Film > The Phantom of the Opera
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Autore: __aris__    26/05/2013    5 recensioni
Emily Wandervitt è un esperta di autenticazione di opere d'arte ed altri oggetti antichi. chiamata a Parigi per una consulenza dall'Opéra, per caso trova un inquietante libro di pelle nera con i bordi delle pagine rosso sangue siglato FO. Incuriosita lo porta nella sua camera d'albergo, ignara di cosa le accadrà d lì a poche ore.
Nel 1875 Erik è alla disperata ricerca di un mezzo per riunirsi alla sua Christine. Disposto a tutto utilizza un incantesimo per tornare indietro nel tempo ma non otterrà il risultato sperato ...
-- ispirata al film del 2004 ed alla versione per il 25esimo anniversario del musical, con qualche accenno del romanzo. spero vi possa piacere e che la recensiate!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AVVISO: caro Lettore temerario preparati a qualcosa di decisamente inconsueto! Qualcosa che non troverai altrove! Ma prima che tu inizi a leggere le prossime righe devo fare una premessa: sono una fan della coppia Erik x Christine, ma per questa volta volevo dare alla soprano un ruolo decisamente insolito e  vedere cosa ne usciva! Ripeto non ho niente contro di lei; sono e rimango una sostenitrice del loro lieto fine ma per una volta, una sola, volevo qualcosa di diverso! Adesso, caro lettore, cerca di essere comprensivo con me e, se puoi, fammi sapere cosa ne pensi di questa idea … singolare!









  Quando la sorte si impadronisce del destino dell'uomo, non usa né pietà né giustizia.
Charles Chaplin

 
 
 
Emily non poteva non sorridere. Essere riuscita a togliere la maschera a Fantasma dell’Opera e vederlo alle prese con qualcosa di così banale che per lui era, evidentemente, ancora più strano della passeggiata di Armostrong sulla Luna era davvero divertente. Erik non si era sentito completamente a proprio agio per quasi metà della cena: non aveva più nulla del Fantasma dell’Opera; era solo l’uomo dietro la maschera! Erano decisamente delle vesti inconsuete per lui. L’unica cosa che non aveva perso era il ghigno ed il suo macabro senso dell’umorismo, ma andava bene comunque.
In realtà Emily non avrebbe mai capito fino in fondo cosa fosse quel momento per Erik: per un uomo il cui significato di “cenare con altri” era essere rinchiuso in una gabbia ed avere come cena gli avanzi del cane, quella sera era semplicemente incredibile! Incredibile era che fosse stata lei ad invitarlo a mangiare assieme. Incredibile era che sempre lei, evidentemente dotata della telepatia, gli avesse proposto di togliere la maschera con la stessa naturalezza con cui aveva chiesto quale vino preferisse. Ed incredibile era il riflesso del suo volto negli occhi di lei: quello non era il volto del Figlio del Diavolo! Se cercava bene nel verde vedeva un uomo senza nessun segno sul viso con i lineamenti rilassati. Anche il ghigno, smorfia a cui i suoi muscoli erano soliti, era quasi sparito. Era davvero questo ciò che Emily Wandervitt vedeva in lui? Incredibile! Per tutta la sera era convinto di stare sognando; ma per sognare bisogna dormire e lui non dormiva mai!
Terminato il pasto Erik si era proposto di aiutarla a sistemare la cucina ma aveva ricevuto un categorico no motivato dal fatto che doveva solo caricare la lavastoviglie. Comodità del duemila, pensò lui. Comunque l’aspettò, non farlo sarebbe stato tremendamente villano e lui era sempre un gentiluomo. Quando Emily terminò con l’elettrodomestico le porse la mano e si diressero in biblioteca ed Erik la fece sedere sul seggiolino del pianoforte sufficientemente largo per due persone, prima di sedersi a sua volta.
Lei lo guardò con aria scettica ed interrogativa, non ci volevano grandi abilità per vedere l’enorme punto interrogativo sul viso. “Suona con me!”
