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Autore: gaeshi    10/12/2007    5 recensioni
La mia prima fict in assoluto!
Parla di una ragazza molto particolare, una sorella per Kei e qualcosa di più per Yuriy...
Spero vi piaccia!!
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Takao Kinomiya, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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...I Bladebreakers hanno vinto, il torneo è finito, è giunto il momento dei saluti. Yuriy è sempre stato innamorato di Stella, e adesso che l' ha rivista non riesce a smettere di pensare a lei; ma non trova il coraggio per rivelarle i suoi sentimenti (povero piccolo dolce lupacchiotto...). Non può immaginare che anche Stella prova la stessa cosa...

LUOGO: Mosca, Monastero Barkov

Leggere gocce di pioggia scendevano dal cielo grigio...
“No Stella, non voglio che tu pianga! Vedi, inizia anche a piovere...”
“m-mi dispiace... non è colpa mia se faccio piovere quando sono triste...”
“Non è per la pioggia...semplicemente non voglio che tu pianga!”
“Ma lo stai facendo anche tu!”
In effetti una lacrima era rotolata sulle guance pallide di Yuriy... La ragazza vedendolo riuscì a sorridere, un sorriso molto triste, ma pur sempre un sorriso.
“Ecco vedi, sei molto più bella quando sorridi... Aspetta, ti voglio fare un regalo”
Raccolse le loro lacrime in una mano, e grazie ai suoi poteri creò un ciondolo azzurro a forma di cuore fatto con le due lacrime unite
“Così non ti dimenticherai di me” sussurrò
“sarebbe impossibile... Yuriy...Grazie, è stupendo” rispose Stella con voce rotta
“Con questo al collo non sentirai più freddo, ti ho trasmesso parte dei miei poteri”
“grazie...” ripeté la ragazza.
Poi le lacrime ricominciarono a scendere dai suoi occhi viola
“Yuriy non voglio andarmene, non voglio perderti, non voglio doverti dire addio, non voglio!” e lo abbracciò forte; Yuriy la strinse a sè e le mormorò all'orecchio “Non è un addio. Ci rivedremo, te lo prometto; dai, non piangere, o farai piangere anche me...E quando piango io grandina, lo sai...”
“hai mai pianto in vita tua?” “Con questa fanno tre volte...”

In quel momento la voce di Kei si fece sentire nell'aria fredda del chiostro del monastero “Stella!”, seguita da quella di Takao, che con la sua solita gentilezza e il suo tatto da ippopotamo urlò “dai, datti una mossa, o perderemo l'aereo!”.
Poi borbottò “lo sapevo, non dovevamo ammetterla in squadra, se non era per Kei...” “Takao, vuoi un pugno adesso o subito?” lo minacciò il ragazzo in questione.

“Arrivo” rispose Stella.
Abbracciò di nuovo Yuriy, sperando che facesse qualcosa, qualsiasi cosa che le facesse capire che i suoi sentimenti erano ricambiati... Sentiva il cuore battere all'impazzata...
Ma il rosso si limitò a stringerla forte.
“Ciao, Stella” “Ciao, Yu” rispose con un fil di voce desiderando una sua reazione... Yuriy si limitò a sorridere molto tristemente e a guardarla negli occhi.

"Dai Yuriy, dillo, dillo! Sono anni che la sogni tutte le notti, ora è qui davanti a te, diglielo!" si disse il Wolborgblader.

Non fece in tempo ad aprire bocca che due colpi di clacson e gli strilli di Takao riportarono i due coi piedi per terra.
“Alloraaaa!!!! Veh che ti lasciamo qui!!!!”
“Magari...” sussurrò Stella, poi si voltò e si diresse verso il taxi che avrebbe portato i Bladebreakers all'aeroporto per tornare in Giappone.
Chiuse le portiere, Stella si girò l'ultima volta verso i cancelli: Yuriy era ancora lì, che la guardava con i suoi meravigliosi occhi color ghiaccio che esprimevano una tristezza infinita.
Proprio in quel momento l'auto partì, e Stella si sentì vuota e sola come non lo era da tempo.
Suo fratello le chiese “ehi Stella, tutto a posto?” “Sì Kei, non preoccuparti” rispose continuando a guardare fuori.

Arrivati all'aeroporto, l'altoparlante iniziò a gracchiare qualcosa in russo; Max, Rei, Takao e il Prof K si voltarono verso i fratelli Hiwatary, gli unici che avessero potuto capire il messaggio.
Kei riferì che tutti i voli erano annullati a causa di una tempesta improvvisa.
“Una tempesta improvvisa?” Max corse alle finestre e disse “Ehi ragazzi, it' s right, guardate che grandine!”

"Grandine?"

