Volevo scrivere
una storia d’amore.
Volevo
scrivere la nostra storia.
Ma poi c’ho pensato, la mia mente ha iniziato a vagare a ritroso, a
ricordare tutto, e non c’è stato amore nella nostra storia, solo tanti
fraintendimenti, tante guerre, tante lacrime.
Quante
volte abbiamo iniziato ad andarci contro, invece di venirci incontro?
Ammettiamolo,
era una guerra continua, un continuo “se a lui non interessa, perché a me
dovrebbe?”; “se lei non è disposta, perché io dovrei esserlo?” Ma il punto è
che nonostante questo, ci sopportavamo, ci siamo sopportati anche troppo, ci
siamo allontanati e ripresi con solo gli sguardi, perché alla fine, in qualche
modo a noi sconosciuto, ci piacevamo.
Ci
piacevamo tanto, ma non ci andava di dirlo. Giocavamo a chi gliene importa di
meno, a chi è più forte, a chi riesce a farsi scivolare tutto addosso.
Giocavamo ai finti forti.
Chi
ride per primo perde.
Poi un
giorno hai sorriso, ed io ho perso. Ho perso tutto: ho perso al gioco, ho perso
la guerra, ho perso l’armatura, ho perso il cuore… Ho finito per smarrire anche
me stessa dentro a quel sorriso. Ho pensato che non ci
fosse cosa più bella, che ero stata un’idiota totale a non farti sorridere
prima, che avrei dovuto darti molto di più, e che da quel momento ero pienamente,
incondizionatamente, fottuta.
Da quel
momento è iniziata la fase che io chiamo “le montagne russe”. Un attimo prima
in paradiso, e l’attimo dopo hai il naso schiacciato contro l’asfalto e ti gira
la testa.
E tu mi
hai lasciato così, col capogiro e il sapore d’asfalto in bocca, te ne sei
andato per un po’, e in quei giorni Dio solo sa quanto ho desiderato il pezzo
di paradiso, ma non arrivava mai. E quanti piatti scaraventati contro le
pareti, quante lacrime, quanti amici abbandonati solo per aver pronunciato la
fatidica frase “lascia perdere”.
Come si
fa a lasciar perdere? E’ facile dirlo, no, me lo dovete insegnare. Perché io
non riuscivo e non riesco a lasciar perdere. Come si può dimenticare un sorriso
così? Uno di quelli che ti cambiano non solo la giornata,
ma l’intera settimana. Quelli che se non li vedi almeno una volta al giorno ti senti morire, quelli che ti fanno sorridere
anche a te, come un ebete. E rimani lì, impalata, chissà in quale altra
galassia.
Non si
può. Si può solo fingere, ma questo l’ho capito dopo.
Così me
ne andavo in giro a fingere, illudendomi d’aver dimenticato.
E
lasciatemelo dire, avrei dovuto ricevere il premio oscar per miglior attrice
protagonista, me lo meritavo tutto. Ero riuscita ad
ingannare me stessa, oltre che gli altri, ero riuscita a mettere su un teatrino
di vita che non sembrava niente male, riuscivo persino a convincermi di voler
davvero bene all’altro lui. Che era l’opposto di te, e solo da questo piccolo
dettaglio avrei dovuto capire tutto. Ma niente, il sipario era ancora alzato e io continuavo a fare la mia parte.
Poi, un
bel giorno, come in ogni sceneggiatura che si rispetti: il colpo di scena.
Non so
esattamente come sia successo, so solo che sei
rispuntato tu, e guarda un po’, hai sorriso. Inutile raccontare degli spaghetti
scotti che mi ritrovavo al posto delle gambe, o della voce che si era bloccata
alla gola, forse perché aveva trovato anche il cuore lì, che spingeva come se
non ci fosse un domani, e facevano a botte perché in due non ci stavano.
Niente
più oscar per me, sconvolsi tutti. Me per prima.
L’altro
lui ho finito per lasciarlo, non si poteva continuare, iniziavo ad odiarlo, ma non odiavo lui, odiavo il fatto che non ci
fossi tu al suo posto.
Iniziai
a chiedermi il perché di quelle guerre, perché, se bastava così poco a farle
cessare?
Iniziai
a farmi altre mille domande, mille paranoie, mille colpe. Ma alla fine, sono
arrivata ad una sola conclusione, dopo un accurato
colloquio con me stessa ho capito che, sì, non sono bionda e alta, come piacciono
a te. Ho capelli mossi, mentre a te piacciono lisci, non ho un bel sorriso, di
quelli che t’illuminano la giornata, come i tuoi, e non sono sicura di quel che
faccio.
Non so
cosa dire la maggior parte del tempo, preferisco ascoltare, ascoltarti.
Ho la mania di fantasticare, di inventare storie, di progettare cose che
probabilmente non riuscirò mai a fare. Sono una sognatrice a occhi aperti, non
ho i piedi per terra.
Non ho
autostima, non so com’è sentirsi belle.
Non so
come si conquista una persona, non so come si fa a non farla
andar via.
Sono
sempre sulla difensiva, non mi intrometto mai nelle
conversazioni per paura di non saperne abbastanza da poterne parlare. Non
capisco la maggior parte delle persone.
E non
capisco neanche te. Non so come fare per rallegrarti
in una brutta giornata, non so cosa realmente ti piace, e non so come
comportarmi con te, perché tu mi spiazzi.
Basta
un tuo sguardo per immobilizzarmi, un tuo sorriso per farmi tremare le gambe e far andar via quel poco di voce che mi ritrovo. Mi basta
sentire il tuo profumo per avere un buco allo stomaco.
Non
sono esattamente la ragazza dei tuoi sogni, questo lo so bene, ma vorrei che
nonostante questo tu mi dessi un’altra possibilità. Perché le persone
sbagliano, io sbaglio anche il doppio, ma se avessi
un’altra possibilità con te, giuro che mi stravolgerei.
Molti
dicono che non è giusto cambiare per qualcuno, ma io penso che se quel qualcuno
è così importante, si farebbero salti mortali per lui.
E io li farei per te.
Senza
alcuno sforzo, se questo ti farebbe tornare da me, io
lo farei.
Quindi
volevo scrivere una storia, perché no, non c’era amore nella nostra, ma ce n’è
stato dopo, e ce n’è adesso, tanto.