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Autore: Kehia    10/12/2007    1 recensioni
Piccolo Monologo di una giovane ragazza che narra in breve la sua vita, tutto ciò che non ha mai avuto e tutto ciò che ha perso.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza Titolo

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La sento, sento la pioggia battere dolce contro il vetro della finestra, è una melodia dolce e rilassante, uno di quei pochi rumori che riesce a calmarmi l'anima. Ogni tanto giunge qualche tuono che mi fa sobbalzare, ma per il resto, sono calma.
Non penso sia stata colpa mia.
Penso sia stata una sua scelta volermi venire a prendere in macchina sotto casa, non è stata colpa mia se è andato a finire contro un albero.
Quella di marzo, era una giornata di pioggia, pioggia leggera e piacevole, come quella di oggi.
Lui, riesco a ricordare il suo viso grazie alla foto che tengo sul comodino, ricordo a malapena la sua voce, ricordo a malapena il suo tocco leggero quando mi abbracciava.

Era davvero così importante? Se lo ricordo a malapena, era davvero così importante?

Lo conoscevo da quando ho memoria, il solito vicino di casa. Lo detestavo, da piccola lo detestavo.
Eravamo in classe insieme, sia alle elementari che alle medie e, che coincidenza, anche alle superiori.
Lo detestavo.
Aveva sempre quel viso da angioletto, sorrideva sempre, voleva sempre giocare con me. Da piccola non avevo amici, non sono mai stata un tipo socievole. Eppure lui, voleva essere mio amico ad ogni costo.
All'inizio delle superiori cominciai a capire perché ero priva di amici; avevo paura, paura di relazionarmi con gli altri, paura delle loro reazioni. Se avessero visto come sono davvero, avrebbero smesso di frequentarmi, all'epoca, di questa cosa, ne ero sicura.
Per questo, per il mio cuore gelido, per la mia testardaggine, più volte mi ero sfogata su di lui. Eppure, nonostante i miei insulti, nonostante i miei attacchi, ogni mattina, mi aspettava in cima al vialetto, con la pioggia o con li sole, lui, nonostante tutto, c'era.
Quell'anno, l'inizio del primo superiore, cominciai a sciogliermi leggermente, forse perché stavo crescendo. Comunque, dietro il mio maledetto orgoglio, avevo un disperato bisogno di confidarmi con qualcuno, necessitavo di una persona al mio fianco.
Non avendo mai avuto una madre e con un padre sempre preso dal lavoro, sentivo in me un vuoto insostituibile.
Avevo bisogno di un amico e lui l'aveva capito addirittura prima di me.
Pur non avendo una buona memoria, ricordo perfettamente la prima volta che gli sorrisi. Aveva fatto una battuta su un professore ed era rimasto stupito quando sorrisi, un sorriso leggero ma spontaneo.
Quel giorno, avevo deciso di fare crollare quel muro di odio che avevo creato nel corso degli anni, non era odio che lui meritava. Ce l'avevo con me stessa, ce l'avevo a morte con mia che era morta dandomi alla luce, ce l'avevo con mio padre che riuscivo a vedere solo nel weekend e riversavo il mio odio su quel ragazzo dai capelli scuri, l'unico la cui unica colpevolezza, era quella di voler essere mio amico.
Probabilmente cominciavo a maturare, cominciavo a metter da parte l'orgoglio, sta di fatto che finalmente grazie a lui, riuscii a farmi anche altri amici. Tutti loro, riuscirono a placare almeno metà di quel vuoto che avevano lasciato i miei genitori e a farmi negare un po', di quel senso di colpa che avevo impresso, come un tatuaggio indelebile, nel cuore.
Finimmo la scuola insieme, ci diplomammo insieme, nel corso di quegli anni, i migliori della mia vita, addirittura mi innamorai, ma il mio cuore venne spezzato senza pietà.
Nonostante ciò, superai tutto quanto, perché lui era lì, sempre vicino a me, nemmeno una volta, nemmanco una, mi lasciò sola.
Mi chiesi più volte perchè lo facesse, una volta glielo chiesi pure, mi rispose con il solito sorriso.
- Tra amici si fa no? - Rimasi perplessa, lui non aveva mai avuto bisogno di me, io avrei fatto lo stesso? Se lui fosse stato male, io sarei stata li ad aiutarlo?
Questa, è una domanda a cui non saprò mai rispondere.
La pioggia continua la sua melodia rilassante, chiudo gli occhi.
Mia madre e mio padre hanno lasciato un vuoto impresso nella mia anima, ero quasi riuscita a ricucirlo.
Lui, quel ragazzo dagli occhi verdi, ha lasciato un vuoto che non riuscirò mai a ricucire, ha lasciato uno sfregio, proprio sul cuore.
Sono stata una stupida.
Sapevo che era innamorato di me, me lo aveva ripetuto più volte, nonostante i miei silenzi però, era rimasto al mio fianco.
Non volevo scottarmi ancora, se fosse stato lui a ferirmi allora avrei sofferto davvero.
Avevo paura di soffrire.

Probabilmente ti amavo anch'io, ma non è questo che ti dirò una volta raggiunto.
Non sarà il mio amore che ti dichiarerò, non è questo il mio scopo, non è per questo che arriverò da te.
So già come sarà, ti cercherò disperatamente, una volta trovato, mi terrò a distanza di qualche metro, sorriderò come piace a te e ti ringrazierò per la prima volta.

- La pioggia batte frenetica sul vetro della finestra, un lampo illumina la stanza buia, il vento crea un rumore piacevole, sono calma.
Eri davvero così importante? Forse no.
La morte non è la fine di tutto, ora, la mia morte, non sarà altro che il nostro Inizio. -

FINE

Spero vi sia piaciuta ^^ accetto commentini di qualsiasi genere, anche critiche ma che siano costruttive ^^

Bye alla prossima!!

Hina-Chan

  
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