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Autore: MandyCri    25/05/2013    25 recensioni
Jack Grant è bello ed è il ragazzo più in vista e popolare di tutto il liceo.
Intelligente, ricco e ben dotato.
Il suo hobby preferito è collezionare ragazze e non francobolli.
Jenna Taylor è bella, ma si nasconde sotto felpe sbiadite e jeans abbondanti.
La sua vita ruota intorno a film romantici, pop corn e sogni ad occhi aperti con l'inseparabile amica Tess.
Jenna non sa nemmeno cosa vuol dire stare con un ragazzo... ma forse Jack glielo insegnerà.
Una storia normale, romantica e spero divertente, ma senza pretese.
E' la prima volta che mi cimento nella classica storia del ragazzo affascinante e del brutto anatroccolo...
Vediamo cosa ne verrà fuori!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non è bello se non è litigarello'
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Grazie di cuore a PinkyCCh per aver creato per me questo bellisimo trailer.
Guardatelo, perchè merita ed è stupendo.
E' un regalo stupendo e non la ringrazierò mai abbastanza per aver perso il suo tempo per me.
Grazie di CUORE.

TRAILER
DI
UN SACCO DI PATATE.
L'AMORE NON E' BELLO SE NON E' LITIGARELLO


by PinkyCCh

http://www.youtube.com/watch?v=ZFqV8Dj9lFY&feature=youtu.be

Ciao,
eccomi qui per un nuovo capito.
Vi dico già da subito che ho dovuto dividerlo, perchè altrimenti era troppo lungo, quindi la prossima settimana, posterà il resto.
Se volete partecipare a gruppo facebook cliccate qui: L'amore non è bello se non è litigarello

Ringrazio Krystal Darlend perchè mi ha fatto il banner che vedete sopra e mi ha dato la sua versione di come vede Jack e Jenna.
Grazie mille è bellissimo!

Ringrazio tutti coloro che leggono e in particolare per le recensioni gaccia, IdaL, _Lumen_, _Sandwich_, Strawberry_light, Eave, ventola, coccinella_, Depa95, ilaperla, Just Me and my Thought, Allegra_, silvia_1990, Minelli e ilapietro91.

