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Autore: Bale    25/05/2013    1 recensioni
Il famoso scrittore Noah Gallagher (già protagonista della mia FF "Amori Sbagliati") si trova in un grave momento di crisi.
Non sa più chi è, non scrive più. Si sente solo e smarrito nel mondo.
L'unica persona che potrebbe risolvere tutti i suoi problemi si trova a Roma, ma lui non ha il coraggio di tornare da lei.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Notizie Inaspettate








Olga era seduta al tavolino di un bar.

Sorseggiava il suo caffè macchiato e non poteva fare a meno di pensare a Noah.

L’ultima volta che si era ritrovata in un bar con un uomo era stato quando Noah le aveva aperto il suo cuore. Le aveva parlato di Katherine, dell’amore folle che aveva provato per lei e della delusione che subito dopo aveva invaso il suo cuore facendogli chiedere a se stesso cosa doveva provare.

Lo ricordava ancora nitidamente. La sua barba incolta, il suo viso dispiaciuto e le sue mani strette in grembo a contorcersi. Quel giorno si era accorta di amarlo. Lo aveva amato con la mente oltre che con il cuore, affascinata da un uomo tanto sensibile e sincero. Era stato trasparente con lei, era stato vero, reale.

Alzò lo sguardo sulla figura che aveva davanti.

Lui le sorrise.

Stefano era appena stato in ufficio con lei e aveva firmato il suo bel contratto.

Non smetteva di sorridere. Si sentiva felice. Aveva finalmente portato a termine qualcosa di concreto, aveva realizzato il suo sogno di scrittore.

Aveva ordinato una tazza di tè, poi se ne era rimasto in silenzio per tutto il tempo a guardarla, a contemplarla.

Olga era una donna molto attraente. I suoi occhi chiari e profondi lasciavano intendere che ne aveva passate tante nella vita, ma che alla fine aveva trovato il coraggio di reagire. Stefano sapeva che lavorava da poco per quella casa editrice, che aveva cambiato casa. Aveva dato una svolta alla sua vita e, per un attimo, si chiese quale potesse essere il motivo che l’aveva spinta a tanto. Forse aveva perso qualcuno di importante, proprio come lui.

Stefano era vedono da tre anni ormai. Lui e sua moglie non avevano potuto avere figli proprio a causa della sua malattia. Era rimasto solo, completamente solo in una città troppo grande, in un mondo troppo meschino.

Per lui, dunque, pubblicare quel libro era una doppia vittoria.

Lo aveva fatto per lei, per Agata, e ci era riuscito. Aveva finalmente dato un senso alla sua vita da vedovo, aveva trovato il modo e soprattutto il coraggio di risollevarsi dopo tanto tempo.

-Ha firmato un gran bel contratto-

Finalmente Olga parlò. Quel silenzio era diventato troppo pesante da reggere.

Stefano annuì.

-Lo dovevo a mia moglie-   rispose chinando il capo.

Olga si stupì. Non aveva pensato ad una moglie e, soltanto in quel momento, notò che in effetti Stefano non portava la fede al dito.

-E’ sposato?-   chiese chinando la testa di lato, incuriosita.

Lui scosse la testa.

-Lo ero-   rispose alzando lo sguardo su di lei, fino ai suoi profondi e tristi occhi chiari    -Sono vedovo-

Olga si portò una mano alla bocca.

-Mi dispiace, non lo sapevo-

-L’ho scritto per lei-   la interruppe lui    -Il libro è un regalo per lei-

Olga provò l’impulso di accarezzargli un braccio, come in un tempo ormai lontano aveva fatto con Noah.

Si trattenne. Stefano non era Noah, doveva smettere di paragonare l’uno all’altro. Doveva decidersi.

Provava una strana sensazione quando si trovava in presenza del signor Fosso, una sensazione che non riusciva a spiegare, del tutto diversa da quella valanga di emozioni che solo Noah sapeva suscitargli. Erano emozioni diverse, ma non per questo l’una era migliore o peggiore dell’altra.

All’improvviso il suo cellulare vibrò nella borsa, costringendola a scuotere la testa per riportarla alla realtà.

-E’ il suo-   disse Stefano indicando la sua borsa appesa al bordo della sedia proprio dietro le sue spalle.

Olga recuperò il cellulare e rispose alla chiamata.

-Sì va bene, arrivo subito-   la sentì dire lui.

Chiuse la chiamata e ripose il cellulare nella borsa, poi estrasse il portafogli.

-Neanche per sogno-   disse Stefano, afferrandole il polso per fermarla    -Offro io. E’ la mia festa-

Lei sorrise e ripose il portafogli nella borsa.

-Grazie-   sussurrò    -Ma ora devo proprio andare. Gerry vuole vedermi-

-Non ci saranno problemi con il mio contratto?-   chiese lui allarmato, lasciandole andare il braccio.

