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Autore: RevolutionVoltage    27/05/2013    1 recensioni
Ed è mentre vola verso la fermata dell'autobus [...] che la consapevolezza lo colpisce. [...] Una macchina, nera opaca con le 4 frecce attivate proprio davanti all’entrata della casa di Louis, gli riporta alla memoria quella piccola informazione che il suo cervello è abituato ad accantonare quando si immagina mano nella mano con il suo bello: Louis il ragazzo già ce l’ha.
Di: ReVoltage.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lately I found myself thinking  ~  Ultimamente mi sono ritrovato a pensare
I'm dreaming about you a lot.  ~  Che ti sogno tantissime volte.
And up in my head I’m your boyfriend,  ~  E nella mia testa sono il tuo ragazzo
But that’s a thing you already got.  ~  Ma quella è una cosa che hai già.
 
 
 


Già dover alzarsi alle 6.30 ogni mattina è una situazione che di per se fa davvero schifo, doverlo fare per uscire ad affrontare il cazzo di diluvio universale è decisamente orribile, traumatico.
Questo è quello che stava pensando Harry mentre richiudeva tristemente la finestra che si era dimenticato aperta la sera prima, con conseguente allagamento della sua camera da letto. Sperava solo che sua madre non ci entrasse prima di andare al lavoro, così l’avrebbe sistemata lui al ritorno da scuola e nessuno si sarebbe fatto male.

Era un Giovedì mattina e come tutti i Giovedì mattina, Harry sceglieva con cura come vestirsi. No, non perché avesse qualche strana fissa per il Giovedì. Oddio, qualche (e forse più) strana fissa l’aveva, ma per il ragazzo che incrociava ogni Giovedì, sull’autobus che dalla sua zona portava alla scuola che entrambi frequentavano. Vivevano praticamente nella stessa via ed erano da considerare vicini di casa, dato che quella grande donna di sua madre aveva presto fatto amicizia con la madre di quel ragazzo, presentandoli la prima volta. Ma non si frequentavano moltissimo. Andavano solo nella stessa scuola e si vedevano ogni tanto al parchetto del quartiere o al supermarket.
Ripensandoci Harry sospirò, gli occhi persi nell’immagine del sorriso più dolce che avesse mai avuto il privilegio di vedere.
Cercò di riprendersi dal suo continuo e costante fantasticare su quello che poteva essere tranquillamente definito il ragazzo più bello di tutto il Regno Unito e cominciò ad abbinare i vestiti, calcolando anche la quantità d’acqua che avrebbe dovuto affrontare prima di arrivare a scuola.
Ovviamente la missione fallì e si ritrovò a pensare a come sarebbe stato avere per sé Louis (quello era il nome del ragazzo dei suoi sogni) mentre si lavava, mentre si vestiva, mentre faceva colazione, mentre si lavava i denti – con un particolare occhio di attenzione a come il blu del colluttorio gli ricordava quello dei suoi occhi – e mentre afferrava la cartella, lanciandosela in spalla, per poi lasciare casa sua salutando con un bacio sulla guancia sia sua madre che sua sorella Gemma, sempre fantasticando sul baciare le labbra di Louis.
Ed è mentre vola verso la fermata dell’autobus, carico di aspettativa ed acqua, sperando di vederlo lì, stupendo come al solito, cappotto marrone e pantaloni risvoltati nonostante il freddo, con il suo I-Pod arancione in mano, che la consapevolezza lo colpisce. Le sue gambe si bloccano di colpo, insieme al suo battito; e una macchina nera opaca con le 4 frecce attivate proprio davanti all’entrata della casa di Louis, gli riporta alla memoria quella piccola informazione che il suo cervello è abituato ad accantonare quando si immagina mano nella mano con il suo bello: Louis il ragazzo già ce l’ha.
 
                                                                                                           
 
He drives to school every morning,  ~  Lui va a scuola in macchina
While I walk alone in the rain.  ~  Mentre io cammino da solo sotto la pioggia.
He’d kill me without any warning,  ~  E so che mi ucciderebbe senza pensarci due volte
If he took a look in my brain.  ~  Se potesse vedere nella mia testa.
 
 
 
