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Autore: Artemis97    26/05/2013    1 recensioni
Un rapimento, un salvataggio da effettuare da Artemis e Spinella, un incidente e la morte di una ragazza innocente, cosa sarà successo?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1
 
Tutto è incominciato qualche giorno fa quando Artemis, seduto davanti al computer, stava progettando un nuovo computer con Polledro. Strano, ma vero, i due geni si sono alleati per questa impresa per creare un computer perfetto. Il viso del centauro faceva bella mostra di se sullo schermo di uno dei computer del Fowl 
“no! Il filo collegalo a quell’altro-” 
“senti Polledro non si può fare perché-” 
“ti dico di sì! Te lo ho anche spiegato su quali basi-” 
“ma non è possibile! Poi porterà tutta l’energia-” 
“deve farlo! E-” andavano avanti così da ore. La signora Fowl che passa ogni tanto di lì e li sentiva e sospirava pazientemente, bisticciavano sempre quei due! I due piccoli Fowl erano a pesca con il padre e lei teneva d’occhio il suo Arty.  Non si sente molto bene al pensiero del suo Artemis alleato con il Popolo, ma Artemis Fowl Senior, suo marito, l’aveva rassicurata molte volte “ha fatto tante cose da solo, se l’è sempre cavata egregiamente quindi è capace e poi accanto a se ha Spinella e Polledro e c’è Leale. Possiamo stare tranquilli” malgrado le parole rassicuranti per la moglie neanche Artemis Senior si sentiva così convinto che fosse un bene per Arty frequentare il Piccolo Popolo. Tempo fa suo figlio era scomparso per parecchio tempo e quando è tornato aveva la stessa età di quando se ne era andato. Nonostante ci fossero sia Spinella che Leale, il suo piccolo Artemis se ne era andato. Per Artemis Senior inoltre era difficile comunicare con lui, Arty non riusciva a considerare molto Artemis Senior suo padre e quest’ultimo lo sapeva, sapeva che suo figlio teneva di più a Leale, che per lui Leale rappresentava il genitore paterno poiché per molto tempo è stato la sua roccia, il suo protettore e lo era ancora. Artemis Senior poteva vedere come il suo primogenito si appoggiava alla guardia del corpo e sembrava intenzionato a non abbandonarla, come sia il suo punto fisso. No, per suo figlio lui non era tanto suo padre. Lo aveva educato con il motto di famiglia “Aurea est Podestas, l’oro è potere” non aveva mai tempo per lui se non pochi attimi, era sempre pronto in qualche impresa folle, sempre coinvolto in qualche piano criminale e suo figlio aveva seguito le sue orme. 
E poi Artemis Senior era ritornato e gli aveva chiesto di smettere con i crimini. Lo sguardo confuso sul volto del figlio a tal richiesta era stato più che esplicito. Il piccolo Fowl aveva chiuso i pugni in una stretta vigorosa che fece capire al padre che quello che stava chiedendo era veramente qualcosa di grosso e che non aveva il diritto di domandare, ma ormai il danno era fatto. Per sua gioia Arty aveva smesso con le imprese criminali, poi era scomparso e infine ritornato. Successivamente una serie di eventi era venuto a conoscenza che suo figlio era invischiato con il Popolo e che esisteva il Piccolo Popolo. Scoprì che la moglie lo sapeva già da qualche tempo. Le cose sono andate poi avanti nella quasi normalità. 
*** 
A casa Fowl aveva iniziato a squillare il telefono e rispose Angeline che rimase schioccata da ciò che sentì, corse da Artemis Junior e aprì la porta “madre ma cosa-?” aveva iniziato a chiedere il figlio, poi aveva notato la sua faccia bianca come un lenzuolo e si era zittito “è per te” aveva dichiarato la donna consegnando il telefono al figlio che lo aveva preso un può dubbioso, poi avvicinato l’apparecchio all’orecchio  “chi è?” aveva domandato con voce fredda, gli rispose la voce di un uomo “Artemis? Sono il padre di Minerva. È stata rapita e non so cosa fare” Artemis si impose la calma “un genio come sua figlia riuscirà a liberarsi” “no che non potrà … l’ha presa qualcuno del Popolo, ne sono certo. Li ho visti rapirla mentre stava per entrare in casa.” “Me ne occuperò io” aveva affermato Artemis prima di attaccargli il telefono in faccia. Si era voltato verso Polledro e aveva affermato “abbiamo un problema.”
