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Autore: nikita95    27/05/2013    0 recensioni
E se John non trovasse un modo per fare sopravvivere le cara figliola Elena come umana, e Klaus accettasse lo scambio di Stefan con la zia Jenna? Se Damon non fosse stato morso da Tyler?Vi piacerebbe conoscere un risvolto alternativo della storia? Continuate a leggere!!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La porta si aprì di schianto rivelando una stanza immersa nell’oscurità.
Elena fece un passo avanti per entrare, ma Jasper la fermò dal braccio.
“Entro prima io, donzella coraggiosa” disse prendendola in giro.
“Si mio cavaliere” rispose con lo stesso tono sottolineando ogni sillaba con una cadenza poco gentile.
Lui sorrise ed entrò.                           
In ogni momento ad Elena, Jasper sembrava sempre più simile a Damon, e questo per lei non era un fatto positivo.

“Puoi entrare” le urlò da dentro qualche minuto dopo.
Lei senza ribattere si fece avanti.
La casa puzzava di chiuso e di umido accumulato, nessuno aveva reclamato la proprietà, o aveva rivenduto l’abitazione?
Comunque questo era buono per loro e per quello che stavano cercando.
In poco tempo setacciarono ogni pertugio di quella casa, nel vano tentativo di trovare qualcosa che gli potesse fornire un’utile arma per uccidere un mostro apparentemente immortale.

Dopo due ore di inefficace ricerca entrambi si sedettero sul divano, stufi di quella snervante indagine.
Sospirarono quasi all’unisono, ma non ci fecero quasi caso.
“Non c’è nulla, né tra le sue ricerche, né tra i suoi grimori, niente che ci possa aiutare” disse amareggiata Elena.
“Mi dispiace” disse semplicemente lui, stringendole una mano, “So che per te sarebbe stata una vendetta”

Elena al contatto per poco non trasalì, ma comunque non fu capace di celare la sorpresa.
Ritrasse piano la mano, alzandosi dal divano.
“Non avrei dovuto” disse subito lui, seguendola a ruota.
“Non fa nulla, è che ho tanti pensieri e non né voglio degli altri” la frase era molto pungente e determinate, stava solo all’originale comprenderne il senso.

“Tu lo ami non è vero?” chiese a freddo il vampiro.
“A chi ti riferisci?” chiese lei ancora più sorpresa.
“Damon” rispose Jasper.
“Vorrei essere capace di capirlo, ma non credo di esserlo”

Ogni parola pesava come un macigno, ogni sillaba era come acido che le bruciava le membra, una spina sotto la pelle.
“Si ha un colpo di fulmine quando non puoi evitare di stare con una persona, quando la sua immagine la vedi dovunque, quando la sua vicinanza ti elettrizza” disse lui fissando un punto nel vuoto, come i suoi fossero ricordi di un sentimento ormai sfumato.

“E quando  ti senti consumata, confusa, distrutta dentro e metti in gioco ciò in cui credi, devi rivalutare la tua vita, le tue scelte, perché c’è sempre qualcosa di più importante a cui non puoi rinunciare mai?” Disse Elena.
“Bè allora quello è amore, vero ed...” rispose il vampiro.
Jasper non ebbe il tempo di completare la frase quando entrambi avvertirono un violento spostamento d’aria.

Cercarono di mettere a fuoco quello che sicuramente doveva essere un vampiro, finchè non si fermò davanti l’ingresso.
L’oscurità ne celava il volto, ma Elena non fece fatica a riconoscerlo.
“Elejia...” mormorò incredula.
Lui fece qualche passo avanti, eliminando qualsiasi dubbio.
“E adesso lui chi è?” chiese infastidito Jasper.
“Lui dovrebbe essere tuo zio” disse spostando lo sguardo sul più giovane degli originali.
 
POV DAMON
La situazione era allo stesso tempo divertente e tesa, era un misto che ti confondeva, e non ti permetteva di fare la giusta mossa.
Charlotte e Katherine si fissavano, ma ciò che il volto della prima non accennava, nella seconda era abbastanza evidente: paura.
Per la prima volta Damon poté godere di quell’espressione sul volto di colui che gli aveva rovinato la vita, una piccola e insignificante vendetta in confronto, ma pur sempre una vendetta.