Ora Harry, fissando il ragazzo moro alla guida della macchina sportiva, non sa fare altro che darsi dello stupido. Louis non è suo e non saranno un paio di sorrisi di cortesia scambiati alla fermata dell’autobus che cambieranno le cose. Immobile com’è in mezzo alla strada, non riesce proprio a staccare gli occhi di dosso a Zayn, il ragazzo di Louis. Avanti? Quale stupido sceglierebbe lui, Harry Styles, 17 anni, lo sfigato della scuola che va a piedi a scuola infradiciandosi, quando può avere Zayn. Zayn con gli occhi come il miele e i lineamenti di un principe arabo. Zayn che ti viene a prendere sotto casa con la sua cabrio sportiva e ti accompagna a scuola. Zayn con il suo giubbotto di pelle nero e la sigaretta costantemente tra le labbra. Harry doveva ammetterlo, se il suo cuore già non appartenesse a Louis, un pensierino sul moro ce l’avrebbe fatto anche lui. Guardò il suo profilo di sfuggita in una grossa pozzanghera sulla carreggiata ed il suo umore peggiorò, se possibile. Aveva un aspetto inguardabile, molto simile a quello di un pulcino bagnato al quale hanno appena negato il cibo. Disgustoso. Si faceva pena.
Ma appena la porta di casa di Louis si spalancò, nulla aveva più importanza. Lui era lì. Bello bello e sempre più bello. I capelli perfettamente ordinati e gli occhi di un celeste che avrebbe fatto invidia al cielo stesso.
I pantaloni rossi a fasciargli le gambe e un maglione bianco a maglie larghe a nascondere gli addominali e il petto che Harry sapeva essere scolpiti dalle ore di ginnastica. Non che lui andasse a spiarlo negli spogliatoi per poi correre in bagno e calmare i suoi bollenti spiriti con una lavata di faccia gelata, no. Solo che spesso si trovava nelle vicinanze della palestra, durante le ore di educazione fisica di Louis, nulla più.
Ora sì, era ufficialmente patetico.
Louis nel frattempo si era accorto di lui e, facendo accelerare il cuore nel suo petto, gli aveva rivolto un sorriso timido, spostandosi il ciuffo da davanti agli occhi. Quasi Harry si sentì male.
Stava per alzare il braccio in un amichevole cenno di saluto, ma Zayn aveva altri programmi. Suonò forte il clacson per risvegliare il suo ragazzo da quel momento con Harry e spalancò la portiera urlandogli di salire in macchina. Louis obbedì, non prima di aver salutato Harry con un brevissimo sguardo allegro, e raggiunse Zayn all’interno del mezzo. Il moro non aspettava altro. Si sporse e schioccò un bacio languido e possessivo sulle labbra dell’altro, un bacio di cui Harry potè vedere ed odiare ogni singolo movimento. I suoi lineamenti si indurirono e, stringendo i pugni nelle tasche del suo impermeabile verde, diede le spalle a quello spettacolo omicida per il suo cuore e i suoi nervi, avviandosi a passo di marcia verso la fermata dell’autobus.
Sfogava nella camminata veloce il suo istinto di correre alla macchina e tirare un pugno in faccia al moro, un pugno bello forte. O almeno forte quanto bastasse per rovinargli il bel faccino. Ma a quel punto avrebbe dovuto ammettere a lui e a Louis di provare un certa gelosia nel confronti del ragazzo dagli occhi blu e non era esattamente una delle idee migliori di sempre. Tutti sapevano, a scuola, che Zayn era eccessivamente  possessivo e Louis era suo. Così stavano le cose. A meno che Harry non volesse ritrovarsi a vomitare sangue sul retro dell’edificio scolastico dopo essere stato preso a bastonate da Zayn e i suoi, non doveva fare nulla di affrettato. Gli si gelò il sangue nelle vene all’idea di Zayn che veniva a sapere quello che provava per il suo ragazzo. Avrebbe potuto ucciderlo da un momento all’altro. E già Harry non era esattamente nella Top 5 dei suoi migliori amici. Mentre attraversava la strada per raggiungere la pensilina dell’autobus dall’altro lato, buttò nuovamente l’occhio sulla coppietta in macchina. Louis era quasi sdraiato su Zayn e si stavano allegramente, come dire, scambiando energia? Le mani del moro vagavano decisamente troppo sul corpo dell’altro ma a nessuno sembrava dispiacere a parte Harry che, infreddolito sotto la pioggia, stava combattendo un senso di nausea incredibile, nonostante non riuscisse a distogliere lo sguardo. Poco dopo Zayn se ne accorse e, spingendo leggermente Louis verso il suo sedile, mise in marcia con il sorriso più stronzo possibile marchiato addosso.
Harry arrossì, colto sul fatto e cercò di reggere lo sguardo del ragazzo pakistano. La macchina nera continuava ad aumentare di velocità, dritta nella direzione di Harry. Quando mancavano pochi metri all’essere investito, il riccio cedette e si spostò velocemente di qualche passo verso il muro alle sue spalle, allontanandosi dal ciglio della strada. Zayn, dal canto suo sterzò violentemente rientrando in carreggiata e lasciando dietro di sé un Harry completamente fradicio dall’acqua della pozzanghera che le ruote gli avevano appena schizzato addosso. Mentre l’automobile correva via da lui, potè chiaramente ricordare di aver visto, attraverso i suoi riccioli grondanti, il ghigno vendicativo del moro e il sorriso imbarazzato e implorante scuse di Louis.  
 
 
 
With a sign on my back saying ‘Kick Me’, ~  Con un cartello sulla schiena che dice ‘Tirami un calcio’
Reality ruined my life.  ~  La realtà mi ha rovinato la vita.
 
 
 
