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Autore: pizia    12/12/2007    3 recensioni
Un nuovo nemico minaccia chi di più caro al mondo ha Buffy e pur di salvarlo la Cacciatrice è disposta a tutto.
Ci sono un po' tutti i personaggi principali di della quarta/quinta stagione di BTVS e della seconda di ATS.
AVVISO: se per qualche misterioso motivo amavate il personaggio di Riley Finn, non inizate nemmeno a leggere, mentre se siete fan della coppia Buffy/Spike forse non è questa la miglior storia per voi... io sono inguaribilmente innamorata di Buffy e Angel...
Come rating ho messo Giallo per scrupolo, ma un Verde sarebbe in realtà andato bene credo...
Non mi resta che augurarvi buona lettura.
E' vietato inserire il doppio tag br nelle introduzioni,
Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO

 

Angel sbuffò bonariamente: quel Natale lo avrebbe ucciso!
I bambini correvano eccitatissimi da tutte le parti, riempiendo di urla e di bisticci l’aria. Buffy era indaffaratissima in cucina e così il compito di impacchettare tutti i regali era capitato a lui: ed ora era semplicemente disperato visto che ogni volta che cominciava ad impacchettare il regalo di uno dei nipoti questo faceva capolino nella stanza costringendolo bruscamente ad interrompere e a nascondere il tutto per non rovinare la sorpresa a quelle cinque piccole pesti. Ovviamente, allo stesso tempo doveva anche badare loro, assicurandosi che non si facessero male giocando, ed era solo in queste circostanze che rimpiangeva di non poter più fare affidamento su un fisico giovane e forte.
La casa era calda ed accogliente, e l’atmosfera natalizia sembrava entrargli in corpo da ogni poro della pelle, da ogni respiro: Buffy aveva sempre adorato il Natale e ci teneva che fosse sempre tutto perfetto.
Per lui invece era diverso: aveva sempre odiato quella festa. Non perché fosse fondamentalmente contrario a quello che significava, ma perché da umano l’aveva sempre vista come la sagra dell’ipocrisia: suo padre, sempre completamente immerso nei suoi affari, sempre attento ad arricchirsi tanto da dimenticarsi di avere una famiglia, a Natale, per un giorno, sembrava ricordarsi di loro e del fatto che il mondo non si limitasse ai suoi dannatissimi affari. Da bambino Liam aveva gioito per quel giorno in cui suo padre sembrava accorgersi della sua esistenza, ma crescendo aveva compreso tutta la falsità di quei gesti e l’insofferenza con cui venivano compiuti. In fondo erano iniziate proprio così, a causa del Natale, la sua incomprensione nei confronti di suo padre e la sua ribellione, che era sfociata poi in una guerra aperta. A quell’epoca c’era solo una persona che gli facesse regali, e c’era solo una persona a cui lui desiderasse farne uno: sua sorella Katie…lei era il suo Natale.
Poi era venuto Angelus, che certo non aveva bisogno che fosse Natale per “festeggiare”, e quando aveva riavuto la sua anima, quella notte che per tutti era tanto magica, era diventata per lui una notte d’inferno. Ancora non poteva dimenticare che se non fosse stato per Buffy una volta si sarebbe lasciato bruciare dai raggi del sole a Natale!
Ma poi tutto era cambiato.

