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Autore: Akemi_Kaires    24/05/2013    3 recensioni
{Bakuryushipping; Gold/Sandra}
Piccoli frammenti di vita quotidiana, piccole storie su una relazione insolita e speciale. Perché l'amore è imprevedibilmente sorprendente.
Nona Settimana: «Che ne dici di stare un po’ con me? O il grande Campione non ha tempo da dedicare a una sua grande fan?»
Decima Settimana: «Potevi anche dirmelo che avevi intenzione di tradirmi con mio cugino»
Undicesima Settimana: Come ogni fidanzata degna del suo nome, Sandra possedeva numerosi pregi, ma anche altrettanti difetti.
Dodicesima Settimana: «Mi manca ogni cosa di lui. La sua voce, la sua presenza, il suo amore, il suo profumo, la sua risata e, soprattutto, il suo bel corpo. Quando tornerà a casa, dovrà concedermi tutto di lui, pure con gli interessi».
Tredicesima Settimana: Sandra non avrebbe potuto fargli regalo migliore del suo amore e della sua cieca fiducia.
Quattordicesima Settimana: «Mi ricordi molto il mio Edgy, Goldy caro. Sei proprio un tipo per bene, gentile e garbato, un vero e proprio figurino. E scommetto che sei pure ben fornito».
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gold, Sandra
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Ed eccoci alla fatidica Tredicesima Settimana, conosciuta da alcuni lettori come la fatidica Settimana. Perché? Beh, semplicissimo. Date un’occhiatina al rating della Raccolta. Avete notato il colore? Perfetto. Se è diventato arancione, un motivo c’è. Eccome se c’è. Ebbene sì, carissimi lettori! Questa è la Settimana. È dalle sei di sera che lavoro a questo Capitolo particolare, quindi posso dire di aver dato l’anima per farlo. Ne sono soddisfatta, lo ammetto senza pormi troppi problemi. L’unica cosa che mi auguro è che sia di gradimento anche a voi!

Questa Settimana è ambientata il 21 Luglio, ossia il compleanno di Gold, nella camera casa di Sandra. Il nostro amato Allenatore compie diciassette anni, almeno in questa raccolta. Non so quanto tutto ciò che leggerete possa essere di vostro gradimento, ma mi piacerebbe ricevere opinioni in merito.

Dopo tutto ciò, cominciamo con i Ringraziamenti! Un grazie di cuore a chi mi segue e recensisce, perché mi date sempre la forza di continuare. Inoltre, ci tenevo a ringraziare di cuore Cheche e Faint, per avermi spronata a dare il massimo per questo capitolo!

Detto questo… Buona lettura!

 

 

Tredicesima Settimana:

Unione

 

 

Un’espressione di puro stupore si dipinse sul volto di Gold, non appena Sandra gli porse un piccolo pacchetto. L’Allenatore sfiorò la carta del regalo – celeste, come quelle iridi raggianti che lo osservavano con ansia e al contempo affetto -, mentre cercava di immaginare che cosa quest’ultimo potesse contenere. Aveva ricevuto numerosi doni quel giorno – come la PokéBambola gigante a forma di Snorlax da parte di sua madre, che pareva essersi scordata del fatto che suo figlio avesse compiuto diciassette anni, e un set di PokéBall da parte di Cetra -, ma nessuno di quelli gli aveva fatto traboccare così tanto il cuore di felicità.

«Non avresti dovuto disturbarti» mormorò senza fiato, indugiando ancora un istante prima di prendere a scartarlo con certa emozione. La tensione nell’aria era a dir poco palpabile: che cosa mai poteva esserci dentro quella scatoletta?

«Smettila di dire idiozie e aprilo» lo rimproverò affettuosamente l’altra, mentre si fingeva seccata ed esibiva tutta la sua esasperazione. «Non so neanche se ti piacerà. Sappi, però, che ci ho messo una vita per trovare qualcosa che ti potesse piacere».

Gli occhi dorati del giovane si sbarrarono per la meraviglia, una volta eseguito l’ordine della sua bella. Strinse tra le mani quel nuovo completo da Allenatore, tastando la morbidezza del tessuto e inspirando profondamente il suo profumo. Per quanto fosse un pensiero semplice e poco elaborato, l’aveva lasciato senza fiato; dopotutto, il suo valore simbolico era molto alto.

Ammirò il volto della Capopalestra sorridente, in quel momento a dir poco soddisfatta della reazione e dell’emozione suscitate.

«È stupendo» trovò solo la forza di commentare, ancora troppo stupito per poter ideare una formula di ringraziamento più curata e idonea alla situazione. Tante erano le cose che avrebbe voluto dire in quel momento, eppure il fiato per poterle esalare non era sufficiente.