Grazie e buona lettura.
Mandy


___________



CAPITOLO 19
 
- Per me stai sbagliando! – lo rimproverò per l’ennesima volta Chantal, quando lo vide afferrare le chiavi della macchina e accingersi ad uscire.
Jack scrollò le spalle infastidito – Mamma… ancora con questa storia? So quello che faccio e va bene così! – replicò stizzito.
Chantal lo guardò preoccupata – Rovinerai tutto, Jack! – continuò imperterrita.
Sentì una vampata di rabbia invaderlo.
Perché le aveva raccontato tutto?
Perché si era confidato con lei e le aveva detto quali erano le sue intenzioni?
Era stato contagiato e aveva preso la sindrome confidati con la madre di Jenna? Con tutti gli amici che aveva, proprio con sua mamma aveva deciso di parlare di questa storia?
Maledisse se stesso e il momento in cui aveva pensato che Chantal potesse aiutarlo in qualche modo a conquistare quella ragazza.
Non ne poteva più di tutto – Sono cazzi miei, mamma! Smettila di impicciarti! Faccio quello che voglio! Non capisco, perché ti interessi tanto a Jenna. Non te ne è mai fregato niente di conoscere nessuna delle ragazze che mi porto a letto, a parte i tuoi rimproveri sistematici del sabato e della domenica mattina sullo scopare “tanto per” e trattare le donne come oggetto! E adesso mi stai stressando con “sta” Jenna. Smettila! So quello che faccio e non intrometterti mai più! Ho sbagliato a parlartene e me ne sto pentendo amaramente! Non succederà mai più. Lo giuro! – sbraitò.
Vide chiaramente sua madre fissarlo mortificata e con un principio di lacrime agli occhi – Non volevo essere invadente… credevo che Jenna fosse speciale per te… - gli disse con un filo di voce prima di girargli le spalle e correre al piano di sopra.
L’aveva fatta piangere.
Aveva fatto piangere sua mamma.
Che testa di cazzo era!
Uscì di casa sbattendo la porta con forza, più incazzato di prima
Peggio di così non poteva andare. Certo che no!
Era stata una giornata di merda fin dall’inizio.
Aveva come il sospetto che quel venerdì se lo sarebbe ricordato a vita.
Aveva dormito poco e male e aveva avuto sogni agitati per tutta la notte.
La verifica di storia della prima ora gli era andata da schifo. Per carità la sufficienza l’aveva sicuramente presa, però, era certo che aveva abbassato drasticamente la media e questo lo innervosiva non poco.
Non era riuscito a ripassare bene il giorno prima con Jenna sempre nella testa che lo distraeva e poi, quando era tornato a casa, non aveva fatto altro che pensare ancora a lei e al loro incontro.
Avrebbe perso la borsa di studio.
Erano anni che si impegnava per averla.
Voleva dimostrare a tutti che non era per i soldi dei suoi genitori, ma solo per suo merito personale, che lui avrebbe frequentato il miglior college degli Stati Uniti.
Più di una volta i suoi genitori l’avevano rimproverato per questo. Gli dicevano di abbandonare questo progetto e lasciare la borsa di studio a chi ne aveva veramente bisogno, ma lui si era intestardito.
Lui ne aveva diritto come qualsiasi altro studente.
Perché se era uno studente meritevole, non ne poteva usufruire? Solo perché era ricco?
Aveva studiato più di qualsiasi altro ragazzo in quel liceo, anche le materie per cui non era portato, come storia ad esempio. E adesso? Aveva buttato tutto in vacca per una ragazza!
Anni di studio gettati al vento solo perché si era infatuato o innamorato di Jenna.
Quel voto gli avrebbe abbassato la media e ovviamente avrebbe perso la tanto sudata borsa di studio, perché non sarebbe più stato lo studente migliore che, per pura coincidenza, sarebbe andata a Davis Carter alias Naso Aquilino alias Harry Potter!
Forse quella volta avrebbe dovuto lasciare che gli eventi si svolgessero diversamente e non avrebbe dovuto interferire con il destino e impedire a Davis di dare ripetizioni a Jenna per prenderne poi il posto.
Maledizione! Che cazzo gli stava passando per il cervello?
Mise in moto la macchina e partì sgommando.
Non ci voleva proprio quel brutto voto, Cristo Santo! Gli avrebbe compromesso sicuramente la borsa di studio, per non parlare poi del suo sogno e tutto per colpa di quella ragazza!
