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Autore: IlariaJH    25/05/2013    6 recensioni
Appena tirata su, la colazione perde tutta la sua importanza. Non sento più l’odore di brioches e caffè. Non presto nemmeno attenzione al mio stomaco che continua a brontolare dalla fame. Sono seduta davanti all’attore per cui ho una cotta da quando avevo sedici anni. Sono seduta davanti a Josh Hutcherson.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: PWP
Capitoli:
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Jealous guy - part 1.

I was feeling insecure,
You might not love me anymore.
I was shivering inside.
I was shivering inside.
John Lennon – Jealous guy.

 

 
 

Non so se essere nervosa o entusiasta. Forse, guardando il tic nervoso di Josh, che muove velocemente la gamba su e giù facendo tremare la sedia su cui è seduto, dovrei optare per l’opzione “nervosismo”, ma l’incredibile realtà dei fatti è che sono davvero entusiasta.
Anche se credo che la parola “entusiasta” non sia quella corretta.
Insomma, non sono entusiasta di baciare Alex Pettyfer davanti al mio ragazzo che sta dando di matto. Anzi, non sarei entusiasta di baciare Alex Pettyfer in qualunque caso. Ma, non so perché, sono qui che fremo dalla voglia di iniziare a girare. Non mi sono mai sentita così pronta per una scena come lo sono in questo momento.
«Josh, non sei obbligato a restare.»
Gli metto una mano sulla gamba che continua a muovere ossessivamente, cercando di calmarlo. Okay che sono tranquilla, ma se continua così potrebbe passarmi il suo nervosismo.
«No, tranquilla. E’ tutto apposto.» il sorriso che cerca di fare non ricorda nemmeno lontanamente un sorriso. «Insomma, è solo un bacio, no?»
I suoi tentativi di auto convincersi di non essere geloso sono talmente pessimi che mi fa quasi tenerezza. Anche se proprio non capisco perché sia così geloso. Da quando è arrivato, tutte le volte che in un discorso esce il nome di Alex, irrigidisce le spalle e abbassa lo sguardo. Un giorno aveva cercato di parlarne, ma avevo chiuso l’argomento con un «Siamo solo amici, Josh.» secco.
«La maggior parte delle mie ex-ragazze erano attrici.» credo che non abbia mai recitato così male in vita sua. «E un sacco di volte hanno dovuto girare una scena di… beh, una scena come la tua. Non sei la prima!»
Lo guardo e alzo un sopracciglio, scettica. Non perché non creda alle sue parole, ma per fargli capire che i suoi tentativi stanno davvero degenerando nel ridicolo.
«Non mi guardare così! Non sono geloso.» si passa una mano tra i capelli, il gesto che fa sempre quando è insicuro. «Non adesso… voglio dire, non per questo bacio…»
Incrocio le braccia al petto e inclino la testa di lato.
«Nel senso, sono geloso di te…»
Alzo entrambe le sopracciglia, in un’espressione ancora più scettica.
«Sono geloso, ma perché ti amo… E’ normale!»
Annuisco sarcasticamente.
«Smettila! E’ tutto apposto. Io non sono geloso di questo bacio. Io…»