La Domadraghi si passò una mano nei capelli, assumendo posa e atteggiamento superiori. «Ma certo che è stupendo. Infatti, ti è stato regalato da una persona bellissima come me. Che cosa potevi mai aspettarti?» esclamò con aria saccente, senza preoccuparsi di essere eccessivamente narcisista e piena di sé.

Gold ben sapeva che, dietro quell’atteggiamento arrogante, si nascondeva in realtà un sentimento di gioia pura. Nonostante la donna cercasse di nasconderlo ai suoi occhi, doveva essere davvero sollevata e felice di vederlo così soddisfatto. Dopotutto, non aveva forse detto di aver cercato in lungo e in largo un regalo in grado degno di essere chiamato tale? Se avesse avuto a che fare con una persona qualunque, non avrebbe di certo sprecato il suo tempo prezioso.

Eppure, Sandra lo aveva fatto: aveva gettato al vento ore di allenamento, pur di poter godere di quell’istante di meraviglia e contentezza.

«Non mi chiedi se è tutto qui?» esordì improvvisamente la fidanzata in questione, destandolo in modo brusco dai suoi pensieri. Lo sguardo della futura Maestra Drago era fisso su di lui, quasi lo stesse studiando, in attesa di una risposta da parte sua. Sembrava quasi che si aspettasse qualcosa, un gesto, un’azione, un segnale.

L’Allenatore non seppe come rispondere. Interdetto, indugiò per una manciata di secondi, nell’attesa di trovare le parole giuste per risponderle. Che cosa doveva rispondere? O meglio, che cosa la Capopalestra voleva sentirsi rispondere? Se doveva essere franco, non ne aveva la benché minima idea.

«Non penso che tu abbia avuto il tempo per pensare a un altro regalo da farmi, impegnata come sei…» disse il ragazzo, sicuro su ciò che stava affermando. Difatti, dato che la Domadraghi aveva solo una serata libera da dedicargli, come avrebbe potuto ritagliare altro tempo libero per cercare altro per lui? Sarebbe stato impossibile, dati i suoi innumerevoli doveri.

A dispetto delle sue aspettative, però, una risatina ilare sfuggì dalle labbra della giovane donna. La futura Maestra Drago scosse il capo con estremo disappunto, per poi sporgersi leggermente verso di lui. «Fai ancora in tempo a chiedermelo, Tappo» mormorò sibillina, mentre il suo sguardo si fondeva con quello del fidanzato.

«Se proprio insisti, allora te lo chiedo» stette allora al gioco, non potendo fare a meno di domandarsi quali fossero le intenzioni della bellissima e attraente ragazza di fronte a lui. Per un qualche motivo a lui inspiegabile, il suo cuore prese a martellare violento nel petto con l’avvicinarsi dell’esperta di Pokémon Drago. Più la distanza tra loro diminuiva, più sentiva un insolito calore divampare nel suo petto. Nonostante quel tumulto di emozioni potenti e nuove, che gli infondevano un’insolita e tonificante energia, trovò la forza necessaria per porre quel quesito con voce sostenuta: «Sentiamo, che cosa hai intenzione di regalarmi?».

Sebbene avesse cercato di nasconderlo ai suoi occhi, gli fu impossibile mascherare la sua quanto mai evidente curiosità. Provocandolo in quel modo e risvegliando ardori sopiti, Sandra aveva catturato la completa attenzione dell’Allenatore.

Entrambi trattennero il respiro per un breve istante, non appena il volto della Capopalestra si trovò a un soffio da quello del nuovo Campione di Johto. Per quanto la tentazione di unire le loro labbra in un bacio passionale fosse forte, sopirono i loro istinti – seppur a malavoglia – e si concentrarono sull’intensità di quel momento.

Un sorriso beffardo si dipinse sul viso niveo della donna, non appena lesse visibile tensione nelle iridi dorate del suo compagno. «Sai una cosa? Mi è passata la voglia di dirtelo, dato che ci hai messo troppo a chiedermelo» lo canzonò, con il chiaro intento di stuzzicarlo ancor più di quanto non avesse già fatto, per alzarsi dalla sedia e allontanarsi in modo sensuale da lui. «Ora ti arrangi, mio caro Nano».

«C-Cosa?!» balbettò il ragazzo, dopo essersi ripreso dall’iniziale stordimento, per poi scattare immediatamente in piedi e raggiungere la sua bella. «Ma se eri tu a volermelo dire! Per favore, parla, io…».

Tuttavia, non fece in tempo a concludere la frase. La Domadraghi si voltò di scatto e intrecciò le dita nei suoi capelli corvini, attirando poi il corpo del fidanzato a sé e intrappolando la sua bocca in un bacio carico di puro affetto. L’Allenatore, dapprima con gli occhi sbarrati e ogni muscolo teso per lo stupore, si rilassò sotto il tocco dell’amata, lasciandosi trasportare dalla miriade di emozioni e sensazioni che presero a travolgerli in una tormenta di passione.