Il monologo interiore che Harry stava snocciolando era qualcosa che definire volgare sarebbe stato un delicato complimento. Si stava insultando nel peggiore dei modi e ogni passo che faceva era un ‘cretino’ od un ‘demente’ nel suo cervello. Non aveva ben chiaro il perché si stesse così buttando giù, ma ad uno come lui gli insulti non facevano mai male.
Tra un rimprovero e l’altro, i suoi piedi congelati e decisamente bagnati nelle sue All Star nere lo avevano portato davanti a scuola. Imboccò la stradina sterrata e dopo pochi metri, e dopo aver superato l’automobile nera di Zayn, fronteggiava l’ingresso. Stava per prendere coraggio ed entrare quando, per la seconda volta quella mattina si ritrovò a dover guardare uno Zayn che, piuttosto soddisfatto, si lasciava baciare da Louis. Erano appoggiati contro una delle colonne laterali della facciata e non in molti facevano caso a loro, ragion per cui si stavano anche spingendo un attimo oltre. Harry stava per distogliere lo sguardo schifato quando un urletto lo prese alla sprovvista ed un calcio gli arrivò dritto dritto sul sedere.
-Ehilà, riccio! Come te la passi?- un ragazzo gli si materializzò davanti.
Niall. Irlandese, costantemente affamato e di conseguenza in possesso di cibo, capelli biondi, sorriso dolce e una parlantina dall’accento ridicolo.
-Uno schifo, te?- rispose malinconico, superandolo e facendo per entrare a scuola.
-Uoooouoouoo, cosa sentono le mie orecchie? Di solito la risposta del Giovedì è un sospiro innamorato e degli occhi a cuoricino.- commentò ironicamente dando un morso al suo panino.
Harry evitò di chiedersi con che coraggio si stesse mangiando un panino al bacon alle 8 del mattino e si limitò ad indicare con un gesto secco l’angolo in cui Zayn non faceva altro che tentare di infilare le mani nei pantaloni di Louis.
-Ahhh! Così si tratta di problemi di cuore, eh!-
-Ma come sei perspicace.- sputò velenoso Harry.
-Harold, Harold. Te l’ho detto miliardi di volte. Non puoi lamentarti di certe viste, anche se effettivamente al mattino fanno un po’ venire la nausea; voglio dire, gli sta ficcando la lingua in gola e si stanno strusciando peggio di due cani in cal…-
-Si, Niall. Lo vedo benissimo! Cosa ne dici di terminare la frase senza soffermarti troppo su particolari inequivocabilmente dolorosi per il mio cuore?-
-Ah, sì scusa. Dicevo. Non puoi lamentarti se poi non fai nulla per prenderti sto maledetto Louis. Agisci!-
-Hai ragione!- asserì Harry serio, guardando l’amico negli occhi.
-Davvero?- chiese un po’ stranito e speranzoso Niall dando l’ennesimo morso al panino.
-Sì, hai ragione. Me l’hai già detto un altro miliardo di volte.-
La conversazione terminò così, lasciando Harry con l’amaro in bocca e Niall con un pezzo di bacon.
Si incamminarono verso l’entrata ma vennero nuovamente fermati.
-Payne! Che piacere rivederti. Cosa ti porta da queste parti?- chiese ironicamente Niall ad un ragazzo castano in giacca e cravatta che gli sti stava avvicinando.
-La mia lezione di chimica della prima ora, per esempio.- rispose altrettanto ironicamente, lanciando il braccio oltre la spalla di Harry. Poi continuò:
-Ah, Styles. Mi sento in dovere di dirti che ho appena visto la tua principessa spalmata su Malik.- lo provocò scherzando.
Liam. Praticamente il suo migliore amico, occhi e capelli entrambi di un castano talmente scuro da sembrare legno bruciato, viso amichevole, un senso dell’umorismo discutibile e i migliori consigli del mondo sempre in tasca, pronti per l’essere dispensati.
-Già. Lasciamo perdere Liam.-
-Harold, Harold. Te l’ho già detto miliardi di vol…- cominciò con un sorriso stanco ma comprensivo.
-Non posso lamentarmi se poi non agisco! Vi mettete d’accordo la sera per caso voi due?- terminò spazientito Harry lasciando Niall e Liam a guardarsi straniti mentre accelerava il passo ed entrava finalmente a scuola, lasciandosi alle spalle, almeno materialmente, la limonata mattutina del ragazzo dei suoi sogni e di quello stronzo di Zayn.
In poco tempo Liam lo raggiunse, con Niall al seguito, e lo fermò in mezzo all’atrio.
-Allora qual è il problema Harry? Vali mille volte più di quella merda. Devi solo dimostrarlo a Louis e cadrà ai tuoi piedi. Poom! Innamorato perso. Sai, non sei neanche così male con questi ricci ribelli e gli occhi verdi da bambino innocente.- gli sorrise incoraggiante Liam.
-Qual è il problema?! No, ma dico. Quanti decimi hai di vista, Payne?- chiese paonazzo Harry.
-10/10. Perchè?- Liam era decisamente confuso. Niall era decisamente affamato, dato che tirò fuori il secondo panino dell’ora.
-Allora non ti deve essere stato difficile riconoscere che il ragazzo di Louis è Zayn. Zayn, Liam. Malik. Quello che ha quasi rotto un braccio al ragazzo che per sbaglio si è appoggiato al suo armadietto. Sai cosa si dice di Zayn? Che sia moooooolto possessivo.- spiegò eloquentemente Harry facendo espressioni strane per dare peso al suo discorso.
-Se sapesse che mi faccio film sul suo - tra l’altro fantastico - ragazzo, finirei in men che non si dica con la testa nel cesso e lividi ovunque. Io sono lo sfigato. Lui è quello figo. Io ho un cartello sulla schiena grande come una casa che urla alla gente ‘Tirami un calcio’. Il suo dice ‘Leccami i piedi’. Secondo te, Louis chi mai potrà vedere? Il ragazzo con la testa nel cesso o quello che ride smagliante godendosi la scena?- chiese sarcastico Harry, mentre lacrime di rabbia e frustrazione quasi lo accecavano.
Ma Liam non era interessato alle sue teorie e la sua risposta fu lapidaria.
-Se ragioni così, Styles, non ti interessa abbastanza questo Louis. Dovresti essere disposto a finire ben più che con la testa nel cesso, se sei davvero innamorato di lui.-
Poi gli voltò le spalle e scomparve dietro l’angolo, imboccando il corridoio.
Harry si voltò verso Niall, aspettandosi di vederlo correre dietro a Liam, l’ennesimo panino in mano. Ma questo gli si avvicinò, gli fece un timido sorriso e con una pacca sulla spalla gli disse:
-Se dovesse scegliere lo stronzo che si gode la scena invece del giovane innamorato con la testa nel cesso, non so neanche quanto effettivamente sia fantastico, questo Louis.-
 
 
 
Feels like I’m constantly playing  ~  Mi sembra di giocare costantemente
A game that I’m destined to lose.  ~  Ad un gioco che sono destinato a perdere
‘Cause I can’t compete with your boyfriend:  ~  Perché non posso competere con il tuo ragazzo
He’s got 27 tattoos!  ~  Lui ha 27 tatuaggi!
 