Faccio per fermarlo, ma grazie al cielo arriva Brad a interrompe la sua tirata che porta avanti da quando ci hanno confermato la data della scena del bacio.
«Sei pronta, Ila?» sorride tutto contento.
Non ci sono molti problemi. Le riprese procedono spedite. Siamo perfettamente al passo con la tabella di marcia e, in base a certi calcoli che hanno fatto ai “piani alti”, tutta la gente che si occupa dei costi di produzione e cose varie, sembra che non sforeremo nel budget.
«Mai stata così pronta!» errore!
La gamba di Josh riprende a muoversi più ossessivamente di prima.
«Bene! Perché tutto lo staff sarà presente!» ed ecco scoperto il motivo di tutta questa felicità.
Credo di essere sbiancata all’improvviso, perché una truccatrice che passava davanti a noi per caso, mi raggiunge di corsa e si mette a sistemarmi il trucco per darmi più colore.
Brad la manda via con un’occhiataccia. Non aspetta nemmeno che io risponda o faccia un sorriso o qualunque altra cosa.
«Sarà fantastico!» se ne va via fischiettando.
Beh, non avrei mai creduto di poter vivere abbastanza a lungo per vedere Bad Peyton camminare fischiettando.
Ma ora il problema è un altro: tutto lo staff sarà presente a una mia scena! Tutto!
Lo so perché lo fanno. Visto che ormai si divertono a vedere i miei errori mentre giriamo o anche solo mentre sono sul set, (c’è stata una volta in cui, mentre mi aggiravo per il set con un bastone in mano, puntandolo contro Jaden, con cui stavo simulando una battaglia tra Jedi di Star Wars, l’avevo dato in testa a un cameraman) non vedono l’ora di vedermi commettere qualche strano errore in una delle scene più difficili da girare.
Mi guardo attorno, solo per capire se quello che ha detto Brad è vero oppure no. E’ un colpo al cuore accorgersi che aveva ragione. Sono presenti davvero tutti!
Sbuffo, ma non faccio in tempo ad andare nel pallone che mi viene detto di andarmi a posizionare davanti alle telecamere.
Faccio un respiro profondo e mi avvio verso Alex, che sta saltellando sul posto. Lo fa tutte le volte che deve girare. E io lo prendo sempre in giro per questo.
«Oh, andiamo Pettyfer, non devi andare a correre una maratona!»
«Peggio, devo baciare te!» scoppia a ridere mentre gli faccio la linguaccia, e poi si leva la maglietta, come gli suggerisce Brad.
Mi viene un flash, mentre il mio collega pronuncia quella frase. Guardo Josh e vedo che sta guardando fin troppo intensamente la sabbia sotto i suoi piedi. Scuoto la testa e torno da lui.
«Tu.» gli prendo il viso tra le mani e lo costringo ad alzarlo per essere sicura che lui mi guardi negli occhi. «Tu sei l’unica persona che io voglia e vorrò sempre baciare.»
Poi mi abbasso e poso le labbra sulle sue per un leggero bacio. Quando mi stacco, lui sorride e, questa volta, il sorriso gli contagia anche gli occhi.
Quando Alex mi chiama, lo raggiungo di corsa, pronta a girare. Solo quando siamo tutti in posizione mi volto nella direzione di Josh, giusto in tempo per scoprire che se n’è andato.
 
