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Autore: Egwene    10/09/2004    0 recensioni
** Prima di leggere questa storia, vorrei dire che si riferisce al periodo in cui i genitori di Harry andavano a scuola, ma non racconta di loro. Ho pensato di scrivere di Remus Lupin perché è il mio personaggio preferito insieme a Sirius Black. Lo spunto mi è venuto leggendo la fanfict di Emily Silvia Doe (bellissima, complimenti! ^___^) Perciò mi scuserete, anche lei naturalmente, se ho preso un personaggio (peraltro poco inportante) dalla sua, perché non sapevo che nome inventare! Ovviamente i personaggi sono inventati tranne i soliti quattro malandrini! Vi ringrazio tutti in anticipo...ho appena aggiornato...mi raccomando!! Buona lettura(o divertimento ?)Baci, Egwene => **
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black, I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Comunque Harvey è rimasto molto impressionato da quello che è accaduto, e mi ha chiesto di dirti se vuoi uscire con lui, da soli!” Era Grace a parlare, seduta sul letto con le braccia incrociate e lo sguardo stizzito. Da quando erano tornate non avevano fatto altro che cianciare su come avessero passato la giornata, che ora avessero tutte quante, più o meno, un ragazzo, del trambusto che c’era stato…Erano a metà tra l’arrabbiato e la curiosità di sapere ogni minima parola che avesse rivolto a Malfoy e Piton. Come se non bastasse, non si sa come, erano venute a sapere della litigata con Sirius e volevano sapere se c’entrava col fatto che era geloso che a lei piacesse Remus. “ Assolutamente no!” si arrabbiò Jillian quando lo dissero. “ A lui non interesso minimamente, per fortuna!” si arrabbiò. “ In effetti, a lui non interessa nessuna ragazza!Non è che sarà…” rifletté Lisa “ NO! Per l’amor del cielo! NO! Non provare a dire cose assurde!” urlò più forte, tanto che qualcuno bussò alla porta. “ Si?” andò ad aprire Lisa “ Sono Frida, cosa succede? Abbiamo sentito urlare” era il Prefetto di grifondoro. “ No, niente. Pensavamo di aver visto un insetto” spiegò Lisa con naturalezza. “ Mmm, bene. Adesso sarà pronta la cena. “ e uscì. “ Che è successo?” chiese Rosy uscendo dal bagno, con l’aria svampita. “ Assolutamente niente di importante!” anticipò Jillian le altre, già pronte a slanciarsi in racconti assurdi. “ Comunque, devi ammettere che sta sempre insieme a quegli altri due. E in cinque anni non l’ho sentito fare un apprezzamento ad una ragazza!” “ Ricominciamo?!” chiese Jillian infuriata in direzione di Grace. “ No, ma è che è…strano?” “ Sentite. Non ho assolutamente voglia di litigare per stupidate del genere, perciò chiudiamo qui il discorso!” “ Uff…se proprio vuoi” erano deluse dal fatto che ora non avevano più argomenti piccanti dai cui parlare. Nel frattempo Jillian si mise seduta sulla scrivania e aggiunse qualche appunto nel suo diario, su come organizzare la serata, cioè il suo diabolico piano. Già da tempo aveva osservato che quando spariva Remus, ‘misteriosamente’ durante la cena non si vedevano neanche gli altri tre. A dir la verità non si vedevano fino alla mattina successiva, quando scendevano dalla scala assonnati e tutti con qualche graffio. C’era veramente qualcosa di strano, se non di inquietante. “ llian?” “ Cosa?” chiese sorpresa la ragazza. “ Ti chiedevamo se venivi a cena” le disse Grace guardandola storto. “ No…non credo che verrò. Credo-credo di sentirmi…poco bene!” rispose in una folgorazione. “Andrò a letto, quindi quando tornate non svegliatemi!” “ Contenta tu!” le rispose Lisa ed uscirono, lasciandola sola. Se voleva uscire e scoprire qualcosa doveva farlo mentre tutti erano a cena. Il suo piano non poteva andare storto, non