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Autore: Paddy_Potter    27/05/2013    2 recensioni
Aveva dimenticato. Aveva passato troppo tempo con la sua Lily. Aveva trascurato i Malandrini. Aveva tradito la promessa fatta a Sirius.
Ed ora la luna piena lo fissava gelida incastonata nel cielo.
Perché aveva dimenticato.
Cosa sarebbe successo se James Potter, durante l'ottobre del settimo anno, si fosse dimenticato di guardare il calendario lunare?
Se volete scoprirlo, non vi resta che dare una letta...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Full Moon

 

 

 


 

"Notte, James." sussurrò lei con un bacio.

"Notte, Lily." moromorò lui di rimando.

La porta del dormitorio delle ragazze si chiuse davanti al grifondoro, lasciandolo comunque con un sorriso sulle labbra.

James si girò e si avviò saltellando giù per le scale, fino in Sala Comune e, giunto lì, si sedette incrociando le gambe sulla grande finestra rivolta verso il parco: era euforico!

Da quando stava con Lily, la sua vita era diventata meravigliosa. Non che prima non lo fosse, anche con i Malandrini si era sempre divertito da morire, ma con lei era...diverso.

Lei gli faceva perdere la cognizione del tempo e dello spazio, respirare il suo profumo era come smettere di vivere la sua vita per cominciarne una nuova, guardare i suoi occhi era perdersi in un bosco in primavera, sentire le sue labbra fresche sulle proprie era precipitare in un'abisso rosso come i suoi capelli.

Il semplice stare insieme era la cosa più bella del mondo, rinchiusi in quel castello da favola: distendersi sotto un albero nel parco guardando le nuvole e beandosi del suo respiro regolare o studiare in biblioteca, osservandola scostarsi i capelli dagli occhi e metterli dietro le orecchie con un gesto veloce lo faceva estraneare dalla realtà. Era come se il mondo fuori da quel luogo non esistesse, come se non ci fossero Mangiamorte senza scrupoli o un pazzo fanatico che minacciava di strappargliela via solo perchè non aveva il sangue puro...come se la guerra non stesse infuriando, pronta a divorare nuove vite.

La mattina, scendeva dalle scale e la trovava già seduta su uno dei divanetti della Sala Comune, intenta a ripassare. Allora, la raggiungeva da dietro, salutandola con un bacio sul collo che la faceva rabbrividire, per poi prenderle la mano e accompagnarla a fare colazione. Andavano a lezione, talvolta per mano, talvolta prendendosi in giro fino alla morte, per poi sedersi, punzecchiarsi fino a pranzo e studiare insieme il pomeriggio. Qualche volta, Lily andava a vedere James agli allenamenti di Quidditch, dove lui si esibiva nelle sue solite acrobazie solo per farla ridere e, anche se raramente, rischiare di finire addosso agli anelli in fondo al campo per il non riuscire a non guardarla. La sera, si sedevano sui divanetti a chiacchierare con i ragazzi, fino a che non erano tutti troppo stanchi e andavano a dormire, salutandosi con un ultimo bacio.

Sorrise appoggiando la testa al vetro freddo della finestra: grazie alla sua Lils, il sole splendeva di più, l'acqua era più limpida, l'aria più fresca, la vita più viva, la luna più splendente...la luna...la luna...la luna che quella sera splendeva piena colando la sua luce nel Lago Nero come una pozione.

Luna piena.

A James mancò il respiro: no...no, era impossibile, i ragazzi glielo avrebbero ricordato, non poteva averlo dimenticato, Sirius glielo avrebbe detto...

"Sirius..." mormorò il ragazzo.

Ricordò solo allora lo strano comportamento del fratello negli ultimi giorni, il suo evitarlo, l'assenza di quelle risate, di quegli scherzi che facevano sempre...

"No, no, NO!" urlò scendendo di scatto dalla finestra e precipitandosi verso la porta del dormitorio.

Loro non potevano, Sirius non...

Spalancò la porta mandandola a sbattere contro il muro: solo Frank giaceva addormentato nel suo letto, gli altri quattro erano freddamente, inconfutabilmente, maledettamente vuoti.

Per un momento il suo cuore perse un battito, ma lo recuperò subito, accelerando in modo irreale: un pezzo di carta era attaccato con del magiscotch alla trave di sostegno del suo baldacchino.