 
 
Harry lo sapeva, semplicemente lo sapeva. Sapeva che se quella mattina fosse rimasto a letto, la giornata
sarebbe stata migliore per tutti, lui per primo. Avrebbe evitato Louis con il suo bel principe dagli occhi
ambra e il pugno facile ed avrebbe evitato quella pallosissima lezione sulla chimica organica.
A chi interessava davvero della chimica organica? Forse a quello sfigato di Payne che al posto suo starebbe aprendere appunti come un ossesso. Ma Harry aveva altro a cui pensare mentre faceva vagare lo sguardo
fuori dalla finestra. E, strano a dirsi e assolutamente non prevedibile, il suo altro era composto da capelli fini,occhi celesti e un culo da paura. Improvvisamente Harry sentì il bisogno di uscire da quell'aula: molecole e
coefficienti gli stavano dando alla testa. La sua mano scattò verso il soffitto e con aria stanca chiese il
permesso di uscire. Bisogno fisico intrascendibile, lo descrisse. Ed effettivamente, se non avesse cambiato
aria per una decina di minuti sarebbe davvero uscito di senno. Aveva bisogno di un tipo diverso di ossigeno. Preferibilmente quello che staziona sulla pelle di Louis Tomlinson, ma in assenza del suddetto, Harry si
sarebbe fatto bastare quello del bagno dei ragazzi del terzo piano.
Trascinando le suole ancora bagnate sul pavimento leggermente bagnato del corridoio, arrivò ai lavandini del bagno e si sedette su uno di questi, tirando fuori il cellulare dalla tasca. Scrisse velocemente un SMS a Niall  e a Liam in cui gli chiedeva se avevano voglia di passare da lui dopo scuola per una partitina a qualche
videogioco nerd, aggiungendo appositamente l'informazione che ci sarebbe stato cibo a volontà, per
convincere Niall. Aveva bisogno di un po' di svago. Esattamente nel momento in cui premette Invio, una
voce lo raggiunse dal penultimo cubicolo della fila di bagni. Era poco più di un sussurro ma l'emittente
sembrava piuttosto arrabbiato. Sussurrava solo ed esclusivamente per non farsi sentire.
-...frega un cazzo! Avevi promesso!-
Silenzio. Harry, vinto dalla curiosità, si avvicinò cauto.
-Sono solo scuse e lo sai anche tu. Se mi amassi davvero lo troveresti il tempo.-
Ad Harry si gelò il sangue nelle vene. Ora che la sentiva meglio, conosceva quella voce. La studiava ogni
giorno e sognava ogni notte.
-Non starò qui a supplicarti, Zayn. Voglio solo che tu sappia che avere una relazione non vuol dire solo avere una bocca calda intorno al proprio cazzo, alla prima ora.-
Singhiozzo. Harry riusciva a stento a respirare. Non capiva se questo blocco era dovuto al sentire Louis
singhiozzare, litigare con Zayn o immaginarselo in ginocchio a fare sesso orale con quello stronzo che lo
faceva anche stare male.
-Io sto ancora aspettando il tuo 'ti amo'. E in tutta onestà, non so quanto tempo ho ancora.-
La conversazione era chiusa. Harry lo capì da come i singhiozzi trattenuti sfociarono in un pianto a dirotto. Ilsuo primo istinto fu quello di spalancare la porta e stringere forte Louis, baciando via ogni lacrima da quei
bellissimi occhi blu. Il secondo istinto gli disse di trovare Zayn, in capo al mondo che fosse, e riempirlo di
botte fino a sfondargli il cranio. Quello che fece, invece, fu rintanarsi contro il calorifero ascoltando il pianto del ragazzo che amava scemare fino a diventare inudibile.
Dopo un paio di strazianti minuti, Louis emerse dal cubicolo, fiero ma ferito come un leone che nonostante
le frustate non abbassa mai lo sguardo e salta nel fuoco sfidando l'addestratore.
Si diresse dritto allo specchio, non notando la presenza di Harry, lamentandosi delle occhiaie e degli occhi
rossi.
-Louis.- la voce del riccio era un mormorio. Neanche lui sapeva se voleva davvero che l'altro la sentisse.
Louis si voltò di soprassalto, spalancando occhi e bocca alla vista della, diciamocelo, un po' inquietante
figura di Harry, appollaiato sul calorifero, pallido come non mai.
-Harry, per la miseria! Mi hai spaventato!- rise portandosi una mano al petto e socchiudendo gli occhi.
Harry non riuscì a fare a meno di innamorarsi ancora un po' di lui.
-Scusa, non era mia intenzione.- gli disse sorridendogli timido.
-Figurati! Scusami, ma devo proprio andare, Harry. Ci si vede allora, eh!- chiuse Louis dando l'ultima
occhiata veloce al suo riflesso nello specchio ed avviandosi alla porta d'uscita. Harry sapeva che quello era
il momento di dire qualcosa, qualsiasi cosa per farlo rimanere lì a parlare con lui e per dargli un'altra
possibilità di godere della vista delle sue labbra che formulavano dolcemente ogni parola, marcando le thin modo adorabile, come solo uno dello Yorkshire può fare.
Era uno di quei momenti da film “ora o mai più”, ma Harry non muoveva un muscolo. Ma il destino aveva
altro in serbo per il giovane Styles e a Louis venne in mente qualcosa che doveva assolutamente dire a quel
ragazzo così fece retrofront e raggiunse lo spazio vitale di Harry, sfondandolo ed arrivando a meno di 50cm dal suo viso.
-Harry, ascolta...- cominciò.
E già Harry pendeva dalle sue labbra.
-Mi dispiace tantissimo per stamattina. Zayn si è comportato in modo davvero maleducato. Ho provato a
dirglielo ma non mi ha dato retta!- Louis, imbarazzato, posò lo sguardo sulla punta delle sue scarpe.
E quindi gli hai fatto un pompino. Ottimo metodo per attirare l'attenzione del tuo ragazzo sui suoi
comportamenti socialmente scorretti.I pensieri di Harry erano logici ma scortesi. Alla fine non era
arrabbiato con Louis. Zayn era il suo ragazzo e, coglione patentato o meno, poteva farci quello che voleva.
-Non fa nulla, davvero. Ero già decisamente fradicio.- scherzò dolorosamente Harry.
Quello non era un gioco. O perlomeno un gioco che Harry aveva voluto. Si era ritrovato a desiderare con
tutto se stesso il ragazzo di qualcun altro. E decisamente non valeva la candela. Era un tentativo a perdere.
Tutto ciòche voleva in quel momento era avere Louis. Averlo per sè. Avere il suo cuore ed il suo corpo. E si sentiva uno schifo a dirlo, ma era quasi contento che avesse litigato con il suo ragazzo.
-Già.- asserì Louis come per chiudere lì il discorso. Calò un silenzio quasi imbarazzante: Harry ancora immobile sul calorifero a fissare le labbra di Louis e Louis in piedi di fronte ad Harry perso nei suoi pensieri.
