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Autore: justwannabewithyou    26/05/2013    0 recensioni
Occhi azzurri in occhi azzurri, tremendamente simili.
Occhi che non si vedevano da cinque anni e che ora si studiano, come se non fosse passato neanche un secondo dall’ultima volta che si sono incrociati, quella sera sotto quel lampione.
I miei, immersi dalle lacrime. E i suoi, speranzosi in una mia reazione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo sapeva, sapeva che ormai gli andavo dietro e lo aveva scoperto per colpa di un fottuto gioco della bottiglia. Era successo tutto velocemente.
Un attimo prima Liam gira la bottiglia e un attimo dopo la fatidica domanda “chi ti piace?”
Non potevo tirarmi indietro avevamo tutti giurato, non mi era passato in mente che avrebbero potuto farmi quella stupida domanda.
E alla fine avevo dovuto dirlo, avevo dovuto ammettere che mi piacesse Niall, da quando lo vidi per la prima volta.
Lui non aveva mai sospettato nulla, io e lui eravamo quelli che ridevano di più di tutto il gruppo. Eravamo quelli che anche se non studiavano se la cavavano, quelli che quando volevano balzavano scuola e giravano la città ridendo per ogni minima cosa.
Eravamo quelli che alle feste si ubriacavano e passavano la giornata dopo la sbronza seduti sul divano a giocare alla play.
Eravamo quelli pazzi insomma, e a tutti piacevamo così. Sapevo che dicendo ciò che non avrei dovuto dire, beh, il nostro rapporto sarebbe cambiato.
E avrei dovuto dire addio a tutto ciò che prima facevamo insieme, a qualcosa che solo io e lui capivamo.
Nessuno dei due si era mai preoccupato di chiedere all’altro come stesse riguardo a ragazze e ragazzi, perché di solito erano gli altri a parlare di queste cose.
Noi prendevamo la vita per quello che era, ma io avevo commesso l’errore di innamorarmi di lui. Non propriamente un amore da “senza di lui non vivo” ma un amore da “a lui ci tengo e non voglio perderlo”.
Così appena dissi la verità mi alzai e me ne andai subito in terrazza, non volevo tutti quegli sguardi fissi su di me, ero una che arrossiva a volte come tutti, però non mi piaceva farlo.
Sperai tutta la notte che Niall mi raggiungesse lassù, ma non fu così. E io rimasi là fuori per tre ore, mentre i miei amici festeggiavano in casa.
Fu alle tre di notte, quando decisi di rientrare per tornare a casa, che vidi tutti addormentati e sparsi per la casa. Risi nel vederli così sereni, immaginando quanto avessero bevuto nelle ore precedenti.
Ma la cosa che più mi fece sussultare fu l’accendersi della luce in cucina mentre passavo, segno che qualcuno era lì proprio in quel momento e stava aprendo il frigo. Niall. La fortuna non era dalla mia parte quindi, quella sera.
 
“Che hai fatto per tre ore là fuori?” si appoggiò allo stipite.
“Pensavo”
“E a che cosa?”
“Oh andiamo Niall, credo che questa domanda tu possa risparmiartela” scossi la testa.
“E invece no, perché non me lo hai detto?”
“Avrei rovinato la nostra amicizia, proprio come è successo stasera e poi, beh non ne avevo il coraggio ok?” stette in silenzio, così mi guardai intorno e decisi di andarmene.
“Non andartene…”
“È inutile rimanere qua, non riuscirei a dormire”
“Neanche io riesco e poi dove vorresti andare, a casa? So quanto odi stare a casa a far nulla”
“Infatti mi vado a prendere una birra al bar…” dissi volendo uscire di lì al più presto.
“Vengo con te allora” lo lasciai fare.
 
Stetti in silenzio per tutto il tragitto fino al bar, l’unico rumore udibile erano i nostri passi.
Mi fermai di colpo, sotto un lampione.
 
“Sapevo che sarebbe cambiato tutto, non dovevo dirlo”
“Cosa intendi?” Niall uscì dall’ombra e venne illuminato dal lampione, era bellissimo come sempre.
“Quando mai abbiamo camminato in silenzio, dimmelo” abbassò la testa.
 
Decisi di risparmiarmi altri silenzi e tornai a casa, lasciando Niall sotto quel lampione.
Il giorno dopo partii senza far sapere a nessuno la mia meta.
Non volevo essere cercata e tanto meno trovata, volevo solo andarmene e dimenticare.
Volevo solo ritrovare un amico col quale fare di tutto, senza dovermene innamorare.
Volevo solo lasciare Niall, perché sapevo che sarei stata male.
Avevamo 16 anni, eravamo così ingenui, forte stupidi.
Sono passati cinque anni da allora e sono pronta per tornare, anche se di sicuro non vorrà più nessuno saperne di me.
In questi anni non ho mai parlato con Liam, né con Zayn, né con Harry, né con Louis, né con Kelly, né con Niall. Quindi è inutile che speri che loro mi rivogliano nella loro vita.
 
Non sono stata fortunata allora e non lo sono nemmeno adesso.
Sono tornata a casa e ho appena riabbracciato i miei genitori, dopo così tanto tempo.
Sono uscita un attimo in veranda ed eccoli passare davanti casa diretti chissà dove, lo sguardo incredulo rivolto verso me. E la mia vergogna, che mi fa rimanere impassibile.
Non voglio guardarli, così volto lo sguardo. Ma è inutile loro mi hanno vista e si stanno avvicinando. Sia ringraziato il cielo quando il mio cellulare squilla e decido di andare al parco per rispondere a Claire, una mia amica conosciuta cinque anni fa quando me ne andai.
Mentre rispondo passo al loro fianco incurante e loro continuano a voltarsi verso di me, ma io me ne sono andata. Me ne sono andata con la mente e non ci sono da cinque anni.
E loro mi guardano andare ancora una volta via, senza sapere cosa fare o cosa dire. In silenzio.
 