-Non credo-

Si alzò ed uscì dal locale, voltandosi a guardare Stefano attraverso la vetrina.

Rimase lì a fissarlo per una decina di minuti, mentre lui finiva il suo tè assorto nei suoi pensieri.

Era vedovo. Aveva sofferto molto, era evidente.

Anche lei aveva sofferto per Andrea.

Quando Stefano fece per alzarsi, lei si decise ad attraversare la strada per ritornare in ufficio.

 

Salì le scale e raggiunse l’ufficio del suo direttore.

Bussò delicatamente alla porta e, soltanto dopo aver udito una parola di assenso, l’aprì per entrare.

Gerry era seduto alla scrivania, come al solito. Aveva uno strano ghigno dipinto sul viso tondo e paffuto.

Olga non riusciva proprio ad immaginare cosa ci potesse essere da sogghignare tanto, ma era comunque lieta di non averlo trovato furioso.

Non aveva mai assistito ad una sua sfuriata, ma quando aveva ottenuto il posto, i suoi colleghi le avevano raccontato un sacco di aneddoti. Gerardo Armani era il classico bonaccione, sempre sorridente e con la battuta pronta. Calpestava gli altri con piacere, ma grazie al suo atteggiamento allegro, la gente spesso non ci faceva caso. Tuttavia, quando si arrabbiava diventava una vera e propria bestia. Alcuni suoi colleghi lo avevano visto rovesciare la scrivania e tirare dei manoscritti dietro a dei giovani scrittori che fuggivano via terrorizzati.

-Vuoi sentire l’ultima?-    chiese senza smettere di sogghignare.

Olga andò a sedersi di fronte a lui, poi annuì.

-Quello scrittore inglese…-

-Gallagher?-   chiese Olga sgranando gli occhi stupita.

-Esatto!-     esclamò Gerry   -Proprio lui!-

Fece una pausa e si accese una sigaretta senza neanche chiedere se a Olga dava fastidio.

-Cosa ha fatto?-   chiese lei sulle spine.

-E’ tornato!-   comunicò lui alzandosi in piedi e facendo un leggero inchino.

-Ha scritto un nuovo romanzo?-

Olga era sempre più incredula e confusa.

Erano settimane che ormai non faceva altro che pensare a lui.

-Proprio così-   rispose Gerry girando intorno alla scrivania  e prendendo a passeggiare alle  sue spalle.

-E a noi dovrebbe importare? Se non sbaglio in Italia lo pubblica un’altra casa editrice-

-Ed è proprio qui che sta il colpo di scena!-

Gerry era euforico, totalmente fuori di sé. Se Olga non lo aveva mai visto furioso, era altrettanto vero che non l’aveva mai visto neanche in quello stato.

-Non ti seguo-   disse, in cerca di una spiegazione un po’ più chiara.

-La sua solita casa editrice non vuole pubblicarlo più, dopotutto è passato tanto tempo dalla pubblicazione del suo ultimo libro. Pensano che potrebbe essere un flop-

-Ma potrebbe essere anche un grande ritorno-    rispose lei d’impulso.

Gerry si fermò di scatto e si voltò a guardarla.

Anche Olga si girò sulla sedia per vedere meglio il suo interlocutore.

-Lascia stare l’altra casa editrice, tu lavori per questa-   disse con tono di rimprovero, indicando il pavimento con il suo indice paffuto    -Devono starti a cuore i nostri interessi, non i loro-

-Cosa stai cercando di dirmi?-

Olga strinse gli occhi incuriosita.

-Che ho comprato i diritti-    comunicò soddisfatto    -Lo pubblichiamo noi-

Olga spalancò la bocca, poi se la coprì con la mano.

Noah aveva scritto un nuovo romanzo e lei lo avrebbe pubblicato in Italia? Era un sogno, doveva per forza esserlo.

-Domani avrò il manoscritto in lingua originale. Lo leggerai tu visto che conosci bene la lingua e soprattutto visto che mi fido ciecamente di te-

Olga sorrise a quel complimento, ma non abbandonò il suo stupore.

Troppe notizie scioccanti le erano state comunicate all’improvviso, tutte insieme.

-Perfetto-   riuscì a dire semplicemente.

-Non so a che ora arriverà, sai, per via de fuso orario-   proseguì Gerry riprendendo la sua passeggiata.

-Fuso orario?-   chiese Olga confusa    -Ma la differenza è soltanto di un’ora-

Gerry si voltò di scatto.

-Un’ora?-    ripeté sbalordito    -No, mia cara. In California la differenza è ben più di un’ora-

Si sentì quasi svenire. Cosa diavolo stava succedendo?

Era davvero cambiato tutto?





   
 
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