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Autore: Moony16    23/05/2013    0 recensioni
Quella fu la prima volta che lo vidi. E mentre mi giro nelle coperte del nostro letto matrimoniale ripenso a quel giorno con un pizzico di nostalgia
***
Ti prego James non farmi fare cattive figure!» lui sbuffò
«ma non sarei me stesso! E poi cosa è il calcio?»
«non importa, che ti costa essere un po’ meno malandrino per un paio d’ore?»
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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«James, ti prego, se davvero mi ami, cerca di essere il meno mago possibile!»
Ci eravamo appena smaterializzati in un piccolo vicolo buio, a qualche isolato di distanza dalla pizzeria dove eravamo diretti per una cena in compagnia dei coniugi Dursley e io ero alquanto agitata. James si grattò la testa a quella stramba richiesta.
«Lily, tesoro, non vorrei dirtelo, ma come faccio a non essere un mago se effettivamente lo sono?» lo guardai spazientita.
«niente scherzi “made in malandrini”, niente magia, nemmeno se si rompe qualcosa, niente Quidditch, niente Hogwarts, niente di niente, capito adesso?» il ragazzo sembrava perplesso
«e di cosa dovrei parlare esattamente?»
«non lo so, prova con il calcio, la tv, non dire idiozie, mostrati educatamente interessato se non sai qualcosa. Ti prego James non farmi fare cattive figure!» James sbuffò
«ma non sarei me stesso! E poi cosa è il calcio?»
«non importa, che ti costa essere un po’ meno malandrino per un paio d’ore?» lui la guardò malizioso
«una notte di fuoco?» gli diedi uno schiaffo sul braccio
«James!»
«che c’è?»
«scordatelo»
«arriverà il giorno in cui non potrai più dirmi di no» disse tutto gongolante.
«sei un idiota Potter»
«è la solita frase che dici quando non sai più ribattere, Evans» storsi il naso
«e come faccio, sei un maniaco!!»
«me lo posso permettere … al contrario di quella specie di tricheco che sta seduto accanto a quella giraffa» cercai di non ridere mentre guardavo James indicare mia sorella, e dissi
«è mia sorella» James si girò sconvolto
«e hai anche il coraggio di chiedermi di non fargli scherzi? Sono quasi più attraenti di Mocciosus!» lo guardai minacciosa
«tu azzardati e giuro che te ne pentirai per tutta la vita»
«come non detto» sospirò il ragazzo. Ci avvicinammo alla coppia, mentre James sorrideva sotto i baffi per le espressioni dei loro volti: un misto di paura, gelosia, aria di superiorità e un pizzico di stupidaggine.
«ciao Tunia!» mi diressi verso mia sorella e la salutai calorosamente, mentre quella si limitò a un semplice e freddo:
«buonasera Lily»
«questo è James, penso che mamma te abbia parlato»
Vidi che Petunia aveva lo sguardo corrucciato: evidentemente mia madre era talmente entusiasta di James che non le aveva parlato d’altro. E come darle torto, dopo quel Vernon, James era il paradiso!!
«si, me ne ha parlato» James le tese la mano con un sorriso
«piacere Petunia, o devo chiamarti Evans?» scoppiai a ridere, forse anche per il nervosismo, o comunque per quella battuta, che solo io e James potevamo capire … e anche tutti gli studenti di Hogwarts che ci avevano visti insieme dal sesto anno in giù.
Petunia sembrava perplessa, evidentemente non capiva perché io ridevo, ed era mortificata perché Vernon stava osservando quella scena sconcertato. Erano proprio sconvolti, così James spiegò
«tua sorella ha passato metà della sua vita a ricordarmi che per me lei era “Evans e solo Evans” oppure “Lily solo per gli amici” e quindi … era una battuta capito?» disse alla fine esasperato, notando che l’espressione di Petunia era solo peggiorata.
«comunque è un piacere conoscere anche te, Vernon giusto?» James tese la mano, che Vernon probabilmente strinse, più per cortesia che per altro. Si vedeva dal suo sguardo che quel ragazzo gli sembrava troppo frivolo, troppo irresponsabile.
«piacere mio» disse risoluto. Poi convenne che se quel ragazzo si era “presentato” con Petunia, lui avrebbe dovuto fare lo stesso con me
«piacere, io sono Vernon» gli strinsi la mano sorridente, anche se ero un po’ schifata perché era sudaticcia
«piacere mio» io e James posammo le giacche. James sembrava uscito da una rivista di moda degli anni ’70 e mio malgrado notai che Petunia ammirava le spalle larghe del mio ragazzo, che nascondevano dei muscoli da dio (siano benedetti gli allenamenti di quiddiccih). Vernon invece lo guardava incuriosito, molto probabilmente si stava chiedendo dove trovasse i soldi per comprare tutti quei vestiti costosi e all’ultima moda.
Io invece ero vestita semplicemente, con una gonna, sopra il ginocchio bianca, e sopra una maglietta verde chiaro poco scollata, ma molto stretta, in modo da risaltare le forme.