***
Il consiglio di Cantuccio si era riunito ed erano presenti strateghi e generali. Per una volta avevano ammesso di non sapere cosa fare. Artemis Fowl aveva sganciato quella notizia su di loro come se niente fosse e loro erano parecchio irritati che il giovane fosse più informato di loro. Era riuscito perfino a scoprire chi aveva rapito quella Minerva! Per di più aveva dichiarato che quei reietti del Popolo erano alleati con la malavita Italiana e aveva portato anche un quintale di prove! E, come se non bastasse, gli aveva derisi velatamente dicendo praticamente che erano degli stupidi a non essersene accorti prima. Ah, quel fangoso era veramente irritante. Aveva detto che si sarebbe alleato con loro per riprendere quella fangosetta chiamata Minerva e ora loro devono decidere se accettare la sua proposta di allearsi. “In fondo ci ha aiutato molte volte” si era ritrovato a commentare qualcuno “ma molte volte è stato proprio quel fangoso a metterci nei guai” aveva risposto burbero qualcun altro “e poi possiamo cavarcela da soli. Abbiamo la LEP, no?  Anche le squadre speciali” si aggiunse un altro. “Ma quel fangoso potrebbe esserci utile, lo si è dimostrato spesso” sospirano tutti, d’accordo, avevano capito che non c’era altro da fare e per alzata di mano decisero che era ora di allearsi con quel fangosetto di un Fowl.
Qualcuno irruppe nella sala, era Spinella Tappo. “Come ti permetti-” aveva iniziato qualcuno a protestare quando viene interrotto dall’occhiata di Tappo “i rapitori di Minerva hanno chiamato. Dicono che vogliono entro domani tre quintali d’oro e delle armi del Popolo che funzionino” aveva dichiarato “Polledro non ha potuto rintracciare il segnale perché rimbalzava da un punto ad un altro. Artemis si è messo d’accordo con i rapitori per incontrarci domani nel cantiere del centro commerciale che stanno costruendo alle nove. Ci hanno raccomandato di non fare tardi. Abbiamo il permesso di portare quello che chiedono?” uno del consiglio inarca un sopracciglio prevedendo un’altra lunga estenuante discussione.
***
Alla fine avevano deciso di usare dell’oro per coprire del piombo e farlo sembra oro, per quanto riguardava le armi solo le prime due file in alto nelle scatole di legno funzionavano.
Così si ritrovarono al cantiere il giorno stabilito alla ora stabilita con tutto il necessario. Artemis era lì per portare avanti la contrattazione, poi c’era Leale che non lo avrebbe mai mandato da solo, c’era Spinella che rappresentava il Popolo e qualche agente appostato lì intorno. Arrivarono con dei furgoncini bianche dieci elfi reietti e con loro avevano delle specie di guardie del corpo. Uomini robusti, alti e dall’aspetto minaccioso che indossavano un abito nero e che sembrano assetati di potere, fama e ricchezza. Uno di loro portava Minerva. Lei era pallida, ma illesa anche se appariva piuttosto stanca. “Finalmente” aveva borbottato quando aveva visto Artemis il quale non mostrava minimamente il sollievo notando che stava bene. Artemis era affezionato alla ragazza, ma come se fosse una sorella. La sua prima cotta invece era stata Spinella, ma anche essa era passata. Lui e l’elfa avevano semplicemente capito che non erano fatti per stare insieme e l’avevano superato, ora erano ottimi amici. Artemis non le rispose neanche “l’oro e le armi che avete chiesto sono lì” aveva affermato soltanto guardando gli elfi nemici. “Controllate” ordinarono questi ultimi ad alcuni umani/guardie del corpo/malviventi. Questi lo fecero e non trovarono niente di strano, Artemis non mostrava espressione, ma era sollevato che stesse filando tutto liscio. “Bene, caricate tutto sui furgoncini. Prima ci prenderemo l’oro e le armi, poi vi ridaremo Minerva” dichiarava uno degli elfi. Ma Artemis aveva già capito che qualcosa non andava “ditemi” aveva iniziato con arroganza “questo è solo un diversivo?” chiese. Loro avevano sgranato gli occhi e quello che sembrava il loro capo dal comportamento e dall’atteggiamento aveva iniziato a ridere, la sua era una risata appiccicosa e disgustosa “come l’hai capito?” aveva chiesto sorridendo