Cosa? … Ti ho già detto che io non suono!” protestò allibita Emily. Da dove tirasse fuori certe uscite non lo capiva proprio!
Non mi sembra che quel giorno tu sia stata molto coerente!” ribatté con un ghigno di soddisfazione.
Certo! Mi hai raggirata!” puntualizzò storcendo il naso, ma Erik sogghignò come lo Stregatto “Ammetto di avere ottime … capacità persuasive, ma questa sottile arte ha un limite: non avrei potuto farti fare nulla se almeno una parte di te non lo avesse voluto!”. Emily non sapeva se nella sua voce ci fosse compiacimento, malcelato sadismo, falsa modestia o se fosse semplicemente esplicativa; per quel che ne sapeva potevano anche tutte queste cose assieme. Qualsiasi cosa fosse, comunque, le impedì di rispondere. Anche se continuava ad essere sicura che quel giorno non aveva voglia di suonare.
Se non ti piace la chiave di violino puoi usare la chiave di basso, ma dovrai anche pedalizare!” l’avvisò serio alzando il dito indice.
se mi rifiutassi?
Erik sapeva che quella domanda sarebbe arrivata prima o poi! Emily non era cero donna che capitolasse facilmente! Sfoderò il suo miglior ghigno ammonitore, non avrebbe avuto bisogno di nessuna parola per spiegarle che quella non era un opzione.
Lasciami indovinare! Sarò colpita da un disastro che va ben oltre la mia immaginazione?!
Vedo che inizi a capire mademoiselle! Ma, se fossi in te, lascerei perdere il sarcasmo!” Ragazzina impertinente! Aveva conosciuto persone morte per molto meno e lei non resisteva a sfidarlo! Piccola americana impudente!
Cosa dovrei fare?” si rassegnò al fine.
Solo la melodia.” Spiegò Erik con la massima calma “Io farò l’accompagnamento ed il basso, ti dirò le note che dovrai suonare e tu dovrai solo eseguirle!”
Tutto ad un tratto l’odiato Valzer dei Pesciolini per Emily divenne molto più allettante dell’improvvisare con il Fantasma dell’Opera! “Che tonalità?” chiese poco convinta dopo un sospiro. “Mi bemolle maggiore … no l’ottava sopra ... abbassa il polso e non piegare il pollice verso l’esterno … cerca di rimanere rilassata con il braccio … bene possiamo iniziare!” ora parlava da perfetto insegnante di musica: calmo e preciso, pur lasciando capire chiaramente che non avrebbe ammesso sbagli di alcun tipo, la voce bassa e penetrante; mentre non spostava gli occhi dalla mano destra della ragazza per correggerne i difetti di postura che avrebbero rovinato l’esecuzione. Erik ambiva alla perfezione nella musica: in tutta la musica, ma nella sua ancora di più!
Iniziò a suonare le prime battute dell’accompagnamento per far abituare Emily ai colori del brano ed al tempo; anche se erano quasi tutte note molto basse la ragazza rimase ammirata da come non fosse affatto pesante: la mano destra suonava un arpeggio molto delicato mentre la sinistra anticipava il canto. Era malinconico ma non triste; era come una notte illuminata dalla luna piena, anche se il cielo era coperto da un velo di nuvole chiare.
Appena l’uomo iniziò a dettarle la sua pare le nuvole si dissolsero come per incanto e comparve un meraviglioso cielo stellato: l’arpeggio si era fatto più ampio ed esteso, ed Emily capì che la parte che le spettava era una sorta di canto di violino da suonare legato e con grande intensità. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio e non farsi distrarre dalle mani di Erik, li riapriva solo ogni tanto quando doveva fare dei salti e spostarsi più in alto o in basso di quanto la sua mano le permetteva di fare. Suonare con lui si stava rivelando più facile del previsto!
