Wisconsin, una
zona piena di campi da
coltivare.
Il vecchio Simon
entrò nella stalla
dove Robert stava facendo le prove di dichiarazione di matrimonio per
sua
figlia.
<<
Oh mia cara Angela, vuoi tu
sposarmi? >>. Domandò in ginocchio, vicino ad
una capra.
La capra di
fronte a lui rispose:
<< Beeeeee >>.
<<
Oh Berta, sei stata
perfetta! Grazie! >>.
Il vecchio
Simon, fortemente
insospettito, fece
un colpo di tosse per
catturare l’attenzione del ragazzo.
<<
Oh, salve signor Simon
>>. Disse, scattando in piedi e fortemente imbarazzato
<< Le giuro
che tra me e la capra non c’è niente
>>.
Detto questo, la
capra si offese e
gli voltò le spalle, incazzata.
Simon rise, ma
continuava a fissarlo
con forte circospezione: << Non ti preoccupare, caro
Robert >>. Disse,
muovendosi vicino alla finestra. << Piuttosto
dimmi… tu che hai i capelli
ricci e biondi… non ti ho mai visto alla luce del sole o
sbaglio? >>.
<<
Ehm no, signore. Le giuro
che io esco anche di giorno >>. Gocce di sudore
iniziarono a cadere dalla
sua fronte.
<<
Ma davvero? >>. Disse,
avvicinandosi sempre di più alla finestra, con camminata
soldatesca.
<<
Caro Robert, non è che mi
nascondi un segreto? >>.
<<
N-no signore, io non le
nascondo niente, signore >>.
Ma le gambe del
giovane faticavano a
sorreggerlo e Simon era pronto a fare la sua mossa. Si mise ad un passo
dalla
finestra e lo guardò dritto negli occhi.
<<
Io so la verità su di te,
Robert. E la verità è che tu sei…
>>. Il vecchio spalancò la finestra,
facendo entrare i fortissimi raggi solari mattutini. <<
TU SEI UN
GIRASOLE! >>.
Robert non
poté fare a meno che
volgere lo sguardo al sole, impotente di trattenere quello spirito
naturale che
lo aveva accompagnato fin dalla nascita.
<<
Tu, lurido fiore da
strapazzo! Sappilo, non sposerai mai mia figlia! >>.
<<
No, la prego! Angela è tutto
per me! >>.
<<
Giammai! Berta, addosso!
>>.
La capra
iniziò ad inseguire la
povera vittima, ma Robert arrivò alla porta sul retro,
chiudendola alle spalle
e bloccando la bestia di Simon.
<<
Cazzo bisogna fermarlo!
>>. Disse il vecchio, prendendo un forcone, buttandosi
giù dalla finestra
e lanciandosi nel folle inseguimento.
Robert correva
all’impazzata, mentre
i forconi di Simon, che magicamente gli riapparivano in mano ad ogni
lancio,
volavano come lance spartane, nel tentativo di colpirlo.
Raggiunto il
paese, la situazione
divenne ancora più critica.
<<
Aiuto, aiutatemi! Robert è
un cazzo di girasole! >>.
Burubù,
il più anziano del paese e
fortemente conservatore, sentita la notizia, non poté fare a
meno di urlare a
sua moglie:
<<
Agata lanciami il fucile da
caccia! Stasera ceneremo col suo stelo e berremo la sua clorofilla!
>>.
La moglie gli
lanciò il fucile, e lui
passò alle pallottole. In ordine furono colpiti un bambino,
un cavallo, un
monaco francescano in cerca di elemosina ed una talpa appena uscita dal
buco
per cercare un po’ di cibo. Robert era riuscito a schivare
tutti i colpi,
mentre Simon lo inseguiva zigzagando lungo le fila di cadaveri lasciate
da
Burubù che, intenzionato ad abbattere la preda,
gambizzò la moglie, per essere
sicuro che lei non potesse fermarlo, prese velocità con la
sedia a rotelle e si
unì al folle inseguimento. Ben presto tutto il paese era
contro Robert, che
teneva costantemente la testa girata verso il sole.
Gli spari erano
a centinaia e gabbiani
che erano lì di passaggio iniziarono a piovere dal cielo,
manco fosse stata l’undicesima
piaga di Dio.
Ma la casa di
Simon eri lì vicina, e
Robert poté infilarvicisi dentro, chiudendo la porta alle
sue spalle e
sbarrandola con un divano poco distante dall’ingresso.
Riuscì a prendere tempo
ed iniziò a salire le scale. Burubù accese la
quarta della sedia a rotelle e si
spinse con forza, distruggendo la porta d’ingresso e
bombardando la stanza con
le scintille delle sua ruote.
<<
Mia figlia! >>. Urlò
Simon << E’ andato da Angela! >>.
Tutti salirono
furiosamente le scale,
mentre Burubù usò i propulsori della sedia per
fare prima.
La stanza della
giovane Angela era
buia, illuminata da qualche flebile luce. Tutti si fermarono sulla sua
soglia,
scrutando la ragazza che, piena di lacrime, faceva da scudo al suo
giovane e
verdeo partner.
<<
Angela spostati, lui è un
cazzo di girasole! Dobbiamo eliminarlo subito o sarà la
fine! >>.
Ma Angela,
magra, bianchissima di
pelle e con le occhiaie, non si mosse di un passo: <<
Padre tu non puoi
separarci. Io lo amo! >>.
<<
Fatti da parte, figliola!
Lasciaci sfogare la nostra ira! >>.
<<
Si, piccola, lascia che io
ceni col suo stelo! >> Insistette Burubù.
<<
Beh, se la mettete così,
allora vi dirò la verità anche su di me. Padre,
in realtà io sono… >>.
Le luci si
accesero, e migliaia di
tombe apparvero dal buio:
<<
In realtà io sono un
CRISANTEMO! >>.
Le urla
strazianti di Simon
echeggiarono con forza in tutta la casa: << Non ci credo,
non è
possibile! Rosa, Rosa dove sei?? >>.
La moglie era
lì, di fianco a lui.
<<
Rosa ma che cazzo
significa?? Nostra figlia non può essere un crisantemo!
>>.
Rosa lo
guardò dritto negli occhi e
gli disse: << Beh, io sono una rosa, mentre tu sei un
toro >>.
<<
Un toro? Ma… io non sono un
toro! Io sono un gelsomino!>>.
Il vecchio
Burubù sorrise: <<
Fidati Simon, sei un toro, il toro con le corna più numerose
che abbia mai
visto! >>.
Ed
ecco il quinto capitolo
della mia raccolta nonsense xD
Spero
vi stiano piacendo le
mie storie :3 ( si, lo so, non sto molto bene con la testa xDDD )
Spero
vivamente di ricevere
qualche vostra recensione :333
Aspetto
con ansia J
In
ogni caso vi ringrazio
per la lettura e… al prossimo capitolo! :D