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Autore: Damon_Soul93    27/05/2013    1 recensioni
Questo è il primo capitolo della mia prima fanfiction, spero che vi piaccia che commenterete. Mi farebbe piacere se mi deste dei consigli così da poter migliorare.
Sono mesi che penso a questa storia e finalmente ho deciso di pubblicarla. Beh che dire cito una canzone "allora sia buon viaggio" Buon Big Bang a tutti :3
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Dicembre era ormai arrivato e con esso la pubblicazione del tanto agognato album.

L'album aveva riscosso un successo pazzesco! Neanche l'agenzia si era aspettata un simile successo.

 

La calma (molto relativa) fu rotta, la casa discografica fu assalita da folle di fan e paparazzi, avidi di carpire un qualsiasi elemento rilevante.

Questo comportò un aumento di mole di, lavoro per tutti, anche per me. Ad aggiungere al tutto c'era da gestire le uscite delle novità invernali.

 

Ero stanca e demoralizzata, il natale si avvicinava e io non sapevo che pesci prendere, inoltre io e Tae non riuscivamo a stare insieme per più di 5 minuti, troppi impegni. Che frustrazione!

Guardai sconsolata fuori dalla finestra, la neve era caduta prima del tempo e si era già attaccata, ma neanche la prospettiva di un Bianco Natale riusciva a rallegrarmi.

 

Mentre ero intenta ad ammirare la danza che i fiocchi di neve creavano nell'aria sentii alle mie spalle il rumore di un trolley che si avvicinava. Mi girai e guardai da capo a piede il mio migliore amico, fermo sulla porta, pronto a partire.

-Io vado allora, tornerò presto. Vedi di non metterti nei guai durante la mia assenza capito? -

Sorrisi dolcemente a quella affermazione, a volte sembrava dimenticare che tra i due ero io quella più grande. - Sissignore! - Scattai sull'attenti imitando goffamente un soldato, lo abbracciai e lo accompagnai alla porta. Poche parole di saluto e saltò sul taxi che con il suo biancore spettrale si confuse nel turbine della neve circostante.

 

23 Dicembre

 

Rimasta sola a casa mi ero data da fare per portarmi avanti nel lavoro, goffa com'ero nessuno credeva che potessi essere così metodica e ordinata nel lavoro.

Con l'uscita dell'album il via vai di persone divenne sempre più grande, ai primi piani ormai era impossibile passare, bisognava spintonare per riuscire ad arrivare agli ascensori.

 

Mentre correvo da una sala ad un'altra incrociai Tae che mi fece segno di seguirlo. Lo seguii finché non arrivammo in una sala vuota, non aspettò nemmeno che si chiudesse la porta che si fiondò sulle mie labbra.

- Calma, calma. - Dissi ridendo. Gli presi il viso tra le mani. - Sono qui, non scappo. -

Con estrema dolcezza prese le mie mani e se le porto alle labbra, ricoprendole di piccoli baci.

- E che mi sei mancata tantissimo, a tratti pensavo che fossi una mia invenzione, che non fossi reale. -

Stentavo ancora a credere che lui fosse lì con me, ogni volta che il i nostri occhi si incontravano, sembra che nel mio cuore fotte in atto uno spettacolo pirotecnico. Adesso capisco. Capisco quando si dice che l'amore non si può spiegare. L'unico paragone che potrebbe calzare è il mare in tempesta, così come la forza dell'acqua e del vento portano le onde ad infrangersi sugli scogli, così era forte l'amore che provavo per lui. Volevo dirglielo, gridarlo al mondo intero..“Ti amo”, ma on ne avevo il coraggio.

- A cosa pensa la mia testolina buffa?

- A noi. - Lo circondai con le braccia e lo abbracciai forte, avevo così paura, non volevo perderlo, non lui, non di nuovo.

 

24 Dicembre: Vigilia

 

La giornata era più caotica che mai, le persone sembravano aver dimenticato che era quasi Natale e che bisognava essere tutti più buoni, anzi la frenesia natalizia stava letteralmente facendo uscire tutti dai gangheri. Era tutto un “Victoria il caffè!”, oppure “Victoria le fotocopie!”, “Victoria insomma!”

 

BASTA! Non se ne poteva più! Quanto è troppo e troppo, Fortunatamente la giornata era finita e fino al 27 avevo un po' di respiro.

Non vedevo l'ora di andare a casa, per farmi un bel bagno caldo e andare a letto, ma prima dovevo fare un cosa.

-John? Posso disturbarti? - L'uomo seduto alla scrivania mi fece cenno di entrare.

-Dimmi Victoria cosa posso fare per te? Come vedi sono un po' indaffarato. -

-Si, lo so scusami, ecco volevo solo darti questo e...ringraziarti, perché nonostante tutto, mi stai aiutando a realizzare il mio sogno. - Gli porsi il pacchetto che il giorno prima aveva confezionato con tale cura, carta blu, con fiocco argentato.

Sembrava piuttosto sorpreso, ma aprì lo stesso il regalo. Una penna stilografica vecchio stile nera.

Da suo sguardo non riuscii a capire se gli piacesse o no e visto che non mi rispondeva accennai all'andarmene, ma mi fermò per il braccio.

-No aspetta. Grazie mille,è bellissima, davvero grazie. - Sembrava impacciato come se non sapesse cosa dire, non era il solito John. Riuscii a boccheggiare un “Prego” e ad uscire all'istante.

Forse era mia impressione, ma sembrava fin troppo contento.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE
Vi prego di perdonarmi! Sono in ritardissimo! Ho avuto un po' di problemi e così scrivere è passato in 2 secondo piano. In questi giorni pubblicherò sicuramente il continuo di questo capitolo! Credetemi ce la farò ç_ç
Imploro il vostro perdono ç_ç

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