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Autore: DarkRose86    10/12/2007    9 recensioni
Lei somigliava a un petalo di rosa, candida e pura come il più bel fiore esistente sulla terra.
Lo era, prima che iniziasse la sua caduta; inevitabilmente.
Basta scrivere un nome su un quaderno, per sconvolgere la vita di una persona.

' Mentre seguo ricordi intermittenti in questo mondo immobile...
la realtà comincia a nascere dentro di me insieme alla tragedia.
Migliaia di tristezze, migliaia di bugie, migliaia di desideri, migliaia di...
Migliaia di amori, migliaia di occhi, migliaia di reali disperazioni. '
~ {Matt/Mello} {Matt/Sarah} {L/Sarah} ~
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi, L, Matt, Mello, Near
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Ed eccomi qua... finalmente, direte voi. XD
Mi scuso per l'enorme ritardo col quale aggiorno, ma purtroppo ho avuto molto da fare, in questi ultimi giorni. Pensavate avessi lasciato perdere la fic? Eh no, ho un'altra freccia al mio arco... una freccia che si chiama Near!
Vi lascio alla lettura, perdonate se non ho tempo per salutarvi uno per uno, ma ho un sacco da scrivere e fra poco mi chiamano a cena. ^^
Grazie comunque a tutti coloro che hanno letto e/o commentato; siete dolcissimi e gentilissimi!

Buona lettura! ^_^


< Ehi, Matt... tu e Mello vi amate molto, non è vero? >

< La cosa ti fa star male? >
< Non preoccuparti per me. Non farlo, mai. >

< Perchè voi due, siete fatti per stare insieme; niente e nessuno, potrà separarvi. >

Capitolo VII - Fotografie [ incontro ]

Passò qualche mese, e la convivenza tra noi, in quel piccolo monolocale troppo stretto per tre persone, era a dir poco splendida; abitare assieme al mio migliore amico e alla persona che amavo era quanto più io potessi desiderare la vita, sebbene soffrissi per l'impossibilità del mio amore. Ma ero infinitamente felice per entrambi, e non intendevo mettermi tra loro, in quel senso; loro si erano sempre amati, molto probabilmente fin dalla prima volta che si erano conosciuti, ed io non avevo il diritto di intaccare la loro unione con i miei capricci. Un bacio, una carezza, un abbraccio; dovevo limitarmi ad immaginarmeli. Ma alla fine, la cosa non mi pesava più di tanto.

