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Autore: redeagle86    12/12/2007    6 recensioni
Due dolori diversi...due dolori che si cercano...forse solo la morte può appianare ogni cosa e cancellare il passato...
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. XV. Epilogo

 

“Cara Hilary,

so che sei nei guai con la scelta del padrino. Non ti propongo la mia candidatura, anche se non nego che mi farebbe piacere. Questo è un suggerimento.

C’è una persona che ancora non è riuscita a fare pace con il fantasma di Kei e so che, se tu la scegliessi, la faresti immensamente felice.

Immagino tu abbia capito di chi sto parlando…”

 

Quando lesse l’e-mail di Yuri rimase di sasso: quel russo riusciva regolarmente a sorprenderla.

Da giorni si torturava con la lista dei candidati: Takao, Rei, Yuri, Max, Yuuya, Hito, nonno Jei…

Temeva che scegliendo uno, un altro si sarebbe certamente offeso: perché non poteva farlo fare a tutti?

Il pianto di suo figlio la distolse dal computer: spesso si chiedeva come facesse un esserino così piccolo ad urlare così tanto.

-Cosa c’è, tesoro?- chiese, prendendolo in braccio.

Andrei Hiwatari la guardò con i suoi grandi occhi viola, calmandosi all’istante. Assomigliava molto a Kei: gli occhi, gli zigomi, il taglio delle labbra erano quelli del ragazzo. Ma aveva i capelli castani come la mamma.

Avrebbe compiuto tre mesi il giorno del battesimo: cullandolo dolcemente, ripensò al nome scritto da Yuri.

Sicuramente sarebbe stato un padrino d’effetto.

 

-Max, tu sai chi sarà il padrino?- domandò Takao.

-Credevo lo sapessi tu. Rei?

-Ne so quanto voi.

-Hilary, non puoi almeno darci un suggerimento?

La ragazza, radiosa, prese tra le braccia Andrei, negando con il capo.

-No. Sarà una sorpresa.

-Certo che somiglia davvero a Kei- disse Mao, guardando il bambino. –Oh, Hilary come ti invidio.

-Rei, hai sentito la tua fidanzata?- lo schernì Max.

-Tesoro, guarda che lo penso anch’io- lo gelò Mariam.

Le tre giovani scoppiarono a ridere, osservando le facce terrorizzate dei due blader.

-Sta arrivando un’auto.

Una vettura bianco immacolata si fermò davanti alla chiesa. Il ragazzo che ne scese salutò tutti con un sorriso, prima di avvicinarsi alla novella mamma.

-Ciao, Yuri.

-Ciao, Hilary. Così è questo il mio nipotino giapponese…- continuò il russo. -È bellissimo: somiglia ad entrambi.

-Vuoi prenderlo in braccio?

-Meglio più tardi. Il padrino non mi perdonerebbe- proseguì in tono scherzoso. Si volse poi verso l’auto. –Allora, scendete o vi devo tirare fuori con la forza?

-Arriviamo. Voi avviatevi, intanto- risposero i compagni.

I giovani entrarono in chiesa, Yuri e Hilary per ultimi.

-Non lo ammette, ma si vede che è felice. Non ha parlato d’altro.

-Certamente non è un padrino che passa inosservato.

-Questo sicuramente no- rise Yuri, prendendo posto.

Subito dopo arrivarono Boris e Ivan che si sedettero accanto al capitano. Mancava solo il padrino.

Il suo ingresso suscitò la sorpresa di tutti: era imbarazzato, ma allo stesso tempo gli si leggeva sul viso una sorta di fierezza.

-Hilary…io volevo ringraziarti…non ho potuto farlo prima…

-Non c’è bisogno di dire nulla. Sono certa che anche Kei avrebbe fatto questa scelta. Andrei, ecco il tuo padrino.

Gli posò fra le braccia il bambino: era così piccolo fra quelle mani enormi.

-Ho paura di farlo cadere.

-Stai tranquillo, Sergey. Rilassati.

Faceva uno strano effetto vedere quel colosso biondo con una creaturina minuscola. Andrei aprì i suoi occhi viola, posandoli sul blader e facendolo sudare freddo.

-Ora piange, ne sono certo. Ora si mette a strillare- pensò.

Invece il piccolo sorrise. In quel momento Sergey capì di essersi irrimediabilmente innamorato del suo protetto e fu immensamente grato ad Hilary: non era mai andato d’accordo con Kei, ma credeva di avere tutta la vita davanti per cercare di rimediare. Invece Kei era morto, portandosi via ogni occasione di chiarirsi: fare da padrino a suo figlio era un modo per placare i fantasmi del passato.

I raggi del sole entrarono a tagli dalla vetrata e ad Hilary, per un secondo, parve di scorgere la figura del suo amato.

Io sarò con te.

Per sempre.

  
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