-Lo so che non sono affari miei e sei liberissimo di mandarmi a quel paese, ma volevo dirti che se hai bisogno di parlare con qualcuno…- e qui Harry fece un cenno eloquente indicando con un breve scatto la cabina dove prima si era nascosto l’altro per piangere e parlare al telefono -…io ci sono.-
Il riccio non seppe da dove veniva tutta quella intraprendenza, eppure la sua gola parlava e lui non faceva nulla per fermarla.
Il viso di Louis si intinse di sorpresa e sorrise, arrossendo.
-Ecco, a proposito. Scusa anche per quello. Non volevo che qualcuno dovesse sorbirsi le paranoie che mi faccio a causa del mio ragazzo.-
-Giuro che non stavo origliando. Sono entrato in bagno e ti ho sentito parlare. E poi piangere. Non volevo interrompere, diciamo. Così mi sono sistemato qui.- disse Harry, picchiettando con la mano sul calorifero.
Louis lo interpretò come un invito e si avvicinò ulteriormente sedendosi su di esso, spalla a spalla con Harry che stava cercando di controllare il suo cuore, improvvisamente campione di battito accelerato.
Si agitò un po’e poi trovò la sua posizione ottimale, 20 centimetri lontano da Louis. Non che non volesse stargli vicino o toccarlo (Dio, lo voleva così tanto) solo che non era sicuro del riuscire a non farsi venire un infarto.
Louis sembrava perplesso dal cambiamento di posizione dell’altro ma non disse nulla per un paio di minuti, poi alzò lo sguardo e lo posò negli occhi verdi di Harry:
-Sai, non è come tutti dicono che sia.-
-Chi?- chiese Harry, deglutendo.
-Zayn. Tutti pensano che sia un bastardo, violento e irrispettoso. Spesso spocchioso e decisamente snob. Ma lui non è così. E’dolce a modo suo.-
Quelle erano le ultimissime parole che Harry voleva che uscissero dalla sua bocca eppure era lì, a pugni stretti, ad ascoltarle.
-Ci scommetto. Altrimenti uno come te non starebbe con lui.- disse, intensamente amareggiato.
-Cosa vuol dire uno come te?- chiese Louis con un mezzo sorriso curioso.
-Vuoi proprio sentirtelo dire? Lo sai, Louis.- sospirò Harry.
Ma l’altro non disse una parola, continuava solo a fissarlo, in attesa.
-Sei la persona più dolce che io conosca, sei intelligente, affettuoso, casinista. Sei bellissimo, hai due occhi che sembrano gemme e hai un cuore enorme. Non meriti uno come lui. Meriti di meglio.- terminò, chiudendo gli occhi. Era stato decisamente palese, questa volta. Quella era una dichiarazione. Non poteva essere fraintesa, come uno sguardo speranzoso sull’autobus.
E Liam aveva ragione, per di più. Mentre la pronunciava, il pensiero di Zayn che lo uccideva di botte non era per nulla nella sua mente. Doveva dirle, non importa se il moro l’avesse perseguitato per sempre.
Quando azzardò aprire gli occhi, vide Louis sorridere dolcemente, quasi intenerito.
Le sue guance erano di un rosso leggero che gli faceva venir voglia di morderle all’infinito e i suoi occhi brillavano come non mai. Come conseguenza, Harry perse un battito, abbassando lo sguardo e torturandosi le mani.
-Ora capisco…- sussurrò Louis.
-Cosa?- Harry stava facendo la figura dello stupido ed era sicuro che quella sera, a casa, si sarebbe maledetto mille e più volte per quei 10 minuti in bagno.
-Gli sguardi, il cedermi il posto sull’autobus, l’avere sempre un fetta di torta in più da portare a mia madre quando la tua ne cucina una… Tu sei innamorato di me.- asserì serio ma intenerito guardando Harry.
Harry, ovviamente, non riuscì a spiccicare una (che fosse una) parola sensata. Così optò per il silenzio che acconsente.
-Beh, sei coraggioso. Se io fossi in te, non avrei mai detto queste cose ad un ragazzo fidanzato con uno come Zayn.-
Ed ecco che lo ritirava in mezzo. Dio, doveva esserne davvero innamorato. L’umore del riccio cominciava a sembrare un tappetino da bagno.
-Voglio dire, non ne hai paura? Se io glielo dicessi, ti renderebbe la vita un inferno. Sai che lo farebbe.- chiese Louis leggermente compiaciuto ma anche un attimo preoccupato.
Harry decise che quello era il momento di dire qualcosa, prese fiato e parlò:
-Non mi interessa, Louis. Non ho paura di lui. Non ho nulla da perdere. Ho solo da desiderare.- concluse fissando il blu dei suoi occhi.
-Ha investito apposta il cane dei suoi vicini di casa, perché facevano festa fino a tardi la notte.- disse Louis, cercando di spaventarlo e abbassando la tensione che si era creata tra i due.
Harry rise e si alzò dal calorifero, dirigendosi ai lavandini.
-Non ho cani.- stava dando le spalle a Louis che sorrideva.
-Ha distrutto la macchina al prof Cowell perché ha osato mettergli un 6+.- continuò il biondo.
-Io festeggerei se mi mettesse un 6+!- disse Harry lavandosi le mani e non degnando Louis di uno sguardo anche se voleva solo stringerlo ed abbracciarlo. I suoi tentativi di spaventarlo, erano in qualche modo segno che era preoccupato per lui e per quello che Zayn gli avrebbe fatto. Ed era una cosa tenera, molto nel suo stile.
-Ha 27 tatuaggi! Farsi tatuaggi, fa male Harry. Lo sai, vero?- provò in extremis, Louis poggiandogli una mano sulla spalla e voltandolo verso di sé.
Harry si sentì quasi male. Il contatto, la vicinanza, il suo profumo… Tutto lo spingeva a sporgersi e a provare a baciarlo. E quando il suo corpo prese il sopravvento sul suo cervello, le sue labbra stavano già vagando nello spazio alla ricerca di quelle di Louis, che però si girò in tempo per farle scontrare con la sua guancia liscia e calda.
Harry si tirò indietro quasi spaventato e Louis lo guardò, uno sguardo scuro e confuso negli occhi.
-Scusami, Louis. Davvero…- balbettò con gli occhi chiusi e scuotendo i suoi ricci a destra e a sinistra come per allontanare un cattivo pensiero dalla testa.
-No… Non fa nulla.- mormorò Louis, più a se stesso che a lui, e si sporse verso di Harry.
Il contatto fu leggero, caldo e il più piccolo ci mise un sacco di tempo a recepire il bacio che Louis gli stava dando, sempre sulla guancia, ma quasi all’angolo della bocca.
Era ingiusto da parte sua, ora che conosceva i suoi sentimenti, giocarci così. Ma Harry non poté fare nulla se non rimanere immobile, paralizzato. Quando Louis si staccò il suo viso esprimeva senso di colpa e soddisfazione. Due sensazioni che facevano fatica a coesistere sui suoi lineamenti. Ma Harry non ebbe neanche il tempo di sorridere o respirare che Louis era corso fuori dal bagno, lasciando dietro di sé un cuore quasi spezzato, una scia di dolcissimo profumo e un Harry a chiedersi dove avrebbe trovato i soldi per farsi fare 28 tatuaggi.
 