Dai “piani alti” arriva l’annuncio che la seconda settimana di settembre sarò autorizzata a tornare a Los Angeles per dare gli esami. Tempo di dare l’ultimo e poi dovrò prendere un aereo e partire per il Canada, per un altro mese di lavoro.
Continuo a fare le stesse cose che facevo prima, solo che adesso, oltre ad avere Cochise che mi segue ovunque, ho anche Josh. Sta sempre con me, a parte quando deve recitare. E’ bello averlo sempre in torno, anche se diminuiscono le lezioni di italiano con Robin, i giochi da bambini di tre anni con Jaden, e le risate senza senso con Alex.
La cosa positiva è che, almeno mentre sto studiando, nessuno mi interrompe.
Anche se, come tutte le volte, la presenza di Josh mentre studio, mi distrae.
«Se mai mi dovessi sposare…» lui interrompe il silenzio, facendomi trasalire. «Voglio che sia al tramonto, su una spiaggia deserta.»
Sento un brivido salirmi su per la schiena. Sposarsi. Un altro brivido. Sono sempre stata dell’idea che i matrimoni rovinino il rapporto di coppia. Sono sempre stata decisa a non sposarmi mai. Infatti, per non rispondere alla sua affermazione, cambio discorso.
«Perché te ne sei andato, prima?»
Lui alza le spalle, continuando a scrutare il mare.
«Non avevo voglia. Sai…»
La luce del tramonto forma delle ombre sul suo viso che lo rendono ancora più bello del solito. I suoi occhi sembrano più scuri e i suo capelli assumono riflessi castano-rossi.
«E’ inutile.» mi giro completamente verso di lui. «Essere geloso, intendo.»
Anche lui si gira interamente verso di me, e fissa i suoi occhi nei miei.
«E’ il modo in cui ti guarda.» mi prende le mani tra le sue, senza interrompere il contatto visivo. «Non come se fosse follemente innamorato, è ovvio. Semplicemente… si vede che gli piace passare il tempo a ridere e scherzare con te e… non mi piace. Non mi piace, perché non prevedo il futuro e non so come andrà a finire, e ho troppi “e se..?” che mi riempiono la testa. E non mi piace perché lui è alto e pieno di pettorali e ha quei capelli biondi…»
Non riesco a trattenermi, e gli scoppio a ridere in faccia.
Si preoccupa che io cada nel vortice dell’attrazione verso i biondi alti e muscolosi. Lui non si rende davvero conto di tutto quello che mi provoca ogni volta che si avvicina! Non si rende conto che sento lo stomaco contorcersi ogni volta che mi sussurra “ti amo”. Che arrossisco tutte le volte che si parla di lui. Che il cuore mi batte ancora forte quando mi accorgo che mi guarda. Che ancora non mi sono abituata a tutto questo. A lui.
«Sai, io stavo cercando di fare un discorso serio!» si imbroncia teneramente.
«Scusa!» cerco di smettere di ridere. «Ma se ti preoccupa il fatto che sia biondo… beh, a me piacciono i mori. E, se vuoi saperlo, non hai nulla da invidiargli in fatto di pettorali.»
Lui fa una smorfia scettica.
«Josh, ti fidi di me?» torno seria.
«Sì. Certo che mi fido di te! E’ di lui che non…»
«Non c’è bisogno che ti fidi di lui. C’è bisogno che ti fidi di me. E ti sto dicendo che non ti devi preoccupare, perché io voglio solo te.»
Si perde per un attimo a guardare il mare poi, improvvisamente, con un braccio mi avvinghia la vita e mi stringe a se. Sorrido, poggiandogli le mani sulle guance e sentendo la barbetta di fine giornata che tanto adoro, pungere un po’ al tatto.
«E come la mettiamo sul fatto dell’altezza..?»
Mi bacia, e il suo sorriso contagia di nuovo gli occhi.
«Beh, per quella mi dovrò accontentare!»
 