Non riusciva a pensare ad altro che a quella strafottutitssima borsa di studio e a lei, colpevole di aver stravolto la sua vita tranquilla, nel bene e nel male.
Quella mattina, non appena era arrivato a scuola, l’aveva vista insieme all’ormai inseparabile Karol, mentre parlava e scherzava animatamente con Tom.
Quella scena gli aveva dato un fastidio immenso, per non dire che gli aveva procurato il voltastomaco, senza contare poi che quando era arrivata la pausa pranzo, l’amico aveva snobbato il loro gruppo e si era seduto con le due ragazze.
Li aveva visti allegri e spensierati che se la ridevano alla grande per tutta l’ora. I grandi amiconi!
Era partito tutto da là.
Il rancore si era insinuato in lui e Jack aveva preso quella famosa decisione che sua madre non condivideva.
Quando finalmente era suonata la campanella che segnava la fine della giornata scolastica si era precipitato fuori come un fulmine e aveva aspettato la sua preda.
L’aveva vista arrivare circondata dalle sue amiche e l’aveva fermata.
Ovviamente aveva ricevuto subito la risposta che desiderava, non appena le aveva fatto la sua richiesta, anche se con il minimo preavviso.
Oh! Finalmente era ritornato il Jack di sempre!
Arrivò sotto casa della biondina tettona che, fortunatamente, era già fuori ad attenderlo.
Grazie a Dio gli aveva risparmiato la scena patetica di suonare il campanello, anche perché proprio non se lo ricordava il suo nome… Somara? Somatoline? No… era Sum… e qualcosa! Sumera? Uff… niente! Non gli veniva proprio, figurarsi se poteva ricordare il cognome… e la cosa sconvolgente era che se l’era pure portata a letto, com’era possibile che non riuscisse a rammentare il suo nome?
Cosa avevano fatto, però, lo ricordava molto bene, eh si! L’aveva reso felice con certi lavoretti…
- JACK TESOROOOO – gallinò la cornacchia con voce stridula, avvicinandosi e schioccandogli un bacio appiccicoso sulle labbra al sapore di lampone.
Le fece un cenno di saluto con il capo e mentre lei saliva in macchina, lui si puliva disgustato quella robaccia viscida dalla bocca.
Jenna non usava lucidalabbra o rossetti e il suo sapore era naturale… sapeva di Jenna
Quel ricordo gli procurò una fitta al cuore e cercò di scacciarlo dalla mente con tutte le sue forze.
Il viaggio in macchina, anche se breve, gli sembrò durare un’eternità.
La tizia parlava e parlava tutta concitata ed eccitata, ma ancora non ricordava il nome.
Poco male, lo avrebbe saputo quando si sarebbe presentata agli altri.
Aveva organizzato tutto per bene.
Aveva dato appuntamento anche ad Alex e a Tess.
Jenna se la sarebbe scordata la sua “bevuta” romantica con Tom. Così, non solo non le sarebbero bastati i cinquanta dollari per pagare il conto e ne avrebbe dovuti aggiungere dei suoi, ma l’avrebbe messa in imbarazzo per la presenza scomoda di Tess, visto il litigio che avevano avuto le due ragazze.
Gliel’avrebbe fatta pagare!
Perché doveva provarci proprio con un suo amico? E poi Tom non era affatto il suo tipo.
Ok, era un bel ragazzo ed era anche divertente, ma Tom era uno stronzo di prima categoria, forse più di lui. Gli sembrava perfino impossibile che Jenna ne fosse attratta.
Quando finalmente parcheggiò scorse subito Alex e Tess.
La coppia lo stava aspettando all’entrata.
- Andiamo – disse alla biondina, avviandosi con passo rapido verso i suoi amici, senza nemmeno aspettarla.
La ragazza lo seguì a fatica, visto i trampoli che indossava. La biondina li raggiunse e si presentò agli altri due – Piacere Summer.
Ah! Ecco… Summer
Alex e Tess si presentarono a loro volta e poi entrarono, finalmente, nel locale.
Vide subito Jenna e spalancò la bocca per la sorpresa.
Era bellissima, ancora più del solito.
Aveva un delizioso e semplicissimo vestito di lana leggera color pesca che gli modellava le forme e portava i lunghi capelli sciolti, quanto gli piaceva quando non se li legava in quelle assurde code. Sorrideva felice a Tom e Karol.
Tom era in mezzo alle due amiche e si pavoneggiava come non l’aveva mai visto fare.
Brutto stronzo!
La rabbia tornò, per l’ennesima volta, prepotente in lui.
