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Autore: bibrilove98    25/05/2013    2 recensioni
Claudia credeva di essere una ragazza normale fino a quando non ha incontrato Mark, Arianna e Matteo che le hanno fatto scoprire la sua vera identità e la verità sul padre che non ha mai conosciuto. Lei, infatti, è una semidea. Gli dei greci non sono morti, anzi, sono più vivi che mai e, dopo molto tempo sono tornati a vivere nel Colosseo di Roma. Un viaggio pericoloso attende la nuova semidea che dovrà cercare di risolvere un problema al campo Mezzosangue, un luogo magico dove tutti i semidei come lei sono al sicuro e dovrà partire alla ricerca di un ragazzo molto potente, figlio di uno dei Tre Grandi: Zeus, Poseidone e Ade. Riuscirà a scoprire la verità sul suo vero genitore e a portare al campo il potente semidio?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Chirone, Gli Dèi, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena riaprii gli occhi mi ritrovai dove era incominciato l’incubo. I miei amici erano sdraiati vicino a me e si stavano rialzando a fatica. Anche Phobos e Deimos si stavano rialzando, come se fossero stati colpiti da qualcosa che li aveva fatti cadere. Mark si appoggiò sulle mani, era tutto sudato e aveva gli occhi arrossati per il pianto. Io mi alzai, impugnai la spada e approfittai di quel momento di distrazione per attaccare i due dei. Sfortunatamente, con la coda dell’occhio, si accorsero di me e riuscirono a difendersi. Attaccai prima Deimos  che era quello più forte e anche quello più robusto. Mentre combattevamo, però non mi resi conto che Phobos mi stava attaccando da dietro. Uno strano pensiero mi balenò nella testa. Ero troppo presa a combattere contro Deimos e non sarei riuscita a difendermi dall’attacco dell’altro dio. Proprio in quel momento una freccia colpì la mano di Phobos che incominciò ad imprecare in greco antico. Mi voltai e vidi chi aveva scoccato quella freccia: era stato Mark. Lo guardai e mimai con le labbra la parola “grazie”. Finalmente anche gli altri si erano ripresi e incominciarono a combattere insieme. Matteo e Mattia vennero ad aiutarmi contro Deimos mentre Mark e Arianna combattevano contro Phobos. Deimos mi fece arrivare una botta sullo stomaco e me ne volai in aria ricadendo di spalla sul terreno. Un dolore lancinante incominciò a torturarmi la schiena, avevo paura che la mia spina dorsale si fosse rotta dato che non riuscivo più a muovere le gambe. Mi ricordai di un pezzo di ambrosia che avevo messo nella tasca del pantalone in caso di un emergenza e con fatica riuscii a prenderlo e a infilarmelo in bocca.  Il dio riservò lo stesso mio trattamento anche a Matteo e a Mattia. In poco tempo ripresi il controllo delle gambe e cercai di rialzarmi, ma il dio mi era a dosso. Stava per menare un fendente quando Matteo si mise tra me e lui. Fu un attimo… la lama di Deimos entrò nel corpo di Matteo che cadde di lato.
-Nooooooooo! –urlai. Non poteva essere! Si era preso un colpo al posto mio! Mi alzai e presa dalla rabbia che mi ardeva nel cuore, attaccai come non avevo mai fatto in vita mia. Ormai non ero più cosciente di quello che mi stava succedendo intorno. Avrei potuto ferire anche i miei amici, ma la rabbia era troppa, ormai era lei che mi controllava. Riuscii a ferire più e più volte Deimos che continuava ad imprecare. Dalle ferite usciva una sostanza dorata, il sangue degli dei. Continuai ad attaccare finché il dio non cadde a terra esausto. Allora rivolsi lo sguardo verso Phobos che, insieme a tutti i miei amici, si era bloccato a guardarmi. Per una volta era lui a provare paura. Attaccai, ma proprio in quel momento la rabbia che avevo nel cuore cedette il passo alla disperazione di aver perso un amico. Phobos se ne accorse e con un calcio mi fece di nuovo  volare per terra. Rivolsi lo sguardo verso il corpo di Matteo e cercai di avvicinarmi a lui. Mattia era chino sul corpo dell’amico, e non appena alzò lo sguardo, nei suoi occhi notai un mare in tempesta, una rabbia enorme. Il ragazzo si alzò e attaccò. Incominciò a correre verso Phobos che con abilità riuscì a schivare i suoi affondi. Il dio attaccò con un affondo un po’ troppo alto per il ragazzo che con agilità lo schivò e gli conficcò il coltello nel torace. Io ero riuscita ad avvicinarmi a Matteo, con una mano gli sorressi la testa e incitai gli altri a venire ad aiutarmi. Mark si avvicinò di corsa. Era il suo migliore amico, era stato Matteo a trovarlo e a portarlo al campo quando era piccolo.
-Che cosa hai fatto! –gli dissi con voce spezzata. Si era preso un colpo al posto mio, aveva dato la vita per me!