************************************************************************************************

Era successo tutto molto in fretta, due anni dopo il loro scontro con Zara.
Era successo tutto talmente in fretta che Angel quasi non se ne era reso conto.
Era sera e, come al solito, stava girando per le strade di Los Angeles, contando i minuti e i secondi che lo separavano dal ritorno a casa, a Sunnydale, dove sarebbe giunto giusto in tempo per svegliare Ariel. Era una serata piuttosto fiacca, e già stava pensando di anticipare un po’ il rientro; poi però sentì delle urla provenire da un vicolo: si precipitò e salvò un uomo e la sua compagna da un gruppo di suoi simili particolarmente affamati. Fu una lotta piuttosto semplice, anche perché i vampiri erano completamente sbronzi, tanto che si sbarazzò di loro in pochi minuti.
L’uomo e la donna erano forse più spaventati da lui che da tutto il resto della banda di vampiri, ma nonostante tutto, quando Angel aveva riassunto le sue fattezze umane, trovarono il coraggio di ringraziarlo: “Io non so chi o cosa tu sia…” gli aveva detto l’uomo una volta assicuratosi che il vampiro non avesse eliminato i suoi simili solo per farsi uno spuntino da solo, “…ma ci hai salvato la vita e noi non potremo mai ringraziarti abbastanza per questo, ma se ci dici cosa potremmo fare per sdebitarci noi saremo lietissimi di farlo”.
“L’unica cosa che potete fare è stare più attenti la prossima volta, ed evitare certe zone a quest’ora” rispose Angel con un sorriso benevolo.
“Qual è il tuo nome?” chiese la ragazza.
Angel si sentiva in imbarazzo, come ogni volta che qualcuno tentava di ringraziarlo per l’aiuto che gli aveva prestato…sentiva di non meritare tali ringraziamenti… Abbassando gli occhi a terra mormorò il suo nome.
“Che Dio ti benedica, Angel. Grazie” disse la ragazza.
Angel alzò immediatamente lo sguardo, in modo da incontrare quello della donna. Per un istante i loro occhi si incrociarono e al vampiro parve di conoscere quegli occhi; poi però i due si erano allontanati nel vicolo, lasciandolo lì, immobile in mezzo alla strada, ancora con la bocca aperta: lui, Angelus, il vampiro maledetto, era appena stato benedetto da una sconosciuta in mezzo ad una strada.
Nessuno lo aveva mai fatto. In tanti lo avevano ringraziato, ma nessuno era mai giunto a benedirlo. Certo, quella donna non sapeva nulla di lui, di chi fosse e di cosa si fosse macchiato; per lei benedirlo era stato semplice: non aveva dovuto conoscere le sue torture e non aveva dovuto neanche solo immaginarle. Quella donna era semplicemente una donna che aveva salvato e che quindi, per ringraziarlo, lo aveva benedetto, probabilmente senza neanche pensarci. La sua benedizione non contava molto… Eppure era la prima volta che qualcuno lo benediva…
Angel si era sentito scaldare il cuore a quelle parole: per quanto distrattamente potessero essere state pronunciate (ma la donna, a dire il vero, sembrava piuttosto convinta di ciò che diceva), quelle poche parole erano riuscite a giungere al suo cuore e alla sua anima. Per la seconda volta da quando era diventato un mostro, il vampiro si sentì completamente in pace con se stesso.
La prima reazione era stata quella di farsi prendere dal terrore: l’unica volta che si era sentito bene, l’unica volta che la sua anima non lo aveva tormentato anche per un solo istante era stato un mezzo disastro…anzi, era stato un disastro tutto intero…e il solo pensiero di poter tornare a scatenare Angelus nel mondo lo terrorizzava. Così quando sentì il demone agitarsi furiosamente dentro di lui, quando lo sentì ruggire selvaggiamente rivolse verso il suo cuore il paletto di legno con il quale aveva polverizzato i suoi simili poco prima.
Fu la donna che lo aveva benedetto a fermare la sua mano, proprio un istante prima che la punta di legno penetrasse nella sua carne. Angel non capiva come lei potesse essere lì dato che l’aveva vista allontanarsi insieme al suo compagno, ma era una cosa che non aveva importanza in quel momento.
Le si rivoltò contro disperatamente: quella donna non poteva sapere cosa sarebbe successo se non si fosse ucciso…Angelus sarebbe tornato e non si sarebbe lasciato maledire una terza volta: anni prima aveva ucciso Jenny Calendar, questa volta sarebbe probabilmente toccato a Willow e Tara, e poi a Buffy…e ad Ariel.
