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Autore: FloxWeasley    24/05/2013    2 recensioni
A volte la vita prende pieghe inaspettate.
Un secondo prima sei in viaggio, diretta all'interrogatorio più importante della tua vita.
Un secondo dopo
puf.
Tuo figlio è orfano.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Under custody
capitolo uno.


La vita di una persona può essere sconvolta in un secondo.
A volte anche meno.
Basta un gesto, un'occhiata.
Una parola.

 

*

 

«Parlo con il signor Castle?» fece una voce femminile dall'altra parte della cornetta.
Chissà da dove proveniva, quella voce.
Magari dall'Europa, o dall'Alaska, o dall'appartamento di fianco.
«In persona» fece lui, allegro. «Posso sapere invece con chi ho il piacere di parlare io, signorina?»
La donna fece un piccolo sospiro.
«Sono l'assistente sociale Beatrix Mendler, la chiamo per l'affidamento di Daniel Beckett»
Il respiro di Castle si mozzò, mentre la penna con cui stava distrattamente giocando cadde a terra con un suono secco, quasi irreale.
«I-io... co-cosa?» balbettò, sforzandosi di respirare normalmente.
«Mi dispiace molto, signor Castle, ma Kate Beckett è deceduta ieri mattina. Lei è stato indicato dalla signora Beckett come possibile affidatario del bambino» spiegò la donna con un tono dolce, uno di quelli che si usano per farsi ascoltare dai bambini.
Lui scosse la testa, inebetito.
«No, lei non... »
«Signor Castle... » lo richiamò la donna. Rick inspirò profondamente, come se più aria entrava nei suoi polmoni, più si sarebbe alleviata la morsa che sentiva sul cuore.
«Kate... l-la signora Beckett ha – aveva – un figlio?» domandò infine, mentre la voce gli si spezzava su queste ultime parole.
Seguì un rumore di carte dall'altra parte, come se Beatrix cercasse il fascicolo giusto.
«Sì, signor Castle. Daniel Beckett, nato il 21 Febbraio 2014 al St. Claud Hospital di Boston» spiegò con calma la donna.
Castle trattenne il fiato.
Non ci voleva un genio per capire perché Kate avesse deciso di affidarlo a lui.
«Non... non ha altri parenti? Il padre non c'è?» domandò, più perché non riusciva ad affrontare l'argomento principale che per vero interesse. La sapeva già, la risposta.
«No, il padre è ignoto; volendo potremmo affidarlo al nonno, Jim Beckett, ma Kate aveva chiesto di lei».
Castle annuì in silenzio, asciugandosi frettolosamente le lacrime con una mano.

Non poteva dire di no, lo sapeva bene.
Non era da lui, e poi, anche volendo, non se lo sarebbe mai perdonato.
No.
Kate aveva voluto così, e lui l'avrebbe rispettata.
Anche se significava mettere da parte l'orgoglio. Anche se era doloroso.

«Sì» disse soltanto, con voce ferma. «Accetto l'affidamento di Daniel Beckett».

 

[Otto anni prima]

 

Kate si muoveva come un'ombra nella camera da letto, raccogliendo i suoi vestiti da terra silenziosamente e lanciando occhiate furtive all'uomo che russava sotto le lenzuola candide.
Si soffiò distrattamente una ciocca di capelli dal viso e fissò intensamente l'uomo addormentato.
Non ricordava nemmeno il suo nome.
Scrollò le spalle e si infilò i pantaloni scuri, guardando distrattamente fuori dalla finestra.
Non aveva importanza il nome.
Importava il suo corpo, il suo corpo che si andava a sovrapporre a quello di Castle nei suoi ricordi. E per un po' funzionava, per quei cinque, dieci minuti; a volte durava fino al mattino.
Ma quando guardava il sole sorgere, non aveva più importanza con chi avesse trascorso la notte. C'era solo un uomo nei suoi pensieri, e quello era Richard Castle.
Perché se poteva dimenticare il suo corpo, le sue mani, le sue carezze, solo usando altri uomini, si era ripromessa di non farlo con il resto.
Avrebbe amato solo quegli occhi azzurri, quel sorriso strafottente, quella voce profonda; non avrebbe amato nessun altro, mai.
Era giusto così.
Sospirò e infilò la camicia bianca, i calzini, le scarpe. Recuperò la borsa e uscì furtivamente dalla stanza.
Di notte era un'ombra qualsiasi, di giorno l'ombra di sé stessa.

 


{FloxWeasley's corner
Capitolo un po' di cacca, lo so.
E no, non voglio far passare Beckett per la troia di turno, né voglio scrivere di lei senza rispettare il suo carattere. Semplicemente, nella mia mente ha avuto questa reazione alla rottura con Castle.
Alla prossima, e grazie a chi mi segue nonostante la mia incapacità di progettare per bene una long :3

  
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