La musica scivolava lungo la stanza e riempiva l’aria vuota, accarezzava le tende ed i mobili indisturbata; sembrava che l’intera New York si fosse fermata ad ascoltare. Erik osservava Emily con la coda dell’occhio: dopo l’esitazione iniziale si era rilassata e riusciva a fare quello che le chiedeva senza troppa difficoltà, in oltre aveva capito quasi subito come suonare (cosa che non avrebbe mai sperato!); per le prime battute aveva dovuto suggerirle anche i diteggi ma poi non era più stato necessario. Adesso il suo viso era completamente disteso ed animato da un leggero sorriso. Chissà se aveva capito che la luce di quel notturno era lei?
All’improvviso Emily smise di suonare. Era letteralmente immersa dalla musica e dall’odore di Fantasma dell’Opera: oscuro, deciso e penetrante. Si erano insinuati in lei ed avevano pian piano corroso le sue facoltà mentali facendole perdere la capacità di proseguire oltre. Prima ancora che Erik la potesse richiamare ai suoi doveri musicali lei posò delicatamente la testa sulla sua spalla. Lui si bloccò completamente per qualche secondo lasciando la musica in sospeso. Che diamine stava succedendo? Perché si comportava così? Con molta fatica, respirando molto lentamente e sperando che lei non si accorgesse di quanto il cuore avesse accelerato il ritmo, continuò a suonare eseguendo anche il canto. Terminato il brano aveva quasi paura di muoversi e rovinare tutto!
Non ricordo di averti dato il permesso di smettere!” sussurrò piano cercando di non far capire nessuno dei suoi pensieri. Di tutte le cose che avrebbe voluto dire in quel momento quelle erano state le uniche parole in grado di uscire dalle sue labbra! Le meno importanti e le meno appropriate!
Ups!” rispose lei divertita alzando la testa per costringerlo a voltarsi. Appena incrociò gli occhi di Erik si sentì completamente avvolta dall’ambra che contenevano. Non la toccava, non la sfiorava nemmeno; eppure aveva la sensazione di essere completamente circondata. Fatalmente attirata, come Icaro dal Sole, si avvicino al suo viso e vi accostò una mano per dargli un leggero bacio sulle labbra.
Erik tremò e sussultò. La ragazza doveva essere evidentemente suggestionata! Non riteneva minimamente possibile che quel bacio gentile e delicato fosse frutto di altro oltre che della suggestione causata dalla musica! Per quanto premurosa e diversa fosse sempre stata Emily nei suoi confronti non poteva certo essere attratta del mostro che era! Controllandosi fino all’inverosimile disse “Non fare cose di cui potresti pentirti … mademoiselle!” Che strano! Per la prima volta gli costava fatica non usare il suo nome!
Questa non era la risposta che si aspettava, ma considerato chi aveva appena baciato poteva anche ritenersi fortunata! “Non credo che me ne pentirei! Ti ho baciato perché ti volevo baciare.” rispose dolcemente.
Io non ne sarei così sicuro.” nessuno lo aveva mai voluto baciare! Almeno nessuno la cui volontà non fosse in qualche modo condizionata.
Se ti dicessi che ci avevo pensato anche prima di cenare? Mi crederesti se ti ripeto che non è una suggestione del momento ma qualcosa che volevo davvero fare?
Véritablement?” (davvero, nda) davvero era tutta le sera che lo voleva fare? Davvero voleva baciarlo? Lui? Proprio lui? Davvero Emily aveva liberamente posato le sue labbra perfette su quell’ammasso informe che era la sua bocca? E non ne sembrava affatto pentita! Lei sorrise nella più esplicativa delle risposte affermative ed Erik l’attirò a sé con un abbraccio fulmineo che spezzò in due il respiro dell’americana.
Erik non  aveva idea di come si abbracciasse qualcuno. Del gesto ne aveva un’idea chiarissima, di persone abbracciate ne aveva viste (non sempre erano stati abbracci affettuosi, ma questo era un altro discorso!); era il resto che non conosceva: come tenere un altro corpo legato al proprio, la sensazione di calore del contatto, cosa fosse sentire l’odore di un’altra persona da tanto vicino; per non parlare delle emozioni che l’abbraccio porta con sé: gioia, felicità ma anche qualcosa di più caldo e profondo, qualcosa che non aveva mai sentito prima e che  non sapeva come descrivere. Ma quello non era il momento di esercitare il suo spirito in osservazioni poco appropriate! Era il momento di gioire della vicinanza di Emily, di bearsi del suo profumo di ciliegia, delle sue mani appoggiate delicatamente sulla schiena e della sua testa reclinata con naturalezza su una spalla. Se c’era da riflettere lo avrebbe fatto in un secondo momento!
