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Akane raggiunse la porta alla fine del corridoio, e tracciò con dolcezza le nuove lettere sulla paperetta blu di legno, lì appesa. Ranko. . mia figlia? Afferrò la maniglia e l'abbassò lentamente. La porta s'aprì con facilità, senza alcun rumore, naturalmente i cardini erano lubrificati spesso, per garantire un’entrata silenziosa. Nella stanza penetrava ancora la luce del sole, i cui raggi luccicavano sul brillante parquet. La sua ex-stanza gialla era ora completamente azzurra; morbide tende azzurre, soffici tappetini dello stesso colore, ed un morbido copriletto blu che nascondeva un rigonfiamento, dall’alto del quale non spuntava una testa umana, bensì quella di un porcellino di peluche. Akane rise sottovoce. Scommetto che è stata la me del futuro a darglielo. . . la piccola sagoma si mosse.

“Mamma. . .no. . “ miagolò una vocina delicata da sotto le coperte. Akane si guardò intorno spaventata, e si ritrovò a chiedere un suggerimento al porcellino. Cosa dovrei fare? “Papà, mamma. . .” la sagoma si agitava irrequieta. Akane si decise, e con un veloce cenno derisorio al maialino, s'avvicinò al letto e si sedette sul bordo. Spostò le coperte con mani tremanti. Ciò che vide fu una bambina, forse di tre o quattro anni, e i lineamenti di Akane s'addolcirono all'istante. E' bellissima... La piccola, Ranko, aveva un'espressione corrucciata in viso, il nasino arricciato per la preoccupazione, e un velo di sudore le copriva la fronte, sotto la frangetta scura. La bimba gemette ancora e l'istinto materno di Akane prese il sopravvento. Con dolcezza, le accarezzò la fronte sudata e le risistemò i capelli scompigliati, mentre le mormorava parole per calmarla. Ranko si svegliò di soprassalto e si lanciò tra le braccia aperte di Akane, che automaticamente restituirono il forte abbraccio.

“Mamma! Mamma! Ho fatto di nuovo quel sogno orribile!” La sua vocina era smorzata contro la spalla di Akane.

“Quale sogno tesoro?” Nell'udire Ranko chiamarla apertamente mamma, Akane fu subito catturata dall'incantesimo, il sogno di avere un proprio bambino.

“Lo sai mamma! Quello in cui quella pazza signora che ride cerca di fare male a te e papà!” Mpf! Dev'essere decisamente Kodachi. Akane corrucciò la fronte ed accarezzò la schiena tremante di sua figlia.

“Non preoccuparti Ranko, tuo padre ed io faremo in modo che Kodachi Kuno non si avvicini mai a te.”

“Oh lo so questo, mamma, non può avvicinarsi a noi perché zio Kuno e zia Nabiki hanno fatto quell'ordine di re-rest...”

“Un ordine restrittivo?”

“Sì! Sono così intelligenti!” Tutto ciò è perfett—aspetta un secondo, ZIO Kuno? ZIA Nabiki? Prima che Akane potesse rimuginare ancora sulla coppia Kuno-Nabiki, Ranko si tirò indietro all'improvviso ed incrociò il suo sguardo. E sopra la bocca curvata in un sorriso, e l'irriverente nasino, v'erano un paio di stupendi occhi grandi, color grigio-azzurro.

* * * *

“Allora Ukyo, quando dovrebbe nascere il bimbo?”

“Tra circa un mese. . . ohhhh, sono COSI' eccitata!”

“Come la sta vivendo Ryoga?”

“Oh, Ranma tesoro, non mi lascia andare da nessuna parte, né mi fa pulire niente, né cucinare. . . infatti, sono dovuta uscire di nascosto per venire a trovare i miei cari nipotini.”

“Di nascosto?” ORanma le lanciò un'occhiata, incredulo.

“Beh, non proprio di nascosto. . .Sono uscita mentre lui cercava il bagno.”

“Ah ah, quindi il Maiale è piuttosto protettivo, eh?”

“Ranma!! Preparati a morire!!!”

* * * *

“Ranma!! Preparati a morire!!!” all'improvviso, Ranko balzò via dalle braccia di Akane e corse alla finestra.

“Oooooh! Papà sta per combattere!” Detto ciò, salì sulla scrivania, fece un sorriso disinvolto alla madre, e saltò fuori dalla finestra.