 

"Non venire a cercarci, non ne abbiamo bisogno. Passa pure il resto della serata con la tua ragazza: non dovrebbe essere un problema, tanto ormai di noi ti sei già dimenticato. Credevo che delle promesse ti importasse qualcosa, ma a quanto pare mi sbagliavo. Ti dico solo che Rem ci è rimasto davvero male. Anche io. Speravamo veramente di avere un amico. Speravo veramente di avere un fratello. Per quanto mi riguarda, non rivolgermi più la parola. Quest'estate vado al Paiolo Magico."

 

"Paddy..."

Non poteva essere successo veramente, no, era impossibile. Stava sognando, era solo un incubo e si sarebbe svegliato presto...non poteva essere vero, non poteva, lui non...

James aveva le lacrime agli occhi. Perchè era vero: si era lasciato trasportare dalla felicità di stare con Lily, passando sempre meno tempo con i Malandrini, trascurandoli. Sirius non l'aveva avvertito di proprosito, per metterlo alla prova, prova che lui aveva fallito totalmente.

"No, no..."

Non sapeva come reagire. Non riusciva a reagire.

Aveva dimenticato la promessa fatta a Remus al secondo anno, la promessa di essergli sempre vicino quando ne avesse avuto bisogno, dimenticandosi della luna piena.

Aveva dimenticato la promessa fatta quasi due anni prima a Sirius, la promessa di essere suo fratello per sempre, trascurandolo e passando troppo tempo con Lily.

Aveva dimenticato la promessa che tutti i Malandrini si erano fatti da sè, la promessa di aiutarsi a vicenda per il resto della vita, dimenticando perfino il compleanno di Pete.

Aveva dimenticato.

Solo perchè era troppo preso dalla felicità per poter stare finalmente con la sua Lily, non aveva visto che stava dimenticando i suoi amici, non aveva visto che stava allontanando Sirius da lui...aveva dimenticato.

Ma come poteva averlo fatto, come poteva non aver guardato il calendario lunare?! Perchè, perchè?! Perchè aveva abbandonato i suoi amici?! Come aveva potuto lasciare Sirius da solo?! Come aveva potuto lasciare Remus da solo?! Perchè era stato così stupido, così deficientemente stupido da non accorgersi che era passato un mese!?

"No, no..." si lamentò tra le lacrime che gli rigavano il viso incontrollabili, la testa appoggiata dove prima era attaccato il biglietto di Padfoot, gli occhiali in mano, il corpo scosso dai singhiozzi.

Sferrò un pugno all'asse di legno, improvvisamente consapevole di quello che avevano fatto i Malandrini: Sirius, da solo, non sarebbe riuscito a tenere buono Remus se quella notte si fosse agitato! E allora...

"Remus lo ferirà e, se Pad non riesce a tenere il controllo della sua trasformazione e ritorna umano, lo ucciderà di sicuro!" mormorò James.

Era totalmente in preda al panico: suo fratello rischiava seriamente di morire.

Cominciò a sentire un formicolio alla mano.

La guardò: stava stringendo così tanto l'asse del baldacchino da avere le nocche completamente bianche. Doveva fare qualcosa.

Si asciugò le lacrime con due veloci manate, si rimise gli occhiali e riguardò il biglietto.

"Non venire a cercarci, non ne abbiamo bisogno...."

Lo gettò sul letto e aprì il cassetto del comodino per cercare il Mantello e la Mappa: vuoto. Li avevano presi i ragazzi.

"Maledizione!"

Si girò di scatto e, bacchetta alla mano, si precipitò giù dalle scale del dormitorio, fuori dalla Sala Comune, verso il primo piano.

Corse più veloce che potè attraverso i corridoi deserti del castello, illuminati dalla fioca luce che entrava dalla finestre e da qualche fiaccola solitaria appesa ai muri. La pietra fredda scorreva veloce sotto i suoi piedi, il mantello svolazzava nero alle sue spalle. Tentava di fare meno rumore possibile per non attirare Gazza o la sua gatta, ma ogni singolo passo risuonava eceggiando tra le mura deserte.

Fino a quel momento era andato in giro di notte con i ragazzi, era la prima volta che usciva da solo.