Dopo diversi minuti in cui rimasero immobili Erik si allontanò leggermente; quel tanto che bastava per poter accarezzare il volto della ragazza mentre ne sussurrava il nome, modo tanto melodioso ed armonico da farla trasalire, ed infine si decise a baciarla: un bacio lento, quasi incerto come se non fosse completamente sicuro di quello che stesse succedendo.
Il Fantasma dell’Opera aveva vissuto quella scena decine di volte nei suoi sogni, per molti dei suoi anni nei sotterranei dell’Operà l’aveva immaginata e circondata di mille aspettative e domande. Eppure adesso scopriva che, incredibilmente, sapeva cosa fare! Sebbene non avesse mai ricevuto amore da nessuno, sapeva come comunicare ciò che provava! Si era sempre immaginato quel momento con Christine, ma non era affatto deluso dello scambio. Lei aveva scelto il Visconte, ed ora perché non poteva scegliere lui ed essere felice? Perché accanto ad Emily, forse per la prima volta, si sentiva davvero tale.
Emily si era completamente abbandonata ad Erik appena lui l’aveva stretta con gesto fulmineo e delicato alla base della schiena. Le sue carezze erano state di una lentezza e di un significato tale da lasciarle senza parole, o senza qualsiasi altra cosa con cui rispondere! Non era un mostro, lo aveva capito leggendo il diario; era una creatura di carne e sangue, governata dalle emozioni come lei. E poi un uomo che la stringeva in modo tanto gentile e possessivo e che la baciava quasi come avesse paura di romperla tra le sue labbra non aveva assolutamente nulla di mostruoso!
Il bacio stava durando più di quanto Erik avesse previsto ed alla delicatezza iniziale iniziava ad essere sostituita da una crescente passionalità, tanto da spingerlo a fermarsi prima che la situazione potesse evolvere in qualcosa di cui si sarebbero potuti pentire. Qualcosa di cui lei si sarebbe potuta pentire! A quel punto sapeva che doveva lasciare andare Emily, liberandola dal suo abbraccio, ma si scoprì completamente incapace di riuscirci. Si sentiva come un ingranaggio che ha trovato un meccanismo nel quale inserirsi perfettamente; come se proprio quello fosse il posto nel quale si dovesse trovare, ed aveva paura che se si fosse allontanato quella sensazione sarebbe finita.
Per molto tempo aveva cercato conforto in Angeli e Muse; ma questo era arrivato da una creatura di carne e sangue come lui, da una creatura fragile e forte allo stesso tempo! Ed ora si scopriva ad avere bisogno di Emily! All’inizio non aveva capito il crescente interesse che la ragazza gli suscitava e lo aveva sminuito molte volte, ma l’aveva fatta entrare comunque nella sua anima ed ora non avrebbe voluto che si allontanasse.
Continuando a stringerla tra le braccia, cercava le parole giuste per dirle che si era lentamente, profondamente ed inesorabilmente innamorato di lei: della sua capacità di andare oltre le maschere e le apparenze, della sua innata gentilezza, del suo sorriso e di quanto fossero dannatamente limpidi i suoi occhi. Lentamente spostò le mani alla base del collo per poi allontanarla quel tanto che bastava per vederla bene in viso. Ma prima di iniziare a parlare non resistette alla tentazione di baciarla: vedere con quanta naturalezza rispondesse al suo tocco era una sensazione troppo piacevole!
Angel!” Quel momento perfetto fu interrotto da una voce che il Fantasma dell’Opera conosceva fin troppo bene!  “Angel!” 
Emily vide che Erik divenne improvvisamente rigido ed aveva iniziato a cercare qualcosa nella stanza: ma erano completamente soli e dalla strada non filtrava nessun rumore! Cosa stava succedendo?