 
 
Would he say he’s in L-O-V-E?  ~  Ti direbbe che ti A-M-A?
Well if it was me, than I would.  ~  Beh, se fossi io, lo farei.
Would he hold you when you’re feeling low?  ~  Ti abbraccerebbe quando ti senti triste?
Maybe you should know that I would.  ~  Forse dovresti sapere che io lo farei.
 
 
 
-Scusami, ma io davvero non riesco a crederci, Louis.- disse serio e quasi triste Harry.
Louis gli mostrò un sorriso malinconico e annuì.
-Non è possibile. Mai mai mai?- chiese il riccio.
-Mai. La fai sembrare una cosa comica, Styles. E’grave, invece.- rispose innervosito Louis.
-Più che grave è davvero da stupidi. Ma stupidi forti. Louis, tu sei la persona che si merita più ‘Ti Amo’ che io conosca. Se fossi in lui, te lo direi ogni giorno almeno mille volte. Arriveresti ad odiare quelle due paroline, da quante volte ti costringerei ad ascoltarle.-
Era la seconda volta che la bocca di Harry parlava a sproposito, quel giorno. Avrebbe dovuto richiamarla all’ordine la prima volta, invece di lasciarla libera di dire un’altra cosa imbarazzante come quella.
Harry arrossì e Louis, tirandogli una leggera spallata, decisamente poco mascolina, rise un ‘Daaaai!’ lusingato e fresco come l’aria.
Harry non se lo sarebbe mai aspettato, dopo il loro incontro in bagno, ma all’uscita della scuola trovò Louis ad aspettarlo appoggiato alla stessa colonna addosso alla quale l’aveva visto con Zayn quella mattina.
Gli aveva chiesto di accompagnarlo a casa, dato che la strada era la stessa ed entrambi l’avrebbero dovuta fare da soli. Harry aveva accettato seduta stante, un sorriso smagliante sulle labbra, ed aveva mollato nell’atrio della scuola Liam e Niall ad aspettarlo per la famosa sessione di videogiochi nerd.
Più tardi li avviserò, pensò Harry affiancando un Louis felice e saltellante, sulla strada verso la fermata dell’autobus. Una volta arrivati lì avevano deciso di fare tutta la strada a piedi. Louis perché sosteneva che camminare facesse bene all’intero organismo ed Harry perché sosteneva che passare più tempo possibile con Louis facesse bene al suo cuore. E adesso si trovavano l’uno affianco all’altro a parlare, principalmente della relazione tra Zayn e Louis, argomento che nonostante fosse affilato, affascinava moltissimo Harry.
Il riccio aveva pensato che il ragazzo di Louis fosse decisamente il coglione patentato che pensava che fosse quando chiese al biondo “Davvero non ti ha mai detto che ti ama?” e la riposta fu un sussurrato e triste “Si, davvero”.
Così Harry ora aveva appena toccato il fondo e aveva perso ogni dignità, esponendosi in quel modo a Louis, confessandogli tutto il suo amore.
Il più piccolo osservava di sottecchi Louis camminare e mordicchiare una carota, lo sguardo basso sulle sue scarpe che solcavano il cemento a passi brevi e leggeri. I suoi gesti erano femminili, fini e incantevoli. Quasi ipnotizzanti. Harry era caduto nella trappola di tutto quello che era Louis Tomlinson, c’era poco da fare.
Improvvisamente Louis alzò lo sguardo e, arrossendo, fece una domanda che Harry non si sarebbe mai aspettato.
-Se tu fossi il mio ragazzo ed io venissi da te in cerca di conforto, cosa faresti?- chiese serio e accigliato, curioso della risposta -Rispondi onestamente!- aggiunse scherzando, ma non troppo.
Harry non ebbe il minimo dubbio.
-Ti abbraccerei. Ti terrei stretto sul mio petto. Penso che non farei altro. Magari qualche bacio fra i capelli. E quando ti fossi calmato, ti chiederei di parlarmene. Di parlare di tutto quello che vuoi.- rispose Harry sicuro ma impacciato. Oramai Louis sapeva tutto, ma ancora aveva problemi a rendersi così ovvio.
Passarono un paio di minuti di totale silenzio poi Louis commentò:
-Immaginavo.-
-Beh, sono così scontato?- chiese permaloso Harry, con un espressione divertita.