Prima o poi, troverò qualcuno disposto a tenermi stretta tra le braccia, fino alla fine del tempo, a rendermi felice, ad amarmi, come io desidero...
pensavo, sempre, ogni giorno. Mai perdere la speranza, ad insegnarmelo era stata la zia Angela; già, la zia... chissà, in quel momento, come stavano, cosa stavano facendo... la zia, Casey, papà, mamma... sebbene mi trovassi ormai all'interno di una nuova, felice famiglia, loro mi mancavano. Decisi così di telefonare, sperando che la zia possedesse ancora la sua pasticceria, che rispondesse all'insistente trillo del telefono posto dietro al bancone, che la sua gentile voce risuonasse nuovamente, per farmi sorridere.
< Pronto? > rispose una voce dall'altra parte, tranquilla, gentile.
< Pronto... > la mia voce tremava, < ...Angela? >
< Sì... chi parla? > era ancora lì; non aveva abbandonato la sua attività. E pareva stesse bene, a giudicare dal tono di voce; lei era un tipo che esternava prepotentemente le sue emozioni, e per questo motivo, se fosse stata triste o agitata, me ne sarei accorta anche da quelle tre piccole parole che aveva appena pronunciato. Pensai che forse ce l'aveva con me; me n'ero andata dopo che mamma era stata arrestata per l'omicidio di colui che aveva usato violenza su Casey, per iniziare una nuova vita avevo abbandonato la famiglia che mi aveva donato tanto amore, tanto calore. Ma sarebbe stato scortese, riattaccare.
< Sono... Sarah... > dissi, mentre una calda lacrima mi bagnava la guancia.
< Sarah? Tesoro, come stai? Dove sei? >
Scoppiai a piangere; era ancora la mia adorata zia. Mi amava come allora, sebbene me ne fossi andata. Parlammo a lungo, e mi disse che Casey non aveva più detto una parola da allora, ma spesso sorrideva indicando la foto che teneva sul comodino, in cui io e lei ci abbracciavamo felici, sotto il sole, nel cortile di casa; mi disse anche che un ragazzo si era dichiarato a lei, e Casey aveva accettato di buon grado la sua proposta. Conoscevo quel ragazzo, lui amava Casey praticamente da sempre, e aveva continuato ad amarla anche dopo che aveva perso il dono che le permetteva di regalare a chi le stava intorno piacevoli frasi d'amore e d'amicizia; ero sinceramente felice per lei, finalmente aveva ritrovato la felicità, sebbene sapessi che una parte di lei avrebbe continuato a soffrire per l'eternità.
La zia Angela stava bene, la sua attività procedeva positivamente, papà andava ogni giorno a trovare la mamma, che nel frattempo era stata internata in una comunità in cui alloggiavano tutte le persone che, come lei, per un motivo o per l'altro, avevano perso la ragione.
Poi mi chiese di me, e le disse che ero felice; perchè effettivamente, lo ero. Le raccontai che avevo rincontrato due miei vecchi amici, e che abitavo con loro; si raccomandò più e più volte di fare attenzione, in quella grande città, prima di chiedermi se mi ero trovata anche io un ragazzo.
< C'è una persona che amo... ma non sono ricambiata. >
< Non sono triste, davvero... a me, basta che lui sia felice. >
< Per sempre, lo amerò per sempre... >

< Con chi parlavi, al telefono? > chiese Mello, addentando una delle sue adorate barrette di cioccolato, che Matt gli comprava ogni giorno.
< Uhm... con mia zia... non la mia vera zia, quella di cui ti ho parlato l'altro giorno... > spiegai; avevo raccontato tutto anche a Mello, com'era giusto che fosse. E anche lui mi era stato vicino, sebbene non avesse pianto assieme a me come invece aveva fatto Matt; lui era caratterialmente più freddo, o forse era solamente una maschera che nel corso degli anni si era costruito, per non essere fragile. Perchè lui odiava esserlo.
< Capisco, che ti ha detto? > chiese, anche se non sembrava particolarmente curioso.
< Che sta bene... che Casey ha un ragazzo, nonostante tutto... > risposi, sorridendo, ma con un sorriso velato di tristezza.
< Mi fa piacere. > sorrise lui, dandomi una pacca sulla spalla. < Fatti coraggio, ok? >
< Ok, grazie, Mello. > sussurrai, asciugandomi le lacrime che avevano continuato a sgorgare senza che me ne accorgessi. Non c'era motivo di piangere; non dovevo essere triste. Finalmente, la mia vita mi stava regalando i sorrisi che avevo sempre desiderato: quelli di Matt e Mello.

