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Autore: Camilla L    26/05/2013    8 recensioni
Il primo incontro di Emmett e Rosalie raccontato alla piccola Renesmee prima di dormire...
QUESTA STORIA FA PARTE DELLA SERIE "EMMETT & ROSALIE"
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emmett Cullen, Renesmee Cullen, Rosalie Hale | Coppie: Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
- Questa storia fa parte della serie 'Emmett & Rosalie'
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                                                                                                 Lo zio Emmett e l'orso
 
 
-Zio, zio! Mi racconti come hai conosciuto la zia Rose?-chiese la piccola Renesmee, fiondandosi tra le braccia del suo possente zio.
-Ancora? Ma se te l'avrò già raccontato un milione di volte.-rispose Emmett alla nipotina.
-Si, ma mi piace come lo racconti tu, mi sembra di esserci stata ogni volta che me ne parli.-rispose lei, fissandolo coi suoi occhioni color del cioccolato a cui nessuno era mai riuscito a resistere, soprattutto lui, che davanti alla nipotina sentiva crollare ogni sua sicurezza da imponente battagliero.
-E va bene, ma poi fili dritta a letto o altrimenti tua madre non ti lascerà più stare con me e la zia Rose mentre loro sono a caccia e la tua “cara zietta” potrebbe non perdonarmelo mai.-
-Ok, farò tutto quello che vorrai, ma basta che inizi a raccontare.-
Renesmee ormai dimostrava all'incirca dodici anni, ma quando si trattava di farsi raccontare la favola della buonanotte tornava ad essere la tenera bimbetta di quattro anni che in realtà era. Le sue favole preferite erano le avventure di famiglia che ognuno di loro le raccontava sotto forma di dolce buonanotte. Avevano deciso, di comune accordo, che quello fosse il modo migliore per farle conoscere tutta la storia della famiglia Cullen. La piccola di casa adorava sentire le avventure del tenebroso guerriero che vide finalmente la luce del sole solo quando incontrò il suo folletto arrivato dal futuro o come la sua mamma si trasformò da docile agnellino a fiera leonessa o, ancora, come il suo centenario nonno sapesse guarire le persone con le sue fantastiche magie. La sua preferita, però, rimaneva sempre quella dell'angelo che corse in aiuto del gigante buono...
 
