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Autore: boforever    25/05/2013    0 recensioni
«Il suo nome è Esmeralda, e color smeraldo erano gli occhi di cui si innamorò.»
"Il mio nome è Esmeralda che, in lingua spagnola, significa "Speranza". A dirla tutta non sono mai stata una che dona speranza, al contrario, ci vorrebbe qualcuno che ne donasse un pò a me. Fin da bambina non sono mai stata una ragazza normale, con le mie origini di certo non potrei: la mia famiglia discende da un Clan di Rom Spagnoli..."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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 CHAPTER 1 — EXTRANJERO.
 
Mentre ballavo a ritmo del mio tamburello, il pubblico sembrava apprezzare: gli uomini fischiavano di tanto in tanto e le donne mantenevano il tempo applaudendo costantemente.
Con la mano destra continuavo a scuotere il tamburello mentre con l'altra mantenevo sù la mia larga e lunga gonna per non farla finire sotto i miei piedi scalzi; questi ultimi battevano al suolo, facendo tintinnare i campanelli delle cavigliere che indossavo. Proseguii muovendo i fianchi e terminai facendo un inchino mentre le persone gettavano su di me il loro apprezzamento in monete. Una bambina dalle lunghe treccie bionde si avvicinò al cappello che avevo abbandonato sul marciapiede e vi fece scivolare all'interno una banconota da un dollaro.

"Grazie piccola." mormorai, sorridendole debolmente.

La bambina mi mostrò i suoi denti nascosti dall'apparecchio per poi ritornare dalla sua mamma.

Il mio nome è Esmeralda che, in lingua spagnola, significa "Speranza". A dirla tutta non sono mai stata una che dona speranza, al contrario, ci vorrebbe qualcuno che ne donasse un pò a me. Fin da bambina non sono mai stata una ragazza normale, con le mie origini di certo non potrei: la mia famiglia discende da un Clan di Rom Spagnoli. Sono scappata da loro all'età di quattordici anni; quella vita non faceva per me: rubare, vivere a spese degli altri... Ma io mi chiedo: cosa c'è di più bello del denaro guadagnato onestamente, col sudore della propria fronte? Niente. Ecco perchè adesso, per guadagnarmi da vivere, suono, canto e danzo per le vie di Londra. 

M'inginocchiai, raccogliendo il cappello da terra, per poi fare il conto del denaro intascato.

"Oh Madre de Dios!" esclamai, alla vista dell'oggetto brulicante di monete e banconote. "Abbiamo guadagnato un montón de dinero, Tobia."

Il mio cane abbaiò in risposta e scodinzolò in segno di felicità quando lo accarezzai.

"Vamos a guadagnarne más." dissi, facendo segno con la mano di proseguire.

Mi rimisi in piedi e iniziai a camminare scalza sull'asfalto mentre Tobia mi seguiva, continuando a muovere la coda. Saltellando e muovendo allegramente la mia gonna lunga, arrivai in una delle vie di Trafalgar Square. Presi posto davanti ad un negozio con la saracinesca abbassata e iniziai ad eseguire note a caso con la mia chitarra, nella speranza di attirare dei turisti. Quando alcune persone incuriosite si posizionarono intorno a me, iniziai a cantare, ricordando le parole di una delle canzoni che scrissi a posta per queste occasioni.
 
"Si fuera más guapa y un poco más lista, si fuera especial, si fuera de revista. Tendría el valor de cruzar el vagón, y preguntarte quién eres."

In un attimo fui circondata da ancora più gente, attratta dal suono della mia voce. Continuai la mia prestazione sedendomi sul marciapiede per pizzicare meglio le corde della chitarra color mogano che avevo sotto braccio. 
 
"Te sientas enfrente y ni te imaginas que llevo por ti mi falda más bonita, y al verte lanzar un bostezo al cristal; Se inundan mis pupilas."
 
Alzai lo sguardo dalla mia chitarra e notai che un uomo alto e muscoloso si stava facendo spazio tra gli spettatori; indossava un giaccone nero e un paio di occhiali da sole firmati. Si fece largo con i gomiti tra la folla, combattendo per arrivare in prima fila. Si posizionò proprio di fronte a me. La mia mente si riempì di domande al riguardo, costringendomi a fermarmi per ritrovare il filo della canzone.
 
"De pronto me miras, te miro y suspiras, yo cierro los ojos tu apartas la vista, apena respiro me hago pequeñita y me pongo a temblar."

Quando ripresi a cantare, un sorriso bellissimo si aprì sul suo volto. Nonostante indossasse degli occhiali scuri, sentivo i suoi occhi puntati su di me durante tutta la mia prestazione. Non avevo mai ricevuto questo tipo di attenzioni prima di allora: il suo sguardo era totalmente rivolto verso di me. Alla fine della canzone mi sentii quasi sollevata. I turisti applaudirono all'unisono e riempirono di monete il cappello che ancora una volta avevo adagiato al suolo.

Raccolsi la mia roba velocemente e rimasi pietrificata quando vidi che il ragazzo alto era ancora lì, dietro di me. Iniziai a camminare rapidamente, facendomi spazio tra la folla che un attimo prima avevo deliziato con la mia voce. Tobia manteneva il mio stesso passo abbaiando di tanto in tanto. I miei piedi, spinti dalla paura, iniziarono ad aumentare di velocità: senza nemmeno rendermene conto avevo iniziato a correre. I capelli mi solleticarono il volto quando mi voltai all'indietro, trovando il giovane che ci stava inseguendo. Continuai a correre ancora più velocemente sentendo i piedi bruciare sull'asfalto, sapendo che lui si stava avvicinando sempre di più. 
Voltai un angolo e alla fine di esso, svoltai a sinistra. Mi accorsi però che quella che doveva essere la mia via di fuga, in realtà era la mia prigione: mi trovai davanti ad un vicolo cieco. Ansimai, cercando di riprendere fiato e proseguii, bloccandomi alla fine della strada. La figura torreggiante del giovane camminava rapidamente verso di me. Ero in trappola. Istintivamente feci un passo indietro quando il ragazzo tentò di avvicinarsi a me.

"Stai lontano da me." urlai, sperando che qualcuno mi sentisse.

Ma figuriamoci se qualcuno venisse in soccorso di una povera e lurida zingara...
  
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