infine malignamente “non penso che siate così impediti da mostrare le vostre alleanze con gli umani solo per un po’ d’oro e di armi, come so che non siete così stupidi da farvi accusare di rapimento e chiedere un riscatto quando, studiando i vostri fascicoli, si capisce subito che siete più che capaci di rubarli” spiegava Artemis. Polledro stava seguendo tutta la scena interessato grazie al collegamento del casco con Spinella. Lui aveva in mente qualcosa di simile, ma non ne aveva avuto modo di parlare con Artemis. Diciamo che gli è venuto in mente quando quei tipi sono scesi dal furgone, era da un po’ che non dormiva quindi era un po’ lento a capire le cose, tutto per via di una litigata con la sua bella. Lei sosteneva che lui aveva dimenticato l’anniversario del loro incontro ed era vero, per fortuna la notte scorsa le aveva promesso di starle più attento ed era felice di essere rientrato nelle sue grazie. 
“Tanto oramai le cose saranno già fatte e io posso dirvi tutto” 
Artemis è soddisfatto, saranno anche furbi, ma avevano il brutto vizio di svelare il piano prima che fosse tutto veramente finito. Era così che erano stati fregati la volta scorsa e sbattuti in prigione, ma poi sono evasi … “Opal Koboi vi vuole annientare e lo farà con la figlia di Tubero” pronunciava l’elfo non nascondendo quanto gli piacesse la situazione “la figlia di Tubero?” chiedeva incredula Spinella mentre tutti spalancano gli occhi sorpresi “è una menzogna! Il comandante Tubero non aveva alcuna figlia!” ringhia Spinella indignata. Gli elfi avversari ridacchiarono malvagi “oh, No. Una figlia l’aveva. Una figlia che ha abbandonato alla nascita, una figlia nata e cresciuta tra i fangosi!” Leale iniziava ad avere voglia di spezzare le ossa a tutti quei diffamatori, come potevano dire una cosa del genere? “Voi non conoscevate affatto il comandante Tubero altrimenti sapreste che lui non lo avrebbe mai fatto” ribatte Spinella credendo di averli smascherati “e poi sua figlia non avrebbe mai aiutato Koboi”  aveva ripreso con un sorriso superiore. Koboi era scappata, di nuovo, dalla prigione in cui era rinchiusa. Il lato positivo era che era un umana, quello negativo era invece che non si sapesse dove fosse. “Oh, la figlia di quel Tubero è un vero genio ed è molto scontenta dell’abbandono del padre. Lei è un tipetto vendicativo sapete. Quindi perché non dovrebbe aiutare la signorina Koboi se, soprattutto, questa le ha fatto da madre?” le ha fatto da madre? Cosa … come …. Tutti stavano un po’ metabolizzando la cosa e il silenzio regnava sovrano. Tubero che abbandona qualcuno, soprattutto se quel qualcuno è la figlia non è possibile e poi perché non dirlo a qualcuno? E poi la piccola aveva come madre adottiva Opal quindi era possibile che fosse cattiva come avevano detto quei tipi. “Dove si trova?” chiede Artemis mettendo la ragazza nella lista delle sue priorità, per Tubero. Dopotutto stimava veramente quell’uomo, pardan, elfo. Il capo elfo nemico sorride mostrando i suoi denti scintillanti bianchi “oh, vi ho detto anche troppo. Ora ve la vedete voi” aveva dichiarato con gran disappunto di Artemis, perché quel tipo non dava loro quell’informazione visto che aveva già vuotato il sacco su molte cose? “Abbiamo fatto signor Helaizer” li aveva interrotti un umano/guardia del corpo/mafioso. “Perfetto” commentava soltanto l’elfo capo. Si ritirarono tutti verso i furgoni “questo è un addio signori miei. Solo un avvertimento: Koboi vuole farci un completo con la vostra pelle” spinsero Minerva e fecero per salire in macchina quando a Spinella e agli altri venne dato l’ordine partito da uno dei superiori collegati di sparare e di cercare di far rimanere in vita solo Helaizer così fecero fuoco. Leale trascinava intanto Artemis e Minerva dietro la loro macchina per ripararsi dai proiettili. Gli elfi della squadra mandata per parare il culo a Artemis e gli altri, insieme a Spinella bucarono con dei proiettili le ruote dei furgoncini così i nemici non poterono scappare, scesero e gli affrontarono. Leale dava una mano e controllava che Artemis fosse al sicuro. 