-No, ma sei dolce. Ed è quello che farebbe una persona dolce, tutto qui.- spiegò l’altro rallentando il passo.
Camminarono ancora qualche metro poi Louis si fermò definitivamente, la carota a mezz’aria e un’espressione confusa sul viso.
-Tutto bene?- chiese allarmato Harry, affiancandolo.
-Zayn non mi abbraccia mai. Cioè, lo fa, ma solo quando vuole qualcosa da me. Che sia sesso o una sigaretta o il perdono. Non mi abbraccia mai così, per il solo gusto di avermi vicino.-
Harry arrossì a quella confessione ma ne fu segretamente felice.
-Che è un idiota l’ho già detto?-
-Sì, un paio do volte!- rise Louis.
-Ascoltami…- il discorso di Harry stava per farsi serio -…Io non so perché stai con questo ragazzo ed ormai è palese quello che io provo per te. Ma ti chiedo, nel modo più disinteressato di sempre, di aprire gli occhi. Sei felice con lui?- Davvero, Harry non sapeva da quale meandro del suo corpo stesse scaturendo tutta quella sicurezza e quella parlantina. Solo il giorno prima avrebbe giurato di non riuscire a spiccicare parola in presenza di Louis ed eccolo lì a parlare di questo tipo di cose proprio con lui, il suo sogno irrealizzabile.
Louis diede un altro veloce morso alla carota, prendendosi il tempo per rispondere.
-Si. Beh, ogni tanto. Non sempre, voglio dire…- il panico sgorgò nei suoi occhi.
-Non mentire Louis. Se menti a me, non fa nulla. Ma mentire a te stesso ti logorerà, alla fine. Ti tratta come vorresti essere trattato?- chiese nuovamente abbassando lo sguardo, il riccio.
-No.- sospirò afflitto Louis. -Voglio dire, non sarà nemmeno in città per il mio compleanno. Era mesi che progettavo una cenetta insieme a lui e oggi mi ha dato buca, per questo discutevamo, in bagno.- raccontò Louis, sempre più giù di corda.
Harry guardava nei suoi occhi liquidi e si chiedeva quanto poteva essere coglione Zayn. Come si fa solo a pensare di rendere triste una persona così? Era seriamente incazzato con lui e l’unico altro impulso che provava era quello di abbracciare Louis fino a soffocarlo d’amore. Perché lui doveva sapere che qualcuno lo amava come si amano sole e luna.
-Allora sai cosa devi fare, ma il tuo cuore non vuole accettarlo. E’ semplice.- concluse Harry riprendendo a camminare, cercando di non farsi sopraffare dai suoi istinti ed incitando Louis a seguirlo.
Quando vide che Louis ebbe ripreso a camminare, lento al suo fianco, aggiunse:
-E ora, ti prego, fammi uscire dalle vesti di psicologo/terapista di coppia e tornare in quelle dello studente sfigato.- scherzò dandogli una leggera spallata.
Risero entrambi. Harry si sentiva per la prima volta bene. Lui era felice e la luce negli occhi di Louis gli diceva che alla fine era riuscito a rendere un pochino felice anche lui.
-Grazie, Harry.-
Il ragazzo rimase imbambolato a fissare il volto di Louis così sinceramente grato e sorridente,  mentre questo lo ringraziava.
-E di che?- rispose Harry sollevando amareggiato l’angolo della bocca e scuotendo i ricci per scacciare la sensazione di gioia che stava prendendo il sopravvento sul suo sistema nervoso.
-Non lo so. Di avermi sollevato la giornata, di avermi accompagnato a casa, di avermi dato dei buoni consigli  o semplicemente di essere innamorato di me. Mi fa sentire bene.- arrossì.
E’ me che fa sentire una merda, vederti con Zayn, pensò Harry. Ma non disse nulla né in quel momento né per tutta la strada fino alla loro destinazione. Entrambi camminavano fianco a fianco, sfiorandosi casualmente le mani nei movimenti, persi nei loro pensieri e nelle loro considerazioni.
Nessuno dei sue fiatò nemmeno quando arrivati a casa di Louis, questo si alzò in punta di piedi per sfiorare la guancia di Harry con un piccolo bacio.
Subito dopo si regalarono un emozionante sorriso e Louis corse in casa, mentre Harry riprendeva la lenta camminata verso il vialetto della sua abitazione.
 