doveva O sarebbe stata la fine. Aveva organizzato tutto al meglio. Nel letto aveva messo delle lenzuola che gonfiassero, facendo sembrare in modo che stesse realmente dormendo, dopodiché aveva tirato le tende. Aveva preso la bacchetta magica e se l’era infilata in tasca. Dopodiché era uscita. La sala comune era deserta e non ebbe problemi a passare inosservata fino alla sala d’ingresso. Il difficile stava proprio lì: passare senza farsi vedere. Aveva deciso di farlo durante la cena proprio perché erano tutti impegnati a mangiare e avevano la guardia abbassata. In giro, come al solito, c’era solo il guardiano che ficcava il naso ovunque. Per fortuna riuscì a distrarlo aprendo tutti i rubinetti del piano di sopra e passò indisturbata l’ingresso. Corse attraverso i prati pensando sempre che c’era qualcuno alle finestre che la stava sicuramente vedendo e che l’avrebbe detto ai professori, ma non accadde niente. Correva sempre più veloce, mentre l’erba si piegava sotto i suoi passi, giù per gi scalini di pietra, il ponte. Finalmente arrivò davanti al Platano Picchiatore che iniziò a sferzare ramate a tutto spiano. “ Immobilus!” urlò Jillian puntando la bacchetta contro e l’albero rimase immobile e, con somma sorpresa di Jillian rivelò un passaggio alla base. Si arrampicò giù per lo stretto passaggio, facendo attenzione a non perdere l’equilibrio, e picchettandosi sulle rocce. Il passaggio si andava via via allargando fino ad arrivare ad un’apertura su un pavimento di legno vero e proprio. Le sembrò molto strano il tutto. Si issò a fatica sopra e tese le orecchie. Era proprio una casa fatta di legno. E doveva essere abbandonata. Delle scale portavano di sopra, tutte le finestre erano state serrate con delle assi di legno, alcune delle quali dovevano essere state staccate con forza e gli scuri sbattevano furiosamente al vento che spirava forte al di fuori della casa. Non si sentiva neanche un rumore, e la casa era allo scuro più completo perché i raggi della luna non erano ancora riusciti a entrarvi. Sentiva dei rumori provenire dal piano superiore. Era rischioso salire, anche se sapeva chi ci dovrebbe essere stato. Alla fine decise che, si, non c’era niente di male ad andare a dare un’occhiata e prese a salire le scale. C’era una porta chiusa in mezzo a tutte le altre aperte e da dentro provenivano delle voci che conosceva molto bene. “ Dove andremo oggi?” chiese Sirius eccitato “ Potremo andare in paese a curiosare!” propose Peter con una nota di esaltazione nella voce. “ Oppure andare nella foresta proibita a dare una sbirciatina!” disse James entusiasta. E scoppiarono tutti a ridere. Ma di cosa stavano parlando? “ Com’è la situazione, fuori?” chiese Remus a Sirius a metà tra il divertito e il preoccupato. “ Ci sono nuvole…ma credo che sia questione di minuti prima che…Cos’è stato?” s’interruppe e si avvicinò alla porta. Jillian si era avvicinata ancora di più alla serratura per guardare dentro e aveva fatto scricchiolare in maniera alquanto evidente il pavimento. Cosa poteva fare ora? L’avrebbero scoperta mentre origliava e naturalmente questo avrebbe significato davvero la fine della loro amicizia. Si fiondò nella stanza vicino, completamente buia, e attese. “ Sembra non ci sia nessuno…ho le traveggole allora?” era uscito e non aveva trovato nessuno e era rientrato. Jillian attese qualche secondo e poi riuscì. Ma com’era possibile che non li avesse visti? Insomma aveva osservato la scena fin quando non era uscita e se l’avessero vista probabilmente le avrebbero detto qualcosa…e invece sembrava che fossero lì da un sacco di tempo. “ Ehi sta incominciando!” esclamò Peter. Incominciando cosa?! Doveva saperlo. Tre sonori schiocchi