Nelle fredde domeniche di inverno non si puo' uscire, quindi si sta a casa a fare quello che si vuole. Cioccolata con panna, coperta, un paio di cuffie ed un pc fanno parte di una mia tipica giornata del genere. Ma quella domenica, quella domenica avrebbe lasciato una cicatrice che io non mi sarei nemmeno immaginata.
 

Presi il mio pc pieno di ditate, le mie cuffie e la copertina, e mi preparai ad un'intensa maratona della terza stagione di Gossip Girl. La vedevo e rivedevo soltanto per Serena e Nate, ed oramai la avevo vista tante di quelle volte che sapevo tutte le signole frasi a memoria. Schiacciai il tasto "play" per vedere la prima puntata, e per fortuna il pc non si blocco', al contrario di tutte le altre volte. Nel corso della puntata mettevo in pausa per ammirare gli sguardi, gli occhi, i sorrisi e lo stile di Serena, alias Blake, alias la mia insignificante vita. Lasciavo ferma l'immagine e pensavo. Pensavo al giorno in cui la avrei incontrata, pensavo al giorno in cui avrei potuto stingerla tra le mie braccia, pensavo a quel giorno che non sarebbe mai arrivato. Piansi, piansi molto. Piansi perche' mi sentivo straziata. Sapevo benissimo che sarebbe stato quasi impossibile incontrarla, ma nonostante questo cercavo di autoconvincermi dell'opposto, ferendomi da sola ancora di piu' di quanto gia' lo fossi. Non riuscii a vedere il cpntinuo dell'episodio, cosi chiusi la finestra dello streaming e aprii invece quella di facebook. Entrai su facebook e vidi che lei era in linea, potevo raccontarle tutto. Quella "lei" era in realta' Sissy. Io e lei eravamo molto distanti fisicamente, ma in quel momento era davvero la mia migliore amica. La sentivo cosi vicina anche grazie a Blake, che è stata la prima persona ad accomunarci. Ci conoscemmo grazie a lei, e anche se Blake non lo sapeva, fece un favore ad entrambe. Le scrissi:
 

"Sissy, aiuto. Sto piangendo per le solite cose, non ce la faccio piu'..."
 

Visualizzo' il messaggio e apparve la nuvoletta, cosi capii che stava scrivendo.
 

"Mar, devi smetterla di piangerti addosso. Noi la incontreremo, e realizzeremo il nostro sogno insieme. Te lo ho promesso, e una promessa è una promessa. Le hanno inventate per essere mantenute, non per essere infrante, e io la manterro'."
 

Sapevo benissimo che mi stava dicendo tutte quelle belle parole solo per farmi tirare su di morale,  e sapevo benissimo anche che lei pensava le stesse cose che avevano fatto piangere me, ma non lo ammetteva.
 

"Vorrei averti qui accanto per raccontarti tutte queste cose a voce, non attraverso uno stupido aggeggio elettronico. Vorrei ridere, piangere e lamentarmi insieme a te, vorrei abbracciarti forte forte... Ma una nostra conoscente chiamata "distanza" ci impedisce tutto questo. Grazie di tutto."

Scritto questo messaggio, chiusi facebook e spensi il pc. Anche se erano le sette, avevo gia' sonno, cosi andai a letto per cercare di dimenticare tutte le mie false speranze.