 
Poi accadde.
***
Poi accadde.
 
Spinella sparò a uno degli elfi al petto, ma quest’ultimo lo aveva deviato usando la magia e il colpo aveva preso una ragazza che passava di lì in bicicletta. 
Una ragazza che pedalava tranquillamente al di fuori del perimetro di costruzione. 
Una ragazza che passava di lì, un innocente. 
Spinella, Artemis, Leale, Minerva e gli agenti di supporto di Spinella la videro cadere e si sentirono morire. Gli elfi nemici si voltarono per vedere cosa aveva distratto gli altri della battaglia e la videro. Impallidirono di colpo soprattutto quello che aveva deviato il colpo e gli umani tramavano leggermente, spaventati. Ma da cosa poi? Loro non erano i cattivi e allora perché una morte li sconvolgeva tanto? Si guardarono per un attimo, annuirono tutti come se si fossero capiti perfettamente e se la svignarono tutti in una direzione abbandonando le armi e l’oro come se non contasse nulla e sparando ovunque per evitare che qualcuno li colpisse a loro volta. Sparirono, ma non importava molto a qualcuno. Tutti fermi come in trance finche Artemis non prese a correre verso la ragazza. Spinella gridò a degli agenti di correre dietro ai rapitori e poi, insieme a tutti quelli che rimanevano, raggiunse la ragazza. Leale aveva accostato un paio di dita al polso della sconosciuta e aveva scosso la testa “nessun battito” aveva affermato. Minerva si prese i capelli in un gesto disperato “se non fosse stato per me …” si ripeteva e piangeva. Artemis non sembrava dare segni vitali, era immobile come una statua di ghiaccio, Spinella aveva gli occhi umidi mentre Polledro insieme ad altri che avevano seguito il tutto con gli schermi erano sconvolti “Spinella” sussurra poi “non è colpa tua, ma di quell’elfo.” 
La squadra di appoggio di Spinella non sa cosa fare. Una vita di una fangosa ancora giovane stroncata mentre stavano facendo il loro lavoro da un colpo di Spinella. Ovviamente non la ritenevano responsabile poiché era stato quell’elfo a deviare il colpo e a farlo dirigere alla ragazza. 
***
“Sono morta?” si sente domandare da una voce femminile. Voltarono tutti la testa e osservarono con gli occhi fuori dalle orbite la ragazza davanti a loro: era identica a quella stesa sull’asfalto. “Devo esserlo se sono stesa lì” aggiunse più a se stessa che a loro. 
 
*****
Beh, che dire, ci siamo. Finalmente potrò parlare al presente!!! È stato stancante scrivere al passato, ma dovevo farlo visto che si parlava di un fatto già avvenuto. Bene, ci vediamo al prossimo capitolo e ora voglio proprio riposarmi un po’. Sono proprio una pigrona e non è colpa mia, credo … >.<
  
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