Non avrebbe mai permesso a quell’essere (che una volta reputava suo amico) di prendersi la sua Jenna.
O lui o nessun altro.
Si avviò deciso verso il tavolo – Ciao ragazzi! Siamo arrivati – disse spavaldo.
Jenna lo fissò stralunata, la vide deglutire più volte, mentre il suo sguardo vagava da lui a Somatoline. Spalancò gli occhi quasi spaventata, ma non disse niente.
Fu Tom a parlare – Che ci fate qui? – chiese senza cercare di nascondere l’astio che provava.
Eh già! Credeva davvero che gli avrebbe lasciato Jenna senza nemmeno lottare? Povero illuso!
- Siamo qui per festeggiare Jenna e la sua vittoria! – rispose a tono.
- Non mi sembra che abbia invitato nessuno di voi – intervenne Karol acida.
Jack si mise le mani sul cuore, platealmente – Così ci sentiamo offesi, vero ragazzi? Non siamo suoi amici, noi? – chiese ironicamente, poi si sedette vicino a Jenna, senza aspettare il permesso di nessuno – Ah lei è Som… è una mia amica – ma come cazzo si chiamava?
- Piacere Summer – squittì allegra la tettona sedendosi accanto a lui e soffocandolo subito con un abbraccio.
A Jack la presenza di quella ragazza dava fastidio, ma doveva sopportare per una causa maggiore.
Doveva capire se Jenna era gelosa e se lo era, sarebbe stata una giusta punizione per tutto quello che gli aveva fatto.
La ragazza in questione non disse nulla ne in quel momento, ne per quasi tutto il resto della serata, almeno non parlò con nessuno che non fosse Karol o Tom.
Ogni tanto sussurrava qualcosa o rispondeva a monosillabi e sempre a voce bassissima.
Era impacciata e imbarazzata e Jack se la rideva alla grande.
La vedeva arrossire quando lui baciava in modo passionale Somara e sembrava quasi ci stesse male, lo capiva dagli occhi lucidi.
Un po’ gli dispiaceva, ma poi, vedeva Tom che le prendeva la mano come per consolarla e ci ripensava subito e, in men che non si dica, tornava nuovamente sadico.
Meglio! Il piano stava funzionando alla perfezione!
Nessuno si prendeva gioco di Jack Grant. Nessuno! Aveva preferito Tom a lui? Bene, adesso ne avrebbe pagato le conseguenze. Era stato anche fin troppo buono con lei e le aveva dato delle possibilità che non aveva mai concesso a nessuna!
Giusto con Sumera era la seconda volta che ci usciva e solo perché gli faceva comodo, perché doveva dare una lezione a Jenna.
Tom lo distrasse da quei pensieri. Lo vide sporgersi verso Jenna e sussurrarle qualcosa all’orecchio, rizzò le antenne per capire cosa le stesse dicendo, ma riuscì a capire solo qualche parole smozzicata.
…. Se vuoi … Usciamo… va bene?
Karol lanciò una lunga occhiata a Tom e lui sollevò il pollice come per tranquillizzarla.
Jenna annuì e poi si alzarono insieme e si avviarono verso la porta per uscire.
Guardò Karol mentre la sanguisuga che aveva a fianco si avvinghiava ancora di più a lui – È successo qualcosa? – le chiese cercando di nascondere il più possibile l’agitazione che stava nascendo in lui.
Non voleva che Tom stesse da solo con la sua Jenna, era preoccupato e inquieto.
- Non sono affari tuoi – gli rispose secca.
Dopo cinque minuti i due non erano ancora tornati e lui era davvero sulle spine.
Forse aveva esagerato con quella scenetta, cominciò a pregare che tornassero presto al loro posto e giurò che se sarebbero entrati in quel momento avrebbe pagato lui il conto per tutti e vaffanculo anche ai cinquanta dollari persi.
Si voltò verso la porta, ma niente. Non c’era traccia ne di Tom e tanto meno di Jenna.
Cosa stavano facendo fuori da soli?
Magari Jenna gli stava facendo compagnia mentre il ragazzo si fumava una sigaretta…
E se invece stavano facendo qualcos’altro, tipo… baciarsi?
NO! Jenna non avrebbe mai baciato Tom.
Era interessata a lui, non gliel’aveva mai detto, però lui desiderava che fosse così e un po’ ci credeva da come si era comportata con lui… in fondo avevano passato una notte insieme…
Non ce la fece più e si alzò dal tavolo con la scusa di sgranchirsi un po’ le gambe e andare in bagno.
Invece si diresse verso l’uscita come un uragano, fregandosene completamente degli altri che probabilmente avevano capito che era solo una scusa.