Intanto, ai margini della “foresta di Bob” (io e Robin l’abbiamo soprannominata così dopo l’ennesimo racconto fantasioso dell’uomo) viene allestito un angolo in cui vengono fatte le interviste che verranno poi utilizzate nei video promozionali, nei Dvd o nei Blue-Ray, o magari verranno infilate nel video finale che verrà proiettato l’ultimo giorno di riprese. Un gruppo di persone costruisce un rialzo in legno, su cui vengono posizionate due sedie, una di fronte all’altra, e delle telecamere in modo che riprendano le persone intervistate con il mare sullo sfondo. L’intervistatrice è una donna sulla quarantina decisamente aggiornata sul gossip.
Beh, in fondo è il suo lavoro..!
«E’ la tua prima intervista?» gli occhi di Alex sono puntati sulle mie mani che si contorcono nervosamente, mentre mi accompagna a fare l’intervista.
Ci hanno chiamati assieme, subito dopo Robin.
«No.» la mia voce si spezza dal nervosismo. «Ci sono state quelle durante la promozione della linea di abbigliamento di Jimmy.»
«Perché così nervosa, allora?»
«Perché senza un copione da recitare, non so cosa dire davanti alle telecamere.» sbuffo, cercando di riprendere il controllo di me.
Lui ride, dandomi una leggera spallata.
«E’ il problema di tutti gli attori, tranquilla.»
Lo guardo alzando un sopracciglio, perché proprio non mi sembra il tipo di attore che ha problemi a fare le interviste.
«La mia prima vera intervista è stata traumatica.» sorride, divertito dal ricordo. «Non sapevo cosa dire o cosa fare, e c’era una sacco di gente in studio. Mi sentivo le mani sudate e mi sembrava che comunque mi muovessi, avessi sempre un arto fuori posto.»
Scoppio a ridere al pensiero di Alex, sempre così sicuro di se, che si muove nervosamente sulla sedia.
«Sai, non ti facevo il tipo che va in ansia da intervista.» gli tiro un leggero pugno in pancia.
«Beh, la vita è una sorpresa!»
«E questo cosa diavolo dovrebbe centrare?!»
Ridiamo, e riusciamo a smettere soltanto quando ci troviamo davanti all’intervistatrice. Attaccato alla maglia ha un cartellino con scritto il suo nome. Anne.
Ci fa accomodare sulle due sedie davanti alla sua. Noto che Alex comincia a passarsi le mani sui pantaloni a mezza gamba che indossa, e capisco che prima non stava scherzando. Io smetto di contorcermi le mani, perché se mi faccio prendere dal nervosismo pure io è finita!
«Ok, siete pronti?» annuiamo nello stesso momento. «Bene, fate partire le telecamere.»
Riconosco qualcuno dello staff di Sam, che mi sorride.
«Partiamo con te, Ilaria?» l’intervistatrice da uno sguardo ai suoi appunti, poi mi sorride. «Hai voglia?»
Annuisco senza pensarci.
«Ok!» comincia a parlare, iniziando a gesticolare con le mani. «Questa è la prima volta che lavori con un regista che si occupa di cinema. Come ti sembra? Ti piace?»
Ci penso un attimo, mentre cerco di formulare una risposta seria alla sua domanda. Il problema è che, se si parla di Brad, non posso far altro che prenderlo in giro.
«Beh, se tutti i registi sono come lui…» immagino già la sua faccia, quando verrà a conoscenza di questa mia risposta. «Credo che smetterò di fare l’attrice.»
Anne rimane sconvolta per un secondo, poi si accorge della risatina di Alex.
«Come mai?»
«Hai mai lavorato con una donna in pieno ciclo mestruale?» lei non sembra capire. «Intendo: non una di quelle donne che sono solo leggermente spossate e hanno bisogno di stare a letto. No. Lui appartiene a quel genere di donne che, durante il ciclo mestruale, diventano isteriche e scoppiano per ogni minima cosa.» poi mi rivolgo alla telecamera e mando un bacio. «Ma ti amo lo stesso, Brad!»
Il mio commento scatena la risata generale, ma Anne riprende in mano la situazione e si rivolge ad Alex, credo sperando che con lui si possano evitare certi paragoni.