E Hogwarts, di notte, sapeva incutere timore anche al più impavido dei Grifondoro.

Giunto al primo piano, stava per imboccare un corridoio laterale che portava alle aule quando udì delle voci provenirne dall'altra estremità. Erano ragazzi.

"Prefetti." pensò. Si nascose in un anfratto più buio lungo il muro e, trattenendo il respiro, osservò i due di ronda svoltare dalla parte opposta del bivio in cui si trovavano.

Passato il pericolo, entrò in una classe e, forzata la finestra, saltò fuori, atterrando sull'erba d'ottobre. Il vento aututnnale lo colpì con prepotenza e spazzò alcune foglie secche e raggrinzite dai rami degli alberi più vicini.

Un ululato squarciò la notte.

James riprese a correre più veloce che poteva verso il luogo da dove sembrava essere giunto quel verso, sperando tanto che suo fratello non fosse già in pericolo.

Corse a perdifiato, scivolò sull'erba bagnata e cadde contro il terreno freddo che gli sporcò le ginocchia e spellò superficialmente i palmi.

Arrivato al limitare della Foresta Proibita, si trasformò in cervo e trottò veloce tra i rami del primo sottobosco, per poi addentrarsi nella direzione da cui stava provenendo un secondo ululato. Il profumo di quel luogo gli inondò le narici, stordendolo per un momento: giganti scuri gli si stagliavano a fianco, occhi sconosciuti lo scrutavano da quelle chiome che lo sovrastavano.

"Ti prego, Sirius, ti prego stai attento...." mormorò, gli occhi di nuovo umidi e il cuore che accelerava.

Troppo tardi.

Giunse al limitare di una piccola radura: uno stretto spiazzo illuminato freddamente dalla luna, raggiunto dal vento prepotente che faceva danzare le foglie sugli alberi, il tutto riflesso in uno specchio d'argentea acqua piovana nel mezzo.

Un cane nero venne sbalzato contro il tronco di un albero e, guaendo, rovinò al suolo con una larga ferita sanguinante su un fianco.

"Padfoot..." mormorò, troppo sconcertato per riuscire a muoversi.

Dall'altra parte dello spiazzo, un Lupo Mannaro completamente trasformato avanzava ringhiando e drizzando il pelo ispido verso il cane.

James con pochi balzi si frappose tra le due creature.

Gli occhi del lupo lo fissarono, famelici e furiosi, senza neanche l'ombra di quelli color miele di Remus all'interno.

Sentì l'istinto urlargli di spostarsi, di togliersi di mezzo, ma lo mise violentemente a tacere.

Un altro guaito di dolore alle sue spalle: Sirius era ancora vivo.

Quella sola consapevolezza gli snebbiò la mente e una nuova determinazione gli crebbe dentro, rinvigorita da quella scossa che pareva attraversagli tutto il corpo con innumerevoli ondate.

"Tieni duro, Sir."

E senza pensare, si slanciò contro il lupo che, colto alla sprovvista da quell'attacco così rapido, indietreggiò momentaneamente, incespicando nel terreno irregolare.

Lo colpì con le corna e con gli zoccoli, assestndogli colpi che il mannaro tentava di parare alla cieca, essendo voltato su un fianco.

Ma, con uno scatto, quello si drizzò e con una manata allontanò il cervo, che riuscì per poco a non cadere a terra.

Ritrovato pienamente l'equilibrio, il lupo tentò di colpire James con gli artigli: ormai era diventato lui la sua preda. Prongs schivava quei fendenti scuri che comparivano da tutte le parti, sfavorito dalla poca luce della luna che ora stava calando verso ovest.

Una mossa più feroce delle altre riuscì a coglierlo di sorpresa e gli procurò tre squarci profondi sulla spalla sinistra, facendolo crollare al suolo con un verso di dolore. Finì con il muso nelle terra scura, l'assaporò amaramente, sentendo il lupo ringhiare vittorioso dietro di lui.

James non aveva idea di come salvarsi: dalla ferita, sangue rosso scuro colava goccia dopo goccia sulle foglie secche e gli annebbiava i sensi assieme alle continue fitte di dolore.

Con un enorme sforzo, si rese conto che le alternantive erano due: rimanere cervo e tentare di ostacolare il lupo con le corna; ritornare umano, attirando la completa attenzione del mannaro, e provare a difendersi a colpi di bacchetta.