«Mi fido di te» mormorò senza fiato la giovane donna, poco dopo aver interrotto quel contatto intimo, poggiando la sua fronte contro quella del ragazzo. Fuse il suo sguardo limpido e sereno con quello del giovane, mentre gli sorrideva con amore e complicità.

Ventun Luglio, ore 21:30. Sandra non avrebbe potuto fargli regalo migliore del suo amore e della sua cieca fiducia. In quell’istante, a Gold parve quasi di poter spiccare il volo, tanto grande era la sua felicità. Avvolse l’amata in un abbraccio possessivo e caloroso, come se fosse la cosa più preziosa che possedeva.

Per quanto fosse più grande di lui, bellissima, sensuale e dannatamente provocante, in quel momento gli pareva quasi fragile e delicata. Lesse innocenza e purezza nei suoi occhi limpidi, che in quel momento gli stavano comunicando quel sincero sentimento nutrito nei suoi confronti.

E le loro labbra tornarono a sfiorarsi una volta, poi ancora cento volte, poi ancora mille volte; un dolce preludio che preannunciava un atto di puro amore.

 

Sdraiata sulle coltri morbide del suo piccolo letto a una piazza e mezza, Sandra ammirò il suo bell’amante sopra di sé. Accarezzò il suo viso più volte, cercando di infondergli quanta più sicurezza e determinazione possibile, mentre lo incitava a non indugiare e a lasciare che fossero le sue emozioni a prendere il sopravvento.

I vestiti, stoffa ingombrante e superflua, presero ad ammonticchiarsi sul pavimento freddo di quella piccola e accogliente stanza, mentre l’atmosfera si faceva via via sempre più pregna di calore ed eccitazione.

Finalmente, dopo tanto sperare e altrettanto desiderio, il sogno di entrambi gli amanti si stava tramutando in realtà. Fiducia e amore li spingeva ad agire, a sfiorare con devozione ogni centimetro di pelle, a studiare e vezzeggiare ogni parte dei loro corpi, anche i recessi più intimi. Ogni atto si svolgeva lentamente, senza troppa fretta ed eccessive pretese, dando a ciascuno di loro il tempo di concentrarsi sulle proprie azioni e  sulla magia di quel momento – e dando loro il tempo di amarsi sinceramente e di farlo capire l’uno all’altra, comunicando a gesti ciò che a parole era impossibile esprimere.

Nascosti da sguardi indiscreti, lontani da ostacoli, voleri altrui e aspettative, i due fidanzati cominciarono a procedere a passo sempre più spedito verso il paradiso. Dopo piccole risate, sorrisi carichi d’affetto, passione, ultimi timori e frasi affettuose sussurrate con voce ansimante, i loro corpi si unirono fino a divenire un’entità sola. Ci furono istanti di smarrimento e di tensione, di paura e di dolore, ma nulla impedì ai due amanti di portare a compimento il loro amore.

Per quanto imperfetta e scoordinata potesse sembrare, la loro danza passionale era travolgente e meravigliosa - o almeno, così appariva ai loro sensi, in quel momento in delirio e completamente assuefatti da emozioni travolgenti. In quegli istanti di puro affetto, non avrebbero potuto desiderare di meglio.

Entrambi si trovavano in compagnia della persona amata, protagonisti di un sogno tramutato incredibilmente in realtà, custodi di un sentimento puro e intoccabile: nulla avrebbe potuto intaccare in alcun modo la magia di quel momento intimo, perché loro l’avrebbero difesa anche a costo della vita stessa. Il legame che li univa era saldo e incorruttibile, tanto che nemmeno la spada più affilata dell’odio e dell’invidia avrebbe potuto spezzare il filo che li congiungeva – perché loro l’avrebbero tenuto per sempre unito, qualunque fosse il prezzo da pagare.

E in quella certezza, nella loro unione eterna consacrata da quell’amplesso, nell’amore e nella fiducia, i due amanti raggiunsero il paradiso.

 

«Ti amo».

Senza neanche volerlo, entrambi i fidanzati pronunciarono simultaneamente il loro giuramento d’amore. Si guardarono negli occhi, leggendovi specularmente gioia immensa e affetto sincero, mentre le loro labbra rosse per i troppi baci si curvavano in espressioni felici. Abbracciati e provati dalla travolgente passione che li aveva colti, si cullarono in quella notte a dir poco magica, proteggendosi dalle insidie di quel mondo esterno tanto avverso alla loro unione.

Erano diventati una cosa sola e nulla sarebbe stato in grado di dividerli. Anche se il mondo intero si fosse opposto alla loro relazione, non si sarebbero mai arresi, né si sarebbero lasciati vincere dall’invidia e dall’odio.

Con questa convinzione, entrambi si assopirono, lasciandosi trasportare in un mondo di pace e serenità.

  
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