Quel giorno, Mello era un pò strano; per dirla tutta, pareva decisamente nervoso, sia io che Matt ce n'eravamo accorti.
< Si può sapere che hai, Mello? > chiese Matt, osservando il ragazzo, che stava accartocciando nervosamente l'involucro della cioccolata che aveva appena mangiato.
< Che vuoi dire? >
< Che sei strano... sembri nervoso, e da stamattina che sei così. > osservò preoccupato, senza distogliere lo sguardo dalla mano di Mello, che lasciò andare il foglietto, per poi appoggiarsi sul bracciolo del vecchio divano.
< Sono un pò contrariato, ma non ho altra scelta, devo andarci. > disse, chiudendo gli occhi, abbandonando la testa sulla spalliera.
< Andare dove? > chiedemmo io e Matt all'unisono.
< Da Near. > rispose, senza aggiungere altro.
< Da... chi?? > chiese Matt, visibilmente irritato.
< Near? > dissi io con voce tremante; Near... il mio silenzioso e misterioso amico... si trovava lì vicino, forse?
< Sono costretto ad andarci, lui possiede l'unica mia foto in circolazione. > spiegò Mello, infilandosi il cappotto.
< Come sarebbe? Perchè io non ho tue foto? > chiese Matt, con evidente gelosia.
< Piantala di fare domande stupide, Matt. >
< Come vuoi. > mugugnò abbassando lo sguardo, offeso; e in quel momento, Mello gli accarezzò la guancia costringendolo ad alzare gli occhi verso di lui, e lo baciò delicatamente sulle labbra.
< Tranquillo... prendo quella dannata foto e torno subito qui. > lo tranquilizzò, quasi divertito dal suo comportamento, che gli stava facendo capire quanto tenesse a lui.
< Mello... > esordiì, arricciandomi i capelli con le dita, come spesso facevo, quand'ero nervosa, < ...senti, posso venire con te? Sono passati così tanti anni dall'ultima volta... mi piacerebbe rivedere Near... > lo supplicai, anche se m'immaginavo già la sua reazione.

Non posso portarti da lui, lo capisci o no?

Ma che ci trovi in quel ragazzino che non sa far altro che scomporre e ricomporre il suo puzzle all'infinito?

Lui è il mio rivale...

< Uhmmm... d'accordo, come vuoi. > disse sbuffando, tradendo le mie aspettative, e una triste espressione si appropriò del suo bel volto.
< Se per te è un problema non importa, davvero! > esclamai, preoccupata dalla sua reazione, ma lui mi posò una mano sulla spalla, tranquillizzandomi e sussurrando semplicemente:
< Andiamo... >
Ci avviamo in moto verso il quartiere in cui risiedeva una donna che Mello aveva detto di conoscere, tale Hal Lidner, alla quale chiedemmo di accompagnarci alla sede della SPK, l'organizzazione contro Kira capitanata dallo stesso Near; purtroppo fu necessario anche minacciarla con una pistola, sebbene io stessa alla fine odiassi quegli arnesi. Una volta dentro il grande palazzo, io che me ne stavo dietro a Mello imbarazzata, intravidi pochi metri di fronte a me una figura che conoscevo bene. Era ranicchiato a terra e stava giocherellando con dei trenini; anche lui, non era cambiato affatto.
< Benvenuto, Mello. >
La sua voce risuonò nella stanza; quella si era fatta decisamente più adulta. Senza voltarsi, lo accolse nella stanza, e io rimasi indietro, indecisa sul da farsi; nella stanza, oltre a noi, c'erano altri due uomini che mi stavano squadrando da capo a piedi, chiedendosi, certamente, chi fossi.
< Perchè non ti volti e ti alzi? E' cattiva educazione non salutare chi voleva tanto rivederti, non credi, Near? > disse Mello, riferendosi alla sottoscritta, e a queste parole il giovane si voltò incuriosito, accorgendosi della mia presenza.
< Ciao... ciao, Near... > sussurrai, in preda all'imbarazzo, e lui mi guardò con attenzione, evidentemente faceva fatica a riconoscermi.
< Ma... aspetta un attimo, tu... > esordì indicandomi insistentemente, e Mello, visibilmente seccato, mi prese per la mano e mi trascinò di fronte a lui, dicendo:
< E' Sarah, possibile che un osservatore come te non la riconosca? > lo rimproverò, pensando che l'atteggiamento di Near mi stesse dando fastidio.
< Sarah, sei davvero tu... ma che ci fai qui? > mi chiese, e sorrise debolmente; non era mai stato un tipo che amava esternare i propri sentimenti e gli stati d'animo, ma pareva felice, in quel momento.
< E' una lunga storia... davvero troppo lunga... > risposi sorridendo, porgendogli la mano; lui la strinse, piano. La sua era inaspettatamente calda.
< Ma stai bene? Dove hai vissuto, tutti questi anni? >
< Sì, posso dire di star bene... ho vissuto a casa di una mia amica, e adesso eccomi qua... >
Un giorno, potrò raccontarti tutto, per filo e per segno...
< E dimmi, a cosa devo la tua visita, Mello? Non credo che tu sia qui solo perchè volevi accompagnare Sarah... > disse in tono piuttosto provocatorio, e Mello fece una smorfia, chiedendogli di consegnargli la sua foto.