 
C'era una volta,
in un luogo incantato, una giovane fanciulla di nome Rosalie. Lei era bella, bella come nessun altro in quel mondo lo era mai stato. La luce che emanava era così potente che per guardarla attentamente occorreva strizzare leggermente gli occhi per non restarne abbagliati. Anche il resto della sua famiglia era di una bellezza eccezionale, ma nessuno era fuori dall'ordinario quanto la fanciulla. C'era qualcosa, tuttavia, che offuscava la sua infinita beltà: il suo sguardo non era radioso quanto lei. I suoi occhi erano dello stesso colore dell'oro zecchino, ma non brillavano con la stessa intensità dei lingotti: erano tristi, ricoperti da un sottile velo di oscurità che non le permettevano di nascondere al meglio l'infinita inquietudine che le attagliava l'anima. Se la sola bellezza fosse fonte di felicità lei sarebbe stata sicuramente la creatura più felice mai esistita, ma purtroppo non era e non sarà mai così. Qualcosa disturbava la giovane, la innervosiva: sembrava che mancasse sempre qualcosa o qualcuno nella sua vita e questo non le permetteva di vivere serenamente.
La bellissima dama amava ogni membro della sua famiglia, ma spesso preferiva stare sola, proprio a causa della sua mancata felicità. Appena le era possibile faceva lunghe passeggiate nel bosco con la sola compagnia dei suoi pensieri ansiosi, le facevano bene quelle escursioni solitarie e l'aiutavano ad alleviare un poco la sua inquietudine.
Fu proprio durante una di quelle passeggiate che la vita della fanciulla cambiò per sempre. Fece quell'incontro che aspettava da sempre, l'incontro fatale che fece sparire del tutto l'ombra nera che avvolgeva il suo sguardo e la sua anima.
Il giorno stava per finire e la giovane dama stava per rientrare nella maestosa dimora che condivideva coi suoi cari, quando un grido d'aiuto attirò la sua attenzione. Una voce che, sembrava appartenere ad un giovane uomo, provenne dalla parte più interna del bosco e fece fermare di colpo la fanciulla.
-Aiuto, qualcuno mi aiuti!-diceva a fatica il ragazzo.
La dama riconobbe immediatamente in quella voce qualcosa di famigliare, qualcosa che la faceva stare bene, nonostante fosse ben conscia che chi aveva lanciato quel grido non stesse altrettanto gioendo.
Senza troppe remore la bella Rosalie invertì la sua marcia e corse in aiuto di colui che le procurava così tanto benessere solo emanando una flebile richiesta d'aiuto.
Dopo un breve tragitto la fanciulla si trovò davanti ad una scena che la spaventò terribilmente. Il giovane ragazzo che, tutti conoscevano come “il gigante buono”, stava lottando a mani nude contro il più feroce orso della foresta, quello stesso orso che più di una volta aveva spaventato la popolazione dell'intera città incantata. Il ragazzo era coraggioso, lottava nonostante le numerose ferite inflittagli dal grande animale, ma purtroppo non sembrava essere sufficiente. Senza pensarci troppo la bella Rosalie sfoderò le sue armi segrete, dono di un mago buono che l'aveva cresciuta come una figlia, e andò immediatamente in soccorso del ragazzo. Senza troppa fatica lei si sbarazzò dell'animale e così poté finalmente soccorrere colui che era stato così coraggioso e avventato da lottare contro qualcuno visibilmente più forte di lui.
La ragazza strinse forte a sé quell'impavido, ma sprovveduto guerriero e volò verso chi l'avrebbe potuta aiutare a far andar via lo spettro della morte da quel ragazzo a cui sentiva di essere già legata in modo inscindibile. Chiese a suo padre di donare lui gli stessi poteri che anni prima aveva donato a lei, così che potesse vivere anche lui in eterno come tutta la loro famiglia. Il padre la accontentò, aveva notato subito che in compagnia di quel ragazzone, per quanto malconcio fosse, la sua amata figlia aveva perso quell'ombra oscura che l'avvolgeva da sempre.
Dopo qualche giorno di sonno profondo il gigante buono si risvegliò e la prima persona che vide fu proprio la bella dama che gli salvò la vita.
-Tu sarai per sempre il mio angelo.-furono le sue prima parole.
-Come dici?-gli chiese lei leggermente confusa.
-Mi ricordo di te, mi hai salvato dall'orso ed insieme siamo volati in questo posto incantato.-
La ragazza in principio non credette alle sue orecchie, stava sentendo le parole che aveva atteso per tutta una vita. Quel ragazzo che la faceva sentire in paradiso anche mentre agonizzava le stava dicendo che non l'avrebbe lasciata mai più.
-Non puoi ricordarti di me, non eri cosciente, forse stavi sognando.-cercò di spiegargli lei.
-Si, tu sei un sogno, ma sei anche un angelo, il mio angelo.-
-Forse il risveglio dopo un lungo sonno ti sta confondendo.-
Rosalie non voleva contraddire il ragazzo, voleva solo essere certa che quello che stava sentendo fosse la realtà. Voleva solo assicurarsi di non essere lei quella nel mondo dei sogni.
-Siamo venuti fin qui volando e solo gli angeli lo possono fare.-puntualizzò molto sicuro di sé.
-Questo non posso negarlo, ma...-
-Allora non farlo e dimmi che anche tu stai sentendo quello che sto sentendo io.-la interruppe lui.
Rosalie non riusciva a capacitarsi di quello che le stava succedendo, le sembrava tutto così irreale e stupendo che dovette fare un paio di grandi respiri prima di rispondere.
-Io...io sento che quando sto con te tutto il dolore che c'è dentro di me improvvisamente scompare, sento che solo con la tua presenza mi fai stare bene: ecco quello che sento.-disse lei, dopo un piccolo inizio impacciato.
-E' esattamente quello che provo io, vedi che avevo ragione. Tu ed io siamo fatti per stare insieme, sarai per sempre il mio angelo e mi farai volare insieme a te finché vivremo.-ipotizzò lui, senza sapere che da quel momento anche lui avrebbe potuto volare.
-Non hai più bisogno di me per volare, per poter guarire mio padre ti ha dovuto far diventare immortale come noi.-cercò di spiegargli lei. Non era facile fargli capire che da quel momento non sarebbe più stato come prima del loro incontro.
-Non mi interessa come sono diventato, per me conta solo sapere che d'ora in poi nella mia vita ci sarai tu, angelo mio.-
Rosalie, come il resto della famiglia, rimase stupita dalla naturalezza con cui lui prese la notizia del suo cambiamento, nessuno aveva mai reagito così.
-Non sei sconvolto? Insomma, ti ho appena detto che vivrai per sempre ed avrai dei super poteri.-lo interrogò lei.
-E perchè dovrei esserlo? Tu sarai con me.-insistette lui.
-Se questo ti può bastare.-
-Eccome se mi basta, è tutto ciò che ho sempre desiderato: vivere per sempre col mio angelo.-
-A dire la verità non sono esattamente un angelo.-
-Per me lo sei, ti può bastare?-le chiese, sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi.
-Mi basterà da qui all'eternità.-rispose lei, finalmente sorridendo.
Rosalie ed il suo gigante buono non ci misero molto per capire di essere anime gemelle, il loro fu il tipico amore a prima vista, si amarono incondizionatamente dal primo istante. C'è chi dice che le loro vite fossero legate ancora prima che si incontrassero, che fossero già destinati ancora prima di venire al mondo, questo nessuno lo potrà mai sapere, ma una cosa fu immediatamente certa: niente e nessuno li potrà mai separare.
Il gigante insegnò all'angelo a sorridere e lei gli insegnò a volare insieme a lei nei boschi di tutto il mondo incantato...
Entrambe le loro vite da quel giorno cambiarono in modo irreversibilmente piacevole e, mai come nel loro caso, le parole:” E vissero per sempre felici e contenti” furono così azzeccate.
E' passato più di un secolo da quel giorno, ma loro continuano imperterriti a volare e sorridere insieme, amandosi perdutamente come il primo giorno...
 
 
Finita la favola Emmett abbassò lo sguardo verso la nipotina che stringeva al petto e si rese conto che dormiva profondamente. Era strano che non se ne fosse reso conto prima, in fondo i suoi sviluppatissimi sensi da vampiro avrebbero dovuto almeno captare il respiro non più sveglio della bimba. Sorrise divertito da quella sua svista, era incredibile l'effetto che Rosalie aveva ancora su di lui, dopo tutti quegli anni: anche solo parlare di lei lo mandava ancora in quel mondo incantato dove l'angelo ed il gigante volavano felici tenendosi la mano.

                                                                                                           FINE
 
 
 
Buonasera!!!
Come state??? So che avevo detto di stare per un po' lontana da Twilight e soprattutto di finire almeno una delle QUATTRO storie che ho in corso, ma oggi la mia testolina se n'è uscita con questa e non ho resistito, ho dovuto scriverla. E' la prima volta che scrivo una cosa del genere, forse ho cercato un po' di strafare, scrivere in terza persona è una cosa nuova per me, ma spero di aver fatto così schifo. Ditemi pure quello che pensate, senza problemi.
Alla prossima...
Camilla

 


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