«Ok, Alex, vuoi parlarci del tuo personaggio?»
Le prime domande riguardano i personaggi che interpretiamo, e allora capisco perché ci hanno chiamati assieme. Dopotutto, nel film siamo fidanzati. Alex non riesce a tenere le mani ferme per un secondo. Prima le passa sui pantaloni, poi si gratta un braccio, si riavvia i capelli, accavalla le gambe sistemandosi le scarpe da ginnastica. Sono movimenti che, presi singolarmente danno abbastanza fastidio, ma lui li fa talmente con naturalezza - non sembra nervoso - che non li si nota nemmeno.
Quando viene nuovamente il mio turno di parlare, mi accorgo di non aver bisogno di un copione per parlare di Amy, perché è come parlare di me stessa.
«E’ testarda.» mi metto comoda sulla sedia, sentendo le telecamere puntate addosso, ma guardando solo Anne. «Insomma, è una di quelle persone che sono talmente testarde che ti verrebbe da prenderle a testate.»
«Chissà come mai mi ricorda qualcuno..!» Alex mi interrompe.
«Si, beh, siamo molto simili…»
«”Molto” è decisamente riduttivo.»
«Pettyfer, stai disturbando la mia intervista.»
Gli do un pugno sulla spalla e poi torno a guardare Anne che credo sia leggermente seccata dalla nostra poca serietà.
«Dicevo…» torno a parlare di Amy.
Racconto di come siamo simili e di come non lo siamo. Le parlo di quello che succede al mio personaggio nel film, di come cresce e di come, interpretarlo, stia facendo crescere anche me. Poi, Anne passa a un’altra domanda.
«Qualche giorno fa avete girato la scena del bacio. Com’è stato?»
Io e Alex ci guardiamo e poi lui parla per primo.
«Beh, il risultato finale è buono.»
«Solo il risultato finale!» rido al ricordo.
Anne non poteva far altro lavoro che la giornalista, con le sue domande ovvie. «Come mai?»
«Sì, beh, diciamo che non riuscivamo a smettere di ridere.»
«LEI non riusciva a smettere di ridere!»
«Certo, tu mi facevi le smorfie!»
«Io non faccio smorfie. Questa è la mia faccia, e tu ridevi della mia faccia!»
«Mi faceva le smorfie.» mi rivolgo alla telecamera, prima di tornare al battibecco con Alex.
«Adesso sono offeso.»
«Povero, lui!»
«Certo, mi offendi e ridi delle mie espressioni!» mette su un musetto da cucciolo che mi fa ancora più ridere.
Continuiamo così, e ogni volta che riusciamo a rispondere seriamente a una domanda, poi seguono risate o battibecchi. Credo che in dieci minuti di intervista, assieme ad Alex, abbiamo prodotto più materiale da buttare di quello che avrebbero prodotto persone normali in due mesi di lavoro.
Quando ci lasciano andare, ci avviamo vero il set assieme.
«Non ero nervoso!» sorride facendo qualche passo più lungo dei miei, iniziando a camminarmi davanti, all’indietro. «Non ero per niente nervoso, ci credi?»
Annuisco, sorridendo felice per lui.
Almeno finché, spinto da non so cosa, mi abbraccia.
Mi stringe forte per un attimo. Sento il mio corpo irrigidirsi, anche se ricambio l’abbraccio. Quando si stacca, mi sorride e riprende a camminare come se non fosse successo niente.
Nella mia testa c’è appena stato un cortocircuito.
Il primo istinto è quello di guardarmi attorno, come a volermi assicurare che Josh non ci abbia visti. Dio solo sa cosa dovrei fare per convincerlo che non c’è niente! Perché davvero non c’è niente! Io, almeno, non sento niente. Il fatto che mi abbia abbracciata è solo segno di gratitudine. Perché, grazie a me, è riuscito a non sentire il nervosismo che lo divorava dentro. Il suo continuare a camminare tranquillamente ne è la prova.
E’ la prova che siamo solo amici.
Comunque, non appena raggiungiamo il resto del cast, la prima cosa che faccio è tuffarmi tra le braccia di Josh.
 