Non fece niente di tutto ciò.

Un cane nero assalì alle spalle la creatura, graffiandogli la schiena e ferendolo al braccio destro, crollando poi a terra per il dolore della ferita al fianco, molto vicono agli artigli della bestia.

Il lupo ululò di dolore, anche a causa dei denti forti che un topo dalla sua spalla gli aveva conficcato nel collo. Peter venne malamente scacciato con una zampata e fu mandato a finire, anche lui ferito, sulle sponde del piccolo laghetto, dove si accasciò.

Il mannaro, libero da altre interruzioni, si voltò ad osservare il ricco profitto della sua caccia: un grosso cane e un cervo, entrambi gravemente feriti e incapaci di muoversi stesi ai suoi piedi.

James guardò gli occhi della creatura, cercando speranzoso qualche traccia di Remus: niente.

A quanto pare era arrivata la loro fine ed era tutta colpa sua.

Sentì un naso umido posarglisi sulla spalla ferita e una lingua tentare di pulirgliela. Si girò.

"Paddy..."

"Prongs..."

Il cane appoggiò la testa contro il petto del cervo e quello fece altrettanto contro il collo dell'amico: sarebbero morti, ma insieme.

Prima di abbandonarsi totalmente, James diede un'ultima occhiata al cielo: sulla linea dell'orizzonte si era fatto strada uno spiraglio di luce giallina, definendo i contorni delle colline in lontananza; la luna era quasi scomparsa a occidente tra le propaggini scure della Foresta.

Albeggiava.

Un raggio di sole autunnale squrciò l'oscurità della foresta, sbucando da dietro la sagoma nera del castello e attraversando i rami ormai quasi privi di foglie sopra di loro, investendo in pieno il lupo.

Come una spada bianca, quel raggio si conficcò nel mannaro che, guaendo e contorcendosi, ritornò alla forma umana e un Remus sfinito crollò a terra.

Anche Prongs e Padfoot si ritrasformarono, tornando umani e accasciandosi, nei vani tentativi di rialzarsi, l'uno tra le braccia dell'altro. Il primo aveva sulla spalla sinistra tre tagli che gli avevano lacerato la camicia e che stavano imbrattando di sangue ancora rosso vivo l'intera manica; il secondo, avendo sul fianco destro un solco profondo nella carne che ancora sanguinava, giaceva semisvenuto sulle ginocchia di James.

"Jamie..."

"Sir..."

"James! Sirius!" esclamò Remus alzando gli occhi e sbarrandoli dall'orrore. "Oh, Merlino, sono stato io!" aggiunse con voce rotta, tentando di alzarsi in piedi e ricadendo a terra dolorante: anche lui era ferito. Dopo qualche tentativo, riuscì a zoppicare fino ai due amici.

"Sir...oh, Sir mi dispiace tanto! Scusa, scusa, Jamie scusa...."

Remus, con le lacrime agli occhi, non riusciva a mormorare altro, accarezzando spasmodicamente il volto di Padfoot.

"Sirius rimani sveglio, non addormentarti! Tieni gli occhi aperti! Guarda me e James!"

"Ma che bella visuale..." biascicò quello in risposta.

Remus sorrise tra le lacrime e anche Prongs non riuscì a trattenere qualche risata in quel momento: quelle battute gli mancavano da morire. E così si mise a sedere, prendendo suo fratello tra le braccia e facendogli appoggiare la testa contro il suo petto. Una lacrima dopo l'altra, cominciò a piangere stringendo a sè Sirius, il volto nei suoi capelli.

"È...è t-tutta c-col-lpa mia..." riuscì a mormorare.

Sentì la mano di Remus posarsi sulla sua spalla sana e, piano piano, circondarlo in un abbraccio. Sirius, invece, rimaneva immobile.

Ad un certo punto, Padfoot posò a fatica gli occhi su quelli pieni di lacrime del fratello. Alzò una mano e gliele asciugò, riappoggiandosi poi contro di lui e stringendolo con quanta forza gli rimaneva, nonostante il dolore che lo trafiggeva a ondate.

Rimasero lì fermi per un po', poi Remus diede una mano all'altro grifondoro, Peter li raggiunse e, insieme, sollevarono Sirius e lo portarono in infermeria.