indicavano che qualcuno si era trasformato. Era animagi allora?! Cosa stava succedendo la dentro? Doveva saperlo e non poteva restare oltre l’uscio ad attendere che uscissero. Spalancò la porta e le si presentò davanti uno strano spettacolo, che non avrebbe mai voluto vedere. Perché non era rimasta al castello? Perché era stata così stupida da venire? Tre animali, un cane, un cervo e un topo, erano per terra, seduti e osservavano il quarto che si stava trasformando. Si stava trasformando in un lupo mannaro. Ed era Remus. Lo guardò, mentre la luce argentea illuminava la sua testa. Della bava verde gli colava dalla bocca mentre i suoi denti si allungavano in lunghe zanne, i suoi bellissimi occhi stavano prendendo una forma tonda e diventavano gialli, le sue unghie si prolungavano in artigli e i suoi piedi diventavano grandi e pelosi. Lo guardò, si guardarono. Jillian aveva il fiato mozzo dalla paura e girava la testa qua e la per cercare un posto dove nascondersi, ma non aveva vie di scampo. Il cane aveva preso a ringhiare in direzione del lupo, e il cervo gli puntava minacciosamente contro le corna mentre il topo…bhe, i topo se ne stava fermo, o perlomeno pareva. Remus un lupo mannaro? Com’era possibile? Questa era pazzia, non poteva essere la realtà… Lo vedeva, stava sentendo il suo odore in aria, e si preparava ad attaccare, veloce e letale… Non aspettò di vedere se il suo balzo l’avrebbe raggiunta e, mentre gli altri tre lo tenevano occupato, scappò di nuovo giù per il passaggio ma se lo sentiva alle calcagna. Il cuore a momenti sarebbe saltato fuori per lasciarla morire lì, senza nessuno. Sbucò fuori nell’aria fresca della notte, le luci nel castello erano spente, la luna brillava incontrastata in tutto quel paesaggio e il suo spirito urlava mentre continuava a scappare, perché non poteva fare altro. Andare verso la foresta sembrava l’unica possibilità in quel momento, e non ci pensò due volte. Eppure lui era dietro di lei, che fine avevano fatto James e gli altri?! S’inoltrò nel fitto degli arbusti e seppe di essersi messa da sola in trappola. I rami le avevano ferito la faccia e le braccia, ma non se ne curò. Si accasciò sul tronco di un albero e tentò di respirare lentamente, mentre sentiva i passi del licantropo che la cercavano… Non voleva crederci, non poteva essere lui…era soltanto un sogno da cui si sarebbe svegliata a momenti… Ora era davanti a lei. Ululò verso la luna, mentre si preparava ad azzannarla. Era stato tutto inutile, allora? Tutto quello che aveva fatto finora era stata una perdita di tempo? Le si era avvicinata sempre di più, ora poteva vedere i suoi occhi nei minimi particolari, così grandi…credeva fossero gialli, ma avevano una velatura di ambra ed erano così belli… Le sferrò un zampata sul braccio, facendola urlare di dolore. Il lupo la guardò intensamente e all’improvviso smise di annusarla, sembrava dibattersi tra due istinti. Ma non era possibile! I mannari uccidono anche i migliori amici perché non riconoscono le persone! Stava continuando a guardarle gli occhi e d’improvviso Jillian notò che quelli Di Remus non erano più giallo-ambra ma stavano tornando lentamente verdi, e le zanne non c’erano più, come le unghie lunghe e i peli erano spariti! Remus cadde a terra nudo, mentre le ferite che si era fatto gli si aprivano. Anche Jillian svenne perché la ferita infertagli era veramente profonda, mentre sentiva dei passa provenire da dietro gli alberi fitti. La luna illuminava la scena, ma qualcosa lo aveva fatto lo setto trasformare. E mentre questo pensieri le vorticavano in testa pensò che davvero tra il buio e la vita c’è la differenza d’un respiro.
  
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