“Se vuoi entrare Katherine...” disse ironico Damon scherzando sulla situazione.
Ma fu ignorato, completamente.
“Tu esisti” disse la vampira.
“In carne ed ossa, signorina” rispose l’altra.
“Quindi dovrò abituarmi ad avere un’altra sosia, e non essere la sola su questo pianeta” disse cercando di fare i conti con la realtà.
“Vedo che cominci a capire” disse Damon.

Katherine allora fece dei passi avanti e con il suo solito atteggiamento superbo si sedette sul divano.
“Fai come se fossi a casa tua” la canzonò il vampiro.
“Diciamo che lo sono” rispose lei, dondolando un bicchiere affinchè lui la servisse.
“Bourbon o whisky?” chiese.
“Mmm... bourbon, tesoro” rispose lei giocando con una ciocca di capelli.
Damon servì se stesso e le due vampire.

“Così lei è la nuova coinquilina...” disse nel vano tentativo di apparire la Katherine di sempre, sfrontata e spavalda.
“Per il momento” rispose Damon.
“Devo pregarti, o mi racconterai tutto da solo?” chiese insofferente, di essere un passo indietro.
“Diciamo che non spetta a me, e poi ho da fare” disse prendendo la giacca di pelle e avviandosi alla porta.

“Non si trattano così gli ospiti, dolce innocente Damon” disse con voce melliflua.
“Mi sembrava di essere stato chiaro sul tuo status di ospite poco gradito, Katherine” disse voltandosi verso la porta.
La vampira si alzò dal divano e si avvicinò a velocità vampiresca davanti Damon, impedendogli di fare un altro passo.
“Sei sempre più sexy Salvatore” disse sfiorandogli il petto, e sorridendo come una gattina maliziosa.
Damon per un attimo fece finta di rispondere alle lusinghe provocanti della vampira, quindi la afferrò per la gola e la scaraventò contro il muro.

“Charlotte ti lascio questa incombenza, io devo fare una cosa, se lo ritieni necessario, ordinale di non andarsene e di non fare, dire o pensare nulla senza il tuo accordo, la sua presenza può essere alquanto fastidiosa” disse sorridendo.
La vampira, che aveva capito sin da principio le intenzioni di Damon, attendendo il suo momento, si alzò e si avvicinò a Katherine, ancora seduta a terra con la schiena appoggiata al muro.
“Tu non puoi...” disse Katherine con il terrore negli occhi.

“Si che posso, come possono tutti gli Originali” disse sollevandola e facendola sedere sul divano con prepotenza.
Damon sorrise ed uscì dalla casa.
Charlotte conosceva molte cose di Katherine, più di quante lui stesso avrebbe immaginato, con lei gli intrighi oscuri della vampira manipolatrice si sarebbero presto sbrogliati.
Il punto adesso è sapere perché è tornata?
Ma per il momento Damon aveva bisogno di tutto tranne che di Katherine, adesso voleva solo il suo posto al Grill e un buon bourbon di giornata.
 
POV ELENA
“A quanto pare ci si rivede, anche se non l’avevo previsto, non così presto” disse Elejia.
Elena fissò l’originale.
“Avevi promesso, avevi dato la tua parola d’onore” dichiarò indignata la vampira.
“E quella è stata l’unica volta che non l’ho rispettata, mi dispiace”iniziò  a dire l’originale.

“Lo senti il mio cuore battere, senti ancora pulsare nelle mie vene sangue che almeno in parte mi appartenga? No Elejia, ancora per colpa tua una quantità di persone che neanche ti immagini soffre, noi soffriamo, io soffro perché tu, bastardo non hai mantenuto la parola data. Lo sai o no che Stefan è morto io divento un vampiro e lui se ne va, lo sai? Allora non venire qui a sputare sentenze o a chiedere scusa... però sai forse sbaglio ad arrabbiarmi con te perché io mi sono fidata di te e questo è stato l’errore più grave.” le parole di Elena furono lame affilate che colpirono il bersaglio prima una poi due poi tre volte con accurata precisione.