 

*****************************

 

Aperti gli occhi, gli si parò davanti un'informe massa bianca che presuppose non essere il Paradiso, ma l'infermeria.

"Si sta svegliando..." sentì un Malandrino sussurrare.

Poi, la faccia occhialuta di suo fratello gli si parò davanti e Sirius riprese totalmente i sensi.

"Ma che...ahia!" gemette, riccasciandosi dopo il malriuscito tentativo di alzarsi. Il fianco gli doleva, meno della notte prima, ma causandogli ancora delle fitte.

"No, no, fermo!" intervenne James preoccupato, posandogli una mano sulla ferita e premendo lentamente. "Non puoi muoverti a scatti, devi fare piano!"

Prongs passò un braccio dietro le spalle dell'amico e aiutò Padfoot a mettersi a sedere sul letto. L'infermeria lo accolse, immacolata nella sua tranquillità, tra scaffali di medicinali e letti vuoti. L'unica stonatura erano tre studenti in divisa da grifondoro che accerchiavano il suo letto, uno dei quali con la bocca sporca di cioccolato.

"Paddy, come ti senti?" gli chiese Remus, prendendogli le mani.

"Come se Pete mi avesse appena finito la scorta di Cioccorane..."

Wormtail sorrise, arrossendo sotto alla scia marrone che gli percorreva le guance: nel sacchetto di Cioccorane ci si era letteralmente tuffato.

I Malandrini sorrisero e Remus passò una Cioccorana superstite all'amico.

"Sir, mi dispiace davvero tanto..."

"Non l'hai fatto apposta, Moony. Non ti puoi controllare quando ti trasformi. E poi non sei tu che devi scusarti..." aggiunse più duramente.

Peter si guardò intorno: Sirius fissava il nulla oltre la spalla di Remus, Remus rivolgeva uno sguardo "ti prego non morderlo" a Sirius e James guardava le lenzuola del letto di Sirius con...con le lacrime agli occhi.

"Mi dispiace." sussurrò appena. "Davvero, ragazzi mi dispiace tantissimo, sono un cretino, un idiota, un colossale deficiente! Non so come ho fatto, mi sono totalmente dimenticato! Io...mi vorrei buttare in fondo al Lago Nero, sul serio, scusatemi, vi prego, mi dispiace tentissimo! Moony, scusa, sono stato un cretino e lo so, ma me ne pento tanto! Ti prometto che non me ne dimenticherò più, mai più, lo giuro! Te lo giuro, Rem, scusa..." singhiozzò il ragazzo.

Quelle parole erano state coronate da un silenzio sbalordito: James Potter stava piangendo. Nè Moony, nè Pete l'avevano mai visto piangere e ora lo guardavano senza parole.

Sirius, invece, aveva visto suo fratello così solo un'altra volta, sapeva perchè James non piangeva mai. Non era la stupida ragione che credevano tutti, quella "io sono troppo forte e figo per piangere come le femminucce", no, il suo migliore amico non odiava piangere per quel motivo.

Secondo lui, piangere non era dimostrarsi deboli, ma ammettere di stare male e di avere bisogno di qualcuno che ti consolasse. James non era nemmeno quel tipo di persona che "io sono troppo forte e figo che non ho bisogno di nessuno", no, il suo migliore amico non odiava piangere per quel motivo.

Suo fratello credeva che, quando qualcuno piange, fa rattristare anche le altre persone e lui non aveva la minima intenzione di far soffrire qualcuno. Ecco perchè James Potter odiava piangere, perchè odiava verdere tristi le persone a cui voleva bene.

E fu per questo che Sirius si stampò in faccia il suo miglior sorriso da schiaffi e, per spezzare la tensione, prese James per le spalle, lo scaraventò sul suo letto e cominciò a fargli il solletico. Tutti i Malandrini restanti lo seguirono e, in breve, Prongs si ritrovò a ridere quasi fino al soffocamento, con tre ragazzi senza scrupoli sopra di lui che lo facevano contorcere sul letto, senza lasciargli la minima via di fuga.

C'era anche un'altra questione di cui Padfoot voleva parlare, ma decise di farlo la sera, sia perchè non voleva far star male ancora suo fratello, sia perchè si stava divertendo troppo a farlo diventare color vermiglio per deficienza d'ossigeno!

