola…ascolta. So che è difficile, ma cavolo devi farti forza. Non puoi buttare all’aria un matrimonio perfetto con un altrettanto uomo perfetto per un ragazzino privo di palle. Non credi?”

Annuisco, tirando su col naso.

“Forza, alzati, asciuga i lacrimoni e mostra a tutti la tua bellezza mia dolce Alessia.”
“Grazie Rose, ti voglio bene.”

Mi tiro su, cercando di darmi un contegno.
Mi dirigo nel salone, allestito per l’occasione ad un salone di bellezza.
Sento mia madre parlare con mia suocera.
Un intreccio di voci, che mi provoca solo mal di testa.
Vorrei sparire. Vorrei non dover fare questo fottuto passo.
 



 
Dopo due ore, sono finalmente pronta.
Pronta per compiere il grande passo che vorrei proprio non fare.
Sospiro, mentre la macchina si ferma, lasciandomi dinnanzi alla maestosa chiesa.

“Piccola, sei pronta?”

Mi volto verso l’uomo alla mia sinistra.
È teso la mascella contratta. Che succede?

“Papà…”
“Tesoro, sei ancora in tempo. Io lo so che non è ciò che vuoi. Possiamo scappare subito, se vuoi. Non sei obbligata a farlo, lo sai. Io ti amo figliola mia. Non voglio vederti sposare qualcuno che TU non ami, perché so che qualcun altro ha preso il tuo cuore.”

Amo mio padre.
Lo amo più della mia stessa vita.

“Oh papà…lo vorrei. Ma devo adempiere ai miei obblighi. Scendiamo su.”

Sono stata tentata. Inutile dirlo. Avere mio padre disposto ad accompagnarmi in una fuga, mi aveva tentata. Eccome se lo aveva fatto.
Scendiamo dall’auto ed iniziamo il nostro cammino.
Le porte della chiesa si aprono, al nostro arrivo.
Una marcia parte, ma la sento in lontananza.
Sento il cuore a mille.
Alzo il viso e lo vedo.
Il cuore trema.
Perdo un battito.
Rocco è sull’altare e mi sta aspettando, tendendomi una mano e mostrandomi il suo splendido sorriso.
Lui ovviamente non sa nulla della mia fuga.
Gli ho detto soltanto che per quei 3 giorni d’assenza, mi ero rintanata a casa di un’amica perché avevo bisogno di staccare la spina. Ci ha creduto ovviamente.
Dio quanto mi ama.
Continuo a camminare, avvicinandomi sempre di più.
Basta dubbi, basta bugie. Basta Angelo.
Inizia una nuova vita.
Sono arrivata da lui, finalmente.

“Ben arrivata, amore.”

Mi sussurra dolcemente mentre mi alza il velo, che ricade sul mio viso.

“Grazie…”

Ci posizioniamo dinnanzi al prete che inizia la predica.
Non sento nulla di ciò che dice il parroco.
Mi perdo nei miei pensieri.
Immaginando Angelo al posto di Rocco.
Sorrido per questa piccola fantasia che mi concedo.
Sento il cuore salirmi in gola, e un magone pesante alla bocca dello stomaco.

“Angelo.”

Sussurro flebilmente, mentre socchiudo gli occhi, cercando di ricordare il suo sapore.
Per fortuna, Rocco non sente il mio sussurro.
 
Vengo ridestata dalla fatidica frase.

“Se qualcuno è contrario a questo matrimonio lo dica ora o mai più.”

Inizio a tremare.
Un silenzio quasi tombale e surreale, aleggia nel’edificio.

“Io.”

Alzo il volto, cercando quello di Rocco e insieme ci giriamo.

“Come scusa?” sibila Rocco.

Oddio.

“Ho detto che io sono contrario a questa farsa. Alessia non ti sposerà.”
“Bravo era ora!”

Parte un applauso e giro la testa in direzione.
Sono le mie amiche, pazze, e i ragazzi.
Inizio a piangere mentre lo vedo avvicinarsi all’altare.

“Lei mi appartiene. È mia. Mi dispiace portare via la sposa nel giorno del suo matrimonio, ma non sposerà nessun uomo all’infuori di me.”
“Finalmente.”

Esordisce mio padre, avvicinandosi e unendo le mani mie e di Angelo, appoggiandoci le sue sopra.

“Buona fortuna. Portala via di qua.”

Sussurra mio padre ad Angelo.

“Con vero piacere.”

Sotto gli occhi di tutti, mi prende per mano ed iniziamo a correre.

“Fermatevi.”

Tuona Rocco.
Ok, è finita. La mia felicità è finita.

“Rendila felice, stavolta. Non lasciarla mai più.” Conclude alzando il pollice, in segno di consenso.
“Grazie!” gli urlo di ricambio, correndo con Angelo.
 



Corriamo, corriamo a perdifiato.

“Angelo, fermati. Non ce la faccio più.”

È una scena già vista, questa.
La gente ci fissa.
Io vestita in abito da sposa e lui jeans e maglietta.
Ridiamo, ridiamo di noi, di tutto.

“Sei bellissima.”

Si avvicina, posizionando la mano destra sulla mia guancia ed accarezzandola.

“Anche tu.”
“sposa me, Alessia. Sposa me che muoio per te. Sposa me che ti considero mia. Sposa me che sono stato tanto coglione da lasciarti andare via, non una volta, ma bensì due volte. Sposa me, che ci ho messo cinque anni per capire che sei la mia ragione di vita. Sposa me, che sono fuggito pensando che portandoti con me, ti avrei fatto solo del male. Sposa me, che quando sono arrivato a Roma, mi son dato del bastardo. Sposa me, che sono geloso di te. Sposa me, che ucciderei chiunque osi guardarti o toccarti. Sposa me, che ho pianto per la prima volta, per te. Sposa me, che ti porterei sulla luna se servisse a renderti felice. Sposa me, che muoio per te.”

È una dichiarazione questa, vero?

“SI’.”

Sì, e altre mille volte sì.
Io lo amo.
E lui ama me.

“Ti amo.”

Diciamo insieme, ridendo.
Mi avvicino a lui, alzandomi in un punta di piedi, donandogli un bacio casto.

“Per sempre.”

Sussurro, finalmente felice.

“Per sempre.” Sussurra lui, felice.
 
 




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Ed eccoci arrivati alla fine di questa storia. Inutile dire che mi è venuto un magone. T_T
I miei piccioncini.
Vorrei ringraziare tutti voi, che mi avete seguita. Mi avete riscaldato il cuore.
Vorrei ringraziare tutti voi. Voi che mi avete aiutato a crescere, dandomi consigli, recensendo.
Vorrei ringraziarvi di cuore, perché senza di voi, non so cos’avrei fatto
Mi avete spronata ad andare avanti.
Mi ringrazio.
Un ringraziamento anche da:Alessia, Angelo, Serena, Andrea, Maria, Domenico, Rosemary, Kikko, Rocco ed il fenomale papà di Alessia. :D
Alla prossima!
 
 
 
   
 
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