Grazie per avermi lasciato la porta aperta
Di solito le storie dell'orrore sono ambientate in una notte buia e tempestosa, dove i lupi ululano alla luna e in casa si sentono rumori strani.
Ma quella che vi sto per raccontare, è ambientata in una casa normalissima, in una mattinata di maggio piena di sole.
Quel giorno, a causa del mal di pancia, Eddy era rimasto a casa con la madre. Dopo alcune ore passate a giocare e a leggere, Eddy decise di accendere il computer:
<< Tesoro, vado a fare un po' di spesa... non aprire a nessuno mi raccomando! >>
<< Va bene mamma >> disse il ragazzo, cliccando ripetutamente sul mouse. La donna si chiuse la porta alle spalle.
Eddy sospirò: odiava rimanere da solo. Più volte sua madre lo aveva ritrovato rannicchiato in un angolino a piangere e più volte i suoi parenti lo prendevano in giro per quello.
Ma ora non era più un bambino.
Era un ometto, era cresciuto e aveva capito che i mostri non esistevano. Come per confermare di essere diventato coraggioso, cominciò a navigare tra siti zeppi di leggende e storie paurose. Dopo una buona mezz'ora passata a leggere tutte quelle storie, cominciò a sentire strani rumori: come se qualcuno stesse graffiando la porta.
Dando la colpa alle storie appena lette, Eddy non ci fece caso. Poco dopo squillò il telefono:
<< Pronto? >>
<< Tesoro, sono la mamma >>
<< Dimmi >>
<< Sto arrivando a casa con le borse della spesa, ho dimenticato di prendere il latte..dovrei tornare indietro a comprarlo..potresti prenderti le borse perfavore? >>
<< Certo mamma, scendo subtio >> e riattaccò. Si infilò le scarpe e gettò uno sguardo al computer: avrebbe continuato a leggere le storie più tardi.
Lo spense.
Poi aprì la porta, dimenticandosi di chiuderla e scese le scale. Una volta incontrata sua madre, afferrò le borse e risalì le scale. Si accorse della porta aperta "che stupido" pensò "qualcuno sarebbe potuto entrare!" e la richiuse. Entrò in cucina, posò le buste sul tavolo e poi rientrò nella sua camera.
Le persiane della finestra erano abbassate, strano. Ricordava di averle lasciate alzate. Facendo spallucce le rialzò, lasciando che i luminosi raggi del sole entrassero nella stanza.
Si sedette sul letto e volse lo sguardo alla scrivania, dove vi era il computer.
Sullo schermo, scritto in gocciolante sangue rosso vi era scritto:....
"Grazie per avermi lasciato la porta aperta".
Angolo autrice:
Salve salvino, utente utentino.
Allora, che dire di questa storia. Più o meno è tratta da una mia vicenda accaduta realmente, solo che poi si era rivelato tutto uno scherzo.
E meno male.
Beh, mi scuso per non esserci stata per tanto tempo, ma ho avuto una specie di "crisi" inventiva. Prometto di essere più presente!
:) Baci, a presto!
-Dars_Leona