“Va’ via e lascia che faccia ciò che va fatto…non ho molto tempo ancora” disse angosciato, rivolgendosi alla donna che ancora tratteneva la sua mano.
Ancora una volta i suoi occhi incontrarono quelli della ragazza, e in quello sguardo Angel vide una pace ed una serenità assolute.
Senza allontanare la sua mano dal braccio di Angel, la donna gli sorrise.
“E’ tutto finito Angel. E’ tutto finito…” si limitò a dirgli dolcemente, lasciando finalmente la presa sul suo braccio.
Ancora una volta il vampiro rimase a bocca aperta. Dentro di lui Angelus aveva smesso di agitarsi, di combattere. Dentro di lui sentì che Angelus non c’era più, sentì che il demone era stato sconfitto…definitivamente sconfitto… Dentro di lui sentiva il vuoto, un vuoto enorme, un vuoto spaventoso…
Guardò ancora la donna, come se lei potesse spiegargli cosa stava succedendo, ma ancora una volta lei si limitò a sorridergli, e quel sorriso sembrò riempire il vuoto dentro di lui.
“Ora anche tu hai diritto alla vita e soprattutto alla felicità” disse, e quindi svanì nel nulla, proprio davanti agli occhi di Angel.
Prima ancora di riuscire a comprendere ciò che era accaduto, Angel sentì esplodere dentro di sé un rumore cupo e ritmico, un rumore ormai quasi dimenticato che riempiva il vuoto che aveva lasciato Angelus.
Ascoltò il suo battito cardiaco per qualche istante, senza muovere un solo muscolo nel terrore che quel rumore cessasse, e perso com’era in quel battito non si rese neanche conto del fatto che anche la sua respirazione era ripresa e che le sue mani si stavano scaldando.
Senza riuscire a formulare nemmeno un pensiero che fosse vagamente coerente, risalì in macchina e, quasi come un automa, guidò fino a Sunnydale, fino a casa. E fu solo fra le mura domestiche che riuscì finalmente a realizzare di aver ottenuto il perdono che gli era stato promesso e di essere tornato umano.
Era più presto del solito, e anche Buffy stava ancora dormendo tranquillamente. Staccò la sveglia, in modo che potesse essere lui a svegliarla invece che quell’aggeggio infernale…in modo che la donna che amava fosse la prima persona a sapere…
Scese in cucina e le preparò la colazione, e per la prima volta dopo tanto tempo provò il desiderio di preparare un caffè e una brioche calda anche per se stesso, e così fece. Mise tutto u un vassoio e, mentre le prime luci del giorno entravano in casa, andò a svegliare Buffy.
La ragazza sorrise dolcemente per quella gradita sorpresa, ma quando vide il vassoio apparecchiato per due disse: “Va bene che sono una golosa indescrivibile, ma di solito mi basta una sola brioche… e Ariel ha sette anni: credo che sia un po’ troppo presto perché beva il caf…”. Buffy non riuscì a terminare la frase: solo in quell’istante, guardandolo negli occhi per canzonarlo, si era resa conto del raggio di luce che gli si posava proprio sul volto.
Questa volta fu la Cacciatrice a rimanere a bocca aperta: senza dire una sola parola, si alzò, si avvicinò ad Angel e cominciò a carezzargli il volto illuminato.
“Angel…” fu tutto quello che riuscì a mormorare.
Il ragazzo le sorrise, e fu quella la prima volta che lo vide sorridere completamente, senza nessun’ombra negli occhi.
“Il caffè non è per Ariel…” disse, prendendola in giro, “…e soprattutto la seconda brioche non è per te… Comunque è meglio mangiarle, altrimenti si raffreddano e non sono più buone”. Dicendo questo si avvicinò al vassoio poggiato sul letto, prese uno dei due dolci e, sotto gli occhi esterrefatti della sua ragazza, la addentò con gusto.
“Angel, ma tu sei…” fece per chiedere Buffy.
“Umano?” la interruppe Angel, quasi strozzandosi con il boccone che ancora aveva in bocca. “Sì, Buffy, il mio più grande desiderio è stato avverato: sono umano, umano a tutti gli effetti. Non chiedermi come sia successo…non chiedermelo ancora…perché non ho ancora avuto il tempo di capirlo, ma è così: il mio cuore batte, i miei polmoni respirano e, porca miseria, ho una fame da non vederci…” disse afferrando anche l’altra brioche, quella di Buffy, e facendo finta di addentarla.
La Cacciatrice reagì immediatamente: “Ehi, quella è mia, disgraziato. Molla l’osso!!!”. Così dicendo si gettò addosso ad Angel, che rideva di gusto. Pochi istanti dopo la brioche era completamente dimenticata e giaceva abbandonata ai piedi del letto.