-Mi dispiace, ma dovevo farlo- fece Matteo cercando di combattere contro il dolore.
-Presto Arianna, un po’ di ambrosia! –disse Mark, che era distrutto quanto me. La ragazza aprì lo zaino, e si avvicinò al satiro. In quel momento mi pentii di aver sprecato quel pezzo di ambrosia per me, ero stata troppo egoista e ora Matteo stava morendo.
-No Ari, non funziona con i satiri –disse Matteo.
-Dobbiamo provare, non c’è tempo! –urlò la ragazza in preda al panico. In quel momento anche Mattia si avvicinò. Matteo gli rivolse uno sguardo dolcissimo, come se fosse un padre.
-Ragazzo, devo essere sincero, in te ho visto la forza del mare in tempesta, tu- non finì la frase che incominciò a tossire.
-No, ti prego calmati- gli occhi di tutti noi si riempirono di lacrime.
-Tu, Mattia, sei figlio di Poseidone, il dio del mare, ne sono certo- continuò il satiro. In quel momento, sulla fronte del ragazzo comparve un tridente verde mare, simbolo di Poseidone. Rimanemmo tutti a bocca aperta, ma non riuscì a contenermi e scoppiai a piangere.
-Tu non dovevi farlo! Io sarei dovuta stare al tuo posto ora!
-Claudia, il compito di un satiro è quello di proteggere i semidei al costo della propria vita. Ho fatto il mio dovere.
-Matteo…- disse Mark prendendogli la mano –vedrai, ce la farai, respira, stai calmo, ora troveremo il modo di salvarti, tu tornerai al campo con noi, vedrai! –gli occhi di Mark si riempirono di lacrime, era la seconda volta che lo vedevo piangere in una sola giornata e mi sentii male.
-Mark, la profezia…-disse Matteo.
-La profezia un corno! Tu tornerai a casa con me, non mi puoi lasciare,sei il mio migliore amico!
-Mi dispiace, Mark… calmati… – un altro colpo di tosse e in quel momento Matteo sputò anche un po’ di sangue.
–Sei un amico, non ti dimenticherò mai, grazie per tutto quello che hai fatto per me. –disse Mark cercando di calmarsi.
-No, io devo ringraziare voi, mi avete reso una persona migliore. Ari, tu sei stata grande, mi hai sempre tirato su di morale nei momenti più tristi con la tua gentilezza e il tuo sorriso- poi si rivolse a Mattia –tu hai scoperto di essere il figlio di Poseidone e hai imparato bene qual è la vita di un semidio, mi hai insegnato che tutto è possibile, non ti arrendere mai- un altro colpo di tosse.
-Va bene, Matteo, ora riposati, ti prego… -lo supplicai ma lui non mi ascoltò.
 –Claudia, tu mi hai salvato dal mio incubo peggiore, e mi hai sempre rallegrato con le tua simpatia, sono fiero di morire per aver salvato te- poi si rivolse a Mark –Mark, tu sei il mio migliore amico, forse non riuscirò a dirti tutto quello che hai fatto per me, perché è stato veramente tanto. Vi porterò sempre nel mio cuore ragazzi. –in quel momento gli occhi di Matteo si chiusero per sempre. Il suo corpo si trasformò in un fiore, io scoppiai a piangere portandomi le mani sugli occhi. Mark mi abbracciò forte mentre continuavo a piangere tra un singhiozzo e l’altro. Non poteva essere andata così, non poteva essere morto. La profezia aveva ragione “uno dei quattro, nell’oblio, si perderà”. Tutto intorno a noi cambiò. Ora ci trovavamo vicino al campo, me lo sentivo. Avevamo battuto Phobos e Deimos, ma a che prezzo? Avevamo perso un amico, un amico come pochi. Più ci pensavo e più mi veniva da piangere, continuavo a stringermi nelle braccia di Mark che cercava di consolarmi con qualche parola dolce.
-Non è vero…-disse Mattia, -non può essere successo…- Arianna si avvicinò al ragazzo e lo abbracciò. Avevo paura  che nessuno mi avrebbe più rivolto la parola, Matteo era morto per colpa mia,mi sentivo un assassina. Non poteva essere successo veramente, non doveva… “Padre” pensai “ti prego, fa che Matteo vada in un posto migliore”
-Claudia- fece infine Mark –Ci hai salvato, lo hai salvato. Lui se n’è accorto e ha ricambiato il favore. Sei un eroe grazie
A quelle parole alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi. I suoi splendidi occhi azzurri erano diventati rossi e gonfi, ma mi diedero un gran conforto, e questo lo apprezzai.
 





SALVE!!!!
Scusate selo pubblico a quest'ora il capitolo ma oggi non sono proprio stata a casa D:
Bhe, cosa ve ne pare?? Mi dispiace per quelli che si erano affezionati a Metteo, ma dovevo sentirmi un pò Rick xD
Come alcuni temevano non è morto Mark e quindi si può ancora sognare xD
non vi voglio anticipare niente :D
ci vediamo presto
Bacibaci <3
Fra
  
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