Ciao a tutti! Eccomi qua, sono tornata con questa ipotetica
one-shot su Harry e Ginny,
che parte dalla fine del 24 capitolo del sesto libro. Spero proprio che vi
piaccia, mi raccomando commentate. Un bacio.
“...Dopo parecchi lunghi
istanti...o forse mezz’ora...o forse parecchi giorni di sole...si separarono.
Nella stanza era calato il silenzio. Poi partì una serie di fischi
d’ammirazione e ci fu un’esplosione di risatine nervose. Harry guardò sopra la
testa di Ginny e vide Dean Thomas che teneva in mano
un bicchiere infranto e Romilda Vane che sembrava
pronta a scagliare qualcosa. Hermione era raggiante,
ma lo sguardo di Harry cercò Ron. Alla fine lo trovò, ancora aggrappato alla
coppa, e con l’espressione di chi ha appena preso una bastonata in testa. Per
una frazione di secondo si guardarono, poi Ron fece un piccolo cenno col capo
che Harry interpretò come un “Beh...se proprio devi”.
Mentre la creatura nel petto
ruggiva trionfante, Harry rivolse un gran sorriso a Ginny
e fece cenno senza parlare al buco del ritratto. Una lunga passeggiata nel
parco sembrava appropriata, durante la quale – se ne avessero avuto il tempo –
avrebbero anche potuto discutere della partita.”
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I ragazzi, varcato il buco, si
precipitarono giù per la scala, mano nella mano, ridendo e correndo a
perdifiato. Attraversarono il corridoio e l’ingresso, infilandosi in gran
fretta in mezzo ai ragazzi che si riversavano nella sala grande per il pranzo,
e uscirono dal portone. Davanti a loro si estendeva il grande prato e, poco
lontano, il lago. Harry continuò a correre verso il prato, Ginny
mano nella mano con lui. A un certo
punto, in prossimità di un albero, il ragazzo si voltò di scatto e si gettò su
di lei; i due rotolarono nell’erba ridendo, fino a fermarsi. Harry ansimante
guardò per un istante la sua Ginny sotto di lui,
bella più che mai, con ancora indosso la divisa da Quidditch,
le gote che avvampavano e i rossi capelli sparsi intorno al viso come una fiamma.
Tuffò il viso sul suo e la baciò impetuosamente, quasi con forza. La ragazza
non oppose resistenza, anzi strinse a sé più forte il corpo del ragazzo, che
quasi la schiacciava, e sollevò leggermente il capo per avvicinare ancor di più
la bocca alla sua.
I loro baci continuarono così per
parecchi minuti, instancabilmente, insaziabilmente. Poi, non avendo più fiato,
i due si staccarono per un istante, respirandosi sul viso.
- Non sai...non sai da quanto
tempo sognavo di farlo, Ginny – balbettò Harry fra un
respiro e l’altro
- E perché ci hai messo così
tanto? – Ginny sorrise, guardandolo. Era un Harry
completamente diverso da come lo aveva sempre conosciuto. Il suo viso sembrava
disegnato con cura. Gli occhiali, che si
era tolto bruscamente gettandoli in mezzo all’erba, avevano lasciato il posto
al verde intenso dei suoi occhi che la fissavano con un’espressione di totale
rapimento. Due piccole pozze d’acqua fatte per specchiarsi e perdercisi. E lei, che lo aveva sognato fino a quel
momento, non riusciva a spiegarsi perché le facesse questo effetto di
totale...imprevedibilità.
Harry ora le era scivolato al
fianco, e le stava stringendo la mano, guardando verso il cielo, pensieroso.
- A cosa pensi Harry? – Ginny si strinse a lui, giocherellando con i bottoni della
sua camicia.
- E’ surreale –
- Surreale? –
- Sì...voglio dire, prima, nella
sala comune, mentre stavo per baciarti, ero convinto che tempo due secondi mi
avresti tirato un ceffone in faccia –
Ginny rise. Il suo riso provocò a Harry
una sensazione di benessere, che lo spinse nuovamente a baciare le labbra della
ragazza. Poi continuò : - Sei la cosa più bella che potesse capitarmi –
- Lo vedi che non sei poi così
tanto sfortunato come ti vanti di essere! – scherzò lei.
- Mi VANTO di...?!Ti conviene
scappare signorina Weasley! –
Ginny non se lo fece ripetere due
volte, e ridendo scattò in piedi e cominciò a correre in direzione del lago.
Harry non ci mise molto a raggiungerla, ma quando l’aveva quasi presa, lei si
voltò e gli scagliò una fattura orcovolante. Il
ragazzo si riparò con un incantesimo scudo, senza smettere di correrle dietro –
Ah sì?! Vuoi la guerra?! –
Sfoderò la bacchetta : - Accio Ginny!
La ragazza, presa alla sprovvista,
si sentì aspirare violentemente in direzione di Harry, che la acchiappò per la
vita gridando : - Presaaa! –
Si buttarono nuovamente a terra,
baciandosi e ridendosi sulle labbra. Ginny tuffò la
testa all’indietro, inarcando la schiena e appoggiando le mani al petto del
ragazzo. Harry le baciò dolcemente il collo, precorrendolo tutto fino alla
clavicola, e scendendo ancora fin dove l’orlo della stretta divisa della
ragazza lo permettesse, mentre le sue mani le scivolavano lungo tutta la
schiena, sfiorandole gentilmente il sedere e risalendo sui fianchi, fermandosi
lì dove si sfinavano alla vita.
Era un’estasi, e
contemporaneamente amore, nella sua essenza più pura e semplice.
Quando furono sfiniti, si
appoggiarono al tronco del vecchio albero, l’uno a fianco all’altra
contemplando l’acqua del lago che brillava sotto la luce del sole.
Rimasero a lungo senza parlare,
perché a volte le parole sono superflue.
Fu Ginny
la prima a rompere il silenzio :
- Quando te ne sei accorto?Che,
insomma, che ti interessavo? –
Harry riflettè
per qualche secondo.
– Non penso di saperlo a dire il
vero. Forse quando ho incominciato a provare gelosia per te –
- Gelosia? Tu, geloso di me? –
- Beh, sì. Quella volta, nel
corridoio con Dean Thomas. Lo stavo decisamente per prendere a pugni –
Ginny restò per un po’ silenziosa. Poi
sospirò :
- Quanto tempo sprecato –
- Niente è sprecato, se ci aiuta a
capire qualcosa –
La ragazza lo guardò. E ancora una
volta provava la sensazione di non aver mai amato qualcuno così tanto. Quella
sensazione di auto-annullamento che ti fa sentire lo specchio di qualcun altro.
Quasi logorante.
Assurdo.
Lo guardò intensamente : - Non
avrei saputo trovare nulla di più adatto da dire –
Lui sorrise in modo buffo. La
strinse più forte a sé, e sospirò :
- Avanti, raccontami un po’ della
partita –
Questo parve rinvigorire Ginny, che si drizzò a sedere e cominciò una prolissa
cronaca di tutte le azioni della partita, davanti ad un Harry incantato sui
suoi gesti e divertito dalle sue buffe imitazioni delle parate di Ron.
Continuarono a parlare a lungo.
Tutto attorno a loro mutava,
c’erano ragazzi che andavano e venivano, il sole si inclinava sempre più verso
il tramonto, ma loro rimanevano là, sotto quella quercia, a parlare,
scambiandosi un bacio ogni tanto.
Semplicemente
loro due, Harry e Ginny sotto un albero.