Il cuore di Stella fece un salto, e le parole di Yuriy le tornarono in mente "...quando piango io grandina, lo sai..."
Senza pensarci un attimo si alzò e corse fuori dell'aeroporto.
I suoi compagni la videro e le urlarono dietro “Stella, che fai? Torna indietro, è pericoloso uscire!”
La ragazza si girò solo un attimo per guardare suo fratello negli occhi, sperando che capisse.
Per fortuna fu così, perché Kei disse agli altri “Ragazzi, lasciatela andare, è importante” “perché? Dove sta andando?” chiese quel curiosone del Prof K
“Non lo so, lo sai che le donne sono strane...” gli rispose il Dranzerblader con un sorriso strano.

Una volta fuori dell'aeroporto Stella si rese conto di non sapere da che parte fosse il monastero; si fermò un attimo e guardò il ciondolo che le aveva dato Yuriy.
Al suo interno era comparso un ideogramma giapponese... Stella lo vide, il cuore le saltò nuovamente in petto, e riprese a correre seguendo solo il suo istinto.

Finalmente riconobbe da lontano la sagoma del monastero dove aveva trascorso l'infanzia.
Si precipitò verso la lugubre struttura che in mezzo alla tempesta appariva ancora più inquietante, ma trovò il cancello chiuso... e nessuna traccia di Yuriy.
Allora si fermò a riflettere, con la grandine che le sferzava il viso... ma grazie al magico ciondolo non sentiva il gelo polare che si era abbattuto su Mosca.
All'improvviso si ricordò del parco appena fuori città che piaceva tanto a Yuriy, e pensò che uno come lui non avrebbe gradito molta gente attorno in quel momento.
Vi si recò, e finalmente lo vide. Il ragazzo era seduto su una panchina ricoperta di ghiaccioli, con il viso tra le mani, scosso da evidenti singhiozzi.

“Yuriy!”

Il rosso si costrinse a non alzare lo sguardo, temeva fosse un'invenzione della sua mente e non voleva soffrire ancor di più.

“Yuriy!”

"No, non devo guardare, vedrei solo il nulla, non devo guardare, sicuramente a quest'ora lei è già sull'aereo..." si disse il Wolborgblader. Non gli veniva in mente che con un tempo così nessun aereo poteva anche solo pensare di decollare!

“Yuriy...” ripeté Stella, arrivando proprio di fronte a lui.

Allora il ragazzo non ce la fece più, sapeva che avrebbe sofferto ancora, ma la sua voce gli sembrava così vicina, così vera... Incredibile che scherzi possa giocarti la mente proprio quando ne hai meno bisogno...
Ormai senza più forze alzò gli occhi di ghiaccio, consumati dal pianto che non faceva da tanti anni, e la vide.
Bella, bella come non l'aveva mai vista prima, con i lunghi ricci rossi scompigliati dalla corsa, il fiato corto che disegnava piccole nuvole nell'aria fredda, mentre lo guardava con i suoi stupendi occhi d'ametista.
"Troppo bella per essere vera..."

“Stella...”
“Yuriy!”

In quel momento capì che era lei, davanti a lui, non era un sogno.
Si alzò in piedi.
"Presto Yuriy, dille qualcosa!" si costrinse a pensare, ma lei lo anticipò.
“Yu ti prego dimmi la verità: cosa c'è scritto qui?”
Sperava con tutta l'anima che non fosse un errore di scrittura, dopotutto il giapponese è complicato da scrivere, figuriamoci poi per un russo...
Gli mostrò il ciondolo, in cui compariva splendente una scritta...

TI AMO

Yuriy fece un respiro profondo, poi guardò Stella negli occhi, quegli occhi che erano riusciti a sciogliere il suo cuore di ghiaccio.
“C'è scritto ti amo. Perché io ti amo Stella. Mi dispiace non avertelo detto prima, ma non trovavo il coraggio. Non posso vivere senza di te”
La ragazza restò immobile, tanto che Yuriy iniziò a preoccuparsi seriamente.

Ma poi lei respirò di nuovo e sorrise.
Un sorriso più luminoso di un raggio di sole, accompagnato dalle parole che resero Yuriy il ragazzo più felice della Terra.
“Anch'io ti amo...”

E mentre tutta Mosca gioiva al rispuntare del sole, i meteorologi si interrogavano su quel cambiamento di tempo così anomalo, i Bladebreakers si chiedevano dove fosse finita la loro seconda riserva (“Lo sapevo, non ci si doveva fidare di lei...” “Takao, vuoi un pugno adesso o subito?” “Uffa Kei, è tua sorella, valla a cercare!” “E perché? è al sicuro” “e tu che ne sai?” “Ne so, ne so...”) e un fratello nascondeva una punta di gelosia verso la sorella che ora immaginava tra le braccia del suo amico d'infanzia, un ragazzo di 16 anni con gli occhi di ghiaccio e una ragazza di 15 con gli occhi d'ametista, uniti nel loro primo bacio sentivano di poter toccare il cielo con un dito.


Beh... allora che ne dite?^^
Ho anche scritto una breve one-shot su un seguito, che forse pubblicherò, sempre che questa non faccia così schifo!

See ya
Gaeshi
  
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