Qualche giorno prima della mia partenza per Los Angeles, finalmente, io e Josh giriamo una delle poche scene che abbiamo da soli. C’è un momento, nel film, in cui Amy e Sean, mentre tutto il resto del gruppo dorme, si ritrovano a parlare guardando le stelle, mentre il ragazzo mostra le costellazioni alla giovane. E’ una scena interessante, perché mi ricorda tanto la nostra serata sul tetto dell’albergo a New York.
Guardo i ragazzi che montano le luci, mentre lascio lavorare tranquillamente i miei truccatori. Poco più avanti, Brad, nascondendosi dietro un dei tanti ragazzi che stanno lavorando, cerca di mandare via Cochise, che gli abbaia scodinzolando felice.
Adora dare fastidio al regista.
Sorrido e, con un fischio, richiamo il mio “cane demoniaco”. Mi raggiunge trotterellando, al buio, con il suo manto nero, si noterebbe poco, ma il set è illuminato a giorno, quindi non ci sono problemi.
«Ripeto.» Brad mi raggiunge a passo di marcia. «Questo cane mi infastidisce. Se non lo riporti in albergo…»
«Io prima taglio la testa a lui e poi a te!» lo scimmiotto divertita.
«E poi ti butto fuori dal cast!» borbotta, guardando male Cochise.
«Oh, beh, questo sì che è problema, dal momento che sarò morta!»
Alza gli occhi al cielo. «Portalo in albergo. Adesso.»
Indico i ragazzi che stanno lavorando sul mio viso.
«Come vedi, non posso muovermi.» gli sorrido innocentemente, e sono sicura che mi manderebbe volentieri a stendere.
Fortunatamente arriva Josh a salvarmi, già pronto per girare.
«Posso portarlo io all’albergo.» sorride, accarezzando la testa del nostro cagnone.
«No.» Brad gli lancia un’occhiataccia. «Tu devi girare. Non vai da nessuna parte.»
«E io per cosa mi starei truccando?» ribatto imbronciata. «Per sport? Anche io devo girare.»
«Ma è colpa tua se questo cane infernale è sempre in giro!» il regista mi lancia un’occhiataccia. «Trova, anzi no, travate un modo di tenere questo coso lontano da me! E voi…» sbraita poi ai miei truccatori. «Muovetevi, non ho tutta la notte.»
«Gli sono arrivate.» borbotto a mezza voce per farmi sentire dal regista che, senza voltarsi, mi manda a stendere alzando il dito medio, e provocando le risate generali.
Poi alzo gli occhi, per intercettare Josh, che mi guarda in attesa.
«Beh, non guardarmi così!» alzo le mani, sfiorando un truccatore, che mi guarda di sottecchi, intimandomi silenziosamente di stare ferma. «Dov’è Bob?»
Lui si guarda attorno.
«Sta parlando con Sam…»
«No! Non disturbarlo.» lo fermo prima che apra la bocca. «Ho scoccato la freccia di Cupido su quei due.»
Mi guarda senza capire.
«Lascia perdere. Jaden?»
«Sono le undici, Ila. Starà dormendo..!»
«Robin?»
«Non lo vedo.»
«Alex?» pronunciare il suo nome mi viene spontaneo.
Solo dopo averlo detto mi accorgo di aver fatto un sbaglio. Un enorme sbaglio.
Le sue spalle si irrigidiscono all’istante, e abbassa lo sguardo sulla sabbia. Prima che io possa correggere il mio sbaglio, però, Alex si avvicina.
«Mi hai chiamato?» arriva sorridendo.
Vorrei davvero chiedergli di portare Cochise all’albergo, perché davvero Brad non mi lascerebbe più vivere, ma la durezza con cui gli occhi di Josh sono puntati su di me fa in modo che io desista. Continuo a dire che siamo solo amici, ma non credo che giocare con la gelosia sia una buona cosa. E poi, dopo l’abbraccio sulla spiaggia, sto cercando di mantenere le distanze, anche se è difficile, dal momento che con Alex mi diverto davvero tanto. Il problema è che mi sento soffocare. Mi sento soffocare, perché con questa gente ho instaurato dei bei rapporti e, il fatto di sapere che il mio ragazzo è geloso, mi fa sentire a disagio. A disagio, perché lui potrebbe essere lì a irrigidire le spalle e guardare atterra. A disagio, perché il suo sguardo potrebbe cercare di farmi capire quello che prova, mentre io potrei non rendermene conto. Non voglio pensare di non riuscire a rendermi conto di come si sente. Di come cerca di avvertirmi. E di come, mentre io non capisco, qualcosa potrebbe spezzarsi dentro di lui.
«No.» rispondo, contro voglia. «No, tranquillo.»
Finalmente mi libero dei miei truccatori, quindi mi alzo, prendo Josh per mano e mi allontano da Alex il più possibile. Intravedo un luccichio provocato dalla vittoria, in quegli occhi che tanto amo, mentre la sua mano si stringe più forte alla mia.  So che ho fatto bene, ma non riesco a fare a meno che una crepa si apra dentro di me.
Lego Cochise a un albero e poi sono pronta per girare.
 