“Vieni a prendermi maialino!!” Akane corse alla finestra in tempo per sentire la provocazione di ORanma e per vedere un uomo con un codino afferrare Ranko. Ranma... Tirò un sospiro di sollievo e l'osservò con maggior attenzione, notò subito i cambiamenti: le spalle larghe, i lineamenti ora maturi del suo corpo, e riconobbe le similitudini: i capelli, folti e spessi, la sicurezza nel suo sorriso, la chiarezza nei suoi occhi grigio-azzurri. . . Gli occhi di Ranko. . sono identici, quello splendido colore sul mare appena prima di una tempesta. . Iniziarono a sgorgarle le lacrime. E' solo. . .è solo una coincidenza. . Fece un respiro profondo, richiuse la finestra ed uscì dalla stanza.

* * * *

"Vieni a prendermi maialino!" ORanma alzò lo sguardo in tempo per vedere Ranko cadere velocemente. "Oh, aspetta, time out, figlia che precipita.”

“Eh?” ORyoga sorrise, mentre il suo più grande rivale e più vecchio amico afferrava la piccola. “Oh, va bene, ti puoi preparare a morire dopo.”

“Cavoli, grazie Ryoga,” ORanma rise e poggiò a terra Ranko. Poi assunse un'espressione severa ed iniziò a fissare sua figlia. “Allora Ranko, che cosa ti abbiamo detto io e la mamma sul fatto di saltare fuori dalla finestra?”

“Ma nonno Soun e nonno Genma dicono che tu saltavi sempre dalla finestra papà!”

“Sì Ranko, è vero. . ma avevo sedici anni quando lo facevo e tu ne hai solo tre!”

“Quasi quattro,” dimenò quattro dita in faccia a suo padre.

“D'accordo, quasi quattro, ma quasi quattro non è abbastanza per saltare dalla finestra.”

“Ma—“

“Che cosa ti abbiamo detto a riguardo?” Ranko abbassò lo sguardo e tirò su col naso. Lui sospirò e s'inginocchio, poi, posandole un dito sotto il mento, le sollevò il viso per guardarla. “Ranko?”

“’Niente salti dalla finestra finché non sei più grande,’ lo so, papà, ma ho pensato che andasse bene, visto che la mamma non mi ha fermata come fa di solito. . . sei arrabbiato con me?” Il labbro inferiore iniziò a tremarle.

“Lei ti ha lasciata... che strano. . “ poi notò la bocca tremolante e l'abbracciò subito forte, “nahhh, non sono arrabbiato piccoletta, mi preoccupo solo per te.. se la mia bimba si facesse male, non so che farei,” le afferrò le spalle con affetto e la guardò di nuovo in viso, “basta che mi prometti di non farlo più e di non spaventare così il tuo papà, d'accordo?”

“Sì, papà, te lo prometto!”

“Ehi Saotome!”

“Zia Nabiki!!!” Ranko si precipitò ad abbracciare sua zia.

“Ehi Nabiki! Da quanto tempo.. sei appena tornata da quella conferenza d'affari? Dov'è il mio idiota preferito che sparla come Shakespeare?”

“Ragazza col codino!” OKuno spuntò all'improvviso e fece per gettarsi su ORanma maschio.

“Ehi, lasciami stare!! Che diavolo fai?!?!? Sono un RAGAZZO!!” OKuno s'allontanò in fretta da ORanma e rise di cuore.

“Tu eri per me la bella ed attraente dea, mio caro cognato, ‘scherzo della natura’ proprio come hai affermato.” ORanma continuava a contorcersi spasmodicamente.

“Te l'avevo detto Kuno caro.”

“Non farlo mai più amico, ho ancora gli incubi di quando eri innamorato della mia metà femminile.”

“Anche io Saotome... anche io.”

“Oh cielo, Nabiki, quando sei tornata a casa?”

“Siamo arrivati ieri sera e abbiamo deciso di fermarci. E, se posso chiedere, cosa ti porta qui Kasumi?”

“Ho preparato una colazione extra questa mattina, ma avevo dimenticato che Tofu aveva una conferenza medica a Tokyo e sarebbe partito stamattina presto, perciò ho pensato di portare l'extra. Ranma, dov'è Akane?”

“Era ancora a letto quando mi sono alzato, ma si dovrebbe essere svegliata ormai, te la vado a chiamare,” e corse via.

“Mmmh, sposati da sette anni e lui cerca ancora ogni occasione per stare da solo con lei, sempre a darci dentro come conigli.”

“Nabiki!”

“Oh cielo.”

That's all, folks!

Ci risentiamo dopo i miei due esami all'università (leggi --> la prossima settimana), sempre se vi andrà di leggere ancora questa storia e soprattutto se sarò ancora viva... -.-"

Commenti e critiche sono sempre ben accetti *__*