Sto perdendo il senno.

Sto impazzendo.

Ogni giorno che passa sempre di più.

Mi sembra di scivolare come in un tunnel stretto e buio, che sfocia al centro della Terra, nell’Inferno.

Ed è proprio lì che mi pare di essere, poiché sento caldo: qualcosa brucia in me, nel mio petto, con un’intensità tale che provo dolore.

Tu sei la causa di tutto questo, della mia tortura.

Il mio chiodo fisso: sei lì, conficcata nei miei pensieri e ci resti giorno e notte.

È da mesi che vado avanti così. L’anima divisa a metà.

Una parte di me ti vuole, ti desidera, ti brama. Quegli occhi celesti li vorrei solo rivolti a me. Quel sorriso solo per me. Quelle labbra solo io le posso assaporare. Quel corpo sinuoso deve essere solo mio. Sono ossessionato da te, dalla tua risata che risuona a lungo nella mia testa e dal tuo profumo.

Ma c’è un’altra parte di me che mi frena e contiene la mia pazzia crescente. La parte più razionale di me, quella che tutti decantano per la sua intelligenza e astuzia. Quella fredda e incapace di provare sentimenti. Quando penso che la voglio, questa mia parte mi dice che è sbagliato.

Lei è una compagna di team.

Lei è la figlia del miglior amico di tuo padre.

Lei è la tua migliore amica…

Lei è… solo lei, alla fine.

È questo ciò che rispondo io.

Però, la mia razionalità prevale. Sempre.

So benissimo che non posso toccarti e che non posso averti. Lo so.

So che non provi le mie stesse emozioni quando mi vedi.

Io, quando ti incontro, non posso fare a meno di ammirare la tua figura. Mi sembra perfetta. Trovo perfetto quel ciuffo ribelle che la tua acconciatura non è mai riuscita a trattenere.

Trovo perfetto quel volto sudato alla fine di un allenamento.

Tutto di te mi piace.

Anche i difetti.

E pensare che fondamentalmente ero un maschilista. Com’è potuto accadere che una femmina mi stregasse così?

Perché io sono stato stregato, non è vero?

Quella donna mi ha fatto qualcosa, senza dubbio.

A volte non so se è una fortuna o meno il fatto che gli allenamenti insieme siano sempre più rari.

Per le mie doti, vengo spesso affidato alla cura delle relazioni con gli altri Villaggi, oppure mi mettono a capo di un team.

Tu, invece, sei sempre impegnata a star dietro alla Godaime, per migliorare i tuoi jutsu medici; oppure vieni mandata in missione con Asuma e Choji.

Ti vedo sempre meno, ma ogni volta è come morire.

Da un lato, è meglio così: potresti accorgerti dei miei sguardi, bramosi del tuo corpo; sguardi che nemmeno io a volte riesco a controllare. Se te ne avvedessi, potresti spaventarti. In fondo, persino io mi faccio paura da solo: mi sento un maniaco.

D’altro canto, più non ti vedo e più ti sogno la notte.

Sento che sto impazzendo.

Ho bisogno dell’altra lei.

Sono proprio un bastardo a trattarla così: la vado a trovare solo quando necessito di compagnia femminile.

L’unica cosa che non mi fa pensare alla mia ossessione per un po’ di tempo è far sesso con un’altra donna.

E lei è sempre così disponibile nei miei confronti. Che provi qualcosa per me? O forse, semplicemente, anche lei, come me, ha bisogno di colmare un vuoto?

Non m’importa. Finché la sua porta per me sarà aperta, non mi farò scrupoli.

Non posso permettermi di farmeli, altrimenti impazzirò.

“Ehi, Shikamaru, dove vai? In missione?”

“No…vado a Suna”

“La Godaime ti manda ancora come ambasciatore, eh? Buon viaggio, amico”

“A presto”.