Capitolo 9.
Così ti ho conosciuta.
“Uccidere è
il coraggio di un momento. Vivere è il coraggio di
sempre.”
“Se non hai ragione per vivere non trovarne una per morire”
-Fei è molto cambiato...-
constatò Phinks pensieroso.
–Già-
confermò la ragazza –E devo dire in peggio. Ora
è molto pi serio, rigido,
freddo... Prima era più
“umano”.-
Lui fece spallucce, continuando a pensare in
silenzio.
–Sai...- disse infine –Forse se non si fosse
innamorato non avrebbe
sofferto...- mormorò.
Machi fece un cenno affermativo con il capo.
–Certamente
non avrebbe sofferto- gli diede ragione. –Ma sai,
“al cuor non si comanda”-
sospirò.
Nessuno di loro avrebbe potuto prevedere che un tipo come Feitan
avrebbe potuto provare un sentimento come l’amore. Sembrava
troppo distante,
troppo puro, troppo “caldo”, perché il
ragazzo potesse accostarcisi. Eppure era
successo. Solo il Destino conosce il disegno personale di ognuno, e
quello che
aveva riservato ai due ragazzi non era certo pieno di fiorellini
colorati e
note allegre, anzi.
–E poi?- la esortò il castano, impaziente come al
solito.
–Poi... Poi niente. Quei due si vollero sempre più
bene, fino a che non ce ne
accorgemmo anche noi. Fu una vera sorpresa, quasi uno shock...- rise
lei.
Anche
Phinks si lasciò scappare un sorriso.
–Allora...- continuò Machi, assorta nei
ricordi.
Feitan era seduto al
bancone di uno squallido locale dei bassifondi di York Shin
City.
Davanti a lui
c’era un bicchiere di un qualcosa che aveva ordinato a
caso.
Non aveva molta
voglia di bere, ma si costrinse a buttare giù un paio di
sorsi d’alcol.
Ai
tavoli erano seduti perlopiù mafiosi di vari clan e qualche
criminale cittadino.
Nessuno del suo livello, quindi.
“Se ci fossi tu...” pensò intristendosi
“Riusciresti ad attaccar briga con tutti. E dopo toccherebbe
a me tirarti fuori
dai guai o salvarti la pelle. Di nuovo. Perché non cambierai
mai...”
Buttò giù
un altro sorso e sospirò, sfiorando la catenina che portava
al collo,
sentendola in rilievo sotto l’abito.
Abbassò il bavero e tirò fuori il
ciondolo, accarezzandolo con le dita.
Era una croce romana, decorata con
intarsi argentati e avvolta da un rampicante che si stringeva attorno a
tutti e
quattro i bracci (Perdonatemi
ma questa volta non
ho l’immagine... Lascio tutto nelle mani della vostra
fantasia!).
“La
prima volta che ti ho incontrata litigavi con dei ragazzi il doppio
più grossi
di te per riavere indietro questa collana. Eri una sconsiderata, e lo
sei
rimasta.” ricordò.
Le sue labbra sottili si piegarono in un sorriso amaro, e i
suoi occhi dorati si socchiusero.
“Ti verrò a trovare, prima o poi.”
I due ragazzi rimasero in quel prato tutta la
notte, e
l’alba li trovò ancora distesi tra
l’erba.
Feitan ascoltò il respiro della
ragazza addormentata, ed intanto gli tornavano in mente tanti pensieri,
tanti
ricordi.
Kaede si girò e gli afferrò il braccio destro,
tirandolo a sé e
utilizzandolo come cuscino.
Lui trattenne a stento una risata e scostò una
ciocca mora da davanti al suo viso. La giovane aprì
gli occhi, fissandolo
assonnata ma vigile.
–Scusa, non volevo svegliarti- si affrettò a dire
il
ladro, imbarazzato.
Lei si tirò a sedere e si stiracchiò, rendendosi
buffissima
e, semplicemente, tenera.
Gli sorrise.
–Hai l’erba tra i capelli...- rise
togliendogliela.
Il ragazzo scrollò la testa, scompigliandosi la corta
zazzera
nera.
–Ehi, sei buffo!- lo prese in giro allegramente.
Infine tornò seria.
–Chiudi un attimo gli occhi...- mormorò.
Feitan la scrutò interrogativo, ma
subito dopo obbedì.
Kaede si portò le mani dietro al collo e slacciò
la
catenina che portava, per poi metterla a lui.
Il ladro guardò incredulo il
ciondolo.
–Ma... Questa è tua...-
obiettò.
–Te la regalo. Voglio che la tenga
tu.- fece scrollando le spalle –Mi fa tornare in mente la
prima volta che ti ho
incontrato. Avevamo sedici anni, ricordi? Caspita, sono già
quattro anni...-
Lui annuì distrattamente, felice che avesse voluto donargli
un oggetto che la
ragazza riteneva tanto importante. In fondo, una volta aveva
quasi rischiato la
vita per riprendersela!
–Sei sempre stata una tipa fuori di testa...- la
stuzzicò.
–Ha parlato quello che all’epoca possedeva
già la fama di spietato
assassino!- replicò lei sorridendo provocante.