Angel!” dopo diversi tentativi vani gli occhi di Erik trovarono Christine; in piedi esattamente dietro Emily. Almeno quella figura le rassomigliava in tutto e per tutto! Era esattamente come la ricordava: lunghi capelli castani e ricci, le labbra sottili e la pelle di porcellana. Bellissima nel suo costume da Anita.
Angel! Que tu faites? Tu este venu à ma recherche! Ne me veux plus? Ne veux plus ta Muse?” (Angelo! Che fai? Eri venuto a cercarmi! Non mi vuoi più? Non vuoi più la tua musa?, nda)
Sbiancò completamente. Cosa stava succedendo? Perché Christine si trovava in quella biblioteca? Perché ORA gli chiedeva di tornare da lui? Come faceva a non essere affatto cambiata dalla sera del Don Giovanni? Perché lui sarebbe dovuto tornare da lei? Dopo che le aveva insegnato tutto ciò che sapeva sulla musica, l’aveva confortata nei momenti più oscuri; dopo che l’aveva resa il miglior soprano d’Europa (se non del mondo!) e lei, per ricompensa, lo aveva tradito, ingannato, umiliato ed abbandonato senza pietà!? Non era in collera: Christine aveva avuto il diritto di scegliere la vita che le piaceva di più! Adesso lui voleva lo stesso diritto! Voleva una vita con Emily ed essere liberato dal ricordo di colei che fu la sua musa.
Le rispose in francese “Vai via! Non dovresti essere qui! Ho infranto le leggi del tempo per te! Perché ti ho amato molto più di quanto sarebbe lecito amare un altro essere umano o di quanto tu possa immaginare! Ho amato la tua dolcezza e la tua voce molto più di quanto sarebbe possibile amare in una sola vita! Ti ho amata e sono stato disposto  tutto per te … ma in cambio cosa ho ricevuto? Rifiuto, tradimento e disprezzo! Ora perché sei qui? Torna dal Visconte! Hai scelto lui, ricordi? Ora lascia che scelga io! Che scelga per me! Ti ho amata Christine, ma in un'altra vita!”
Mantenendo il suo aspetto impassibile Christine rispose con una voce che ad orecchio disattento sarebbe sembrata solo triste “Quindi non mi vuoi più?
NO! VAI VIA E LASCIAMI!” urlo il Fantasma infastidito dall’inopportuna insistenza della sua ex pupilla.
Emily tremò. Si era dimenticata di quanto le urla di Erik potessero essere terribili! Lo aveva osservato attentamente negli ultimi minuti: in un primo momento sembrava volerle dire qualcosa di importante; poi i suoi occhi avevano iniziato a vagare per la stanza cercando qualcos’altro che lei non riusciva a percepire. In fine era tornato nei suoi occhi: ma l’ambra era diventata ghiaccio tagliente, la posa era completamente rigida, la sua stretta diventata gelida e quasi dolorosa. All’inizio non aveva parlato, le labbra si erano mosse ma non era uscito alcun suono. Ed a completare il tutto quel tremendo urlo brutale! Se voleva mandarla via non serviva essere tanto rudi! Evidentemente, per qualsiasi ragione l’avesse baciata, non era lei la donna che voleva! Tagliata in due, con un unico fendente trasversale inferto da una spada dolorosamente affilata, ecco come si sentiva Emily Wandervitt in quel momento!  Si coprì il volto con le mani per nascondere la sofferenza e poi scappò via dalla biblioteca il più velocemente possibile!
Erik vide il perito correre attraverso l’immagine di Christine, come se questa fosse un fantasma. Aveva provato a dirle qualcosa per ferarla, ma le parole non erano riuscite a diventare più di pensieri! Ed in quel momento capì: quella non era Christine! Quello era il momento di pagare il prezzo per aver usato la magia! E, come al solito, si trattava di un prezzo troppo alto: Emily!
Lo spettro riapparve più vicino a lui, iniziando a cantare con la stessa voce di Christine, e la stanza fu avvolta dalla più profonda oscurità.
   
 
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