«allora Vernon, di cosa ti occupi tu, di cucina?» chiese James poco dopo aver ordinato le pizze. Vernon lo guardava male, e io dovetti trattenermi dal ridere: evidentemente James trovava Vernon molto buffo.
«no, sono un membro di una ditta di trapani, la Grunnigs, devresti conoscerla» disse tutto orgoglioso. James sembrava perplesso, e non potevo biasimarlo
«ehm e …» mi guardò, che e io cercavo di suggerirgli con gli occhi di seguire i miei consigli di poco prima.
« … e cosa sono questi … trapani?» disse cercando di sembrare interessato ma con scarso successo. Vernon lo guardò con sospetto
«sai quei macchinari che si usano per fare i buchi nei muri e nel legno?» disse come a volergli suggerire qualcosa.
«mai sentiti, noi non usiamo queste cose perché …» gli pestai un piede e finì la frase per lui
« … perché ha molti domestici, di solito sono loro che ci pensano, al massimo i suoi genitori, perché andando a scuola … sai com’è, prima era troppo piccolo, adesso non sta quasi mai a casa …»
Sperai che capisse le mie intenzioni, ma ovviamente lui non poté che smentire il tutto, come un perfetto idiota
«non dire fesserie Lily, io a casa ho solo un elfo domestico un po’ psicopatico, la cui ambizione di vita è spolverare le mensole e fare il tè. Di certo però per fare i buchi nei muri non usa strani aggeggi inutili!» disse James un po’ indispettito. Lo guardai sconvolta: forse era veramente meglio la piovra gigante a lui!!
«e tu invece di che ti occupi James? I maghi di sicuro vivono con un sussidio sulle spalle di noi poveri contribuenti, no?» disse Vernon con aria di superiorità
«veramente io ho una stanza più grande di questa pizzeria, alla banca ovviamente, stracolma di oro a moneta, e anche un po’ d’argento. E poi dopo Hogwarts voglio diventare auror, mi hanno già accettato all’accademia visti i risultati dei GUFO. Se non lo sapessi gli auror stanano i maghi che usano la magia oscura e proteggono anche i babbani come voi, e solo i migliori riescono a essere ammessi, come me e Lily» disse fiero.
Ma il cervello di Vernon, come verificai poco dopo, doveva essere rimasto bloccato a “ho una stanza piena di oro in monete” per sentire il resto.
«avete una banca?» chiese sbigottito
«certo, l’amministrano i folletti» disse James con fare canzonatorio. Cercai di fare capire a James di stare zitto. Ovviamente fece finta di non vedermi
«e le camere blindate sono proprio sotto Londra, molto più in fondo della metropolitana. Le stanze più giù sono le più importanti e in alcune ci sono anche dei draghi di guardia. È quasi impossibile commettere un furto lì» disse tutto d’un fiato.
Nel frattempo era arrivata la pizza, e i quattro avevano iniziato a mangiare. Dedussi che Vernon non riusciva a capire se lo stesse prendendo in giro o meno, e di certo il ghigno malandrino e il tono di voce canzonatorio di James gli dicevano che c’era qualcosa che non andava, nonostante il ragazzo stesse dicendo la verità. Lui di certo non sapeva che tipo era il mio ragazzo, e non poteva sapere che prendere in giro la gente era il suo hobby preferito.
«allora, tu che auto guidi? Io una Citroen CX» disse tutto orgoglioso. Ma James gli scoppiò a ridere  fragorosamente in faccia. Io sprofondai nella mia sedia, pregando tutti gli dei, conosciuti e sconosciuti, che non iniziasse a parlare di scope volanti. Preghiere che non furono minimamente ascoltate.
«e perché mai dovrei usare una strana scatolina metallica per spostarmi, se ho la mia fantastica scopa da corsa? Sicuramente è più costosa, questo te lo concedo, e ti assicuro anche che necessita di una grande cura, ma almeno vado come e dove voglio, e poi volare è qualcosa di magnifico. Basta mettere il caro vecchio mantello dell’invisibilità e il gioco è fatto: posso sfrecciare per tutta Londra. È bellissima la mia ninbus 1700, dovresti vederla. È la migliore scopa in circolazione ad Hogwarts, e modestamente parlando, io sono il miglior cercatore che quella scuola abbia mai avuto! Sapete ho ricevuto una decina di richieste per entrare in una squadra di Quiddicch prima ancora di finire la scuola, infatti pensavano che mi sarei fermato al sesto anno, e l’avrei anche fatto se … se solo non ci fosse questa dannata guerra ...  non mi sembra proprio il caso di passare la vita a bordo di una scopa. È sicuramente meglio combattere»
«James!!» lo richiamai, sperando che capisse che stava esagerando
«dimmi Lily» disse.
«Potter io e te facciamo i conti dopo» lo minaccia. Il ragazzo sbuffò
«e che fai, mi metti in punizione con la McGranit?» disse guardandomi con aria di sfida
«Potter se non la smetti di fare il malandrino ti giuro che ti lancio un Levicorpus» James sogghignò
«peccato che quello sia effettivamente un incantesimo malandrino» stavo letteralmente perdendo le staffe
«voi due siete matti!!» disse a un certo punto Vernon. Ecco, aveva rovinato la serata. Questa volta lo avrei ucciso per davvero.