"E non solo di quello..." si ritrovò ad aggiungere mentalmente, con uno spaventoso ghigno malandrino in faccia.

Quella scena idilliaca fu interrotta da Madama Chips, che piombò infuriata in infermeria a lamentarsi per il troppo fracasso.

"Potter, Lupin, Minus! Fuori di qui!"

"Madama, posso andarmene anch'io? La prego..."

"No, Black, tu da quel letto non ti muovi fino a mezzogiorno! E voi tre filate!"

 

*****************************

 

Riuniti in un corridoio, i tre Malandrini si sedettero, dopo la stremante corsa. Avevano dovuto porre parecchi piani di distanza tra loro e quel boia vestito da infermiera, prima di sentirsi al sicuro. Madama Chips aveva volutamente cercato di infilzarli con l'ascia dell'armatura a cui si trovava di fianco quando avevano tentato di infiltrarsi in infermeria da Sirius.

"Ma per quale, assurda ragione attaccate a quelle armature ci sono delle ascie??!!" formulò James, ritrovando un po' d'aria in fondo ai polmoni.

"Non ne ho idea..." rispose Remus, ridotto come lui.

Un rantolo di giunse da Peter, decisamente meno atletico dei primi due, che stava boccheggiando tentando di inspirare.

Evitato il collasso di Wormtail, Prongs si rivolse all'altro grifondoro.

"Come posso farmi perdonare, Rem?"

"Stai tranquillo Jamie, ti sei scusato abbastanza....ma potresti sempre fornirmi qualche tavoletta di cioccolato, magari fondente!" aggiunse Moony, rispolverando il suo animo malandrino e sorridendo allegro.

"Mi sembra giusto! D'accordo, che cioccolato fondente sia! Pete?"

"Non è che sai dove Frank nasconde i suoi calderotti ripieni?"

"Sotto il letto, in una scatola vicino al muro, quasi sempre impolverata!" rispose James, sorridendo alla genuina richiesta dell'amico.

 

*****************************

 

"Sir, non è che ti puoi slanciare sul letto con quello che ti sei fatto!" esclamò James, precipitandosi a fianco al baldacchino dell'amico che aveva appena emesso un guaito simile a quello della notte precedente.

"Me ne sono accorto..."

"Dai, girati..." lo aiutò il grifondoro.

Padfoot si spostò dolorante su un fianco e piantò gli occhi in quelli di Prongs. Li invase con l'oceano blu che c'era nei suoi e scrutò a fondo quella sabbia nocciola, in cerca di risposte. Queste non tardarono ad arrivare.

"Sir, scusa..."

Due parole mormorate, ma che riecheggiarono atone nel silenzio ovattato che permeava l'aria.

Erano soli: Remus stava ripassando in Sala Comune, Frank era con Alice e Pete si stava mangiando i calderotti ripieni di quest'ultimo in corridoio.

Sirius, sedutosi sul letto, prese le dita dell'amico e cominciò a giocherellarci, lo sguardo perso tra le pieghe del copriletto rosso e oro. Improvvisamente le strinse e guardò di nuovo gli occhi di suo fratello: come previsto, di nuovo pieni di lacrime.

Era sinceramente combattuto: voleva abbracciarlo, riprenderselo, avere di nuovo il suo Jamie solo per lui, ma aveva anche voglia di sfogarsi e mollargli almeno...no, no, non poteva, lui stava già abbastanza male...

"Vieni qui..." sussurrò solamente, abbracciando il fratello e stringendolo come aveva voluto fare la notte prima.

"Scusa, scusa Paddy, scusa..." biascicò James contro la spalla dell'amico.

Quello aumentò la stretta: gli era mancato tanto, gli aveva fatto male separarsi da lui per tutto quel tempo, lasciarlo con lei, lei che glielo stava portando via. Ora era di nuovo suo, totalmente abbandonato contro il suo petto, in balia delle lacrime, indifeso come un cerbiatto.

Gli accarezzò i capelli neri, neri come i suoi, ma mille volte più sparati, scese con la mano sul collo e sulla schiena, senza mai smettere di coccolarlo come faceva con Regulus.

Come ora non poteva più fare con Regulus.