“Mi hai già sostituita con quella Claire? No perché non mi sta bene” mi giro e trovo Kelly sorridermi, affiancata da Harry, Liam, Zayn e Louis.
“No, voi due siete così diverse, non potrei mai…”
 
Il calore dell’abbraccio di Kelly non mi fa finire la frase, ma so che non gliene importa.
E sinceramente nemmeno a me, perché in quel momento il suo abbraccio è l’unica cosa di cui ho bisogno e l’unica cosa che voglio.
Sento maggiore pressione, questo perché anche i ragazzi si sono stretti a me e sento Kelly cominciare addirittura a piangere. Lei è sempre stata molto emotiva.
Ci stacchiamo guardandoci negli occhi, sembra passata una vita, siamo così cresciuti. E non riesco a fare altro che pentirmi di essermene andata da loro.
Stanno sorridendo, ma non c’è nulla di cui sorridere e dovrebbero saperlo meglio di me.
Poi li vedo scansarsi e uscire dal parco. Sono rimasta sola, così mi risiedo sulla panchina e guardo nel vuoto. Quando una voce mi riporta alla realtà, una voce strana.
Una voce che conosco, ma che ora mi sembra solo più cresciuta.
 
“Niall?” mi volto e lui è lì, in piedi, stessa postura di cinque anni fa.
“Perché te ne sei andata Eva, perché? Sono stati cinque anni difficili, senza te” i suoi occhi si incupiscono.
“Era la cosa giusta da fare, non potevo rischiare di rovinare altre amicizie per colpa di un mio errore”
“Errore!? È così orribile dover ammettere che ti piace qualcuno!?”
“Si, se quel qualcuno è uno dei tuoi migliori amici. So che avevo promesso che il gruppo sarebbe stato per sempre, che avremmo festeggiato insieme i nostri 18 anni, che saremmo scappati in America, che avremmo realizzato ogni minima cazzata che sarebbe stata il nostro desiderio..ma ci sono cose che vengono prima”
“Quindi veniva prima lo scappare da una verità venuta a galla, che i tuoi amici?” quel dubbio mi uccise, un dubbio che arrivò dritto al cuore come una freccia.
“Io…non lo so più ormai” abbassai il capo.
“Beh lo so io, non ne valeva la pena. In questi cinque anni non ho più fatto niente di ciò che facevo con te, non mangio più quindici hamburger al McDonald per battere un record che avevo con te, non sto sul divano a giocare alla play il giorno dopo che mi sono ubriacato. Non ho più fatto ritardi o assenze di un giorno a scuola, perché aspettavo che tornassi e mi chiedessi di saltarlo con te. Mi sei mancata”
“Nemmeno io faccio più queste cose…mi sei mancato anche tu, ma quello che mi stai dicendo non mi aiuta, mi fa solo venir voglia di prendere e tornarmene da dove sono venuta”
“Basta scappare Eva, è ora che resti” c’era fermezza nella sua voce.
“E per cosa?” una lacrima scese silenziosa sulla mia guancia sinistra, mentre la mia voce lottava per non spezzarsi, per rimanere forte.
“Per qualcosa di cui ne valga la pena”
“Tipo?”
“Noi” mi voltai e lo guardai dritto negli occhi.
 
Occhi azzurri in occhi azzurri, tremendamente simili.
Occhi che non si vedevano da cinque anni e che ora si studiano, come se non fosse passato neanche un secondo dall’ultima volta che si sono incrociati, quella sera sotto quel lampione.
I miei, immersi dalle lacrime. E i suoi, speranzosi in una mia reazione.
 
“Cosa intendi?”
“Credi davvero di poter cancellare la nostra amicizia dopo tutto quello che abbiamo sempre fatto insieme? Sei sempre stata tu. Quella che mi convinceva a saltar scuola, a ubriacarmi, che mi faceva scoppiare a ridere e che mi ha accompagnato a fare quel tatuaggio di cui solo noi due sappiamo l’esistenza”
“Forse perché lo feci sulla chiappa destra mentre eravamo ubriachi” i ricordi ci fecero scoppiare di nuovo a ridere, come un tempo.
“La tua risata è sempre rimasta quella più orecchiabile che abbia mai ascoltato” le sue guance si tinsero di rosa e sfoderò un sorriso, senza più l’apparecchio, che mi fece capire che non avevo mai smesso di amarlo.
“Volevo dimenticarti, dimenticare tutto ciò che era successo…ma ora capisco di non averlo mai fatto, perché alla fine mi piaci ancora, che stupida” ridacchiai scuotendo la testa.
“Beh anche tu mi sei sempre piaciuta, ma credevo che fosse ovvio no, eravamo migliori amici” mise le mani dietro la nuca, come se fosse una cosa ovvia.
“Cosa?”
“Si, è così…ma pensavo che a noi non ce ne importasse alla fine di queste cose, pensavo che fossimo gli anticonformisti della nostra età, potremmo mai esserlo ancora?” sorrise.
“Credo proprio di si, a nostro modo, ma lo saremo” sorrisi a mia volta.
 
 
 
 

 
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Nessuno dei due pronunciò mai un “ti amo” o smancerie.
Non si baciarono mai e non fecero sesso.
Non si sposarono.
Eppure vivono insieme, hanno entrambi 54 anni e hanno adottato due figli.
Loro si amavano al loro modo e così hanno continuato.
Chi dice che l’amore è dettato da baci, parole e anelli di fidanzamento?
 
  
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