 
 
Would he please you?  ~  Ti compiacerebbe?
Would he kiss you?  ~  Ti bacerebbe?
Would he treat you like I would?  ~  Ti tratterebbe come farei io?
Would he touch you?  ~  Ti toccherebbe?
Would he need you?  ~  Gli mancheresti?
Would he love you like I would? 
 
 
 
 
 
Il vento gli scompigliava i ricci senza sosta e il sole stava tramontando, lasciando dietro di sé una dolciastra sica rosso-arancio.
Harry si stava godendo lo spettacolo a piedi nudi sul balconcino della sua villetta a schiera, tipica abitazione inglese.
La braccia incrociate al petto nel tentativo di proteggersi dall’aria fresca che si alzava sempre a quell’ora e il suo corpo interamente appoggiato alla ringhiera.
I suoi occhi si sforzavano di concentrarsi sul paesaggio ma in un modo o nell’altro tornavano sempre alla finestra di Louis, a due o tre villette dalla sua, sul lato opposto della strada.
Le tende erano tirate e bianchissime.
Harry si chiese come fosse fatta la camera di Louis e soprattutto come fosse poter passarci l’intero pomeriggio, magari coccolandosi sul suo letto. Per la centomillesima volta quel giorno, si diede dell’idiota e sospirò: si era davvero innamorato, quella volta.
Sorrise, un sorriso amaro, sempre con lo sguardo alla strada, fino a che qualcosa non catturò la sua attenzione, trascinandola su una macchina sportiva nera che aveva appena parcheggiato davanti al vialetto della casa di Louis.
Harry subito si fece attento e strizzò gli occhi. Da quando si spensero le quattro luci dell’auto, passarono pochissimi secondi prima che qualcuno scese dalla macchina, un enorme mazzo di rose rosse in mano.
Zayn.
Harry se lo sarebbe dovuto aspettare.
Avevano litigato e Zayn doveva pur pensare a qualcosa per farsi perdonare. Quel mazzo di fiori, che quasi copriva la visuale anche ad Harry, doveva essere la scelta fatta dal moro per far capitolare nuovamente ai suoi piedi Louis.
Il riccio, sul balcone, si ficcò le unghie nei palmi delle mani e cercò di prepararsi a cogliere almeno un paio dei frammenti dell’imminente conversazione. Ma quando Zayn fece cadere il mazzo di chiavi per sbaglio per terra e ad Harry arrivò solo il rassicurante fruscio del vento, decise che si sarebbe affidato ai suoi buoni, vecchi occhi, che dopotutto non vedevano così male.
Vide Zayn suonare il campanello ed aspettare impaziente una risposta che arrivò un paio di minuti dopo.
Harry trattenne il fiato quando Louis aprì la porta. Indossava dei pantaloni grigi, palesemente di una tuta, ed una normalissima maglietta bianca a maniche corte. I suoi occhi spenti ed i movimenti lenti erano chiari indizi del suo recente sonnellino.
Il riccio non poté fare a meno di chiedersi se Zayn, come lui, lo trovava irresistibile anche in quelle condizioni. E il moro rispose avvicinandosi a Louis, passandogli una mano attorno alla vita e stringendolo a sé per baciarlo. Harry sentì un improvviso sbalzo di calore a livello del suo stomaco quando vide Louis spostare il suo viso, per porgergli la guancia, proprio come aveva fatto con lui in bagno quella mattina. Sentiva, in qualche modo, la felicità scorrergli pura nelle vene.
Zayn non si diede per vinto, comunque, e gli porse il mazzo di fiori con un sorriso smagliante che questa volta Louis ricambiò. Gli occhi blu gli luccicavano ed Harry temette veramente di essersi sognato tutto: il loro incontro in bagno, la sua confessione, il ritorno a casa e l’innegabile chimica che condividevano.
Non voleva che quello che era riuscito ad avere con Louis quel giorno fosse mandato all’aria dalle scuse vuote di un pallone gonfiato, che nemmeno lo amava la metà di quanto lo amava lui, e delle rose probabilmente neanche fresche.
Io gliele avrei colte davanti al naso, si ritrovò a pensare Harry, mentre più sotto, davanti alla porta di casa di Louis, i due si abbracciavano.
Io lo abbraccerei più stretto, lo rispetterei, lo amerei meglio.
Harry strinse maggiormente i pugni e le mani cominciavano davvero a fargli male.
Guardando Louis stretto al moro nel suo giubbotto di pelle nero, l’unica cosa che sperava era di essere riuscito in poche ore a far passare tutte i suoi propositi a Louis.
Sperava che il ragazzo dagli occhi zaffiro avesse colto la portata del suo amore e avesse capito che Harry avrebbe fatto davvero di tutto per lui.
Improvvisamente lo sguardo di Louis si alzò ed incastonò i suoi occhi a quelli dell’altro, ancora sul balcone, che perse un battito.
L’azzurro allegro che era abituato a vedere era sporcato da una sfumatura di blu scuro che Harry riconobbe come delusione e dubbio.
Le scuse di Zayn non dovevano essere state molto soddisfacenti, probabilmente quell’idiota gli avrà negato l’ennesimo ‘Ti Amo’, ed Harry poteva leggere negli occhi di Louis che si stava chiedendo cosa avrebbe fatto lui al posto di Zayn. Louis, mentre si stringeva al suo ragazzo, lo stava guardando in attesa della risposta ad una domanda muta e pericolosa.
Harry sorrise malinconico e sporgendosi verso Louis dal suo balcone, mormorò un inudibile ‘I Would’, affidandolo al vento perché lo sussurrasse con dolcezza all’orecchio del ragazzo che amava.
Poi tornò in casa e chiuse la finestra alle sue spalle, perdendosi così il sorriso soddisfatto, felice e soprattutto deciso che spuntò sulle labbra di Louis mentre si allontanava dal petto di Zayn.
  
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