Quel pensiero lo fece perdere qualche momento in un oceano di ricordi, di ricordi maledetti...

Tutte quelle volte che il suo fratellino si era disperato tra le sue braccia, che aveva cercato aiuto verso di lui, che l'aveva chiamato "fratellone"...

Gli era stato strappato via.

Gliel'avevano portato via quei maedetti Serpeverde con i loro discorsi senza senso sui "Purosangue" e suo fratello ci era cascato, troppo piccolo per vedere veramente, troppo lontano perchè potesse aiutarlo. Ma poi James era arrivato ed era cambiato tutto, aveva di nuovo un fratello e questo non l'avrebbe mai tradito, non l'avrebbe mai lasciato solo.

Poi, però, è arrivata lei. Lei che se l'è portato via troppo in fretta perchè se ne potesse accorgere e, quando si era girato, anche James l'aveva lasciato solo.

Ma ora si stava scusando, gli dispiaceva veramente per arrivare a piangere così, aveva capito e voleva rimediare.

Prongs, asciugandosi le lacrime, si sciolse parzialmente dall'abbraccio e ritornò a fissare gli occhi dell'amico.

"Paddy, lo so, sono stato il fratello peggiore che tu potessi desiderare. Mi sono lasciato prendere da Lily e ti ho lasciato da solo, non mi sono neanche accorto che me lo stavi facendo notare! Mi dispiace, davvero, è che è dal secondo anno che sogno di stare con lei e...ma non ti dovevo lasciare, resto comunque un cretino in piena regola. Mi dispiace, tanto tanto, Sirius, scusa. Lo so, ho infranto la promessa, l'ho capito subito quando ho letto il biglietto, scusa, scusa Paddy. Ti prego, mi farò perdonare, ma ti scongiuro: siamo fratelli, io ti prometto che passerò meno tempo con Lily, ma non puoi andartene al Paiolo Magico! No, no, non puoi, mi sentirei stra-in colpa, mi mancheresti tantissimo, mi deprimerei e diventerei ancora più insopportabile e adesso devo tacere perchè le scuse sono diventate uno sfogo isterico!" concluse ammirando suo fratello che...che si stava sbellicava sul letto e sorridendo a sua volta.

"Wow, quanto è bello respirare di nuovo!" aggiunse, rendendosi conto di quanto gli mancasse la compagnia dell'ossigeno, avendo respirato sì e no due volte dall'inizio del discorso.

Nel frattempo, Sirius si teneva la pancia con le mani e quasi piangeva dalle risate, rotolandosi sul letto e rischiando seriamente di cadere giù: quelle che erano iniziate come le scuse di James si erano trasformate ben presto in un'esplosione di terminazioni nervose, con il poveretto che gesticolava, si autoincolpava e si faceva anche la predica, mano a mano che il suo volto assumeva un colore sempre più rosso!

"Prongs!" riuscì a dire Padfoot non appena ebbe ripreso un po' di fiato "Sei ufficialmente il fratello più pazzo che potessi desiderare!"

E, pronunciate le ultime parole, scoppiò di nuovo a ridere, con il suo inconfondibile latrato, e si tuffò tra le braccia di James.

Rimasero lì, ridendo fino a farsi venire le lacrime agli occhi a vicenda.

Quando Remus aprì la porta del dormitorio, trovò Sirius sul letto che faceva il solletico a Prongs e quest'ultimo che tentava inutilmente di scappare alla presa del fratello contorcendosi, quasi boccheggiante nella agonizzante impossibilità di respirare.

Malandrini si nasce, mica si diventa!

 

 

 

 

Posticino autrice...

Ciao a tutti!! So che devo aggiornare la ff, ma avevo questa idea da un po' di tempo e ho deciso di buttarmi. Specifico che non credo affatto che James sia un cretino che si dimentica dei suoi amici, anzi, io lo adoro e ho infatti scritto che era pronto a morire per salvare Sirius!

Credo solo che, sapendo quanto era forte anche l'amore per Lily, potrebbe essere capitato che si fosse momentaneamente dimenticato della luna piena...

Fatemi sapere cosa ne pensate con quel bel tastino per le recensioni: sono tutta orecchi (o meglio occhi)!!

Spero che la storia vi sia piaciuta!!

Ciao;)

Anna

  
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