–Ci stavo lavorando- ghignò lui.
Poi le afferrò un braccio.
–E comunque tu
non hai mai avuto paura di me. Né la prima volta
né
mai.- continuò serio.
Kaede si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.
Un giovane ragazzo si aggirava tra i mucchi di
spazzatura e
le macerie, guardandosi attentamente intorno.
La gente che incontrava gli
cedeva il passo, scansandosi in tutta fretta: avevano paura di
lui.
Arrivato ad
un edificio mezzo distrutto si sedette su una cassa.
“Sono davvero in anticipo,
oggi” pensò sorridendo soddisfatto. Almeno Ubo non
avrebbe avuto di che
lamentarsi.
Dopo un paio di minuti sentì delle voci provenire da poco
lontano,
alla sua destra.
Incuriosito si alzò e andò a vedere di cosa si
trattasse.
Vide
tre ragazzoni che stavano attorno ad una giovane dai capelli scuri e
gli occhi
color zaffiro.
–E dai, dolcezza, divertiamoci assieme...- proponevano
maliziosi.
Lei cercava di levarseli dai piedi, ma senza risultati.
–Lasciatemi
in pace, brutti maiali!- esclamò ad un certo punto, seccata,
voltandosi e
facendo per andarsene.
Uno dei tre allungò la mano ed incastrò le dita
nella
catenina che la ragazza portava al collo, strappandola.
Subito si voltò, gli
occhi che emettevano lampi infuocati.
–Ridammi. Quel. Ciondolo.- ringhiò
scandendo bene ogni singola parola, cercando di trattenere la
rabbia.
Feitan
osservava la scena senza muoversi, aspettando l’epilogo che
di certo sarebbe
arrivato di lì a breve.
Infatti quello ghignò e le sferrò un pugno al
volto,
facendola finire a terra. La giovane si sollevò sui gomiti e
tornò in piedi
senza fatica. Aveva il labbro inferiore spaccato, ma un sorriso
pericoloso le
deformava il bel volto.
–Spero ti troverai bene all’Inferno-
mormorò con la
voce satura di emozioni negative.
Poi sguainò la spada che portava al fianco e
si gettò avanti, trafiggendo l’antagonista
all’altezza del cuore con un solo,
fluido movimento del polso. Sfilò la lama dal cadavere, che
cadde a terra con
un tonfo sordo. Gli altri due indietreggiarono, spiazzati da tanta
aggressività
in una creatura all’apparenza tanto innocua e debole. Lei
alzò di scatto il
capo, guardandoli truce fino a che quelli non scapparono a gambe
levate.
Si
rilassò, ma parò prontamente il fendente che
Feitan le aveva sferrato di
sorpresa.
Balzò indietro, alzando l’arma e mettendosi in
posizione di difesa.
“Ha buoni riflessi” pensò il
ragazzo.
Ma non attaccò un’altra volta, rimase
perfettamente immobile fino a quando lei parlò: -Che diavolo
vuoi tu?!- sibilò
la mora.
Non ricevette risposta, ma solo un’altra serie di attacchi
violenti e
precisi. Li parò tutti e contrattaccò
abilmente.
–Hai un bel fegato per
parlarmi così- le disse dopo qualche minuto.
–E perché? Anche se sei un
assassino non vuol dire che io debba per forza avere paura di te. So
cavarmela.- replicò freddamente.
Lui la guardò per un attimo, poi scoppiò a
ridere.
–Sei divertente!- disse tra una risata e l’altra
–Per questa risposta
tanto audace ti lascerò vivere ancora un
po’.-
La giovane fece una smorfia
contrariata.
–Non ho bisogno della tua magnanimità per restare
in vita. Ti ho
già detto che me la cavo benissimo da sola, Feitan.- fece
stizzita.
–Ah,
conosci il mio nome- constatò il ragazzo.
–Tutti ti conoscono. E non in
positivo.- ribatté acidamente.
Subito il ladro le arrivò addosso e la disarmò
con un gesto secco, puntandole la lama alla gola.
Ma lei capì che non era sua
intenzione ucciderla, e non si mosse.
–Adesso voglio sapere il tuo- sibilò
l’altro.
Più che una richiesta pareva un ordine.
–Kaede. Vuol dire “acero”, se
non sei forte col Giapponese.- ringhiò sarcastica.
Lui ghignò divertito,
abbassando di poco la punta.
–Ehi Fei, sei in ritardo!- lo chiamò Kuroro da
poco lontano.
–Arrivo!- gridò.
Poi le rivolse l’ennesimo sguardo interessato e
si allontanò.
–Che facevi?- chiese il Capo quando lo raggiunse.
–Nuove
conoscenze- rispose con un sorriso strano.
Ebbene,
questa volta non vi ho fatto aspettare tantissimo, no? Siete
contenti???
Ahahah!!! Come vi pare? Romantico il loro incontro, vero? Ahahah!!!
Per l'immagine devo ringraziare immensamente Amulet, che me l'ha
"passata": grazie sorellona!!! ^_^
A presto, e non vi dimenticate di lasciare un commentino!
Keyla