“Elena forse dovremmo andare” a ridestare la vampira dai suoi pensieri oscuri fu la voce di Jasper.
“Non ancora, cosa vuoi ancora da noi Elejia?”
“Un po’ di tempo”
“Tutto quello che vuoi, adesso non ho nulla da perdere giusto?” disse Elena ironica e spietata allo stesso tempo.
“C’è un motivo per tutto ciò che ho fatto, ed è lo stesso per il quale siete qui, ma non mi va di parlare in questo luogo, venite a questo indirizzo verso le 5 di questo pomeriggio e ti prometto che questa volta ti dirò tutto” disse l’originale cercando nello sguardo di Elena la conferma che sarebbe venuta.

Le porse un biglietto con l’indirizzo della casa dove alloggiava da un po’ di tempo e poi sparì dall’appartamento.
Come avesse potuto anche solo ripresentarsi, avere il coraggio di chiedere scusa quando le sue azioni non hanno fatto che provocare dolore e distruzione, una distruzione devastante a cui nessuno avrebbe mai potuto portare rimedio, non c’era ancora spiegazione.

POV ELEJIA
Se lo era immaginato, inutile negarlo, ma era tutto previsto quella reazione, quello sguardo quelle parole, tutto già calcolato.
Inutile negarlo, ma di fronte il peso delle sue azioni neanche l’originale aveva avuto la forza di reagire, aveva lasciato che la colpa per ogni suo gesto gli ricadesse pesante addosso e pagasse la lezione a cui per mesi si era sottratto. Perché era vero che lo aveva fatto per tutti loro, per quelli che un tempo erano diventati suoi alleati per loro aveva deciso di non uccidere suo fratello, ma loro non lo potevano sapere e così la sua decisione degna di considerazione diventava solo un atto di pura vigliaccheria, trasformandolo nell’originale che non mantiene la sua parola d’onore.

Per le spiegazioni ci sarebbe stato tempo, bisogna dare tempo al tempo adesso non rimane che attendere.

POV CHARLOTTE
“Stronza, pagherai” sputò tra i denti Katherine, mentre Charlotte le incideva il braccio con un coltello ricoperto di verbena.
“Vedi, penso che la vita sia come un ciclo, oggi soffri tu, domani soffro io, è così quindi non prendertela se la tua affermazione non mi scuote molto. Riguardo allo stronza, quella più stronza sei tu, e questo lo sappiamo bene entrambe” disse Charlotte mentre preparava una nuova siringa.
“Perché lo stai facendo?” disse Katherine respirando con affanno.

“Diciamo che non sono esattamente un angioletto, e poi Damon mi ha fatto questa richiesta. Dunque nulla di personale. Ora tornando a noi, vuoi dirmi perché sei tornata a Mystic Falls?”
 
Dopo che Damon se ne era andato Charlotte aveva provato a far parlare la vampira, ma era stato tutto inutile perché Katherine aveva le vene piene di verbena.
Così aveva deciso di accelerare i tempi facendo smaltire alla vampira un po’ del potente protettivo contro la persuasione.
“Mi sembra di essere stata chiara non ho nessuno doppio fine, sono qui solo per rivedere Mystic Falls!” urlò Katherine tra gli spasmi provocateli dalla violenta perdita di sangue.

“Staremo a vedere” rispose Charlotte mentre si sedeva sul divano e fissava il sangue della gemella uscire lento dalle sue braccia mentre questa rimaneva seduta impotente e sofferente su una sedia.

POV JASPER
“Vuoi andare?” le chiese apprensivo Jasper.
Elena si destò violentemente dai suoi pensieri.
“Ha qualcosa da dirci, dovremmo” disse continuando a camminare verso la macchina e fissando la strada davanti a sè.
“Ma tu non vorresti” rispose di rimando lui cercando nello sguardo di lei un punto dove fare breccia.

Elena abbassò lo sguardo per poi puntarlo contro il cielo.
“No non vorrei, ma tu non sai il perché”.
“No non lo so” disse Jasper.
Salirono entrambi in macchina e mentre che su di loro cadeva un silenzio tombale.
Allora Jasper girò le chiavi nel quadro pronto a partire, ma Elena lo bloccò.
“Aspetta” disse sospirando.