Non appena aprì la porta l’aria fredda gli punse il viso e gli penetrò nelle ossa, non si era nemmeno messo il giubbetto. Quello che gli congelò il sangue, però, non fu la brezza invernale, ma ciò che vide.
Jenna e Tom uniti in un abbraccio tentacolare. Lei gli poggiava la testa sul petto e stringeva le sue esili braccia intorno alla vita del ragazzo, lui sembrava inglobarla nel suo corpo, tanto la teneva stretta.
Non riuscì a guardare oltre.
Un nodo alla gola gli consumò l’ultimo sospiro e il sangue gli affluì veloce al cervello, ma era il cuore quello messo peggio.
Dopo un attimo di smarrimento e un battito mancante, il muscolo cominciò a pompare disperato nel torace.
Stava male.
Jenna, la sua Jenna si era messa con Tom.
Non poteva, anzi non voleva crederci, ma erano lì, proprio davanti a lui.
Tom le stava accarezzando la schiena sussurrandole qualcosa, mentre lei strofinava il suo bel visino sul petto del ragazzo.
Jack avvertì le gambe tremare, si appoggiò allo stipite della porta e poi, ancora incredulo, fece dietro-front e ritornò dentro amareggiato.
Si sedette al suo posto ancora in trance.
Era tutto sbagliato! Non doveva andare così… per un attimo aveva creduto che lei fosse davvero interessata a lui e invece si era solo divertita alle sue spalle.
Stava con Tom!
Con lui non si era mai lasciata andare tanto, nonostante avessero fatto molto di più, ma quell’intimità che aveva visto tra quei due, lui e Jenna non l’avevano mai avuta.
Alzò gli occhi e guardò Karol. Sorrideva malefica, quasi meschina.
- C’è qualcosa che non va? – gli chiese Tess.
La guardò smarrito – No niente… – sussurrò, prima di prendere il suo bicchiere e bere una lunga sorsata.
No! Nessuno si prendeva gioco di Jack Grant.
Aveva già perso la borsa di studio che inseguiva da anni per colpa di Jenna, non avrebbe perso anche la dignità.
Lei gliel’avrebbe pagata e la sua vendetta sarebbe arrivata molto presto.
Jenna non sapeva con chi aveva a che fare, ma lo avrebbe scoperto tra qualche minuto.
Non aveva ancora conosciuto il vero Jack.
Abbracciò d’istinto Summer e poi la baciò con passione.
- Tra poco ce ne andiamo, cosa dici? – le chiese ad alta voce cercando di essere il più provocante possibile.
La ragazza si aprì in un sorriso a trentadue denti – Non aspettavo altro! – rispose giuliva.
In quel momento vide con la coda dell’occhio la nuova coppietta entrare e dirigersi verso di loro, Tom la teneva stretta in un abbraccio, sembrava quasi la volesse proteggere da tutto e tutti.
Jenna aveva gli occhi gonfi, come se avesse pianto o forse… forse erano lucidi solo perché era eccitata!
Stronza!
- Tra cinque minuti andiamo. Ho voglia di te, ok? – disse rivolgendosi nuovamente a Summer.
Quando Jenna e Tom si sedettero, Jack si alzò in piedi con il bicchiere in mano e puntò gli occhi su Jenna – Allora Jenna cara, è arrivato il momento di dire la verità sulla tua vincita. Che ne dici?
- Jack… - sussurrò lei diventando improvvisamente più bianca di un lenzuolo.
- Jenna… dai raccontaci come hai vinto questi cinquanta dollari. Raccontaci del tuo secondo posto al contest parrocchiale – si girò verso gli altri e sorrise sadicamente – Ragazzi questa è la versione ufficiale… in verità…
- Jack… - la voce di Jenna gli arrivò quasi come una supplica.
- E dai Jenna, non vorrai mica mentire ai tuoi amici, vero?
- Jack…
Sorrise sadicamente: era arrivato il momento.
- In verità ragazzi quei soldini li ha guadagnati facendomi un bel lavoretto con la bocca, quando abbiamo passato insieme la notte del mio compleanno. Sono stato ben felice di lasciarglieli, se li è proprio meritati – concluse malignamente.
Jenna lo fissava con gli occhi spalancati.
Le lacrime avevano cominciato a rigarle il viso.
Lo sguardo era perso.
Aveva vinto lui come sempre… e allora perché stava così male? Perché si sentiva così meschino? Perché si sentiva un essere abominevole?
Guardò gli altri amici che lo fissavano in maniera truce.
Tom scuoteva la testa, Tess era sbiancata, Alex aveva abbassato gli occhi per non incrociare i suoi e Karol piangeva.
Summer invece che non aveva capito niente, rideva…




 

   
 
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