Cap. XIV. L’auto nera
La cosa più difficile nella vita
È capire quali ponti attraversare e quali
bruciare
(Anonimo)
Erano quasi arrivati all’incrocio, quel maledetto incrocio in
cui, un mese prima, Kei aveva perso la vita.
Hilary salutò gli amici, dandosi appuntamento al ristorante, poi
attraversò.
E l’auto nera apparve, come un incubo tornato dall’aldilà.
La ragazza venne prepotentemente sbalzata nel passato.
Il semaforo, l’automobile, una voce che grida il suo nome.
-Hilary!- La voce di Takao…
Ma non c’era Kei pronto a lanciarsi per salvarla.
Spinse sull’acceleratore, puntando dritto sulla mocciosa.
-Come te la cavi senza il tuo ragazzino?- mormorò, stringendo le
mani sul volante.
Pochi secondi e avrebbe regolato i conti.
Un grido ruppe ogni pensiero. L’Aquila Rossa si frappose fra
Hilary e il folle sull’auto, costringendo quest’ultimo ad una brusca sterzata.
La vettura salì sul marciapiede, ormai fuori da ogni controllo, schiantandosi
poi contro un muretto.
Le persone non avevano visto niente di ciò che era accaduto, non
sapevano perché avesse sbandato.
Ma i quattro ragazzi non staccarono gli occhi dall’animale sacro
che, così come era apparso, scomparve nel nulla, lasciando nell’aria un profumo
di nostalgica malinconia e l’eco di una voce.
Io sarò con te. Per sempre.
-Kei…
L’aveva salvata di nuovo, l’avrebbe difesa sempre.
Quando la polizia arrivò sul luogo si era già radunata una
piccola folla. L’uomo alla guida venne fatto scendere e arrestato.
Ma Hilary li bloccò: lei conosceva quell’individuo e ora,
sopraffatta dal disprezzo, voleva una risposta.
-Perché, John?
Il suo patrigno: lui aveva ucciso Kei e aveva tentato di fare lo
stesso con lei.
-Per i soldi, per cosa sennò?- fu la sua affermazione.
Soldi…era una valida ragione per uccidere? I soldi valevano una
vita umana? Non riusciva a capire cosa la trattenesse dal dargli uno schiaffo.
-Tutto il denaro di questo mondo non vale la vita di una
persona. Fai talmente schifo che non meriti nemmeno di essere picchiato.
E con quella frase bruciò i ponti che ancora la legavano al passato e alla sua famiglia.