Alla Wammy's House si sono disfatti di tutto ciò che aveva la tua faccia...

Non sono un pezzo da utilizzare per risolvere il tuo puzzle!

Frasi di questo tipo risuonarono nella stanza come tristi melodie; Mello e Near non sarebbero mai potuti andare d'accordo, come invece io avevo sempre desiderato. Riusciì a parlare ben poco con Near, perchè Mello volle andarsene in fretta e furia, dopo aver ottenuto quello che voleva; salutai il mio amico sorridendo, e mi avviai assieme a Mello verso l'uscita, uscendo di nuovo nel traffico caotico della città, mentre lui camminava a passo svelto davanti a me, per raggiungere la moto prima possibile. Ma io lo afferrai per un braccio, attirandolo verso di me.
< Mh? Che c'è? > chiese.
< Mello... potrò mai avere una foto di te e Matt? Magari, una dove ci siamo tutti e tre, insieme... > trattenni a stento le lacrime; volevo qualcosa che mi ricordasse quel periodo, qualsiasi cosa in futuro fosse accaduta. Lui mi guardò e sorrise, rendendosi conto che la sua " discussione " con Near doveva avermi ferita; sapeva che volevo un mondo di bene ad entrambi, e certo non mi faceva piacere sentirli parlare così. E soprattutto, certamente capiva la mia paura, dato che il loro scopo era quello di catturare il più pericoloso serial killer in circolazione, e stavano mettendo a repentaglio le proprie vite per farlo.
< Davvero lo desideri? >
< Certo! Lo sai, non la mostrerei a nessuno per nulla al mondo! >
< Lo so... d'accordo, e sia; andiamo a casa, e facciamo queste foto. > si arrese, ma in fondo, sembrava che la cosa divertisse anche lui.
Felicissima, mi strinsi a lui il più forte possibile salendo sulla moto che sfrecciò verso casa fra le auto; una volta arrivati, Matt si buttò letteralmente addosso a Mello, chiedendogli com'era andata, e se aveva incontrato delle difficoltà per farsi consegnare la foto. Era così carino, quando si preoccupava in quel modo per il suo amore.
Dopo poco, Mello tirò fuori da un cassetto una macchina fotografica, e chiese a me e a Matt di metterci in posa; passammo tutto il pomeriggio a scattare foto, che poi caricammo sul computer e stampammo, facendone un accurato album di ricordi che mai sarebbero sbiaditi, nella nostra memoria. Lo sfogliai per tutta la sera, e anche per i giorni a seguire, soffermandomi soprattutto sull'immagine ottenuta utilizzando l'autoscatto della macchina: io sorridevo, e Matt e Mello fingevano di litigarsi una barretta di cioccolato. Quella foto era intrisa di una felicità che purtroppo però, era destinata, come tutte le cose eccessivamente piacevoli e belle, a terminare, a dissolversi senza possibilità di poterne godere ancora una volta.

La nostra canzone, cantata con voce ogni secondo più flebile, accompagnava il beffardo destino.

' Mentre seguo ricordi intermittenti in questo mondo immobile...

la realtà comincia a nascere dentro di me insieme alla tragedia.

Migliaia di tristezze, migliaia di bugie, migliaia di desideri, migliaia di...
Migliaia di amori, migliaia di occhi, migliaia di reali disperazioni. '

From,
Ash, Dir en Grey [ Testo: Kyo ( vocals ) _ Musica: Shinya ( drum ) ]

+ Fine Capitolo Sette +


  
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