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Autore: Bale    26/05/2013    1 recensioni
Il famoso scrittore Noah Gallagher (già protagonista della mia FF "Amori Sbagliati") si trova in un grave momento di crisi.
Non sa più chi è, non scrive più. Si sente solo e smarrito nel mondo.
L'unica persona che potrebbe risolvere tutti i suoi problemi si trova a Roma, ma lui non ha il coraggio di tornare da lei.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Arrivi






Si sentiva strana e non solo perché si trovava in un paese straniero.

Il suo malessere era dovuto a lui. Noah.

Lo avrebbe rivisto dopo tanto tempo e, mentre trascinava la sua valigia fuori dall’aeroporto, verso il primo taxi libero, si chiese cosa avrebbe mai potuto dirgli.

Con la mano libera accarezzò la sua borsa. Conteneva il manoscritto di Noah, il suo nuovo libro.

Era rimasta molto colpita da quella storia, tanto che aveva deciso di partire per Los Angeles all’improvviso, senza portarsi troppa roba dietro, lasciando il suo gatto da solo e affamato nel suo nuovo appartamento.

Si era sentita un po’ in colpa una volta sull’aereo, ma quel senso di colpa era stato ben presto sostituito da una strana sensazione di smarrimento.

Si infilò nel taxi e comunicò all’autista la sua destinazione in perfetto inglese. Era riuscita ad avere l’indirizzo grazie alla sua casa editrice che, ormai, lavorava anche per il famoso romanziere inglese Noah Gallagher.

Il tassista sorrise guardandola dallo specchietto retrovisore, poi mise in moto e partì.

Olga si sistemò sul sedile irrequieta. Non sapeva proprio come doveva sentirsi. C’era qualcosa di strano in quell’aria nuova. Era forse l’amore che provava per quello che un tempo aveva definito scrittorino insulso?

Probabilmente le cose stavano proprio in quel modo, ma all’improvviso, Olga fu assalita dai dubbi.

Cosa sarebbe successo? Si sarebbe trasferita anche lei in California? Oppure avrebbe costretto lui ad andare in Italia? E dove se lo sarebbe messo? Aveva appena cambiato casa. Si era trovata un appartamento perfetto per lei e il suo gatto e non c’era posto per nessun altro. E se il problema non fosse stato l’appartamento? Se fosse stato invece il suo cuore a non avere posto per nessuno? Dopotutto ne aveva sofferte tante, era stanco e raggrinzito e chissà come trovava ancora la forza di battere. Da dove veniva quella forza? Da Noah? Dal sentimento sincero e profondo che li legava?

Olga chiuse gli occhi e li strinse forte.

Aveva mal di testa, colpa del fuso orario.

Il tassista gli lanciò un’altra occhiata dallo specchietto. Era preoccupato per lei. Si era portata una mano alla fronte e teneva ancora gli occhi serrati.

-Sta bene?-    chiese l’uomo continuando a sbirciare nello specchietto.

Olga annuì, ricambiando il suo sguardo con un sorriso.

Lui aprì la bocca per dire qualcos’altro, ma la richiuse immediatamente quando vide che Olga portava lo sguardo fuori dal finestrino.

Quelle strade erano ben diverse da quelle romane e lo erano certamente anche da quelle inglesi.

Perché Noah si era trasferito proprio lì? Perché teneva un blog?

Aveva creduto di conoscerlo a fondo. Il loro unico incontro era stato abbastanza intenso e intimo.

Forse si sbagliava. Magari Noah era completamente diverso da ciò che lei era creduto.

Forse c’era cascata anche lei, proprio come lui con Katherine. Aveva visto in Noah quello che voleva vedere e alla fine probabilmente si era innamorata solo di un falso idolo.

Scosse la testa. No, non poteva essere. Lei aveva visto veramente Noah, aveva scrutato la sua anima e aveva capito chi era. Non poteva essersi sbagliata. Il suo istinto non l’aveva mai tradita.

Aprì la borsa e ne estrasse il manoscritto di Noah.

Era battuto a macchina e Olga, accarezzando la copertina, sorrise nel constatare che non si era sbagliata del tutto. Sapeva che preferiva la macchina per scrivere i suoi romanzi e probabilmente, l’unico motivo per il quale aveva adoperato un computer, era solo che gli rendeva più facile la pubblicazione su internet dei suoi pezzi.

Rimise in borsa il manoscritto, ma non distolse lo sguardo da essa. Si era commossa su quelle pagine, aveva pianto. Nessuno era mai stato in grado di strappargli delle lacrime, non dopo la morte di Andrea.

Non aveva più pianto da allora. Il suo cuore era diventato di ghiaccio.

All’improvviso il tassista frenò di botto. Olga fu scaraventata in avanti e batté il mento contro il sedile dell’autista.

-Mi scusi-    disse poi voltandosi per constatare che non si fosse fatta male   -Non avevo visto il numero civico. Comunque siamo arrivati-

Olga si massaggiò il mento per qualche istante, poi portò lo sguardo fuori.

Il quartiere sembrava isolato e tranquillo, l’ideale per uno scrittore. Sbirciò distrattamente il portone d’ingresso, ma subito dopo recuperò la borsa per pagare la sua corsa.

Scese dal taxi dopo aver ringraziato l’autista che l’aiutò premuroso a tirare giù la valigia.

Attese con pazienza che si allontanasse, poi si voltò verso il portone.

Doveva bussare. Era andata fin lì, doveva trovare la forza di farlo.





   
 
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