Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Buildingalife    26/05/2013    0 recensioni
E un pesce, un piccolo pesciolino rosso, che forse si era stancato di quel mondo subacqueo, iniziò a saltare fuori, faceva capriole ma ogni volta ricadeva dentro, sempre. Ci riprovò un paio di volte ma niente…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un misto di confusione e sicurezza, di problemi e di spensieratezza, di vita e di morte.
Un pesce fuor d’acqua. Ne vidi uno una volta: stavo sulla spiaggia, da sola, o forse no, ecco mi ricordo, stavo con qualcuno ma per me gli altri non esistono… Dicevo, stavo sulla spiaggia e guardavo le onde, andare una contro l’altra, come le persone…E un pesce, un  piccolo pesciolino rosso, che forse si era stancato di quel mondo subacqueo, iniziò a saltare fuori, faceva capriole ma ogni volta ricadeva dentro, sempre. Ci riprovò un paio di volte ma niente…capì che uscendo fuori forse non ce l’avrebbe fatta, sarebbe morto e la sua piccola vita voleva viverla. Ritornò negli abissi.
Davanti a quello spettacolo mi ero persa, ero sprofondata nel mare con il piccolo acquatico, e attorno a me non esisteva nulla, nessuno, come sempre d’altronde. La mia spalla era scossa, si muoveva, la muoveva qualcuno anzi ma non capivo proprio fino a quando non mi risvegliai, e qualcuno mi chiamava. La mia amica, disse che dovevamo andare, diventava buio e freddo e io non mi ero resa conto della pelle d’oca che mi era venuta.
Salimmo sulla sua macchina e mi chiese se volevo unirmi a lei e agli altri quella sera anche se sapeva già la mia risposta. Avrei potuto dire di no, come feci, o avrei potuto dire di si, senza però essere mentalmente presente.

Le mie serate erano semplici, vivevo da sola e lo amavo. Amavo me e la mia solitudine…leggere, vedere film, preparare il tè, avere delle candele e dedicarmi a me stessa, perché per dedicarsi agli altri ce n’era di tempo, forse anche troppo perché ogni giorno dovevo uscire allo scoperto…nel mondo.
Mettevo canzoni molto veloci e “fomentanti”, oppure canzoni con un sound particolare e soprattutto sensuale, che mi portavano a ballare ondeggiando per la stanza. Piangevo e ridevo allo stesso tempo perché io non esistevo e ne ero sicura, era tutta fervida immaginazione di qualcuno, dell’unico essere vivente vero, che immaginava tutto ciò per avere compagnia nel suo mondo malinconico. E che si divertiva a vedere come noi, sue creazioni, ce la saremmo cavati in tali abissi. La teologia, la scienza, nessuna delle due poteva esistere, solo il piccolo o grande uomo che creava era vero.
Tutto era una finzione, mi limitavo ad adattarmici e a provare forti emozioni però represse perché inutili.
Era tutto così bello.
Orribile allo stesso tempo…
Sognavo tantissimo ma non volevo rendermene conto perché voleva dire che provavo anche emozioni e che desideravo cose, e ciò mi avrebbe lasciato a combattere con quella fragilità nascosta, affrontare il mondo, la gente, me stessa, non essere soddisfatta, soffrire…

La domenica mattina scendevo e mi dirigevo al parco sotto casa mia, mi sedevo sulla solita panchina, chiudevo gli occhi se c’era il sole. E dopo essermi piazzata iniziavo a piangere e a ridere allo stesso tempo perché non capivo nulla anche se pensavo di si. Piangevo e ridevo perché se la sera prima ero uscita la mattina dopo non ricordavo nulla, non perché mi ubriacassi, ma perché nulla esisteva. Ridevo e piangevo.
La vita attorno a me proseguiva, la gente camminava, la domenica era tranquilla.
Ma c’era qualcuno là dentro, che urlava, che voleva essere liberato ma io non glielo volevo permettere…
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Buildingalife