«io matto? Ma ti sei visto? Sei peggio di mocciosus!!» io sbiancai
«e chi sarebbe?»
«lascia perdere … » dissi, al massimo dell’esasperazione. Peccato che James si affrettò a rispondere:
«una sottospecie di essere umano, con i capelli untuosi, il naso lungo e un caratteraccio. Insomma un moccioso, per giunta geloso del sottoscritto»
«adesso basta, ho sopportato abbastanza!! Andiamo Petunia, avevi ragione: sono completamente pazzi!!» i due si alzarono dal tavolo con il piatto ancora a metà, pagarono il conto e uscirono. Io rimasi lì, delusa, a guardare James.
«perché l’hai fatto? TI AVEVO CHIESTO UNA COSA, UNA MISERA COSA!! E TU TE NE SEI FREGATO» uscì correndo dal locale, le lacrime agli occhi, e la consapevolezza che avevo perso definitivamente mia sorella. Mi sentì chiamare e risposi con voce tremante
 «cosa vuoi Potter?» lui mi prese un braccio
«preferisco quando mi chiami James»
«e io preferisco quando ti comporti da diciassettenne quale sei, e non come un bambino di otto anni!!» dissi, ancora in lacrime, James si accorse che stavo piangendo, ma io ricominciai a correre, lontano da lui
«Lily, ti prego aspetta» mi fermai di botto e ricomincia a urlargli contro
«che cosa dovrei aspettare? Ti ho spiegato come è fatta mia sorella, e ti ho anche detto com’è quel Vernon Dursley! Perché lo hai fatto?» continuai
«Se lo meritava Lily! Perché non capisci? Io sono stato me stesso ho parlato della mia vita, del Quiddicch, ho detto anche che ho rifiutato lo sport più fantastico del mondo per andare a lavorare in un ufficio, ho fatto capire che sono ricco, che sono intelligente, e si vede da lontano un miglio che ti amo, quindi per favore non venirmi a dire che mi sono comportato male!» si certo, lui mi amava pensai ironicamente. Se mia avesse amato, avrebbe sicuramente fatto uno sforzo per comportarsi bene, e invece se ne era completamente fregato
«non è vero, non mi ami» dissi in un soffio
«se mi avessi amata, ti saresti comportato bene, e non mi avresti lasciato perdere l’ultima speranza di riconciliazione con mia sorella» sapevo che con quelle parole lo avrei ferito, ma in quel momento non mi importava. Mi prese per le spalle e mi disse con il viso contro il mio:
«se non ti avessi amato non sarei neanche venuto, e comunque mi ha provocato. E poi come fai a dire che non ti amo? Ti sto dietro da anni e anni, sono cambiato per te, mi sono umiliato per te! E tu mi dici che non ti amo?» io restai in silenzio, non sapendo cosa dire, così lui continuò
«ti prometto che cercherò di rimediare alla prima occasione, va bene? Magari avrei potuto comportarmi meglio, lo so, ma è stato più forte di me» lo abbracciai. Si mi amava, ma era ancora un ragazzino. Un ragazzino, però, che doveva crescere fin troppo velocemente. Un ragazzino che aveva le spalle al muro a causa di quella guerra, che non poteva permettersi di godersi la vita. Mi separai con un sospiro.
«vado a casa, ci vediamo»
«no, andiamo a piedi, ti accompagno» scossi la testa
«preferisco di no. Vado eh?» 
«non mi va di lasciarti da sola con il buoi di questi tempi, preferisco accompagnarti lo stesso» io annuì, poi ci prendemmo per mano e ci smaterializzammo vicino casa mia. Lui mi lasciò proprio davanti la porta, con un lieve bacio a fior di labbra, poi io entrai in casa, dove mia madre mi aspettava. Lo vidi allontanarsi dalla finestra, seguendolo con lo sguardo, poi finalmente mi accasciai nel mio letto.
 
E in questo momento, mentre osservo le tue spalle larghe e muscolose, penso che avevi ragione su molte cose quella sera: per iniziare mia sorella e Vernon si erano veramente meritati quel trattamento, che poi non era neanche molto strano. Tu parlavi solo delle tue abitudini, non hai detto nulla di osceno. E poi sono anche stata stupida a pensare certe cose, soprattutto perché nessuno sarebbe venuto con me a conoscere una sorella acida e il suo ragazzo-tricheco solo per farmi felice, solo tu avresti potuto accettare.
Hai dimostrato il tuo amore, James, lo hai fatto quando la mia vita era in bilico, quando la morte sembrava tremendamente vicina.
Nessuno avrebbe fatto quello che hai fatto tu per salvarmi quel giorno, che ancora ogni tanto rivedo nei miei sogni peggiori. Quando ho rischiato sul serio di perdere tutto, per colpa di questa stupida e inutile guerra. Quando ho rischiato di perderti. Mi stringo più a te, mentre le scene dei giorni peggiori di tutta la mia vita mi passano davanti.
  
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