«Quanto starai via?» Jaden scioglie l’abbraccio in cui l’avevo catturato.
Sto per partire e, è vero che starò via per pochi giorni, ma mi sento male al pensiero di perdermi anche solo un attimo con queste persone.
Mi chiedo cosa succederà quando saranno finite le riprese. Chissà se mi metterò a piangere?
«Solo pochi giorni.» mi rimetto in piedi e gli scompiglio i capelli.
«Buona fortuna per i tuoi esami, allora.» il ragazzino si mette in punta di piedi e mi da un leggero bacio sulla guancia.
Poi si allontana di corsa, raggiungendo sua madre, che mi saluta con la mano.
L’autista dell’auto che mi porterà fino all’aeroporto mi aiuta a sistemare le mie cose nel baule. Gli vorrei dire che riesco a farcela da sola, ma non sarebbe il primo che mi minaccia perché vuole fare lui. Un giorno sul set avevo reso tutti partecipi del fatto stavo morendo dissetata e mi ero avviata al frigo portatile che teniamo sempre sotto mano. Nemmeno il tempo di fare due passi che una ragazza mi aveva messo in mano una bottiglietta piena. Mia mamma, per non parlare di Connor, mi avrebbero volontariamente ignorata. Qui, invece, mi stanno viziando come una regina. Mi sento una nullafacente.
Lascio fare l’autista e mi appoggio alla fiancata della macchina, aspettando Josh, che mi raggiunge proprio in quel momento dalla spiaggia, seguito da Cochise. Adesso è il suo turno di restare da solo con il “cane demoniaco”. Il bestione nero mi corre in contro, saltandomi addosso per cercare di leccarmi la faccia. Ma ormai ho imparato i suoi trucchi e glielo impedisco facilmente. Lo allontano e lascio che le braccia di Josh mi stringano forte a lui.
«Devi proprio dare questi esami?» il suo sussurro a pochi centimetri dalle mie labbra mi provoca una scarica di brividi.
In realtà, ho davvero preso in considerazione l’idea di non dare questi esami. Di rimanere qui col mio ragazzo e con questa gente, perché non vorrei stare lontana da questo posto nemmeno per un istante. Ma non riesco a togliermi dalla testa l’idea che questi pochi giorni a Los Angeles non possano che farmi bene.
Oltre al fatto che mi sento soffocare sempre di più, da ieri sera non riesco a fare a meno di pensare che, più che fare bene a me, questi giorni, faranno bene sia a me che a Josh.
Lui, senza la mia presenza, potrebbe riuscire a conosce Alex e capire che la sua gelosia è infondata. E io, potrei cercare di riparare quella piccola crepa di cui sento sempre di più la presenza invadente.
«Devo proprio.»
Lo bacio, prima che possa provocarmi un’altra scarica di brividi con i suoi bisbigli a fior di labbra. Da quando ha capito che mi fanno un certo effetto, non fa altro che giocare col mio autocontrollo. Quando mi stacco, noto che dietro di lui ci sono Robin e Brad, che aspettano pazientemente la fine delle nostre smancerie.
«Hei, Brad, con chi te la prederai per qualunque cosa adesso?» lo prendo in giro sorridendo, senza sciogliere del tutto l’abbraccio di Josh.
«Sono solo pochi gironi, posso resistere.» mi stringe la mano e poi si allontana.
«Buona fortuna! E…» Robin si avvicina, guardandomi con un’aria furba. «Falli neri quegli insegnanti saputelli.»
Alzo gli occhi al cielo e scoppio a ridere. Poi l’autista mi chiama, dicendo che siamo in ritardo. Lascio un bacio sulla guancia di Josh ed entro in macchina. Quando, però, ci muoviamo, vedo Alex in lontananza che parla con un ragazzo dello staff. Abbasso il finestrino e mi metto a gridare, per farmi sentire.
«Pettyfer, non fare interviste stupide in mia assenza!»
Ci mette un po’ a capire che sono io a gridare ma, quando realizza, sorride e fa un cenno con la mano, come a dire “ok, capo!”.
 