“Non sai neanche come sono diventata un vampiro, come sono finita dentro tutta questa situazione.” Aspettò un attimo, si maledisse per ciò che si stava imponendo di ricordare, anche se sapeva che ancora non lo aveva proprio dimenticato, poi iniziò a parlare.
“Sai era bello quando ero umana, un giorno, però, ho conosciuto un affascinante ragazzo dagli occhi verdi e mi sono innamorata.

Neanche quando scoprì cosa fosse realmente i miei sentimenti per lui cambiarono, per un po’ pensavo che salvarlo fosse la mia missione, poi che questo amore fosse diventato una malattia, forse non mi
sbagliavo, ma sta di fatto che l’amore spesso va oltre la razionalità e allora non riconosci più il labile confine che separa il normale dall’anormale.
Oggi so che nascondere al mondo una relazione con una vampiro è una delle cose più normali che ti possono capitare” Elena sorrise amaramente.

“Quando ti rendi conto che però ti stai trasformando anche tu, e non intendo fisicamente, è troppo tardi, e non capisci più come sia stato possibile che tu ti sia allontanata così tanto da ciò che sei stata un tempo. Inizi a ragionare come un vampiro, ma cerchi ancora di difendere le persone che ami, te stessa, fai patti che non avresti dovuto fare e poi vieni tradita, perché in tutto questo devi considerare anche il tradimento” Continuò Elena proferendo ogni parola come un fiume in piena, come se temesse che il fermarsi la facesse esplodere.

“Ecco cosa ha fatto Elejia, lui doveva uccidere Klaus nel momento in cui sarebbe stato più fragile, più vulnerabile ma ci ha tradito e adesso io pago le conseguenze per le mie scelte.”
Jasper ascoltò ogni cosa silenziosamente assorbendo ogni sensazione di cui quelle parole erano portatrici, e alla fine non seppe che dire.
Lui era nato così, un mostro, e nient’altro, ma Elena sapeva perfettamente cosa significasse essere umani, lui non poteva capire fino in fondo il suo disagio, ma aveva sperimentato cosa significasse sentirsi più forte, ma anche sempre fuori posto, perché è così che ti senti quando non sei responsabile delle tue scelte, quando sei qualcosa solo perché qualcun’altro lo ha deciso per te.

Non sapeva perché avesse deciso di farlo, ma a tradimento aveva preso il volto della vampira e ne aveva sfiorato dolcemente le labbra con le sue.
Ogni emozione era scomparsa ogni rumore o sensazione non c’erano più ora rimanevano solo il suo odore e il suo dolore.

POV ELENA
Non sapeva perché avesse deciso di iniziare quel racconto proprio in quel momento e con quella persona, ma dentro sentiva qualcosa bruciarle che doveva esplodere e quindi non gli rimaneva che lasciarsi andare.
Ciò che più le passava per la testa aveva deciso si dirlo senza remore. Era quello che avrebbe scritto nel suo diario.

E poi sapeva che in fondo era giusto che Jasper capisse con chi avessero a che fare.
Il problema fu quello che successe dopo.
Perché doveva succedere tutto tranne che lui decidesse di baciarla, ogni cosa ma non quello.
Le sue labbra, i suoi occhi, il suo corpo erano armonia, pura droga che ti può dare un’assuefazione e una dipendenza senza precedenti.

Dentro la vampira si stava aprendo un vortice e lei non stava facendo altro se non quello di caderci dentro.
Si allontanò velocemente sottraendosi all’improvviso contatto.
“Mi dispiace Elena” disse Jasper. Ma ad Elena quella voce giunse ovattata lontana, solo dopo qualche secondo si rese conto di ciò che aveva fatto.
Sorrise.

“E’ sbagliato lo sai?” chiese con lo sguardo basso.
“E’ sbagliato o c’è qualcosa che te lo impedisce?” chiese Jasper
“Non lo so, so solo che non deve accadere, adesso andiamo e basta!” esclamò Elena prima di erigere un solido muro attorno a sé.
ANGOLO AUTRICE
Dopo diversi mesi sono tornata per sconvolgere un altro pò la vita della nostra cara Elena, perchè adesso al litigio con Damon si aggiunge il bacio con Jasper e adesso la protagonista si trova tra due fuochi, combattuta ancora più di prima. come andrà a finire? Se la storia continua a piacervi fatemelo sapere, per me è sempre importante:) ciao ciao!



 
   
 
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