Midnight.
1
 

Sembra ieri,il giorno in cui i miei mi dissero che sarei andata con loro in crociera con loro.
Dio,il nervoso aveva preso il sopravvento su di me.
Ero diciasettenne,come lo sono ora,ma avevo la possibilità di stare con le mie amiche.
Invece ora sono qui.
A fare il Check-in per salire su un stupida costa del cazzo.
"Sorridi,per favore." disse mia madre.
"No,perché dovrei farlo?" dissi portando la valigia su di un braccio,per poi buttarla sul nastro trasportatore.
"Perché stai partendo con la tua famiglia." disse lei.
"Oh,già,la famiglia perfetta,giusto?" chiesi.
"Non fare così." disse lei,cercando di convincermi.
"Mamma,voglio bene ad ognuno di voi,ma non possiamo fingere di essere felici se poi durante l'anno ci vediamo a malapena." dissi riprendendo la valigia.
La sentì sbuffare.
"Scusa.." dissi.
"No,no,hai ragione." disse mettendo la valigia sul carrello del nostro gruppo e aggiustando la borsa dulla sua schiena.
E' una mamma che comprende tutto,mi è sempre stata vicina,quando poteva,ma deve anche lei ammettere che la nostra famiglia non è perfetta,per niente.
Mio padre,essendo un direttore di fabrica,è sempre in giro per il mondo,prende ogni giorno aerei per andare da Barcellona ad Hong Kong,Da Madrid in Messico e così via,senza mai fermarsi a casa.
Porta i soldi a casa,ma non porta mai un po' di 'famigliarità'.
Una mano dietro la mia schiena mi fece distrarre.
Guardai chi fosse la persona,ma mi accorsi che fosse soltanto una guardia che mi spingeva verso la grande porta della nave.
Entrando,vidi delle scale,le salì e la prima cosa che pensai fu che quella era una città gallegiante.
No,davvero,era enorme,un casino di persone,negozi.
Waho.
"Dai,andiamo a prendere le stanze." disse mio Padre.
Approposito,si chiama Osvaldo,mia madre,invece,Kalya e mio fratello Cristiano.
Mio fratello ha ventun'anni,mia madre quaranta e mio padre quarantacinque.
Sentì una presa per il braccio.
"Aiah!" gridai.
Vidi mio fratello che mi prendeva sotto braccio e mi sussurrava qualcosa di poco comprensibile.
"Che?!" chiesi.
"Sta zitta,fai finta di essere la mia ragazza e passiamo di fronte a quelle ragazze." disse lui.
Sbuffai,per poi fare quel che aveva appena detto.
Sorrisi passanto,con un sorriso da prostituta.
Le ragazze guardarono mio fratello e non appena girammo l'angolo,gli lasciai il braccio.
"Sgancia." dissi con la mano di fronte al suo viso.
"Cos- no! Ti farò un favore più in lì." disse lui sbuffando e andando via.
Alzai gli occhi al cielo.
Tornando,vidi che i miei erano al bancone.
Scendendo le scale li raggiunsi.
"Ok,questa è la stanza tua e di tuo fratello,i letti son divisi da un muro,quindi avrete la vostra privacy,ma non voglio assolutamete ragazze e ragazzi in camera vostra." 
Sorrisi sotto i baffi ed annuì.
"Bene,andata,fare quel che volete,alle nove in sala da pranzo,quella al penultimo piano,mi raccomando." disse mia madre.
Ci dirigemmo verso il terzo piano.
Entrammo nella cabina 3465B e ci sistemammo.
Mi lavai a pezzi,giusto per rinfrescarmi e mi cambiai,mettendo una maglia mbellicale,larga,con una specie di gatto fuxia e dei pantaloncini jeans chiari.
Misi i sandali abbinati alla maglia,bianca,e mi feci la coda,prendendo i miei occhiali da sole.
Uscì con un po' di soldi in mano e il mio telefono.
Sentì la sirena della nave e un gran rumore,come grandi catene,che mi fece arrivare al punto di capire che stavamo salpando.
Mi arrendo,tanto vale godersi il viaggio.


EHIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
ALLORRRRA.
PROTAGONISSSSTA.
 Quant'è figa la Gomeeez *o*

Oku,ci vediamo,spero lol
-F.