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Quella mattina è nato Adrian” pensò Angel sorridendo, mentre impacchettava il suo regalo per la moglie. Era un maglione di calda e morbida lana bianca: non molto originale forse, ma ormai era da trent’anni che erano sposati, e i regali originali li avevano esauriti entrambi già da un pezzo. L’unica cosa che era rimasta immutata in tutti quel tempo era l’amore con cui si scambiavano quei doni e con cui conducevano la loro vita insieme.
Buffy aveva quasi sessant’anni ormai, ed Angel, contando solo quelli vissuti come essere umano, ne aveva cinquantasei (lei diceva spesso che il fatto che lui fosse più “giovane” di lei non le piaceva affatto), ma si amavano ancora come la prima volta che si erano incontrati nel vicoletto dietro il Bronze, e probabilmente anche di più.
Poco dopo il loro matrimonio, il Consiglio degli Osservatori aveva addestrato una nuova Cacciatrice, ma aveva chiesto a Buffy di istruirla fin quando non avessero trovato un Osservatore adatto per lei. La donna sulle prime ci era rimasta male: lei era stata senz’altro la Cacciatrice più forte mai esistita, e senz’altro la più longeva, ed ora la mandavano letteralmente in pensione. Aveva deciso di non aiutare il Consiglio, ma Angel le aveva fatto notare che, senza il suo aiuto, una ragazzina di poco più di quindici anni, che certo non aveva alcuna colpa per le macchinazioni del Consiglio, sarebbe probabilmente morta al primo scontro con un vampiro; quindi alla fine aveva accettato, e con l’aiuto di Angel, le aveva dato il primo addestramento.
Solo con il passare del tempo si era resa conto che, in realtà, il ruolo di Cacciatrice non le mancava affatto, e soprattutto si rese conto che quello di ammazzare vampiri non era l’unico modo per essere utile alla gente. Si dedicò così più serenamente alla sua famiglia, continuando ad occuparsi della galleria d’arte di sua madre (credeva di odiare quel lavoro, ma da quando aveva preso a lavorare con sé Cordelia, che con il suo sorriso sarebbe riuscita a vendere anche Piazza San Pietro al Papa, scoprì che poteva anche essere molto divertente), mentre Angel, ceduto a Spike il suo ruolo alla Angel Investigation, aveva aperto una piccola palestra in cui insegnava agli abitanti della Bocca dell’Inferno a tenersi in forma e a difendersi.
Insieme avevano cresciuto due figli splendidi: Ariel, sostenuta da tutti quanti, aveva coltivato il suo dono per il disegno ed era ormai una pittrice affermata (suoi quadri non mancavano mai alla galleria d’arte, e Buffy diceva che Cordelia non si divertiva a venderli perché erano talmente belli che non doveva neanche convincere i clienti ad acquistarli: li vedevano e li volevano). Si era sposata con uno splendido ragazzo, Robert, da cui aveva avuto due figli: Michael e Sheryl.
Adrian era invece un chirurgo neonatale molto affermato ed era il padre di Chris, Joey e Liz.
Quella sera erano tutti riuniti in casa per festeggiare il Natale, e presto sarebbero arrivati anche tutti i loro amici più cari: Cordelia e Xander, che, nonostante i tentativi non erano mai riusciti ad avere dei figli e che quindi ne avevano adottato uno che viveva con loro, Jaime, e altri tre a distanza; Willow e Oz, che invece avevano tre figli sparsi per il mondo, Wesley, Kate, Doyle, Anya, Gunn e Tara, tutti con i rispettivi consorti; ci sarebbe stato persino Giles che, ormai vicino ai novanta, non aveva tuttavia perso neanche un briciolo della sua lucidità e della sua voglia di vivere e di imparare. Sarebbe mancata solo Joyce, morta pochi mesi prima, ma il dolore era stato superato e il suo ricordo non suscitava ormai altro che dolci sorrisi.
Sì, forse quella festa lo avrebbe ucciso, ma una cosa era certa: Angel ormai non odiava più il Natale.

***
Ebbene sì, eccomi alla fine di questa storia: credo che questo sia il periodo adatto per postare questo epilogo, un po' smielato forse, ma non è forse vero che a Natale siamo tutti più buoni? Grazie ancora a tutti quelli che hanno letto e commentato, e, già che ci sono, lasciate che auguri a tutti quanti uno splendido Natale ed un entusiasmante inizio di anno nuovo. Un bacione a tutti, Patrizia.
  
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