Mi sto ripetendo questo nome da giorni, per stamparlo nella mia mente, in modo da non dimenticarlo mai.

-...Sai...-

Mi fa sorridere il pensare che non è nemmeno il tuo vero nome. Quello è sempre stato un segreto. Un segreto che non hai mai rivelato.

-...Sai...-

Ricordo il nostro primo incontro, quel soleggiato pomeriggio di tanto tempo fa, quando mi chiamasti “racchia”, irritandomi sin dal primo momento.

-...Sai..-

La battuta che facesti su Sasuke, nello stesso giorno, mi fece pensare che fra me e te si sarebbe frapposto sempre un muro.
Come mi ero sbagliata...

-... Sai...-

Non ti sei mai aperto agli altri, non hai mai mostrato la tua vera identità, preferendo nasconderti dietro alla tua solita faccia ingenua piuttosto che cercando di aiutare qualcuno...
Ma allora perché l’hai fatto?

-...perchè Sai?...-

Perché, fra tutte le missioni pericolose fatte insieme, hai scelto proprio quest’ultima?
Perché ti sei posto fra me ed il nemico?
Quel colpo era diretto a me, dovevo essere io quella che cadeva in ginocchio, accasciandosi sul duro suolo, mentre l’erba si tingeva pian piano di rosso...

-...perchè l’hai fatto?...-

Sacrificandoti per me, mi hai causato solo dolore.
è difficile dimenticare il tuo viso che si faceva via a via più cinereo, mentre lentamente, guardandomi negli occhi, cedevi come lo stelo di un fiore appassito.
Mi hai pure sorriso, quando mi sono chinata su di te, incredula e spaventata.
Cercavi di tranquillizzarmi?
Forse.
Non lo potrò mai sapere.

-...perchè...-

Stringo con più forza il piccolo vaso di gigli che tengo fra le mani, il mio ultimo dono per te, chinando il capo per nascondere le lacrime che stanno iniziando a rigarmi il viso.
Chissà se ti piacciono i gigli...
Scaccio via questo futile pensiero scuotendo il capo.
No, non è così futile, si somma all’innumerevole quantità di informazioni che non ci hai mai dato...

-...ora ho perso anche te...-

Mi volto, non sono stata io a parlare: il nostro compagno di team è seduto accanto a me, lo sguardo vuoto fisso davanti a sé. Una folata di vento ne agita i capelli color grano.
Naruto...
Fra te e lui non è mai scorso buon sangue, i vostri continui battibecchi, causati dalla tua lingua troppo tagliente, animavano ogni nostra missione.
Eppure, ora che non ci sei, la tua mancanza è avvertita come una perdita.
Sei il suo secondo fallimento, dopo Sasuke.
Sei la seconda persona che non è riuscito a salvare...

-...Naruto...-

Gli poso una mano sulla spalla, come a consolarlo.
In realtà lo faccio più per me stessa, per cercar di farmi forza, di superare anche questa sofferenza, riuscendo così ad andare avanti.
Lottare e morire per la patria, lottare e morire per chi ti è caro, lottare e morire per lo scopo della missione.
Dopotutto è questa la vita dei ninja, no?

-...è ora di andare, Sakura-chan-

Alzo lo sguardo verso l’orizzonte: ha ragione, il sole sta tramontando.Fra non molto scenderà la notte, con la sua immutabile quiete, e appagherà il sonno di molti.
Ma riuscirò io a dormire, stanotte?

-...va bene, Naruto-

Guardo la tua stele: un severo rettangolo di pietra, non diverso da quelli in mezzo a cui si ritrova, su cui sono incise poche parole.
“Sai.
Caduto per la salvezza dei suoi compagni”
La data segnata è solo quella della tua scomparsa, nessuno sapeva quando tu fossi nato...

-...dobbiamo andare, addio, Sai-

Poso il vaso di gigli davanti alla tua tomba, trattenendo a stento un singhiozzo.
Mentre mi alzo per raggiungere Naruto noto una piccola scritta che sovrasta la parola “compagni” nell’incisione, visibile solo in controluce.
È “Amici”

-...Sai. caduto per la salvezza dei suoi amici.-

So chi ha scritto quella frase per te, e so che per lui significa molto.
Mi giro velocemente per richiamare l’autore di quell’incisione, ma la strada alle mie spalle è deserta, lui se ne è già andato.
I miei occhi tornano su di te, sul tumulo di terra smossa ai miei piedi.

-...hai visto, Sai? La persona che meno credevi ti fosse amica era quella che ti conosceva di più.
È stata l’unica a pensare di scriverti quel messaggio, leggibile unicamente in controluce, l’unica ad averti realmente capito.
Tu eri come quella scritta, e solo ora che non ci sei più è possibile leggere le parole che non ci hai mai mostrato-

Ti volto le spalle, avviandomi nella direzione del sole quasi totalmente tramontato.
Il vento soffia lievemente, asciugando le ultime lacrime rimaste sul mio volto.

-...Sai...-

Alzo gli occhi al cielo, verso le nuvole tinte degli ultimi colori del giorno.
Ora so il perché del tuo gesto, ora so il perché del tuo sorriso, ora ho compreso tutto.

-Sai...tu l’hai fatto...perchè questo era l'unico modo con cui potevi farci capire che ci eri amico...-