Connor ha ripescato da chissà dove il mio personale cartello di benvenuto.  
ROMPISCATOLE.
Il problema è che sono troppo felice di vederlo per fare la scocciata.
«Stai sorridendo!» guarda il mio sorriso come se fosse Dio sceso in terra. «Chi sei tu?! Cosa ne hai fatto della I che conoscevo?!»
Ma il suo tono melodrammatico non funziona, dal momento che allarga le braccia e  mi stringe forte prima che il mio umore possa mutare.
«Chi sono io?!» sono scioccata da tutto questo affetto. «Chi sei tu! Mi ha appena abbracciata, Connor!»
«Vedi di non farci l’abitudine.» si stringe nelle spalle e alza il cartello, mettendomelo davanti agli occhi. «Il fatto che ti abbia abbracciata non cambia il tuo status sociale.»
«Status sociale?»
«Non mi contraddire, I, o ti lascio qua.»
Scuoto la testa, divertita. Poi ripeto lo stesso gesto che, la prima volta che avevo visto quel cartello, mi era venuto spontaneo. Tiro un pugno alla spalla di Connor.
«E’ bello sapere che le buone azioni sono sempre molto apprezzate.» e lui la stessa frase di quel giorno che sembra così lontano.
«Che ti aspettavi?» come quella volta, con un gesto della mano gli faccio cadere il cartello dalle mani.
Lui si china a raccoglierlo. «Ok, smettila. Mi sembra un déjà-vu, e quelli mi fanno sentire stupido.»
Lo guardo con un mezzo sorriso. «Tu sei stupido, Connor. Non è colpa dei déjà-vu.»
«Molto simpatica.» mi prende il trolley e si avvia verso il parcheggio. «Davvero molto simpatica.»
Inutile dire che scendere viva dalla macchina parcheggiata sul vialetto è sempre un sollievo.
Entrata in casa mi sembra di essere nel capannone di Jimmy. Vestiti da donna e da uomo sparsi ovunque. Il salone è letteralmente invaso. Ovunque ci sono accessori, scarpe, trucchi, smalti, perfino capelli finti. Mi guardo attorno, muovendo solo gli occhi, mentre il resto del corpo è immobile nell’ingresso.
In questo posto manca solo Jimmy in carne e ossa…
«ILAAAAA!» un urlo che trapana il mio cervello mi annuncia che anche quello che pensavo mancasse, in realtà è presente.
Due braccia mi stritolano in un abbraccio trita-ossa.
«Jimmy..!» gli do qualche pacca sulla schiena, mentre da dietro Connor mi mormora un “mi dispiace.” «Che ci fai qui?»
Lui si scioglie dall’abbraccio solo per lanciarmi un’occhiataccia.
«Come che ci faccio qui?» si volta verso il ragazzo dietro di lui. «Non le hai detto niente?! E’ la notizia dell’anno! Come hai potuto non dirgliela?!»
Connor fa per aprire la bocca, ma poi ci ripensa. Alza le mani in segno di resa e si avvia verso il divano in salotto, solo per scoprire che pure quello è invaso da tutta la roba dello stilista. Se conosco Jimmy, è stato lui a dirgli di non dire niente.
«Sei pronta per la notizia che ti cambierà la vita?» trema e si porta le mani al cuore.
Ho paura che da un momento all’altro si possa fare la pipì addosso. Non so perché, ma mi ricorda lontanamente un Chihuahua.
«Beh…»
«Sì, lo so, non stai più nella pelle!»
Credo che la mia faccia esprima bene il fatto che sono seriamente preoccupata per quello che mi deve dire ma, ovviamente, lui vede solo quello che vuole vedere.
Mi prende le mani tra le sue e sorride.
«Mi sposo.»
Ci metto un po’ ad assimilare la notizia. Jimmy. Si. Sposa.
«Oh mio Dio!» gli getto le braccia al collo. «Oh mio Dio è fantastico! Sono così contenta!»
I matrimoni degli altri mi provocano sempre questo effetto. E Jimmy sembra approvare.
«Come si chiama?»
«Simòn. Devi pronunciarlo alla francese.»
«Com’è?»
«Ha degli occhi azzurri che..! E dei capelli neri! E la sua bocca..! E... Dio, lo amo!»
«Quando vi sposate?»
«Il 14 febbraio.»
«Oh mio Dio, è così romantico!»
Lui saltella e io sono così felice che non penso nemmeno al fatto che ho sempre affermato che sposarsi il 14 febbraio fosse una cosa da diabete.
Connor ci guarda dal salone, scioccato. Posso immaginare come mi prenderà in giro nei prossimi giorni ma, sinceramente, sono troppo felice perfino per questo. Jimmy si sposa!
E’ davvero la notizia più bella del mondo!
Se Mary fosse qui direbbe: “Dio, Ila, nemmeno ti sposassi tu!”. Ma non posso farci niente. Mi sento anche io un Chihuahua!
«E tutta questa roba è qui per..?» chiedo, guardandomi attorno.
«Beh, per te è ovvio!» lo dice come se mi avesse appena detto che mi chiamo Ilaria. «Tu mi farai da damigella e Josh da testimone! E Connor farà il damigello.»
Non so da dove abbia tirato fuori la parola “damigello” ma tutto è talmente fantastico che non mi interessa.
Farò da damigella a Jimmy.
Jimmy si sposa.
Non ho mai conosciuto l’uomo con cui si sposerà, ma va bene!
Il mio cellulare mi vibra in tasca, segnando che è arrivato un messaggio. Penso che sia Josh, che sicuramente sa già la notizia e mi chiede che ne penso, invece il nome è un altro.
 

Alex Pettyfer.
«Manca la tua presenza scontrosa sul set.»

 

 
 
 

SPAZIO AUTRICE.

 

Ehilà! Come va la passate? **
 
Io alla grande, anche perché proprio ieri sono stata al concerto dei Green Day! (Awwwwwwww **)  Ma a voi non interessa, vero?
 
Beh, non credo che dire qualcosa a proposito del capitolo mi salverà dalle vostre future minacce.. perciò, per questa volta, ho deciso di fare scena muta (?)
 
Vi ricordo la mia pagina Facebook (MOOOOOOLTO IMPORTANTE :3) - - - > Facebook
 
E vi ricordo anche che vi voglio tanto bene ^^
Un bacione, Ila.  

  
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